Durante il suo ultimo viaggio apostolico in colombia, Papa Francesco ha incontrato in forma privata una rappresentanza delle comunitร della Compagnia di Gesรน composta da 65 religiosi.
Jorge Ivรกn Moreno pone la prima domanda: ยซCaro Francesco, sono il parroco della parrocchia Santa Rita. La gente di lร la apprezza e le vuole molto bene, e le abbiamo scritto una lettera qualche giorno fa. Vorrei sapere: quando รจ stato a San Francisco, in quelle comunitร del Pie de la Popa, che cosโรจ che lโha colpita di piรน? Mi risulta che รจ la prima volta che viene a Cartagena, e mi piacerebbe sapere: come Pontefice, che cosโha visto lei passando da questโโaltraโ Cartagena, come la chiamiamo noi?ยป.
Soffermiamoci sulla domanda, perchรฉ credo mi dia occasione per dire qualcosa che mi interessa molto. Quello che ho avvertito e che mi ha toccato di piรน รจ la spontaneitร . Il popolo di Dio non ha posto limiti alla sua espressione calorosa. Se ci si mettesse a fare studi di interpretazione, si potrebbero trovare mille modi per interpretare questo fatto. Ma era semplicemente il popolo di Dio in uscita per accogliere. Per me, cโรจ un chiaro segno che non era una cosa preparata con slogan giร fatti: il fatto che la cultura propria di quelle diverse parti del popolo di Dio, di quelle zone da cui sono passato, si esprimeva, in tutta libertร , lodando Dio. ร singolare: purtroppo, a volte noi abbiamo la tentazione di fare evangelizzazione per il popolo, verso il popolo, ma senza il popolo di Dio. Tutto per il popolo, ma niente con il popolo. Questo atteggiamento, in ultima istanza, risale a una concezione liberale e illuminista dellโevangelizzazione. E certo, il primo schiaffo a questa visione lo dร la Lumen gentium: la Chiesa รจ il santo popolo di Dio. Per questo, se vogliamo sentire la Chiesa, dobbiamo sentire il popolo di Dio. Popoloโฆ Oggi bisogna fare attenzione quando si parla di popolo! Perchรฉ qualcuno dirร : ยซFinirete per diventare populistiยป, e si cominceranno a fare elucubrazioni. Ma bisogna capire che quella di ยซpopoloยป non รจ una categoria logica. Se si vuole parlare di popolo con schemi logici si finisce per cadere in unโideologia di carattere illuminista e liberale oppure ยซpopulistaยป, appuntoโฆ, comunque si finisce per chiudere il popolo in uno schema ideologico. Popolo invece รจ una categoria mitica. E per comprendere il popolo bisogna starci immersi, bisogna accompagnarlo dallโinterno.
Essere Chiesa, santo popolo fedele di Dio in cammino, richiede pastori che si lascino portare da quella realtร del popolo che non รจ ideologica: รจ vitale, รจ viva. La grazia di Dio che si manifesta nella vita del popolo non รจ una ideologia. Di certo ci sono tanti teologi che potrebbero spiegare molte cose importanti da conoscere sul tema. Ma io voglio dire che la grazia non รจ affatto una ideologia: รจ un abbraccio, รจ qualcosa di piรน grande. Quando passo da luoghi come questo di Cartagena in cui la gente si esprime liberamente, mi rendo conto che si esprime come popolo di Dio. Certo, รจ vero che alcuni affermano che il popolo รจ superstizioso. Allora consiglio di andare a leggere Paolo VI, che nel n. 48 dellโEvangelii nuntiandi metteva in evidenza i rischi, ma anche molte virtรน del popolo. Lui diceva che la religiositร popolare รจ, sรฌ, aperta alla penetrazione di superstizioni. Ma diceva anche che, se รจ ben orientata, รจ ricca di valori e manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere. Il popolo di Dio ha olfatto. Magari a volte non riesce a esprimersi bene, a volte pure sbagliaโฆ Ma cโรจ qualcuno di noi che puรฒ dire: ยซTi ringrazio, Signore, perchรฉ non mi sono mai sbagliatoยป? No. Il popolo di Dio ha olfatto. E a volte il nostro compito di pastori consiste nel metterci dietro al popolo. Il pastore deve assumere tutti e tre gli atteggiamenti: avanti, a segnare la strada; in mezzo, per conoscerlo; e dietro, perchรฉ nessuno resti indietro e per lasciare che sia il gregge a cercare la stradaโฆ e le pecore annusano il pastore buono. Il pastore deve muoversi continuamente con questi tre atteggiamenti. Ecco, questo mi viene da rispondere su questa domanda.
ยซBuonasera, Santitร , sono Rodolfo Abello, incaricato della pastorale giovanile della Provincia, e vorrei porre una domanda di questo tenore: verso quale orizzonte vuole che motiviamo i nostri giovani di spiritualitร ignaziana?ยป.
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Mi viene da rispondere, per dirla in maniera un poโ intellettuale: metterli in spiritualitร di Esercizi. Che cosa voglio dire? Di metterli in movimento, in azione. Oggi la pastorale giovanile dei gruppetti e della pura riflessione non funziona piรน. La pastorale di giovani quieti non ingrana. Devi mettere il giovane in movimento: sia o non sia praticante, va messo in movimento.
Se รจ credente, guidarlo ti riuscirร piรน facile. Se non รจ credente, bisogna lasciare che sia la vita stessa a interpellarlo, ma stando in movimento e accompagnandolo; senza imporgli niente, ma accompagnandoloโฆ in attivitร di volontariato, in lavori con anziani, in lavori di alfabetizzazioneโฆ tutti i modi adatti a un giovane. Se mettiamo il giovane in movimento, lo poniamo in una dinamica in cui il Signore comincia a parlargli e comincia a smuovergli il cuore. Non saremo noi a smuovergli il cuore con le nostre argomentazioni; tuttโal piรน lo aiuteremo, con la mente, quando il cuore si muove.
Ieri, a Medellรญn, ho raccontato un episodio che per me ha significato molto, perchรฉ mi รจ venuto dal cuore. A Cracovia, durante il pranzo con quindici ragazzi di diverse parti del mondo, insieme allโarcivescovo โ in ogni Giornata della gioventรน cโรจ un pranzo del genere โ, hanno cominciato a fare domande e si รจ aperto un dialogo. Un giovane universitario mi ha chiesto: ยซAlcuni miei compagni sono atei, che cosa devo dire per convincerli?ยป. Questo mi ha fatto notare il senso di militanza ecclesiale che aveva quel ragazzo. La risposta che mi รจ venuta รจ stata chiara: ยซLโultima cosa che devi fare รจ dire qualcosa, davvero lโultima. Comincia ad agire, invitalo ad accompagnarti e, quando vedrร quello che fai e il modo in cui lo fai, ti domanderร , e a quel punto puoi cominciare a dire qualcosaยป.
Quel che vi dico รจ di mettere i giovani in movimento, inventare cose che li facciano sentire protagonisti e, poi, li inducano a chiedersi: ยซChe succede, che cosโรจ che mi ha cambiato il cuore, perchรฉ ne sono uscito contento?ยป. Come negli Esercizi, insomma, quando ci si interroga sulle mozioni interiori. Ovviamente, perรฒ, non domandate ai ragazzi quali mozioni hanno avuto, perchรฉ non capirebbero niente del vostro linguaggio. Ma lasciate che vi raccontino loro che cosa hanno sentito, e a partire da lร coinvolgeteli a poco a poco. Ma per riuscirci โ come mi diceva il benemerito padre Furlong, quando mi hanno fatto provinciale โ bisogna avere la pazienza di star seduti ad ascoltare chi viene quando pone questioni, e bisogna sapersi perรฒ destreggiare quando chi viene ti vuole infilare in discussioni infinite. I giovani stancano, i giovani discutono; allora bisogna avere questa mortificazione continua di starli ad ascoltare sempre e comunque. Ma per me il punto chiave รจ il movimento.
Lo scolastico Jefferson Chaverra pone al Papa questa domanda: ยซSantitร , in primo luogo voglio ringraziarla per essere venuto a visitarci e perchรฉ รจ venuto in Colombia. In secondo luogo, non voglio fare una vera e propria domanda, ma una richiesta a nome di tutto il popolo afro-colombiano, di tutto il popolo nero della Colombia. Voglio ringraziarla per tanti sacerdoti e vescovi impegnati nelle nostre lotte e, al tempo stesso, dire a lei, e in suo nome a tutta la Chiesa, che noi neri in Colombia abbiamo bisogno di maggiore accompagnamento e impegno da parte della Chiesa, perchรฉ il nostro dolore e la nostra sofferenza come popolo nero continuano a essere enormi, e gli operai sono ancora pochi, Santitร . La messe resta abbondante e gli operai sono pochi. Molte grazieยป.
Quello che dici รจ vero. Nel discorso che ho rivolto ai vescovi ho parlato della realtร che hai toccato. Cโรจ un carisma base del gesuita colombiano: รจ una persona, e si chiama Pedro Claver. Credo che Dio ci abbia parlato attraverso questโuomo. Questo mโimpressiona: in fondo era un ragazzino esile, un giovane gesuita in formazione, che perรฒ parlava tanto col vecchio portiere. E il vecchio alimentava le sue aspirazioni. Come sarebbe bello che i nostri vecchi nella Compagnia si mettessero davanti e i giovani andassero loro dietro! Cosรฌ si compirebbero le parole di Gioele: ยซI vecchi sogneranno e i giovani profetizzerannoยป. E quindi bisogna profetizzare, ma parlando con i vecchi.
Jorge Alberto Camacho, parroco della parrocchia San Pedro Claver, dice al Papa: ยซSantitร , grazie davvero per essere qui con noi. Lei ha appena fatto un regalo al santuario e noi dal santuario vogliamo ricambiare con piccoli doni. Uno รจ il processo di canonizzazione di san Pedro Claver, in cui cโรจ tutto ciรฒ che lโha fatto santo, quei suoi gesti che come i suoi ci aiutano a lavorare. P. Tulio Aristizรกbal, che รจ il piรน anziano della nostra comunitร a Cartagena, e ha 96 anni, studioso di san Pedro Claver, le darร il libroยป. P. Tulio Aristizรกbal si alza e, commosso, gli dice: ยซIl mio padre superiore mi ha chiesto di darle in dono il libro del processo di canonizzazione di san Pedro Claver. Contiene una parte molto interessante: la dichiarazione giurata di piรน di trenta schiavi che dicono chi fu Pedro Claver. A mio modo di pensare, si tratta della migliore biografia del Santo. La metto nelle sue maniยป. Il Papa lo ringrazia. P. Jorge Alberto Camacho prosegue: ยซSantitร , lโaltro regalo che abbiamo preparato per lei รจ un programma che promuoviamo qui da tre mesi. Lo abbiamo chiamato la โRuta Verdeโ [Strada Verde] di papa Francesco, e porta lโenciclica โLaudato siโโ nei quartieri popolari. Come segno di questo cammino, vogliamo regalarle il libretto che abbiamo usato con i ragazzi nei quartieri e la maglietta della โRuta Verdeโ. Alla fine chiederemo a Sua Santitร di benedire, insieme agli oggetti, gli alberelli della โRuta Verdeโ, alberi locali da frutto che abbiamo seminato nella cittร ยป.
Vicente Durรกn Casas si alza per porre unโaltra domanda: ยซSanto Padre, di nuovo grazie per la sua visita. Insegno filosofia e mi piacerebbe sapere, anche a nome dei miei colleghi docenti di teologia, che cosa si aspetta dalla riflessione filosofica e teologica in un Paese come il nostro e nella Chiesa in generaleยป.
Direi, per cominciare, che non sia una riflessione di laboratorio. Infatti, abbiamo visto che danno ha finito col fare la grande e brillante scolastica di Tommaso quando รจ andata decadendo, decadendo, decadendoโฆ: รจ diventata una scolastica da manuale, senza vita, mera idea, e si รจ tradotta in una proposta pastorale casuistica. Almeno, ai nostri tempi siamo stati formati in questa lineaโฆ Direi che era piuttosto ridicolo che, per spiegare la continuitร metafisica, il filosofo Losada[1] parlasse dei puncta inflataโฆ Per dimostrare questo tipo di cose si cadeva nel ridicolo. Era un grande filosofo dellโepoca, ma decadente, volava rasoterraโฆ
Dunque: la filosofia non in laboratorio, ma nella vita, nel dialogo col reale. Nel dialogo col reale troverai, come filosofo, i tre trascendentali che fanno lโunitร , ma con un nome concreto. Ricordiamo le parole del nostro grande scrittore Dostoevskij. Come lui, anche noi dobbiamo riflettere su quale bellezza ci salverร , sulla bontร e sulla veritร . Benedetto XVI parlava della veritร come incontro, ovvero non piรน una classificazione, ma una strada. Sempre in dialogo con la realtร , perchรฉ non si puรฒ fare filosofia con la tavola logaritmica, che peraltro รจ ormai in disuso. E lo stesso vale anche per la teologia, ma questo non vuol dire ยซimbastardireยป la teologia, al contrario. La teologia di Gesรน era la cosa piรน reale di tutte, partiva dalla realtร e si innalzava fino al Padre. Partiva da un semino, da una parabola, da un fattoโฆ e li spiegava. Gesรน voleva fare una teologia profonda, e la realtร grande รจ il Signore. A me piace ripetere che per essere un buon teologo, oltre a studiare, bisogna avere dedizione, essere svegli e cogliere la realtร ; su tutto questo bisogna riflettere in ginocchio. Un uomo che non prega, una donna che non prega, non puรฒ essere teologo o teologa. Sarร il volume del Denzinger[2] fatto persona, saprร tutte le dottrine esistenti o possibili, ma non farร teologia. Sarร un compendio, un manuale dove cโรจ tutto. Ma oggi la questione รจ come esprimi Dio tu, come esprimi chi รจ Dio, come si manifestano lo Spirito, le piaghe di Cristo, il mistero di Cristo, a partire dalla Lettera ai Filippesi 2,7 in avantiโฆ Come spieghi questi misteri e li vai spiegando, e come stai insegnando quellโincontro che รจ la grazia. Come quando leggi Paolo nella Lettera ai Romani, dove cโรจ tutto il mistero della grazia e vuoi spiegarlo.
Approfitto di questa domanda per dire una cosa che credo vada detta per giustizia, e anche per caritร . Infatti, sento molti commenti โ rispettabili, perchรฉ detti da figli di Dio, ma sbagliati โ sullโEsortazione apostolica post-sinodale. Per capire lโAmoris laetitia bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare col secondo e cosรฌ viaโฆ e riflettere. E leggere che cosa si รจ detto nel Sinodo.
Una seconda cosa: alcuni sostengono che sotto lโAmoris laetitia non cโรจ una morale cattolica o, quantomeno, non รจ una morale sicura. Su questo voglio ribadire con chiarezza che la morale dellโ Amoris laetitia รจ tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i piรน maturi, il cardinal Schรถnborn. Questo voglio dirlo perchรฉ aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci. Ma in ginocchio, sempre in ginocchioโฆ
Prima di congedarsi, il Santo Padre ha dato la benedizione ai gesuiti, chiedendo loro di non dimenticarsi di pregare per lui. Quindi, dopo alcune foto e i saluti, si รจ diretto verso il Monastero di Santo Domingo, dove ha pranzato con il seguito papale.
[1].ย ย ย ย ย Luis de Losada (1681-1748) fu un teologo e filosofo gesuita spagnolo, che insegnรฒ a Salamanca, in un tempo di crisi della Scolastica.
[2].ย ย ย ย ย Heinrich Denzinger (1819-1883) fu un teologo tedesco, autore dellโEnchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, che รจ il compendio di tutti i principali testi dogmatici del Magistero, a partire dai Padri della Chiesa fino ai nostri giorni. Dopo la morte dellโautore lโopera รจ stata continuamente aggiornata.
Fonte – La Civiltร Cattolica
