Cari Fratelli, buongiorno!
Siete quasi alla fine di queste feconde giornate trascorse a Roma per approfondire la ricchezza del mistero al quale Dio vi ha chiamati come Vescovi della Chiesa. Saluto con gratitudine la Congregazione dei Vescovi e la Congregazione per le Chiese Orientali. Saluto il Cardinale Ouellet e lo ringrazio per le sue cortesi parole, fraterne parole . Nelle persone del Cardinale Ouellet e del Cardinale Sandri vorrei ringraziare per il generoso lavoro svolto per la nomina dei Vescovi e per lโimpegno della preparazione di questa settimana. Sono lieto di accogliervi e di poter condividere con voi alcuni pensieri che vengono al cuore del Successore di Pietro quando vedo davanti a me coloro che sono stati โpescatiโ dal cuore di Dio per guidare il suo Popolo Santo.
1. Il brivido di essere stati amati in anticipo
Sรฌ! Dio vi precede nella sua amorevole conoscenza! Egli vi ha โpescatoโ con lโamo della sua sorprendente misericordia. Le sue reti sono andate misteriosamente stringendosi e non avete potuto fare a meno di lasciarvi catturare. So bene che ancora un brivido vi pervade al ricordo della sua chiamata arrivata attraverso la voce della Chiesa, Sua Sposa. Non siete i primi ad essere percorsi da tale brivido.
Lo รจ stato anche Mosรจ, che si credeva solo nel deserto e si scoprรฌ invece rintracciato e attirato da Dio che gli affidรฒ il proprio Nome, non per lui, ma per il suo popolo (cfr Es 3). Gli affida il Nome per il popolo, non dimenticare questo. E continua a salire a Dio il grido di dolore della sua gente, e sappiate che questa volta รจ il vostro nome che il Padre ha voluto pronunciare, perchรฉ voi pronunciate il suo Nome al popolo.
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Lo รจ stato anche Natanaele, che, visto quando era ancora โsotto il ficoโ (Gv 1,48), con stupore si ritrova custode della visione dei cieli che definitivamente si aprono. Ecco, la vita di tanti รจ ancora priva di questo varco che dร accesso allโalto, e voi siete stati visti da lontano per guidare verso la meta. Non accontentatevi di meno! Non fermatevi a metร strada!
Lo รจ stata anche la Samaritana, โconosciutaโ dal Maestro al pozzo del villaggio, che poi chiama i compaesani allโincontro di Colui che possiede lโAcqua Viva (cfr Gv 4,16-19). ร importante essere consapevoli che nelle vostre Chiese non cโรจ bisogno di cercare โda un mare allโaltroโ perchรฉ la Parola di cui la gente ha fame e sete puรฒ trovarla sulle vostre labbra (cfr Am 8,11-13).
[ads2]Percorsi da tale brivido sono stati anche gli Apostoli quando, svelati โi pensieri dei loro cuoriโ, con fatica hanno scoperto lโaccesso alla segreta via di Dio, che abita nei piccoli e si nasconde a chi basta a sรฉ stesso (cfr Lc 9,46-48). Non vergognatevi delle volte in cui pure voi siete stati sfiorati da tale lontananza dai pensieri di Dio. Anzi, abbandonate la pretesa dellโautosufficienza per affidarvi come bambini a Colui che ai piccoli rivela il suo Regno.
Perfino i farisei sono stati scossi da tale brivido, quando spesso sono stati smascherati dal Signore che conosceva i loro pensieri, cosรฌ pretenziosi da voler misurare il potere di Dio con la ristrettezza del proprio sguardo e cosรฌ blasfemi da mormorare contro la sovrana libertร del suo amore salvifico (Mt 12,24-25). Dio vi scampi dal rendere vano tale brivido, dallโaddomesticarlo e svuotarlo della sua potenza โdestabilizzanteโ. Lasciatevi โdestabilizzareโ: questo รจ buono, per un vescovo.
2. Ammirabile condiscendenza!
ร bello lasciarsi trafiggere dalla conoscenza amorevole di Dio. ร consolante sapere che Egli davvero sa chi siamo e non si spaventa della nostra pochezza. ร rasserenante conservare nel cuore la memoria della sua voce che ha chiamato proprio noi, nonostante le nostre insufficienze. Dona pace abbandonarsi alla certezza che sarร Lui, e non noi, a portare a compimento quanto Egli stesso ha iniziato.
Tanti oggi si mascherano e si nascondono. Amano costruire personaggi e inventare profili. Si rendono schiavi delle misere risorse che racimolano e a cui si aggrappano come se bastassero per comprarsi lโamore che non ha prezzo. Non sopportano il brivido di sapersi conosciuti da Qualcuno che รจ piรน grande e non disprezza il nostro poco, รจ piรน Santo e non rinfaccia la nostra debolezza, รจ buono davvero e non si scandalizza delle nostre piaghe. Non sia cosรฌ per voi: lasciate che tale brivido vi percorra, non rimuovetelo nรฉ silenziatelo.
3. Varcare il cuore di Cristo, la vera Porta della Misericordia.
Per tutto questo, domenica prossima, nel varcare la Porta Santa del Giubileo della Misericordia, che ha attirato a Cristo milioni di pellegrini dellโUrbe e dellโOrbe, vi invito a vivere intensamente una personale esperienza di gratitudine, di riconciliazione, di affidamento totale, di consegna senza riserve della propria vita al Pastore dei Pastori.
Varcando Cristo, la sola Porta, ponete il vostro sguardo nel Suo sguardo. Lasciate che Egli vi raggiunga โmiserando atque eligendoโ. La piรน preziosa ricchezza che potete portare da Roma allโinizio del vostro ministero episcopale รจ la consapevolezza della misericordia con la quale siete stati guardati e scelti. Il solo tesoro che vi prego di non lasciare arrugginire in voi รจ la certezza che non siete abbandonati alle vostre forze. Siete Vescovi della Chiesa, partecipi di un unico Episcopato, membri di un indivisibile Collegio, saldamente innestati come umili tralci nella vite, senza la quale nulla potete fare (Gv 15,48). Poichรฉ ormai non potete piรน andare da soli da nessuna parte, perchรฉ portate la Sposa a voi affidata come un sigillo impresso sulla vostra anima, nellโattraversare la Porta Santa, fatelo caricando sulle spalle il vostro gregge: non da soli!, col gregge sulle spalle, e portando nel cuore il cuore della vostra Sposa, delle vostre Chiese.
4. Il compito di rendere pastorale la misericordia
Eโ un compito non facile. Domandate a Dio, che รจ ricco di misericordia, il segreto per rendere pastorale la sua misericordia nelle vostre diocesi. Bisogna, infatti, che la misericordia formi e informi le strutture pastorali delle nostre Chiese. Non si tratta di abbassare le esigenze o svendere a buon mercato le nostre perle. Anzi, la sola condizione che la perla preziosa pone a coloro che la trovano รจ quella di non poter reclamare meno del tutto; la sua unica pretesa รจ suscitare nel cuore di chi la trova il bisogno di rischiarsi per intero pur di averla.ย
Non abbiate paura di proporre la Misericordia come riassunto di quanto Dio offre al mondo, perchรฉ a nulla di piรน grande il cuore dellโuomo puรฒ aspirare. Qualora ciรฒ non fosse abbastanza per โpiegare ciรฒ che รจ rigido, scaldare ciรฒ che รจ gelido, drizzare ciรฒ che รจ sviatoโ, cosโaltro avrebbe potere sullโuomo? Allora saremmo disperatamente condannati allโimpotenza. Forse le nostre paure avrebbero il potere di contrastare i muri e dischiudere varchi? Per caso le nostre insicurezze e sfiducie sono in grado di suscitare dolcezza e consolazione nella solitudine e nellโabbandono?
Come ha insegnato il mio venerato e saggio Predecessore, รจ ยซla misericordia che pone un limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio โ la sua santitร , il potere della veritร e dellโamoreยป. Essa รจ ยซil modo con il quale Dio si oppone al potere delle tenebre con il suo potere diverso e divinoยป, appunto ยซquello della misericordiaยป (Benedetto XVI, Omelia, 15 aprile 2007). Dunque, non vi lasciate spaventare dalla prepotente insinuazione della notte. Conservate intatta la certezza di questo potere umile con il quale Dio bussa al cuore di ogni uomo: santitร , veritร e amore. Rendere pastorale la Misericordia non รจ altro che fare delle Chiese a voi affidate delle case dove albergano santitร , veritร e amore. Albergano come ospiti venuti dallโalto, di cui non si puรฒ impadronirsi, ma si devono sempre servire e ripetere: ยซNon passare oltre senza fermarti dal tuo servoยป (Gen 18,3): รจ la richiesta di Abramo.
5. Tre raccomandazioni per rendere pastorale la Misericordia
Tre piccoli pensieri vorrei offrirvi come contributo per questo immane compito che vi attende: quello di rendere pastorale, per mezzo del vostro ministero, la Misericordia, cioรจ accessibile, tangibile, incontrabile.
5.1. Siate Vescovi capaci di incantare e attirare
Fate del vostro ministero unโicona della Misericordia, la sola forza capace di sedurre ed attrarre in modo permanente il cuore dellโuomo. Anche il ladro allโultima ora si รจ lasciato trascinare da Colui in cui ha โtrovato solo beneโ (cfr Lc 23,41). Nel vederlo trafitto sulla croce, si battevano il petto confessando quanto non avrebbero mai potuto riconoscere di sรฉ stessi se non fossero stati spiazzati da quellโamore che non avevano mai conosciuto prima e che tuttavia sgorgava gratuitamente e abbondantemente! Un dio lontano e indifferente lo si puรฒ anche ignorare, ma non si resiste facilmente a un Dio cosรฌ vicino e per di piรน ferito per amore. La bontร , la bellezza, la veritร , lโamore, il bene โ ecco quanto possiamo offrire a questo mondo mendicante, sia pure in ciotole mezze rotte.
Non si tratta tuttavia di attrarre a sรฉ stessi: questo รจ un pericolo! Il mondo รจ stanco di incantatori bugiardi. E mi permetto di dire: di preti โalla modaโ o di vescovi โalla modaโ. La gente โfiutaโ โ il popolo di Dio ha il fiuto di Dio โ la gente โfiutaโ e si allontana quando riconosce i narcisisti, i manipolatori, i difensori delle cause proprie, i banditori di vane crociate. Piuttosto, cercate di assecondare Dio, che giร si introduce prima ancora del vostro arrivo.
Penso a Eli con il piccolo Samuele, nel Primo Libro di Samuele. Benchรฉ fosse un tempo in cui ยซla parola del Signore era rara [โฆ], le visioni non erano frequentiยป (3,1), Dio tuttavia non si era rassegnato a scomparire. Solo alla terza volta, lโassonnato Eli ha capito che il giovane Samuele non aveva bisogno della sua risposta ma di quella di Dio. Vedo il mondo oggi come un confuso Samuele, bisognoso di chi possa distinguere, nel grande rumore che turba la sua agonia, la segreta voce di Dio che lo chiama. Servono persone che sappiano far emergere dagli sgrammaticati cuori odierni lโumile balbettare: ยซParla, Signoreยป (3,9). Servono ancora di piรน coloro che sanno favorire il silenzio che rende questa parola ascoltabile.
Dio non si arrende mai! Siamo noi che, abituati alla resa, spesso ci accomodiamo preferendo lasciarci convincere che veramente hanno potuto eliminarlo e inventiamo discorsi amari per giustificare la pigrizia che ci blocca nel suono immobile delle vane lamentele. Le lamentele di un vescovo sono cose brutte.
5.2. Siate Vescovi capaci di iniziare coloro che vi sono stati affidati
Tutto quanto รจ grande ha bisogno di un percorso per potervisi addentrare. Tanto piรน la Misericordia divina, che รจ inesauribile! Una volta afferrati dalla Misericordia, essa esige un percorso introduttivo, un cammino, una strada, una iniziazione. Basta guardare la Chiesa, Madre nel generare per Dio e Maestra nellโiniziare coloro che genera perchรฉ comprendano la veritร in pienezza. Basta contemplare la ricchezza dei suoi Sacramenti, sorgente sempre da rivisitare, anche nella nostra pastorale, che altro non vuol essere che il compito materno della Chiesa di nutrire coloro che sono nati da Dio e per mezzo di Lei. La Misericordia di Dio รจ la sola realtร che consente allโuomo di non perdersi definitivamente, anche quando sventuratamente egli cerca di sfuggire al suo fascino. In essa lโuomo puรฒ sempre essere certo di non scivolare in quel baratro in cui si ritrova privo di origine e destino, di senso e orizzonte.
Il volto della Misericordia รจ Cristo. In Lui essa rimane una offerta permanente e inesauribile; in Lui essa proclama che nessuno รจ perduto – nessuno รจ perduto! -. Per Lui ognuno รจ unico! Unica pecora per la quale Egli rischia nella tempesta; unica moneta comprata con il prezzo del suo sangue; unico figlio che era morto ed ora รจ tornato vivo (cfr Lc 15). Vi prego di non avere altra prospettiva da cui guardare i vostri fedeli che quella della loro unicitร , di non lasciare nulla di intentato pur di raggiungerli, di non risparmiare alcuno sforzo per recuperarli.
Siate Vescovi capaci di iniziare le vostre Chiese a questo abisso di amore. Oggi si chiede troppo frutto da alberi che non sono stati abbastanza coltivati. Si รจ perso il senso dellโiniziazione, e tuttavia nelle cose veramente essenziali della vita si accede soltanto mediante lโiniziazione. Pensate allโemergenza educativa, alla trasmissione sia dei contenuti sia dei valori, pensate allโanalfabetismo affettivo, ai percorsi vocazionali, al discernimento nelle famiglie, alla ricerca della pace: tutto ciรฒ richiede iniziazione e percorsi guidati, con perseveranza, pazienza e costanza, che sono i segni che distinguono il buon pastore dal mercenario.
Mi viene in mente Gesรน che inizia i suoi discepoli. Prendete i Vangeli e osservate come il Maestro introduce con pazienza i suoi nel Mistero della propria persona e alla fine, per imprimere dentro di loro la sua persona, Egli dona lo Spirito che โinsegna tutte le coseโ (cfr Gv16,13). Sempre mi colpisce una annotazione di Matteo durante il discorso delle parabole che dice cosรฌ: ยซPoi [Gesรน] congedรฒ la folla ed entrรฒ in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: โSpiegaciโฆโยป (13,36). Vorrei soffermarmi su questa annotazione apparentemente irrilevante. Gesรน entra in casa, nellโintimitร con i suoi, la folla resta fuori, si accostano i discepoli, domandano spiegazioni. Gesรน era sempre immerso nelle cose del suo Padre con il quale coltivava lโintimitร nella preghiera. Perciรฒ poteva essere presente a sรฉ stesso e agli altri. Usciva verso la folla, ma aveva la libertร di rientrare.
Vi raccomando la cura dellโintimitร con Dio, sorgente del possesso e della consegna di sรฉ, della libertร di uscire e di tornare. Essere Pastori in grado anche di rientrare in casa con i vostri, di suscitare quella sana intimitร che consente loro di accostarsi, di creare quella fiducia che permette la domanda: โSpiegaciโ. Non si tratta di una qualsiasi spiegazione, ma del segreto del Regno. ร una domanda rivolta a voi in prima persona. Non si puรฒ delegare a qualcun altro la risposta. Non si puรฒ rimandare a dopo perchรฉ si vive in giro, in un imprecisato โaltroveโ, andando da qualche parte o tornando da qualche luogo, spesso non ben saldi su sรฉ stessi.
Vi prego di curare con speciale premura le strutture di iniziazione delle vostre Chiese, particolarmente i seminari. Non lasciatevi tentare dai numeri e dalla quantitร delle vocazioni, ma cercate piuttosto la qualitร del discepolato. Nรฉ numeri nรฉ quantitร : soltanto qualitร . Non private i seminaristi della vostra ferma e tenera paternitร . Fateli crescere fino al punto di acquisire la libertร di stare in Dio โtranquilli e sereni come bimbi svezzati in braccio alla loro madreโ (cfr Sal 131,2); non preda dei propri caprici e succubi delle proprie fragilitร , ma liberi di abbracciare quanto Dio chiede loro, anche quando ciรฒ non sembra dolce come fu allโinizio il grembo materno. E state attenti quando qualche seminarista si rifugia nelle rigiditร : sotto cโรจ sempre qualcosa di brutto.
5.3. Siate Vescovi capaci di accompagnare
Consentitemi di farvi unโultima raccomandazione per rendere pastorale la Misericordia. E qui sono obbligato a riportarvi di nuovo sulla strada di Gerico per contemplare il cuore del Samaritano che si squarcia come un ventre di una madre, toccato dalla misericordia di fronte a quellโuomo senza nome caduto in mano ai briganti. Prima di tutto cโรจ stato questo lasciarsi lacerare dalla visione del ferito, mezzo morto, e poi viene la serie impressionante di verbi che conoscete tutti. Verbi, non aggettivi, come spesso preferiamo noi. Verbi nei quali la misericordia si coniuga.
Rendere pastorale la misericordia รจ proprio questo: coniugarla in verbi, renderla palpabile e operativa. Gli uomini hanno bisogno della misericordia; sono, pur inconsapevolmente, alla sua ricerca. Sanno bene di essere feriti, lo sentono, sanno bene di essere โmezzi mortiโ (cfr Lc 10,30), pur avendo paura di ammetterlo. Quando inaspettatamente vedono la misericordia avvicinarsi, allora esponendosi tendono la mano per mendicarla. Sono affascinati dalla sua capacitร di fermarsi, quando tanti passano oltre; di chinarsi, quando un certo reumatismo dellโanima impedisce di piegarsi; di toccare la carne ferita, quando prevale la preferenza per tutto ciรฒ che รจ asettico.
Vorrei soffermarmi su uno dei verbi coniugati dal Samaritano. Lui accompagna allโalbergo lโuomo per caso incontrato, si fa carico della sua sorte. Si interessa della sua guarigione e del suo domani. Non gli basta quello che aveva giร fatto. La misericordia, che aveva spezzato il suo cuore, ha bisogno di versarsi e di sgorgare. Non si puรฒ tamponarla. Non si riesce a farla smettere. Pur essendo solo un samaritano, la misericordia che lo ha colpito partecipa della pienezza di Dio, pertanto nessuna diga la puรฒ sbarrare.
Siate Vescovi con il cuore ferito da una tale misericordia e dunque instancabile nellโumile compito di accompagnare lโuomo che โper casoโ Dio ha messo sulla vostra strada. Dovunque andiate, ricordate che non รจ lontana la strada di Gerico. Le vostre Chiese sono piene di tali strade. Molto vicino a voi non sarร difficile incontrare chi attende non un โlevitaโ che volta la faccia, ma un fratello che si fa prossimo.
Accompagnate per primo, e con paziente sollecitudine, il vostro clero. Siate vicini al vostro clero. Vi prego di portare ai vostri sacerdoti lโabbraccio del Papa e lโapprezzamento per la loro operosa generositร . Cercate di ravvivare in loro la consapevolezza che รจ Cristo la loro โsorteโ, la loro โparte e fonte di ereditร โ, la parte che tocca a loro bere nel โcaliceโ (cfr Sal 16,5). Chi altro potrร riempire il cuore di un servitore di Dio e della sua Chiesa al di fuori di Cristo? Vi prego pure di agire con grande prudenza e responsabilitร nellโaccogliere candidati o incardinare sacerdoti nelle vostre Chiese locali. Per favore, prudenza e responsabilitร in questo. Ricordate che sin dagli inizi si รจ voluto inscindibile il rapporto tra una Chiesa locale e i suoi sacerdoti e non si รจ mai accettato un clero vagante o in transito da un posto allโaltro. E questa รจ una malattia dei nostri tempi.
Uno speciale accompagnamento riservate a tutte le famiglie, gioendo con il loro amore generoso e incoraggiando lโimmenso bene che elargiscono in questo mondo. Seguite soprattutto quelle piรน ferite. Non โpassate oltreโ davanti alle loro fragilitร . Fermatevi per lasciare che il vostro cuore di pastori sia trafitto dalla visione della loro ferita; avvicinatevi con delicatezza e senza paura. Mettete davanti ai loro occhi la gioia dellโamore autentico e della grazia con la quale Dio lo eleva alla partecipazione del proprio Amore. Tanti hanno bisogno di riscoprirla, altri non lโhanno mai conosciuta, alcuni aspettano di riscattarla, non pochi dovranno portarsi addosso il peso di averla irrimediabilmente perduta. Vi prego di fare loro compagnia nel discernimento e con empatia.
Cari Fratelli,
ora pregheremo insieme e io vi benedirรฒ con tutto il mio cuore di pastore, di padre e di fratello. La benedizione รจ sempre lโinvocazione del volto di Dio su di noi. ร Cristo il volto di Dio che mai si oscura. Nel benedirvi chiederรฒ a Lui che cammini con voi e che vi dia il coraggio di camminare con Lui. ร il suo volto che ci attrae, si imprime in noi e ci accompagna. Cosรฌ sia!
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