Due mi sembrano le dinamiche a cui questo passo del vangelo ci introduce e che ci offre: quella del dono e quella dellโattesa.
Quella del dono: solo se consideriamo lโaltro come un dono per noi siamo in grado di vivere in quella dimensione che appare esternamente come gratuitร , ma che non รจ altro che il riflesso della gratitudine: gratitudine per la presenza, la vita e il volto dellโaltro, dellโaltro in sรฉ, non in quanto puรฒ sopperire a quelli che io posso avvertire come miei eventuali bisogni. Allora, anche se lโaltro non ha lโequivalente da ricambiarmi, la mia gratitudine per la sua stessa presenza sarร ricambiata dallo stesso esistere ed esserci dellโaltro, e gli sarรฒ grato, grata, per il fatto stesso che esiste e che mi visita, che accetta di essere da me invitato e accolto.
Questa la logica del dono, che ci fa vivere non da schiavi di una legge, fosse pur religiosa e santa, ma come fratelli e sorelle amati dallโunico Padre che รจ nei cieli, fratelli e sorelle che come tali con gioia si riconoscono e si accolgono, nellโunione dei cuori e condividendo ciรฒ che hanno, affinchรฉ nessuno sia nel bisogno (cf. At 4,32-35, non a caso anchโesso un passo lucano).
La dinamica, poi, dellโattesa: lโattesa del Regno, di quel regno di Dio di cui i vangeli ci dicono che Gesรน tanto parlava, di quel Regno che era venuto ad annunciare (cf. il passo a questo successivo, e cf. Mc 1,15 e molti altri passi).
Attesa del Regno, dimensione forse oggi in molti casi dimenticata, poichรฉ siamo proiettati molto piรน sullโimmediato, ma i vangeli ci ricordano che, se pure cโรจ un โgiร โ, per il cristiano cโรจ anche un โnon ancoraโ: la chiesa, infatti, se da un lato รจ pellegrina in cammino verso il Regno (cf. 1Pt 2,11), e dunque invitata a non assolutizzare nessuna delle pur buone creature di questa terra, dallโaltro รจ chiamata ad essere comunitร capace di discernere in ogni โoggiโ il Regno di Dio che le viene incontro e che la visita (cf. Lc 19,41-44), e che la rende dunque comunitร accogliente e ospitante, grata di ogni visita del Signore nella persona di Gesรน Cristo, anzitutto, ma poi anche in quella dei fratelli e delle sorelle.
- Pubblicitร -
Attesa, dunque, che chiede discernimento e capacitร di portare, gestire, vivere bene la nostra dimensione del desiderio. Sรฌ, perchรฉ attendere รจ anche accettazione di un temporaneo vuoto, di una mancanza, accettazione del fatto che non possiamo essere colmati in tutto e subito nel nostro desiderio vitale, la cui piena realizzazione, che รจ anzitutto realizzazione di comunione, attendiamo.
Ma noi, siamo ancora capaci di sostenere la difficoltร di unโattesa? Non solo da un punto di vista cristiano, ma anche semplicemente umano: sรฌ, questo brano del vangelo ci dice che una relazione vera รจ sempre anche accettazione di un vuoto, di una solitudine, del fatto che lโamore vero รจ concepire e accogliere lโaltro nella sua alteritร e diversitร , che, se da un lato mi arricchisce, dallโaltro lascia sempre in me un vuoto non colmato, e dunque una solitudine.
Questo dunque il lieto annuncio che oggi ci viene fatto: lโannuncio del regno di Dio che ci รจ promesso, che a noi viene. Ma noi siamo ancora capaci di desiderarlo, e, piรน in radice, di sostenere ancora il desiderio?
sorella Cecilia della comunitร monastica di Bose
Leggi il brano del Vangelo
Lc 14, 12-14
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
ยซQuando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici nรฉ i tuoi fratelli nรฉ i tuoi parenti nรฉ i ricchi vicini, perchรฉ a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perchรฉ non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giustiยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Puoi ricevere il commento al Vangelo del Monastero di Bose quotidianamente cliccando qui
