Per mille strade
Lโesperienza estiva dei giovani italiani nellโanno del Sinodo Istruzioni per lโuso

Intorno allโesperienza del cammino, antichissima nella sua forma e nuova come proposta condivisa da tutte le diocesi italiane negli stessi giorni, vi offriamo alcune brevi riflessioni molto pratiche affinchรฉ il pellegrinaggio possa diventare una effettiva esperienza di Chiesa: capace di mantenere la ricchezza di espressioni diverse che provengono dai nostri territori e nello stesso tempo in grado di sostenere alcune scelte comuni che si chiedono a tutti.
Queste brevi note nascono dai primi confronti con diverse realtร del territorio e vorrebbero rispondere ad alcune domande che vanno formandosi e via via ripetendosi.
1. Diocesano o Regionale?
Da piรน parti ci si domanda a quale livello mantenere il cammino. Partiamo dal livello centrale che va riconosciuto anche a livello nazionale: la chiesa diocesana. Il punto di riferimento dellโesperienza deve essere la singola diocesi che รจ invitata a convocare e mettere in cammino i giovani appartenenti alle diverse espressioni presenti allโinterno del proprio territorio. Sarebbe auspicabile che il cammino (in qualche modo guidato e sostenuto dal proprio Vescovo) veda la presenza di giovani delle parrocchie, provenienti da associazioni e movimenti e da gruppi animati da religiosi e religiose. Le diocesi piรน grandi dovranno tenere in conto lโipotesi di piรน cammini che faranno riferimento alle vicarie o alle zone pastorali, mantenendo lโidea di avere punti di contatto con il proprio Vescovo (o alla partenza, o durante i cammini, o allโarrivo).
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Un secondo livello possibile รจ quello inter-diocesano: laddove esistono e magari condividono il territorio piรน vicino, รจ utile che le diocesi piรน piccole si mettano insieme per organizzare il proprio itinerario. Un riferimento interessante (in questi casi) รจ quello della metropolia che in diverse regioni italiane รจ giร criterio per la condivisione di tante attivitร pastorali.
Le regioni ecclesiastiche piรน piccole si stanno muovendo insieme, a livello regionale: questo รจ utile solo dove il numero รจ di qualche unitร ed รจ attorno alla decina di diocesi.
Esistono infine, in Italia, diverse realtร che hanno un carattere nazionale: esse sono ispirate e sostenute soprattutto dai gruppi che fanno riferimento allโanimazione giovanile vocazionale degli istituti religiosi e di vita consacrata, oppure si ispirano al carisma dei movimenti. I gruppi che hanno effettivamente una realtร giovanile nazionale riconosciuta dal vissuto di esperienze molteplici, si organizzino con itinerari propri. Per tutti vale lโauspicio, dove possibile, di legarsi alle esperienze proposte dalle proprie diocesi e dai propri Vescovi.
2. Quanto deve essere grande il gruppo?
Unโaltra questione riguarda il numero delle persone. Ovviamente dipenderร dalla grandezza dei diversi gruppi che presumibilmente rispecchierร le dimensioni delle diocesi: alcune (per esperienze giร fatte) sono attrezzate per mettere in cammino anche alcune centinaia di persone sullo stesso tracciato. Sarร bene fare attenzione a misurare il gruppo sulle proprie forze organizzative e su ciรฒ che si pensa di trovare sulla strada in termini di accoglienza e di servizi.
Non intendiamo quindi indicare numeri di partecipanti, ma indichiamo due criteri: il primo riguarda la capacitร organizzativa del gruppo che si mette per strada. Il secondo riguarda il fatto che non bisogna precludere la partecipazione a nessuno. Dobbiamo tener ben presente che probabilmente molti giovani decideranno di partecipare al cammino soltanto in primavera: questo vuol dire che lโorganizzazione (che necessariamente partirร molto prima) dovrร essere flessibile e dovrร tenere aperta la possibilitร di allargare la partecipazione o di ricalcolare le dimensioni del gruppo in dirittura finale.
Per questa ragione abbiamo identificato il criterio di partenza nel livello diocesano: stabilito, con il proprio Vescovo, dove e come proporre lโesperienza, sarร importante costruire solo in seguito eventuali alleanze a livello inter-diocesano o regionale. Dentro la propria diocesi suggeriamo di farsi accompagnare dagli uffici diocesani pellegrinaggi e/o dalle altre realtร ecclesiali impegnate nella pastorale del pellegrinaggio.
3. Quale deve essere la misura del cammino?
Scegliamo una misura di tempo e non di spazio. Nel suggerire lโidea che il cammino duri circa una settimana, vogliamo dire che non รจ tanto importante la quantitร di kilometri macinati a piedi, quanto piuttosto il tempo di condivisione effettiva.
Infatti soltanto distendendo lโesperienza nellโarco di alcuni giorni, sarร possibile offrire una proposta articolata: momenti celebrativi e di preghiera, tempi di cammino fatti di parole e di silenzi, proposte di incontro con testimoni invitati o che si incrociano sulla strada, presenza/incontro con il proprio Vescovo che potrร essere saltuaria o continuata, soste presso luoghi di servizio o di impegno civile, incontro di realtร significative (santuari, luoghi di cura della persona, monasteri di clausura, carceri o luoghi di marginalitร โฆ) o per il loro valore storico e artistico.
Lโitinerario che verrร scelto, inoltre, dovrebbe cercare di fare riferimento alle esperienze di fede che gli itinerari storici di pellegrinaggio offrono su tutto il territorio nazionale: in particolare ci riferiamo ai santuari mariani, alle moltissime figure di santi, ai luoghi di spiritualitร legati a particolari avvenimenti di fede (come, ad esempio, i miracoli eucaristici).
4. Unโesperienza di integrazione: i disabili e gli stranieri
La forza dellโesperienza che andiamo a proporre, sta nella possibilitร di un forte esercizio di integrazione. Il cammino in sรฉ non รจ mai esperienza di forza, non si fa per vedere chi arriva primo al traguardo. Un cammino fatto a piedi รจ possibilitร di rallentare i ritmi quotidiani del nostro andare, รจ esperienza di fatica e fragilitร , รจ opportunitร grande di includere chi rischia di rimanere ai margini della nostra considerazione.
1.Anzitutto questo vale per le persone con disabilitร . Sarร una fatica notevole, lo sappiamo. Ma sarร pure importante non lasciarli a casa e trovare il modo di tenerli vicini, perchรฉ la cura reciproca fa crescere tutti. Questo vorrร dire due cose: la prima, che si sarร costretti a ricalcolare i propri tempi; la seconda, che ci sarร una presa in carico condivisa e collettiva affinchรฉ il cammino non risulti troppo gravoso per qualcuno e leggero per altri.
2.Il discorso dellโintegrazione vale poi per i giovani stranieri. Molti di loro sono cattolici che spesso non vengono coinvolti, nรฉ presi in considerazione. Magari non sono mai stati a Roma e non hanno mai potuto incontrare il Papa: ce la immaginiamo la loro commozione? Per non affidarsi al caso, รจ importante fare alleanza con i responsabili diocesani della Migrantes e/o della Caritas della propria Diocesi soprattutto dove esistono comunitร strutturate che contano una significativa presenza di giovani.
3.Parlare di inclusione significa โ anche โ non dimenticare quei giovani che sono piรน lontani dai nostri circuiti tradizionali: sono giovani probabilmente battezzati, ma che per mille ragioni si sono allontanati dalla vita della Chiesa. Lโesperienza del pellegrinaggio รจ particolarmente adatta per ricuperare domande di senso, per far emergere interrogativi e non lasciare che la vita di questi giovani fratelli perda per sempre un legame con la paternitร di Dio.
Tutto il mondo associativo e dei diversi gruppi ecclesiali potrร qui portare un grande contributo, sia nellโorganizzazione del cammino che nella condivisione di competenze che non appartengono a tutti.
5. Chi non partecipa al cammino?
Come sempre, capiterร che molte persone non potranno partecipare al pellegrinaggio a piedi. Lโinvito alle diocesi รจ che si faccia la doppia proposta, offrendo a tutti la possibilitร di partecipare allโincontro dei giovani italiani con il Papa il fine settimana (11/12 agosto).
Attenzione alle iscrizioni: cercheremo di tenerle aperte il piรน possibile, ma chiederemo ai piccoli gruppi di fare riferimento al proprio ufficio diocesano. Stiamo comunque preparando anche il sistema informatico di iscrizioni che verrร spiegato a gennaio alla fiera dei cammini. Ricordiamo a tutti che le iscrizioni saranno necessarie e obbligatorie: lโorganizzazione degli eventi, negli ultimi anni, deve fare i conti anche con i problemi di sicurezza; lโaccesso allโarea degli incontri sarร certamente presidiato dalle forze dellโordine.
Per quanto riguarda informazioni piรน specifiche sullโincontro a Roma, stiamo lavorando per definire il programma e i costi di iscrizione. Vi terremo aggiornati il piรน possibile tramite il sito e i canali informatici.
6. Un poโ di follia
Dice il libro del Qoelet: โUn poโ di follia puรฒ contare piรน della sapienza e dellโonoreโ (10,1). Lโesperienza che stiamo immaginando non รจ delle piรน facili, ce ne rendiamo conto. Non lo รจ neppure la sfida di un Sinodo dei giovani del quale il pellegrinaggio nazionale vorrebbe essere una sorta di rappresentazione plastica di ciรฒ che la Chiesa รจ chiamata a vivere in questo tempo: una disponibilitร a lasciarsi provocare dalle nuove generazioni, accettando di camminare al loro fianco.
Molte saranno ancora le domande concrete che nasceranno durante la messa in cantiere di questa esperienza. Un poโ alla volta le stiamo prendendo in carico e le stiamo valutando con lโintenzione di scioglierle e di approfondirle una per una e soprattutto di essere piรน โdefinitiviโ nellโincontro di fine gennaio a Sacrofano (26/27 gennaio 2018), anche dal punto di vista dei suggerimenti su come accompagnare il cammino.
Per il momento speriamo che queste brevi note possano servire a tutti per comprendere il senso dellโesperienza e condividerla in tutte le sue forme di promozione.
