Commento al Vangelo del 6 novembre 2017 – Monastero di Bose

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Due mi sembrano le dinamiche a cui questo passo del vangelo ci introduce e che ci offre: quella del dono e quella dellโ€™attesa.

Quella del dono: solo se consideriamo lโ€™altro come un dono per noi siamo in grado di vivere in quella dimensione che appare esternamente come gratuitร , ma che non รจ altro che il riflesso della gratitudine: gratitudine per la presenza, la vita e il volto dellโ€™altro, dellโ€™altro in sรฉ, non in quanto puรฒ sopperire a quelli che io posso avvertire come miei eventuali bisogni. Allora, anche se lโ€™altro non ha lโ€™equivalente da ricambiarmi, la mia gratitudine per la sua stessa presenza sarร  ricambiata dallo stesso esistere ed esserci dellโ€™altro, e gli sarรฒ grato, grata, per il fatto stesso che esiste e che mi visita, che accetta di essere da me invitato e accolto.

Questa la logica del dono, che ci fa vivere non da schiavi di una legge, fosse pur religiosa e santa, ma come fratelli e sorelle amati dallโ€™unico Padre che รจ nei cieli, fratelli e sorelle che come tali con gioia si riconoscono e si accolgono, nellโ€™unione dei cuori e condividendo ciรฒ che hanno, affinchรฉ nessuno sia nel bisogno (cf. At 4,32-35, non a caso anchโ€™esso un passo lucano).

La dinamica, poi, dellโ€™attesa: lโ€™attesa del Regno, di quel regno di Dio di cui i vangeli ci dicono che Gesรน tanto parlava, di quel Regno che era venuto ad annunciare (cf. il passo a questo successivo, e cf. Mc 1,15 e molti altri passi).

Attesa del Regno, dimensione forse oggi in molti casi dimenticata, poichรฉ siamo proiettati molto piรน sullโ€™immediato, ma i vangeli ci ricordano che, se pure cโ€™รจ un โ€œgiร โ€, per il cristiano cโ€™รจ anche un โ€œnon ancoraโ€: la chiesa, infatti, se da un lato รจ pellegrina in cammino verso il Regno (cf. 1Pt 2,11), e dunque invitata a non assolutizzare nessuna delle pur buone creature di questa terra, dallโ€™altro รจ chiamata ad essere comunitร  capace di discernere in ogni โ€œoggiโ€ il Regno di Dio che le viene incontro e che la visita (cf. Lc 19,41-44), e che la rende dunque comunitร  accogliente e ospitante, grata di ogni visita del Signore nella persona di Gesรน Cristo, anzitutto, ma poi anche in quella dei fratelli e delle sorelle.

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Attesa, dunque, che chiede discernimento e capacitร  di portare, gestire, vivere bene la nostra dimensione del desiderio. Sรฌ, perchรฉ attendere รจ anche accettazione di un temporaneo vuoto, di una mancanza, accettazione del fatto che non possiamo essere colmati in tutto e subito nel nostro desiderio vitale, la cui piena realizzazione, che รจ anzitutto realizzazione di comunione, attendiamo.

Ma noi, siamo ancora capaci di sostenere la difficoltร  di unโ€™attesa? Non solo da un punto di vista cristiano, ma anche semplicemente umano: sรฌ, questo brano del vangelo ci dice che una relazione vera รจ sempre anche accettazione di un vuoto, di una solitudine, del fatto che lโ€™amore vero รจ concepire e accogliere lโ€™altro nella sua alteritร  e diversitร , che, se da un lato mi arricchisce, dallโ€™altro lascia sempre in me un vuoto non colmato, e dunque una solitudine.

Questo dunque il lieto annuncio che oggi ci viene fatto: lโ€™annuncio del regno di Dio che ci รจ promesso, che a noi viene. Ma noi siamo ancora capaci di desiderarlo, e, piรน in radice, di sostenere ancora il desiderio?

sorella Cecilia della comunitร  monastica di Bose

Leggi il brano del Vangelo

Lc 14, 12-14
Dal Vangelo secondoย  Luca

In quel tempo, Gesรน disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
ยซQuando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici nรฉ i tuoi fratelli nรฉ i tuoi parenti nรฉ i ricchi vicini, perchรฉ a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perchรฉ non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giustiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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