Cari fratelli e sorelle,
Cari membri della Confederazione Europea e dellโUnione Mondiale degli Ex Alunni e Alunne dei Gesuiti,
Sono lieto di ricevervi oggi nel corso della vostra conferenza sulla migrazione e sulla crisi dei rifugiati. Eโ la crisi umanitaria piรน grande, dopo la seconda guerra mondiale. Diplomati nelle scuole dei Gesuiti, siete venuti a Roma come โuomini e donne per gli altriโ, in particolare โ questa volta โ per studiare le radici della migrazione forzata, per considerare la vostra responsabilitร in rapporto allโattuale situazione e per essere inviati come promotori di cambiamento nelle vostre comunitร dโorigine.
[ads2]Tragicamente, nel mondo oggi piรน di 65 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare i loro luoghi di residenza. Questo numero senza precedenti va oltre ogni immaginazione. Il numero complessivo dei profughi รจ ora piรน grande dellโintera popolazione dellโItalia! Se andiamo oltre la mera statistica, comunque, scopriremo che i rifugiati sono donne e uomini, ragazzi e ragazze che non sono diversi dai membri delle nostre famiglie e dai nostri amici. Ognuno di loro ha un nome, un volto e una storia, come lโinalienabile diritto di vivere in pace e di aspirare a un futuro migliore per i propri figli.
Avete dedicato la vostra Associazione mondiale alla memoria di Padre Pedro Arrupe, che รจ stato anche il fondatore del Jesuit Refugee Service, lโorganizzazione che vi ha accompagnato durante questa settimana trascorsa a Roma. Piรน di trentacinque anni fa, Padre Arrupe si sentรฌ mosso ad agire in risposta alla situazione dei โboat peopleโ sud-vietnamiti, che si trovavano esposti agli attacchi dei pirati e alle tempeste nel Mar Cinese del Sud, mentre cercavano disperatamente di sfuggire alle violenze nella loro patria. Purtroppo, il mondo oggi si trova ancora coinvolto in innumerevoli conflitti. La terribile guerra in Siria, come le guerre civili nel Sud-Sudan e altrove nel mondo possono sembrare irrisolvibili. Questa รจ proprio la ragione per cui il vostro incontro โper contemplare e agireโ relativamente alla questione dei rifugiati รจ cosรฌ importante.
Piรน che mai oggi, mentre la guerra imperversa in diverse parti del mondo, mentre un numero mai raggiunto prima di rifugiati muore tentando di attraversare il Mar Mediterraneo – che รจ diventato un cimitero -, oppure trascorre anni e anni nei campi, la Chiesa ha bisogno che voi attingiate al coraggio e allโesempio di Padre Arrupe. Mediante la vostra educazione gesuita siete stati invitati a diventare โcompagni di Gesรนโ e, con SantโIgnazio di Loyola come vostra guida, siete stati inviati nel mondo per essere donne e uomini per e con gli altri. In questo frangente della storia, cโรจ un grande bisogno di persone che ascoltino il grido dei poveri e che rispondano con compassione e generositร .
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Alla conclusione della Giornata Mondiale della Gioventรน a Cracovia, poche settimane fa, ho detto alla gioventรน lร riunita di essere coraggiosa. Come diplomati in scuole rette dai padri gesuiti, sappiate anche essere coraggiosi nel rispondere alle necessitร dei rifugiati nel tempo presente. Come alunni dei Padri gesuiti, vi farร bene, nel momento in cui trattate dei problemi sperimentati dai rifugiati, ricordare le vostre radici ignaziane. Mentre nei vostri Paesi vi applicate a comprendere le cause dellโimmigrazione forzata e a servire i rifugiati, รจ necessario che offriate al Signore โtutta la vostra libertร , la vostra memoria, la vostra intelligenza e la vostra intera volontร โ.
Nel corso di questโAnno della Misericordia la Porta Santa della Basilica di San Pietro รจ rimasta aperta, a ricordare che la misericordia di Dio รจ offerta a tutti coloro che ne hanno bisogno, ora e sempre. Milioni di fedeli hanno compiuto il pellegrinaggio alla Porta Santa, qui e nelle chiese di tutto il mondo, facendo memoria del fatto che la misericordia di Dio dura per sempre ed รจ rivolta a tutti. Anche con il vostro aiuto la Chiesa sarร capace di rispondere piรน pienamente alla tragedia umana dei rifugiati mediante atti di misericordia che promuovano la loro integrazione nel contesto europeo e al di lร di esso. Vi incoraggio perciรฒ a dare il benvenuto ai rifugiati nelle vostre case e comunitร , in modo che la loro prima esperienza dโEuropa non sia quella traumatica di dormire al freddo nelle strade, ma quella di unโaccoglienza calda e umana. Ricordate che lโautentica ospitalitร รจ un profondo valore evangelico, che alimenta lโamore ed รจ la nostra piรน grande sicurezza contro gli odiosi atti di terrorismo.
Vi esorto ad attingere alle gioie ed ai successi che la vostra educazione gesuitica vi ha fornito nella cura dellโeducazione dei rifugiati nel mondo. Eโ un dato di fatto preoccupante che meno del 50% dei bambini rifugiati abbiano accesso alla scuola primaria. Sfortunatamente, tale numero si riduce al 22% per gli adolescenti rifugiati iscritti a scuole secondarie e a meno dellโ1% che puรฒ accedere ad unโistruzione universitaria.
Insieme al Jesuit Refugee Service, mettete in movimento la vostra misericordia ed aiutate a trasformare questa situazione nel campo educativo. Nel fare questo, costruirete unโEuropa piรน forte e un piรน luminoso futuro per i rifugiati.
A volte ci si puรฒ sentire soli nel momento in cui si cerca di tradurre in azione la misericordia. Sappiate perรฒ che unite il vostro lavoro a quello delle tante organizzazioni ecclesiali che lavorano nel campo umanitario, che si dedicano agli esclusi e agli emarginati. Piรน importante ancora, ricordate che lโamore di Dio vi accompagna in questo lavoro. Voi siete occhi, bocca, mani e cuore di Dio in questo mondo.
Vi ringrazio per esservi addentrati nelle difficili questioni poste dallโaccoglienza ai profughi. Molte porte vi sono state aperte grazie alla educazione ricevuta dai Gesuiti, mentre i rifugiati trovano molte porte chiuse. Avete imparato molto dai rifugiati che avete incontrato. Nel lasciare Roma e tornare alle vostre case, vi esorto ad aiutare a trasformare le vostre comunitร in luoghi di benvenuto dove tutti i figli di Dio hanno lโopportunitร , non semplicemente di sopravvivere, ma di crescere, fiorire e portare frutto.
E mentre perseverate in questo costante lavoro per assicurare accoglienza e istruzione per i rifugiati, pensate alla Sacra Famiglia โ Maria, Giuseppe e al Bambino Gesรน โ nel loro lungo viaggio in Egitto come rifugiati, mentre scappavano dalla violenza e trovavano rifugio tra gli stranieri. Ricordate parimenti le parole di Gesรน: ยซHo avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accoltoยป (Mt 25,35). Portate queste parole e questi gesti con voi oggi. Possano esservi di incoraggiamento e di consolazione. Da parte mia, nellโassicurarvi la mia preghiera, vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie!
