Papa Francesco a Milano – Incontro con i sacerdoti e i consacrati

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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO A MILANO

INCONTRO CON I SACERDOTI E I CONSACRATI

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Solennitร  dell’Annunciazione del Signore
Duomo di Milano
Sabato, 25 marzo 2017

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Domanda 1 – Don Gabriele Gioia, presbitero

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Molte delle energie e del tempo dei preti sono assorbite per continuare le forme tradizionali del ministero, ma avvertiamo le sfide della secolarizzazione e lโ€™irrilevanza della fede dentro lโ€™evoluzione di una societร  milanese, che รจ sempre piรน plurale, multietnica, multireligiosa e multiculturale. Capita anche a noi a volte di sentirci come Pietro gli apostoli dopo avere faticato e non prendere pesci. Le chiediamo: quali purificazioni e quali scelte prioritarie siamo chiamati a compiere per non smarrire la gioia di evangelizzare e di essere popolo di Dio che testimonia il suo amore per ogni uomo? Santitร , le vogliamo bene e preghiamo per lei.

Papa Francesco:

Grazie. Grazie.

Le tre domande che voi farete mi sono state inviate. Sempre si fa cosรฌ. Di solito, io rispondo a braccio, ma questa volta ho pensato, in una giornata con un programma cosรฌ fitto, che era meglio scrivere qualcosa per rispondere.

Ho ascoltato la tua domanda, don Gabriele. Lโ€™avevo letta prima, ma mentre tu parlavi, mi sono venute in mente due cose. Una, โ€œprendere i pesciโ€. Tu sai che lโ€™evangelizzazione non sempre รจ sinonimo di โ€œprendere i pesciโ€: รจ andare, prendere il largo, dare testimonianzaโ€ฆ e poi il Signore, Lui โ€œprende i pesciโ€. Quando, come e dove, noi non lo sappiamo. E questo รจ molto importante. E anche partire da quella realtร , che noi siamo strumenti, strumenti inutili. Unโ€™altra cosa che tu hai detto, quella preoccupazione che hai espresso che รจ la preoccupazione di tutti voi: non perdere la gioia di evangelizzare. Perchรฉ evangelizzare รจ una gioia. Il grande Paolo VI, nella Evangelii nuntiandi – che รจ il piรน grande documento pastorale del dopo-Concilio, che ancora oggi ha attualitร  – parlava di questa gioia: la gioia della Chiesa รจ evangelizzare. E noi dobbiamo chiedere la grazia di non perderla. Lui [Paolo VI] ci dice, quasi alla fine [di quel documento]: Conserviamo questa gioia di evangelizzare; non come evangelizzatori tristi, annoiati, questo non va; un evangelizzatore triste รจ uno che non รจ convinto che Gesรน รจ gioia, che Gesรน ti porta la gioia, e quando ti chiama ti cambia la vita e ti dร  la gioia, e ti invia nella gioia, anche in croce, ma nella gioia, per evangelizzare. Grazie di aver sottolineato queste cose che tu hai detto, Gabriele.

E adesso, le cose che ho pensato su questa domanda, a casa, per dire cose piรน pensate.

a. Una delle prime cose che mi viene in mente รจ la parola sfida – che tu hai usato: โ€œtante sfideโ€, hai detto. Ogni epoca storica, fin dai primi tempi del cristianesimo, รจ stata continuamente sottoposta a molteplici sfide. Sfide allโ€™interno della comunitร  ecclesiale e nello stesso tempo nel rapporto con la societร  in cui la fede andava prendendo corpo. Ricordiamo lโ€™episodio di Pietro nella casa di Cornelio a Cesarea (cfr At 10,24-35), o la controversia ad Antiochia e poi a Gerusalemme sulla necessitร  o meno di circoncidere i pagani (cfr At 15,1-6), e cosรฌ via. Perciรฒ non dobbiamo temere le sfide, questo sia chiaro. Non dobbiamo temere le sfide. Quante volte si sentono delle lamentele: โ€œAh, questโ€™epoca, ci sono tante sfide, e siamo tristiโ€ฆโ€. No. Non avere timore. Le sfide si devono prendere come il bue, per le corna. Non temere le sfide. Ed รจ bene che ci siano, le sfide. Eโ€™ bene, perchรฉ ci fanno crescere. Sono segno di una fede viva, di una comunitร  viva che cerca il suo Signore e tiene gli occhi e il cuore aperti. Dobbiamo piuttosto temere una fede senza sfide, una fede che si ritiene completa, tutta completa: non ho bisogno di altre cose, tutto fatto. Questa fede รจ tanto annacquata che non serve. Questo dobbiamo temere. E si ritiene completa come se tutto fosse stato detto e realizzato. Le sfide ci aiutano a far sรฌ che la nostra fede non diventi ideologica. Ci sono i pericoli delle ideologie, sempre. Le ideologie crescono, germogliano e crescono quando uno crede di avere la fede completa, e diventa ideologia. Le sfide ci salvano da un pensiero chiuso e definito e ci aprono a una comprensione piรน ampia del dato rivelato. Come ha affermato la Costituzione dogmatica Dei Verbum: ยซLa Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della veritร  divina, finchรฉ in essa vengano a compimento le parole di Dioยป (8b). E in ciรฒ le sfide ci aiutano ad aprirci al mistero rivelato. Questa รจ una prima cosa, che prendo da quello che tu hai detto.

b. Seconda cosa. Tu ha parlato di una societร  โ€œmultiโ€ โ€“ multiculturale, multireligiosa, multietnica โ€“. Io credo che la Chiesa, nellโ€™arco di tutta la sua storia, tante volte โ€“ senza che ne siamo consapevoli โ€“ ha molto da insegnarci e aiutarci per una cultura della diversitร . Dobbiamo imparare. Lo Spirito Santo รจ il Maestro della diversitร . Guardiamo le nostre diocesi, i nostri presbiteri, le nostre comunitร . Guardiamo le congregazioni religiose. Tanti carismi, tanti modi di realizzare lโ€™esperienza credente. La Chiesa รจ Una in unโ€™esperienza multiforme. Eโ€™ una, sรฌ. Ma in unโ€™esperienza multiforme. Eโ€™ questa la ricchezza della Chiesa. Pur essendo una รจ multiforme. Il Vangelo รจ uno nella sua quadruplice forma. Il Vangelo รจ uno, ma sono quattro e sono diversi, ma quella diversitร  รจ una ricchezza. Il Vangelo รจ uno in una quadruplice forma. Questo dร  alle nostre comunitร  una ricchezza che manifesta lโ€™azione dello Spirito. La Tradizione ecclesiale ha una grande esperienza di come โ€œgestireโ€ il molteplice allโ€™interno della sua storia e della sua vita. Abbiamo visto e vediamo di tutto: abbiamo visto e vediamo molte ricchezze e molti orrori ed errori. E qui abbiamo una buona chiave che ci aiuta a leggere il mondo contemporaneo. Senza condannarlo e senza santificarlo. Riconoscendo gli aspetti luminosi e gli aspetti oscuri. Come pure aiutandoci a discernere gli eccessi di uniformitร  o di relativismo: due tendenze che cercano di cancellare lโ€™unitร  delle differenze, lโ€™interdipendenza. La Chiesa รจ Una nelle differenze. Eโ€™ una, e quelle differenze si uniscono in quella unitร . Ma chi fa le differenze? Lo Spirito Santo: รจ il Maestro delle differenze! E chi fa lโ€™unitร ? Lo Spirito Santo: Lui รจ anche il Maestro dellโ€™unitร ! Quel grande Artista, quel grande Maestro dellโ€™unitร  nelle differenze รจ lo Spirito Santo. E questo dobbiamo capirlo bene. E poi ne parlerรฒ piรน avanti, a proposito del discernimento: discernere quando รจ lo Spirito che fa le differenze e lโ€™unitร , e quando non รจ lo Spirito quello che fa una differenza e una divisione. Quante volte abbiamo confuso unitร  con uniformitร ? E non รจ lo stesso. O quante volte abbiamo confuso pluralitร  con pluralismo? E non รจ lo stesso. Lโ€™uniformitร  e il pluralismo non sono dello spirito buono: non vengono dallo Spirito Santo. La pluralitร  e lโ€™unitร  invece vengono dallo Spirito Santo. In entrambi i casi ciรฒ che si cerca di fare รจ ridurre la tensione e cancellare il conflitto o lโ€™ambivalenza a cui siamo sottoposti in quanto esseri umani. Cercare di eliminare uno dei poli della tensione รจ eliminare il modo in cui Dio ha voluto rivelarsi nellโ€™umanitร  del suo Figlio. Tutto ciรฒ che non assume il dramma umano puรฒ essere una teoria molto chiara e distinta ma non coerente con la Rivelazione e perciรฒ ideologica. La fede per essere cristiana e non illusoria deve configurarsi allโ€™interno dei processi: dei processi umani senza ridursi ad essi. Anche questa รจ una bella tensione. Eโ€™ il compito bello ed esigente che ci ha lasciato nostro Signore, il โ€œgiร  e non ancoraโ€ della Salvezza. E questo รจ molto importante: unitร  nelle differenze. Questa รจ una tensione, ma รจ una tensione che sempre ci fa crescere nella Chiesa.

c. Una terza cosa. Cโ€™รจ una scelta che come pastori non possiamo eludere: formare al discernimento. Discernimento di queste cose che sembrano opposte o che sono opposte per sapere quanto una tensione, una opposizione viene dallo Spirito Santo e quando viene dal Maligno. E per questo, formare al discernimento. Come mi pare di aver capito dalla domanda, la diversitร  offre uno scenario molto insidioso. La cultura dellโ€™abbondanza a cui siamo sottoposti offre un orizzonte di tante possibilitร , presentandole tutte come valide e buone. I nostri giovani sono esposti a uno zapping continuo. Possono navigare su due o tre schermi aperti contemporaneamente, possono interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Ci piaccia o no, รจ il mondo in cui sono inseriti ed รจ nostro dovere come pastori aiutarli ad attraversare questo mondo. Perciรฒ ritengo che sia bene insegnare loro a discernere, perchรฉ abbiano gli strumenti e gli elementi che li aiutino a percorrere il cammino della vita senza che si estingua lo Spirito Santo che รจ in loro. In un mondo senza possibilitร  di scelta, o con meno possibilitร , forse le cose sembrerebbero piรน chiare, non so. Ma oggi i nostri fedeli โ€“ e noi stessi โ€“ siamo esposti a questa realtร , e perciรฒ sono convinto che come comunitร  ecclesiale dobbiamo incrementare lโ€™habitus del discernimento. E questa รจ una sfida, e richiede la grazia del discernimento, per cercare di imparare ad avere lโ€™abito del discernimento. Questa grazia, dai piccoli agli adulti, tutti. Quando si รจ bambini รจ facile che il papร  e la mamma ci dicano quello che dobbiamo fare, e va bene – oggi non credo che sia tanto facile; ai miei tempi sรฌ, ma oggi non so, ma comunque รจ piรน facile -. Ma via via che cresciamo, in mezzo a una moltitudine di voci dove apparentemente tutte hanno ragione, il discernimento di ciรฒ che ci conduce alla Risurrezione, alla Vita e non a una cultura di morte, รจ cruciale. Per questo sottolineo tanto questa necessitร . Eโ€™ uno strumento catechetico, e anche per la vita. Nella catechesi, nella guida spirituale, nelle omelie dobbiamo insegnare al nostro popolo, insegnare ai giovani, insegnare ai bambini, insegnare agli adulti il discernimento. E insegnare loro a chiedere la grazia del discernimento.

Su questo vi rimando a quella parte dellโ€™Esortazione Evangelii gaudium intitolata ยซLa missione che si incarna nei limiti umaniยป: numeri 40-45 della Evangelii gaudium. E questo รจ il terzo punto con cui ho risposto a te. Sono piccole cose che forse aiuteranno nella vostra riflessione sulle domande e poi nel dialogo tra voi. Ti ringrazio tanto.

DOMANDA 2 -Roberto Crespi, diacono permanente

Santitร , buongiorno. Sono Roberto, diacono permanente. Il diaconato รจ entrato nel nostro clero nel 1990 e attualmente siamo 143, non รจ un numero grande ma รจ un numero significativo. Siamo uomini che vivono pienamente la propria vocazione, quella matrimoniale o quella celibataria ma vivono anche pienamente il mondo del lavoro e della professione e portiamo quindi nel clero del mondo della famiglia e del mondo del lavoro, portiamo tutte quelle dimensioni della bellezza e dellโ€™esperienza ma anche della fatica e qualche volta anche delle ferite. Le chiediamo allora: come diaconi permanenti qual รจ la nostra parte perchรฉ possiamo aiutare a delineare quel volto di Chiesa che รจ umile, che รจ disinteressata, che รจ beata, quella che sentiamo che รจ nel suo cuore e di cui spesso ci parla? La ringrazio dellโ€™attenzione e le assicuro la nostra preghiera e insieme alla nostra quella delle nostre sposeย  e delle nostre famiglie.

Papa Francesco:

Grazie. Voi diaconi avete molto da dare, molto da dare. Pensiamo al valore del discernimento. Allโ€™interno del presbiterio, voi potete essere una voce autorevole per mostrare la tensione che cโ€™รจ tra il dovere e il volere, le tensioni che si vivono allโ€™interno della vita familiare โ€“ voi avete una suocera, per dire un esempio! โ€“. Come pure le benedizioni che si vivono allโ€™interno della vita familiare.

Ma dobbiamo stare attenti a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Questo รจ un pericolo. Alla fine non stanno nรฉ di qua nรฉ di lร . No, questo non si deve fare, รจ un pericolo. Guardarli cosรฌ ci fa male e fa male a loro. Questo modo di considerarli toglie forza al carisma proprio del diaconato. Su questo voglio tornare: il carisma proprio del diaconato. E questo carisma รจ nella vita della Chiesa. E nemmeno va bene lโ€™immagine del diacono come una specie di intermediario tra i fedeli e i pastori. Nรฉ a metร  strada fra i preti e i laici, nรฉ a metร  strada fra i pastori e i fedeli. E ci sono due tentazioni. Cโ€™รจ il pericolo del clericalismo: il diacono che รจ troppo clericale. No, no, questo non va. Io alcune volte vedo qualcuno quando assiste alla liturgia: sembra quasi di voler prendere il posto del prete. Il clericalismo, guardatevi dal clericalismo. E lโ€™altra tentazione, il funzionalismo: รจ un aiuto che ha il prete per questo o per quelloโ€ฆ; รจ un ragazzo per svolgere certi compiti e non per altre coseโ€ฆ No. Voi avete un carisma chiaro nella Chiesa e dovete costruirlo.

Il diaconato รจ una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il servizio. A me piace tanto quando [negli Atti degli Apostoli] i primi cristiani ellenisti sono andati dagli apostoli a lamentarsi perchรฉ le loro vedove e i loro orfani non erano ben assistiti, e hanno fatto quella riunione, quel โ€œsinodoโ€ tra gli apostoli e i discepoli, e hanno โ€œinventatoโ€ i diaconi per servire. E questo รจ molto interessante anche per noi vescovi, perchรฉ quelli erano tutti vescovi, quelli che hanno โ€œfattoโ€ i diaconi. E che cosa ci dice? Che i diaconi siano i servitori. Poi hanno capito che, in quel caso, era per assistere le vedove e gli orfani; ma servire. E a noi vescovi: la preghiera e lโ€™annuncio della Parola; e questo ci fa vedere qual รจ il carisma piรน importante di un vescovo: pregare. Qual รจ il compito di un vescovo, il primo compito? La preghiera. Secondo compito: annunciare la Parola. Ma si vede bene la differenza. E a voi [diaconi]: il servizio. Questa parola รจ la chiave per capire il vostro carisma. Il servizio come uno dei doni caratteristici del popolo di Dio. Il diacono รจ โ€“ per cosรฌ dire โ€“ il custode del servizio nella Chiesa. Ogni parola devโ€™essere ben misurata. Voi siete i custodi del servizio nella Chiesa: il servizio alla Parola, il servizio allโ€™Altare, il servizio ai Poveri. E la vostra missione, la missione del diacono, e il suo contributo consistono in questo: nel ricordare a tutti noi che la fede, nelle sue diverse espressioni โ€“ la liturgia comunitaria, la preghiera personale, le diverse forme di caritร  โ€“ e nei suoi vari stati di vita โ€“ laicale, clericale, familiare โ€“ possiede unโ€™essenziale dimensione di servizio. Il servizio a Dio e ai fratelli. E quanta strada cโ€™รจ da fare in questo senso! Voi siete i custodi del servizio nella Chiesa.

In ciรฒ consiste il valore dei carismi nella Chiesa, che sono una ricordo e un dono per aiutare tutto il popolo di Dio a non perdere la prospettiva e le ricchezze dellโ€™agire di Dio. Voi non siete mezzi preti e mezzi laici โ€“ questo sarebbe โ€œfunzionalizzareโ€ il diaconato โ€“, siete sacramento del servizio a Dio e ai fratelli. E da questa parola โ€œservizioโ€ deriva tutto lo sviluppo del vostro lavoro, della vostra vocazione, del vostro essere nella Chiesa. Una vocazione che come tutte le vocazioni non รจ solamente individuale, ma vissuta allโ€™interno della famiglia e con la famiglia; allโ€™interno del Popolo di Dio e con il Popolo di Dio.

In sintesi:

– non cโ€™รจ servizio allโ€™altare, non cโ€™รจ liturgia che non si apra al servizio dei poveri, e non cโ€™รจ servizio dei poveri che non conduca alla liturgia;

– non cโ€™รจ vocazione ecclesiale che non sia familiare.

Questo ci aiuta a rivalutare il diaconato come vocazione ecclesiale.

Infine, oggi sembra che tutto debba โ€œservirciโ€, come se tutto fosse finalizzato allโ€™individuo: la preghiera โ€œmi serveโ€, la comunitร  โ€œmi serveโ€, la caritร  โ€œmi serveโ€. Questo รจ un dato della nostra cultura. Voi siete il dono che lo Spirito ci fa per vedere che la strada giusta va al contrario: nella preghiera servo, nella comunitร  servo, con la solidarietร  servo Dio e il prossimo. E che Dio vi doni la grazia di crescere in questo carisma di custodire il servizio nella Chiesa. Grazie per quello che fate.

Domanda 3 โ€“ Madre M. Paola Paganoni, osc

Santitร , sono Madre Paola delle Orsoline e sono qui a nome di tutta la vita consacrata presente nella Chiesa milanese ma anche di tutta la Lombardia. La ringraziamo per la Sua presenza, ma soprattutto per la testimonianza di vita che Lei ci offre. Da santa Marcellina, sorella di Ambrogio, la vita consacrata nella Chiesa milanese fino ad oggi รจ stata presenza viva, significativa, con forme antiche โ€“ e le ha viste qui โ€“ e con forme nuove. Vogliamo chiederLe, Padre, come essere oggi, per lโ€™uomo di oggi, testimoni di profezia, come Lei dice: custodi dello stupore, e testimoniare con la nostra povera vita perรฒ una vita che sia obbediente, vergine, povera e fraterna? E poi, date le nostre poche โ€“ sembriamo numerose, ma lโ€™etร  รจ anziana โ€“ date le nostre poche forse, per il futuro, quali periferie esistenziali, quali ambiti scegliere, privilegiare in una consapevolezza ravvivata della nostra minoritร  โ€“ minoritร  nella societร  e minoritร  anche nella Chiesa? Grazie โ€“ Le assicuriamo il nostro ricordo quotidiano.

Papa Francesco:

Grazie. Mi piace, a me piace la parola โ€œminoritร โ€. Eโ€™ vero che รจ il carisma dei francescani, ma anche tutti noi dobbiamo essere โ€œminoriโ€: รจ un atteggiamento spirituale, la minoritร , che รจ come il sigillo del cristiano. Mi piace che Lei abbia usato quella parola. E incomincerรฒ da questโ€™ultima parola: minoritร , la minoranza. Normalmente โ€“ ma non dico che sia il Suo caso โ€“ รจ una parola che si accompagna a un sentimento: โ€œSembriamo tanti, ma tante sono anziane, siamo pocheโ€ฆโ€. E il sentimento che รจ sotto qual รจ? La rassegnazione. Cattivo sentimento. Senza accorgerci, ogni volta che pensiamo o constatiamo che siamo pochi, o in molti casi anziani, che sperimentiamo il peso, la fragilitร  piรน che lo splendore, il nostro spirito comincia ad essere corroso dalla rassegnazione. E la rassegnazione conduce poi allโ€™accidiaโ€ฆ Mi raccomando, se avete tempo leggete quello che dicono i Padri del deserto sullโ€™accidia: รจ una cosa che ha tanta attualitร , oggi. Credo che qui nasce la prima azione alla quale dobbiamo fare attenzione: pochi sรฌ, in minoranza sรฌ, anziani sรฌ, rassegnati no! Sono fili molto sottili che si riconoscono solo davanti al Signore esaminando la nostra interioritร . Il cardinale, quando ha parlato, ha detto due parole che mi hanno colpito tanto. Parlando della misericordia ha detto che la misericordia โ€œristora e dร  paceโ€. Un buon rimedio contro la rassegnazione รจ questa misericordia che ristora e dร  pace. Quando noi cadiamo nella rassegnazione, ci allontaniamo dalla misericordia, andiamo subito da qualcuno, da qualcuna, dal Signore a chiedere misericordia, perchรฉ ci ristori e ci dia la pace.

Quando ci prende la rassegnazione, viviamo con lโ€™immaginario di un passato glorioso che, lungi dal risvegliare il carisma iniziale, ci avvolge sempre piรน in una spirale di pesantezza esistenziale. Tutto si fa piรน pesante e difficile da sollevare. E qui, questa รจ una cosa che non avevo scritto ma la dirรฒ, perchรฉ รจ un poโ€™ brutto dirla, ma scusatemi, succede, e la dirรฒ. Incominciano a essere pesanti le strutture, vuote, non sappiamo come fare e pensiamo di vendere le strutture per avere i soldi, i soldi per la vecchiaiaโ€ฆ Incominciano a essere pesanti i soldi che abbiamo in bancaโ€ฆ E la povertร , dove va? Ma il Signore รจ buono, e quando una congregazione religiosa non va per la strada del voto di povertร , di solito le manda un economo o unโ€™economa cattiva che fa crollare tutto! E questo รจ una grazia! [ride, applausi] Dicevo che tutto si fa piรน pesante e difficile da sollevare. E la tentazione sempre รจ cercare le sicurezze umane. Ho parlato dei soldi, che sono una delle sicurezze piรน umane che abbiamo vicino. Perciรฒ, fa bene a tutti noi rivisitare le origini, fare un pellegrinaggio alle origini, una memoria che ci salva da qualunque immaginazione gloriosa ma irreale del passato.

ยซLo sguardo di fede รจ capace di riconoscere โ€“ dice la Evangelii gaudium โ€“ la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo allโ€™oscuritร , senza dimenticare che โ€œdove abbondรฒ il peccato, sovrabbondรฒ la graziaโ€ (Rm 5,20). La nostra fede รจ sfidata a intravedere il vino in cui lโ€™acqua puรฒ essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzaniaยป (n. 84).

I nostri padri e madri fondatori non pensarono mai ad essere una moltitudine, o una gran maggioranza. I nostri fondatori si sentirono mossi dallo Spirito Santo in un momento concreto della storia ad essere presenza gioiosa del Vangelo per i fratelli; a rinnovare ed edificare la Chiesa come lievito nella massa, come sale e luce del mondo. Sto pensando, ho chiara la frase di un fondatore, ma tanti hanno detto lo stesso: โ€œAbbiate paura della moltitudineโ€. Che non vengano tanti, per la paura di non formarli bene, la paura di non dare il carismaโ€ฆ Uno la chiamava la โ€œturba multaโ€. No. Loro pensavano semplicemente a portare avanti il Vangelo, il carisma.

Credo che uno dei motivi che ci frenano o ci tolgono la gioia sta in questo aspetto. Le nostre congregazioni non sono nate per essere la massa, ma un poโ€™ di sale e un poโ€™ di lievito, che avrebbe dato il proprio contributo perchรฉ la massa crescesse; perchรฉ il Popolo di Dio avesse quel โ€œcondimentoโ€ che gli mancava. Per molti anni abbiamo avuto la tentazione di credere, e in tanti siamo cresciuti con lโ€™idea che le famiglie religiose dovessero occupare spazi piรน che avviare processi, e questa รจ una tentazione. Noi dobbiamo avviare processi, non occupare spazi. Io ho paura delle statistiche, perchรฉ ci ingannano, tante volte. Ci dicono la veritร  da una parte, ma dopo subentra lโ€™illusione e ci portano allโ€™inganno. Occupare spazi piรน che avviare processi: eravamo tentati da questo perchรฉ pensavamo che siccome eravamo molti, il conflitto potesse prevalere sullโ€™unitร ; che le idee (o la nostra impossibilitร  di cambiare) fossero piรน importanti della realtร ; o che la parte (la nostra piccola parte o visione del mondo) fosse superiore al tutto ecclesiale (cfr ibid., 222-237). Eโ€™ una tentazione. Ma io non ho mai visto un pizzaiolo che per fare la pizza prenda mezzo chilo di lievito e 100 grammi di farina, no. Eโ€™ al contrario. Il lievito, poco, per far crescere la farina.

Oggi la realtร  ci interpella, oggi la realtร  ci invita ad essere nuovamente un poโ€™ di lievito, un poโ€™ di sale. Ieri sera, nellโ€™Osservatore Romano, che esce alla sera ma con la data di oggi, cโ€™รจ il congedo delle ultime due Piccole Sorelle di Gesรน dallโ€™Afghanistan, tra i musulmani, perchรฉ non cโ€™erano piรน [suore] e ormai dovevano, anziane, tornare. Parlavano lโ€™afghano. Benvolute da tutti: musulmani, cattolici, cristianiโ€ฆ Perchรฉ? Perchรฉ testimoni. Perchรฉ? Perchรฉ consacrate a Dio Padre di tutti. E io ho pensato, ho detto al Signore, mentre leggevo questo โ€“ cercate questo, oggi, sullโ€™Osservatore Romano, che ci farร  pensare a quello su cui Lei ha fatto la domanda โ€“: โ€œMa Gesรน, perchรฉ lasci quella gente cosรฌ?โ€. E mi รจ venuto in mente il popolo coreano, che ha avuto allโ€™inizio tre-quattro missionari cinesi โ€“ allโ€™inizio โ€“ e poi per due secoli il messaggio รจ stato portato avanti solo dai laici. Le strade del Signore sono come Lui vuole che siano. Ma ci farร  bene fare un atto di fiducia: รจ Lui che conduce la storia! Eโ€™ vero. Noi facciamo di tutto per crescere, per essere fortiโ€ฆ Ma non la rassegnazione. Avviare processi. Oggi la realtร  ci interpella โ€“ ripeto โ€“ la realtร  ci invita ad essere nuovamente un poโ€™ di lievito, un poโ€™ di sale. Potete pensare un pasto con molto sale? Nessuno lo mangerebbe. Oggi, la realtร  โ€“ per molti fattori che non possiamo ora fermarci ad analizzare โ€“ ci chiama ad avviare processi piรน che occupare spazi, a lottare per lโ€™unitร  piรน che attaccarci a conflitti passati, ad ascoltare la realtร , ad aprirci alla โ€œmassaโ€, al santo Popolo fedele di Dio, al tutto ecclesiale. Aprirci al tutto ecclesiale.

Una minoranza benedetta, che รจ invitata nuovamente a lievitare, lievitare in sintonia con quanto lo Spirito Santo ha ispirato nel cuore dei vostri fondatori e nel cuore di voi stesse. Questo รจ quello che ci vuole oggi.

Passo a unโ€™ultima cosa. Non oserei dirvi a quali periferie esistenziali deve dirigersi la missione, perchรฉ normalmente lo Spirito ha ispirato i carismi per le periferie, per andare nei luoghi, negli angoli solitamente abbandonati. Non credo che il Papa possa dirvi: occupatevi di questa o di quella. Ciรฒ che il Papa puรฒ dirvi รจ questo: siete poche, siete pochi, siete quelli che siete, andate nelle periferie, andate ai confini a incontrarvi col Signore, a rinnovare la missione delle origini, alla Galilea del primo incontro, tornare alla Galilea del primo incontro! E questo farร  bene a tutti noi, ci farร  crescere, ci farร  moltitudine. Mi viene alla mente adesso la confusione che avrร  avuto il nostro Padre Abramo: gli hanno fatto guardare il cielo: โ€œConta le stelle!โ€ – ma non poteva -, cosรฌ sarร  la tua discendenzaโ€. E poi: โ€œIl tuo unico figlioโ€ – lโ€™unico, lโ€™altro se nโ€™era andato giร , ma questo aveva la promessa โ€“ โ€œfallo salire sul monte e offrimelo in sacrificioโ€. Da quella moltitudine di stelle, a sacrificare il proprio figlio: la logica di Dio non si capisce. Soltanto, si obbedisce. E questa รจ la strada su cui dovete andare. Scegliete le periferie, risvegliate processi, accendete la speranza spenta e fiaccata da una societร  che รจ diventata insensibile al dolore degli altri. Nella nostra fragilitร  come congregazioni possiamo farci piรน attenti a tante fragilitร  che ci circondano e trasformarle in spazio di benedizione. Sarร  il momento che il Signore vi dirร : โ€œFermati, cโ€™รจ un capretto, lรฌ. Non sacrificare il tuo unico figlioโ€. Andate e portate lโ€™โ€œunzioneโ€ di Cristo, andate. Non vi sto cacciando via! Soltanto dico: andate a portare la missione di Cristo, il vostro carisma.

E non dimentichiamo che ยซquando si mette Gesรน in mezzo al suo popolo, il popolo trova gioia. Sรฌ, solo questo potrร  restituirci la gioia e la speranza, solo questo ci salverร  dal vivere in un atteggiamento di sopravvivenza. Per favore no, questa รจ rassegnazione. Non sopravvivere, vivere! Solo questo renderร  feconda la nostra vita e manterrร  vivo il nostro cuore. Mettere Gesรน lร  dove deve stare: in mezzo al suo popoloยป (Omelia nella S. Messa della Presentazione del Signore, XXI G.M. della vita consacrata, 2 febbraio 2017). E questo รจ il vostro compito. Grazie, madre. Grazie.

E adesso, preghiamo insieme. Vi darรฒ la benedizione e vi chiedo, per favore, di pregare per me perchรฉ ho bisogno di essere sostenuto dalle preghiere del popolo di Dio, dei consacrati e dei sacerdoti. Grazie tante.

Preghiamo. [โ€ฆ]

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