Lโ11 ottobre del 1962, aprendo il concilio da lui voluto, papa Giovanni pronunciรฒ la prolusione che dal suo incipit tutti conosciamo come โGaudet mater ecclesia โ, โLa chiesa che รจ madre gioisceโ. Si tratta di un discorso ispirato, profetico, che segna un prima e un dopo nella vita della chiesa; un discorso che indicava al concilio una via nuova da percorrere, una via che non esprimeva condanna, come era avvenuto nei ventuno concili universali celebrati nella storia, ma annunciava la fede con mitezza e misericordia. ร sufficiente citare uno stralcio di quella famosa allocuzione:
Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessitร odierne, esponendo con piรน luminositร il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando โฆ La chiesa โฆ vuole mostrarsi madre piena di amore per tutti, tenera, paziente, mossa da misericordia e da bontร anche verso i figli da lei separati.
[ads2]Il buon samaritano in unโicona romenaย (7,2.3)
Con queste parole papa Giovanni apriva un nuovo tempo e poneva fine a una lunga epoca caratterizzata da una forte intransigenza assunta nella difesa della dottrina cattolica, nella proposizione della morale e nel confronto polemico tra chiesa e societร , tra cattolici e quanti non si dicevano cristiani. Intransigenza, rigorismo e ministero di condanna dovevano lasciare posto, secondo la volontร del papa, a una nuova situazione caratterizzata dallโimpegno e dalla fatica del fare misericordia e dellโannunciarla. Il concilio percorse quella via indicata dal papa, non solo non emettendo condanne, ma cercando la riconciliazione con quanti avevano vissuto rotture, separazioni e conflitti con la chiesa.
Paolo VI confermรฒ questo cammino intrapreso e, soprattutto attraverso lโenciclica Ecclesiam suam (6 agosto 1964), diede impulso al dialogo, abbattendo muri e bastioni, inaugurando coraggiosamente quellโascolto dellโumanitร non cristiana, quel dialogo e quello scambio che hanno permesso, pur tra molte contraddizioni, la corsa del Vangelo (cf. 2Ts 3,1) anche nellโepoca della modernitร , nei nostri giorni.
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Era comunque inevitabile che, in presenza della rivoluzione culturale a livello mondiale degli anni โ70 del secolo scorso, di fronte a inedite difficoltร della missione e dellโevangelizzazione, scoprendo lโemergenza dellโinattesa โindifferenzaโ da parte delle nostre societร occidentali e constatando il misconoscimento in atto dei valori evangelici essenziali, la chiesa qualche volta reagisse mostrandosi nuovamente timida, paurosa e tentata dal rigore, con sguardi nostalgici verso i tempi passati, quelli della โcristianitร โ. Tuttavia, attraverso Giovanni Paolo II, in particolare grazie alla sua enciclica Dives in misericordia (30 novembre 1980), e poi attraverso Benedetto XVI, il cammino intrapreso con il Vaticano II non solo non fu contrastato, ma ricevette importanti impulsi teologici.
Ed ecco, poco piรน di tre anni fa, il successore di Pietro prende il nome di Francesco e subito fa risuonare con un tono nuovo e forte la parola โmisericordiaโ. Queste le sue parole:
[Occorre] ascoltare la voce dello Spirito che parla a tutta la chiesa in questo nostro tempo, che รจ proprio il tempo della misericordia . Di questo sono sicuro โฆ Noi stiamo vivendo in tempo di misericordia .
(Discorso ai parroci di Roma, Aula Paolo VI, 6 marzo 2014)
Nei discorsi, nelle omelie e nei documenti di Francesco appaiono con frequenza i termini โmisericordiaโ e โtenerezzaโ (biblicamente sinonimi), che diventano le parole-chiave del suo servizio petrino. Proprio attorno alla misericordia di Dio papa Francesco vuole convocare la chiesa, per spingerla verso lโumanitร , affinchรฉ si conosca e si sperimenti lโamore del Signore, per poterlo vivere quotidianamente tra uomini e donne, sulla terra. Il magistero dellโattuale papa รจ contrassegnato dal paradigma della misericordia che ispira il suo parlare e scrivere, ma soprattutto i suoi gesti, la sua postura quotidiana.
Ora, occorre riconoscere che lโannuncio della misericordia fatto da Francesco, misericordia da viversi come chiesa, scandalizza chi ribatte: โCosรฌ รจ troppo!โ; รจ contestato da chi afferma: โLa dottrina non รจ piรน rigorosa!โ; รจ deriso da chi giudica il papa โun ingenuo bonario che non conosce lโarte del potereโ. Dโaltra parte per molti, per noi, Francesco, che รจ venuto non solo dalla periferia della chiesa, ma dai profondi โ interiora ecclesiaeโ, fa risuonare semplicemente la buona notizia: notizia, per lโappunto, buona, affidabile, desiderabile, attesa e sentita come urgente per la consolazione e la speranza dei poveri. Ci eravamo abituati allโidea che la misericordia di Dio fosse un correttivo alla sua giustizia, una proclamazione necessaria per infondere un poโ di speranza in quanti erano colpiti dalla terribile giustizia e dal terribile giudizio del Signore, e invece ora ascoltiamo nuovamente la novitร del Vangelo, come la sentivano dalla bocca di Gesรน i peccatori, i malati, i poveri. Perchรฉ questo primato dato da papa Francesco alla misericordia rispetto alle altre virtรน? Perchรฉ tale primato le รจ conferito dalle sante Scritture dellโAntico e del Nuovo Testamento e inoltre perchรฉ il papa afferma che lui stesso รจ stato raggiunto dalla misericordia di Dio, ha vissuto su di sรฉ quellโesperienza riassunta nel motto che ha voluto imprimere sul suo stemma papale: โ Miserando atque eligendo โ, โavendo misericordia e scegliendomiโ (Beda il Venerabile, Omelie 21), il Signore mi ha chiamato.
1.Riconciliati con Dio
Tutte le sante Scritture sono testimonianza di una ricerca dellโumanitร da parte di Dio, che lโha voluta e creata, dotandola di dignitร e di estesa, intangibile libertร . A causa del male che seduce lโessere umano, lo tenta e lo fa cadere come sua preda, Dio da sempre non lo abbandona a questa alienazione mortifera, ma lo cerca, gli viene incontro e gli offre il dono del suo amore mai venuto meno e, soprattutto, mai da meritare. Resta emblematico il gesto che Dio compie verso lโumanitร in Adamo ed Eva: quando essi prendono consapevolezza del loro peccato e, sentendosi nudi, fuggono da Dio nella paura, Dio stesso fa per loro dei vestiti e li ricopre (cf. Gen 3,21).
Questo รจ il primo atto di misericordia da parte di Dio verso ciascuno di noi, quando, nel nostro venire al mondo, scopriamo di essere abitati dal male e di acconsentire a esso. Avendo scelto la lontananza da Dio, meriteremmo di restare lontani da lui nella vergogna e nella colpa, e invece Dio ci offre un abito per coprire il nostro peccato, per perdonarci e riconciliarci con lui. Questa esperienza รจ fondamentale, e dovremmo domandarci se siamo impegnati a trasmetterla ai nostri figli, alle nuove generazioni, come esperienza passiva di essere amati proprio nel nostro peccato, nella nostra fragilitร , da chi ci ama senza chiederci di meritare il suo amore. Sono convinto che questa esperienza possibile nella fede cristiana puรฒ davvero ri-strutturare unโintera vita, puรฒ essere sanante, redentiva, perchรฉ รจ lโesperienza che ci fa sentire โfigli amati, volutiโ da Dio, al di lร delle della volontร di chi ci ha messi al mondo, al di lร del caso o della necessitร .
Oso dire, con audacia sรฌ, ma unโaudacia autorizzata dal Vangelo, che proprio a causa del nostro peccato Dio ci viene incontro e si fa conoscere a noi โ miserandoโ, con sguardo di misericordia, e ci dร la conoscenza della salvezza possibile qui sulla terra: โconoscenza della salvezzaโ โ come cantiamo ogni mattina nel Benedictus โ โnella remissione dei nostri peccatiโ (cf. Lc 1,77). Agostino ha cantato: โ O felix culpa!โ, riferendosi al peccato di Adamo ed Eva, ma noi possiamo ripeterlo guardando al nostro peccato, grazie al quale Dio ci รจ venuto incontro, si รจ fatto conoscere rivelando il suo amore gratuito, il suo volto di misericordia. Chi non si sente peccatore, malato, cieco, non puรฒ conoscere la misericordia, non puรฒ sentirsi riconciliato con Dio, perchรฉ confida nel suo essere giusto, sano, vedente. Gesรน, infatti, ha proclamato con forza: โNon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: โMisericordia io voglio e non sacrificiโ (Os 6,6). Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ (Mt 9,12-13). E ancora: โSe foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: โNoi vediamoโ, il vostro peccato rimaneโ (Gv 9,41).
Queste parole, che hanno scandalizzato gli uomini religiosi, gli scribi e i farisei, cioรจ i legalisti e i devoti, se siamo sinceri scandalizzano anche noi, sempre tentati di annoverarci tra i sani, i giusti, gli osservanti, i fedeli; soprattutto se abbiamo ereditato unโimmagine di Dio che, essendo giusto, deve fare giustizia punendo e castigando. Nel nostro cuore รจ innestata quella legge, quella dinamica ben espressa dal titolo del romanzo (molto cristiano!) di Fรซdor Dostoevskij: โDelitto e castigoโ. Ovvero, dove cโรจ il peccato ci vuole la pena, il castigo che Dio puรฒ mitigare con la misericordia, ma la giustizia va onorata ed esercitata! In veritร , la giustizia di Dio cosรฌ intesa รจ giustizia umana, come ha notato anche papa Francesco:
Davanti alla visione di una giustizia come mera osservanza della legge, che giudica dividendo le persone in giusti e peccatori, Gesรน punta a mostrare il grande dono della misericordia che ricerca i peccatori per offrire loro il perdono e la salvezza โฆ Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e lโesperienza insegna che appellarsi solo a essa rischia di distruggerla.
(Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia Misericordiae vultus 20.21, 11 aprile 2015).
Questa รจ la giustizia degli scribi e dei farisei, dei giusti incalliti che la proiettano su Dio, la giustizia di cui Gesรน ha detto: โSe la vostra giustizia non supererร quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieliโ (Mt 5,20). In Dio la giustizia รจ sovrana, ma non รจ la nostra giustizia: รจ una giustizia che ha la misericordia come lato esposto allโesterno, come dinamica quando si mette in movimento e si realizza, perchรฉ โDio รจโ innanzitutto โamoreโ (1Gv 4,8.16), misericordia, grazia, tenerezza nella sua essenza. Al riguardo, mi basta qui ricordare la rivelazione del Nome di Dio consegnato a Mosรจ: โIl Signore, il Signore, Dio misericordioso e compassionevoleโ (Es 34,6), nonchรฉ lo splendido soliloquio di Dio rivelato dal profeta Osea. Il popolo di Dio รจ diventato idolatra, ha rinnegato il suo Signore, ha rotto lโalleanza, e dunque Dio deve intervenire: anche lui romperร forse lโalleanza e abbandonerร il suo popolo ai castighi che si รจ meritato? Ma ecco il suo soliloquio:
Come potrei abbandonarti, Efraim,
come consegnarti ad altri, Israele? โฆ
Il mio cuore โsi rivoltaโ contro di me,
il mio intimo freme di compassione.
Non sfogherรฒ lโardore della mia ira,
non distruggerรฒ Efraim,
perchรฉ sono Dio e non un umano;
sono il Santo nel tuo grembo
e non verrรฒ a te nella mia collera.
(Os ย 11,8-9)
Ecco la grande rivelazione: nel cuore di Dio il sentimento della misericordia si rivolta contro quello della giustizia e lo vince, perchรฉ Dio non agisce secondo la giustizia umana, anzi la sua santitร , quando viene a noi, si mostra come misericordia. Per questo sempre il profeta Osea predica queste parole da parte del Signore, giร evocate perchรฉ ricorrono anche sulle labbra di Gesรน (cf. Mt 9,13; 12,7):
Io voglio lโamore ( chesed) e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio e non gli olocausti.
(Os ย 6,6)
Cioรจ, decodificando per noi:
Voglio la misericordia vissuta tra voi,
non i sacrifici fatti a me;
voglio la conoscenza di Dio,
che รจ nientโaltro che pratica della misericordia,
non offerte fatte a me!
Ecco come il Signore ci riconcilia con sรฉ: una riconciliazione che ha come protagonista Dio, che Dio ci offre, che per noi รจ sempre immeritata, in quanto gratuita e preveniente. LโApostolo Paolo, nella contemplazione e nella fede in โGesรน Cristo consegnato alla morte per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazioneโ (cf. Rm 4,25), proclama:
Dio ha riconciliato a sรฉ il mondo in Cristo, non imputando agli uomini i loro peccati e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro รจ Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!
(2Cor ย 5,19-20)
Dobbiamo solo predisporre tutto in noi stessi per accogliere questo dono gratuito della misericordia di Dio, un dono che in noi produce la conversione, il ritorno a lui, e quindi ci fa vivere nella comunione con il Signore. Papa Francesco ci dona unโimmagine piena di consolazione in proposito, riflettendo sulla parabola della pecora smarrita (cf. Lc 15,4-7):
Il Signore non puรฒ rassegnarsi al fatto che anche una sola persona possa perdersi. Lโagire di Dio รจ quello di chi va in cerca dei figli perduti per poi fare festa e gioire con tutti per il loro ritrovamento. Si tratta di un desiderio irrefrenabile: neppure novantanove pecore possono fermare il pastore e tenerlo chiuso nellโovile. Lui potrebbe ragionare cosรฌ: โFaccio il bilancio: ne ho novantanove, ne ho persa una, ma non รจ una grande perditaโ. Lui invece va a cercare quella, perchรฉ ognuna รจ molto importante per lui, [e la piรน importante รจ] la piรน bisognosa, la piรน abbandonata, la piรน scartata; e lui va a cercarla. Siamo tutti avvisati: la misericordia verso i peccatori รจ lo stile con cui agisce Dio e a tale misericordia egli รจ assolutamente fedele: nulla e nessuno potrร distoglierlo dalla sua volontร di salvezza. Dio non conosce la nostra attuale cultura dello scarto โฆ Dio non scarta nessuna persona; Dio ama tutti, cerca tutti: uno per uno! Lui non conosce questa parola, โscartare la genteโ, perchรฉ รจ tutto amore e tutta misericordia โฆ Nella visione di Gesรน non ci sono pecore definitivamente perdute, ma solo pecore che vanno ritrovate. Questo dobbiamo capirlo bene: per Dio nessuno รจ definitivamente perduto. Mai! โฆ Siamo tutti noi pecore ritrovate e raccolte dalla misericordia del Signore, chiamati a raccogliere insieme a lui tutto il gregge!
(Udienza generale del 4 maggio 2016)
2. Artefici di riconciliazione
Se la beatitudine proclamata da Gesรน รจ: โBeati i misericordiosi, perchรฉ troveranno misericordiaโ (Mt 5,7), vi รจ unโaltra sua parola, anzi due, altrettanto decisive, che risuonano quale comando che invera e rinnova lโantico comando donato a Israele: โSiate santi, perchรฉ io, il Signore Dio vostro, sono santoโ (Lv 19,2; cf. 1Pt 1,16). In parallelo, Gesรน comanda: โSiate tรฉleioi, siate perfetti, compiuti, come รจ perfetto, compiuto il Padre vostro che รจ nei cieliโ (Mt 5,48), e nel passo parallelo Luca precisa: โSiate misericordiosi, come รจ misericordioso il Padre vostroโ (Lc 6,36). La santitร , la perfezione รจ la misericordia! Chi ha ottenuto gratuitamente la misericordia da Dio deve fare misericordia agli altri, chi รจ stato riconciliato da Dio deve riconciliarsi con gli altri e riconciliarli: questo significa vivere in pienezza!
Per esprimere tale veritร , tenterรฒ qui di seguire papa Francesco, di echeggiare il suo insegnamento, anche se lโoperazione risulta difficile a causa dellโabbondanza delle sue parole sulla misericordia. La mia vorrebbe dunque essere solo una traccia, una sintesi che evidenzia i concetti espressi piรน frequentemente da Francesco.
a. Siamo bisognosi di misericordia
Innanzitutto, per fare misericordia occorre essere consapevoli della misericordia che Dio ha fatto a noi. Solo se non ci crediamo giusti, conoscendo quindi la misericordia di Dio, saremo abilitati a fare misericordia agli altri, i quali sono solidali con noi nel cedere al male, nel peccare. Se invece, a causa di una nostra pretesa giustizia, giudichiamo gli altri o addirittura li disprezziamo, come il fariseo della parabola (cf. Lc 18,9-14), siamo da iscrivere tra quelli che il papa definisce i corrotti e gli ipocriti. Spesso il papa ha parole di fuoco per quelli che si pensano giusti e migliori degli altri, mentre รจ comprensivo e misericordioso verso quelli che, come il pubblicano della stessa parabola, osano soltanto dire, senza tenere la testa dritta con alterigia: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ (Lc 18,13).
Purtroppo molti tra gli uomini e le donne del nostro tempo sono tenuti lontano dal Signore proprio dalla pretesa giustizia dei credenti, dei โcristiani del campanileโ, di quelli che vantano unโappartenenza alla chiesa sentendosi giร salvati, e sovente allontanano i peccatori, emarginano quelli che hanno un comportamento che contraddice la legge e li pone โfuori del campoโ. Ma Cristo ha voluto morire fuori dellโaccampamento (cf. Eb 13,12), per questo lโautore della Lettera agli Ebrei significativamente esorta: โUsciamo dunque verso di lui fuori dellโaccampamento, condividendo la sua vergognaโ (Eb 13,13), a costo di essere annoverati come lui tra i peccatori. E invece dentro di noi, da sempre detti cristiani, abita il virus del giusto incallito, del religioso che si crede salvo. Per fare misericordia, per riconciliare รจ dunque assolutamente necessario abbassarsi, conoscere lโumiliazione e sentirsi solidali nel peccato con i nostri fratelli e sorelle in umanitร .
b. Siamo chiamati a fare misericordia
Papa Francesco ci spinge a fare misericordia anche ammonendoci a vigilare affinchรฉ la misericordia non resti solo unโemozione, un sentimento viscerale che si prova nellโincontro con lโaltro, con il bisognoso: โLa misericordia โฆ รจ un cammino che parte dal cuore per arrivare alle maniโ (Udienza generale del 10 agosto 2016), ossia deve diventare azione, prassi, cura dellโaltro, del suo bisogno, della sua sofferenza. Il dialogo tra Gesรน e il dottore della legge dopo la parabola del samaritano รจ molto significativo al riguardo:
(Gesรน chiese): โChi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che รจ caduto nelle mani dei briganti?โ.
Quello rispose: โChi ha fatto misericordia a luiโ.
Gesรน gli disse: โVaโ e anche tu faโ lo stessoโ.
(Lc 10,36-38)
Fare misericordia รจ mettere in pratica le opere di misericordia, ma puรฒ e deve esprimersi anche in modo inatteso, risvegliando lโintelligenza e la creativitร del discepolo e della discepola di Gesรน. Ci sono bisogni sempre inediti, ci sono povertร spesso nascoste, ci sono miserie spesso non comprese! E i primi destinatari di questo fare misericordia devono essere i poveri, i quali ci chiedono quellโopzione preferenziale vissuta e predicata da Gesรน stesso (cf. Lc 4,18-19; Is 61,1-2), che non solo ha annunciato loro la buona notizia, ma ha assunto la loro condizione per vivere la comunione con loro: โDa ricco che era, si รจ fatto povero per noiโ (cf. 2Cor 8,9).
Di piรน, noi cristiani oggi dovremmo tentare di dare alla misericordia e alla riconciliazione una valenza anche sociale, a volte politica. Lo chiedeva giร Giovanni Paolo II nel suo profetico Messaggio per la XXXV Giornata mondiale della pace (1ยฐ gennaio 2002: โNon cโรจ pace senza giustizia, non cโรจ giustizia senza perdonoโ), quando scriveva: โSolo nella misura in cui si affermano unโetica e una cultura del perdono, si puรฒ anche sperare in una โpolitica del perdonoโ, espressa in atteggiamenti sociali e istituti giuridici, nei quali la stessa giustizia assuma un volto piรน umanoโ (ยง 8). Francesco si muove su questo stesso solco, attuando con la sua azione a livello internazionale una vera politica di riconciliazione, per quanto gli รจ possibile.
c. Il volto misericordioso della chiesa
Infine, per papa Francesco misericordia significa dare alla chiesa tutta un volto di misericordia: la chiesa quale โ mater misericordiae โ, titolo che le spetta, come spetta a Maria, icona della chiesa. Lโesortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (19 marzo 2016) vuole essere un grande invito rivolto a tutti affinchรฉ la chiesa assuma un volto misericordioso. Sappiamo che questo documento crea ad alcuni difficoltร , soprattutto a quanti, presenti anche nella chiesa, sono maestri esperti nellโinoculare il sospetto, il dubbio, la paura. Costoro temono che la misericordia diventi un โlasciar fareโ, varco verso una superficialitร che toglie la responsabilitร , che finisca per favorire un cristianesimo debole, dove non cโรจ piรน la grazia a caro prezzo.
Ma la grazia รจ stata conquistata a caro prezzo da Gesรน Cristo nella sua passione e morte in croce (cf. 1Cor 6,20; 7,23; 1Pt 1,18) proprio perchรฉ fosse donata a noi con abbondanza, perchรฉ fosse possibile a Dio โrendere giusto il peccatoreโ (cf. Rm 4,5). Solo chi รจ raggiunto dallโincandescente perdono gratuito di Dio puรฒ sentire in sรฉ il bisogno di conversione e lasciarsi riconciliare. Solo chi si sente amato gratuitamente, senza aver meritato lโamore, conosce veramente il volto di Dio, cioรจ Gesรน Cristo che lo ha narrato ( exeghรฉsato: Gv 1,18), passando tra di noi, facendo il bene e facendo arretrare il demonio, guarendo e liberando (cf. At 10,38).
Conclusione
Tra i libri profetici cโรจ una vera e propria perla, il libro di Giona. Da un lato รจ il piรน bel canto della misericordia di Dio, dallโaltro รจ una denuncia di quei credenti che non sanno rallegrarsi
quando la salvezza รจ donata a quanti sono da loro ritenuti indegni,
quando torna a casa il figlio perduto e si fa festa per lui (cf. Lc 15,11-32),
quando il pastore trova la pecora perduta e fa festa per lei sola (cf. Lc 15,4-7),
quando gli ultimi ricevono la stessa ricompensa dei primi, perchรฉ il padrone รจ misericordioso (cf. Mt 20,1-15).
Conoscete lโavventura di Giona. Dio gli chiede di andare a Ninive, la grande cittร capitale dellโimpero oppressore e nemico di Israele, per annunciarle che sarร distrutta per i peccati dei suoi abitanti. Giona non obbedisce e fugge, ma Dio lo riporta alla sua missione ed egli รจ costretto a predicare a Ninive. Allora gli abitanti (e persino gli animali!) di quella cittร hanno fede e mutano il loro comportamento: lasciano la strada cattiva e abbandonano la violenza e lโingiustizia. Allora Dio cambia, muta il suo proposito e fa loro misericordia. Ma Giona, vedendo ciรฒ, si arrabbia terribilmente, fino a voler morire. Eloquenti le sue parole, che mostrano il suo fastidio proprio per la misericordia del Signore: โIo sapevo che tu sei un Dio misericordioso e compassionevole, lento allโira, grande nellโamore, che ti converti riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perchรฉ รจ meglio per me morire che vivere!โ (Gn 4,2-3).
Sรฌ, in Dio prevale la misericordia sulla giustizia, ma chi ha annunciato la giustizia non si rallegra, anzi si incattivisceโฆ Nella chiesa odierna ci sono ancora tanti Giona, predicatori zelanti, ma papa Francesco ci ricorda continuamente che Gesรน รจ stato il vero profeta fedele a Dio, non tentato di assumere i sentimenti e lo stile di Giona: Gesรน ha annunciato la misericordia a tutti, a tutti, dando la vita per tutti, per tutti (cf. Mc 10,45; Mt 20,28; Is 53,11-12)!
