Papa Francesco – Discorso al Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma – 16 giugno 2016

Data:

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALL’APERTURA DEL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA DIOCESI DI ROMA

Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovedรฌ, 16 giugno 2016

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Buona sera!

Le cinque navate piene. Bene! Si vede che cโ€™รจ voglia di lavorare.

โ€œLa letizia dellโ€™amore: il cammino delle famiglie a Romaโ€: questo รจ il tema del vostro Convegno diocesano. Non inizierรฒ parlando dellโ€™Esortazione, dal momento che ne farete oggetto di esame in diversi gruppi di lavoro. Vorrei recuperare insieme a voi alcune idee/tensioni-chiave emerse durante il cammino sinodale, che ci possono aiutare a comprendere meglio lo spirito che si riflette nellโ€™Esortazione. Un Documento che possa orientare le vostre riflessioni e i vostri dialoghi, e cosรฌ ยซarrechi coraggio, stimolo e aiuto alle famiglie nel loro impegno e nelle loro difficoltร ยป (AL, 4). E questa presentazione di alcune idee/tensioni-chiave, mi piacerebbe farla con tre immagini bibliche che ci permettano di prendere contatto con il passaggio dello Spirito nel discernimento dei Padri Sinodali. Tre immagini bibliche.

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[ads2]1. ยซTogliti i sandali dai piedi, perchรฉ il luogo sul quale tu stai รจ suolo santoยป (Es 3,5). Questo fu lโ€™invito di Dio a Mosรจ davanti al roveto ardente. Il terreno da attraversare, i temi da affrontare nel Sinodo, avevano bisogno di un determinato atteggiamento. Non si trattava di analizzare un argomento qualsiasi; non stavamo di fronte a una situazione qualsiasi. Avevamo davanti i volti concreti di tante famiglie. E ho saputo che, in alcuni gruppi di lavoro, durante il Sinodo, i Padri sinodali hanno condiviso la propria realtร  familiare. Questo dare volto ai temi โ€“ per cosรฌ dire โ€“ esigeva, ed esige, un clima di rispetto capace di aiutarci ad ascoltare quello che Dio ci sta dicendo allโ€™interno delle nostre situazioni. Non un rispetto diplomatico o politicamente corretto, ma un rispetto carico di preoccupazioni e domande oneste che miravano alla cura delle vite che siamo chiamati a pascere. Come aiuta dare volto ai temi! E come aiuta accorgersi che dietro le carte cโ€™รจ un volto, come aiuta! Ci libera dallโ€™affrettarci per ottenere conclusioni ben formulate ma molte volte carenti di vita; ci libera dal parlare in astratto, per poterci avvicinare e impegnarci con persone concrete. Ci protegge dallโ€™ideologizzare la fede mediante sistemi ben architettati ma che ignorano la grazia. Tante volte diventiamo pelagiani! E questo, si puรฒ fare soltanto in un clima di fede. รˆ la fede che ci spinge a non stancarci di cercare la presenza di Dio nei cambiamenti della storia.

Ognuno di noi ha avuto unโ€™esperienza di famiglia. In alcuni casi sgorga il rendimento di grazie con maggior facilitร  che in altri, ma tutti abbiamo vissuto questa esperienza. In quel contesto, Dio ci รจ venuto incontro. La sua Parola รจ venuta a noi non come una sequenza di tesi astratte, ma come una compagna di viaggio che ci ha sostenuto in mezzo al dolore, ci ha animato nella festa e ci ha sempre indicato la meta del cammino (AL, 22). Questo ci ricorda che le nostre famiglie, le famiglie nelle nostre parrocchie con i loro volti, le loro storie, con tutte le loro complicazioni non sono un problema, sono una opportunitร  che Dio ci mette davanti. Opportunitร  che ci sfida a suscitare una creativitร  missionaria capace di abbracciare tutte le situazioni concrete, nel nostro caso, delle famiglie romane. Non solo di quelle che vengono o si trovano nelle parrocchie โ€“ questo sarebbe facile, piรน o meno โ€“, ma poter arrivare alle famiglie dei nostri quartieri, a quelli che non vengono. Questo incontro ci sfida a non dare niente e nessuno per perduto, ma a cercare, a rinnovare la speranza di sapere che Dio continua ad agire allโ€™interno delle nostre famiglie. Ci sfida a non abbandonare nessuno perchรฉ non รจ allโ€™altezza di quanto si chiede da lui. E questo ci impone di uscire dalle dichiarazioni di principio per addentrarci nel cuore palpitante dei quartieri romani e, come artigiani, metterci a plasmare in questa realtร  il sogno di Dio, cosa che possono fare solo le persone di fede, quelle che non chiudono il passaggio allโ€™azione dello Spirito, e che si sporcano le mani. Riflettere sulla vita delle nostre famiglie, cosรฌ come sono e cosรฌ come si trovano, ci chiede di toglierci le scarpe per scoprire la presenza di Dio. Questa รจ una prima immagine biblica. Andare: cโ€™รจ Dio, lรฌ. Dio che anima, Dio che vive, Dio che รจ crocifissoโ€ฆ ma รจ Dio.

2. Ora la seconda immagine biblica. Quella del fariseo, quando pregando diceva al Signore: ยซO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicanoยป (Lc 18,11). Una delle tentazioni (cfr AL, 229) alla quale siamo continuamente esposti รจ avere una logica separatista. Eโ€™ interessante. Per difenderci, crediamo di guadagnare in identitร  e in sicurezza ogni volta che ci differenziamo o ci isoliamo dagli altri, specialmente da quelli che stanno vivendo in una situazione diversa. Ma lโ€™identitร  non si fa nella separazione: lโ€™identitร  si fa nellโ€™appartenenza. La mia appartenenza al Signore: questo mi dร  identitร . Non staccarmi dagli altri perchรฉ non mi โ€œcontaginoโ€.

Considero necessario fare un passo importante: non possiamo analizzare, riflettere e ancor meno pregare sulla realtร  come se noi fossimo su sponde o sentieri diversi, come se fossimo fuori dalla storia. Tutti abbiamo bisogno di convertirci, tutti abbiamo bisogno di porci davanti al Signore e rinnovare ogni volta lโ€™alleanza con Lui e dire insieme al pubblicano: Dio mio, abbi pietร  di me che sono un peccatore! Con questo punto di partenza, rimaniamo inclusi nella stessa โ€œparteโ€ โ€“ non staccati, inclusi nella stessa parte โ€“ e ci poniamo davanti al Signore con un atteggiamento di umiltร  e di ascolto.

Giustamente, guardare le nostre famiglie con la delicatezza con cui le guarda Dio ci aiuta a porre le nostre coscienze nella sua stessa direzione. Lโ€™accento posto sulla misericordia ci mette di fronte alla realtร  in modo realistico, non perรฒ con un realismo qualsiasi, ma con il realismo di Dio. Le nostre analisi sono importanti, sono necessarie e ci aiuteranno ad avere un sano realismo. Ma nulla รจ paragonabile al realismo evangelico, che non si ferma alla descrizione delle situazioni, delle problematiche โ€“ meno ancora del peccato โ€“ ma che va sempre oltre e riesce a vedere dietro ogni volto, ogni storia, ogni situazione, unโ€™opportunitร , una possibilitร . Il realismo evangelico si impegna con lโ€™altro, con gli altri e non fa degli ideali e del โ€œdover essereโ€ un ostacolo per incontrarsi con gli altri nelle situazioni in cui si trovano. Non si tratta di non proporre lโ€™ideale evangelico, no, non si tratta di questo. Al contrario, ci invita a viverlo allโ€™interno della storia, con tutto ciรฒ che comporta. E questo non significa non essere chiari nella dottrina, ma evitare di cadere in giudizi e atteggiamenti che non assumono la complessitร  della vita. Il realismo evangelico si sporca le mani perchรฉ sa che โ€œgrano e zizzaniaโ€ crescono assieme, e il miglior grano โ€“ in questa vita โ€“ sarร  sempre mescolato con un poโ€™ di zizzania. ยซComprendo coloro che preferiscono una pastorale piรน rigida che non dia luogo ad alcuna confusioneยป, li comprendo. ยซMa credo sinceramente che Gesรน vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilitร : una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, โ€œnon rinuncia al bene possibile, benchรฉ corra il rischio di sporcarsi con il fango della stradaโ€ยป. Una Chiesa capace di ยซassumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti. Il Vangelo stesso ci richiede di non giudicare e di non condannare (cfr Mt 7,1; Lc 6,37)ยป (AL, 308). E qui faccio una parentesi. Mi รจ venuta tra le mani โ€“ voi la conoscete sicuramente โ€“ lโ€™immagine di quel capitello della Basilica di Santa Maria Maddalena a Vรฉzelay, nel Sud della Francia, dove incomincia il Cammino di Santiago: da una parte cโ€™รจ Giuda, impiccato, con la lingua di fuori, e dallโ€™altra parte del capitello cโ€™รจ Gesรน Buon Pastore che lo porta sulle spalle, lo porta con sรฉ. Eโ€™ un mistero, questo. Ma questi medievali, che insegnavano la catechesi con le figure, avevano capito il mistero di Giuda. E Don Primo Mazzolari ha un bel discorso, un Giovedรฌ Santo, su questo, un bel discorso. Eโ€™ un prete non di questa diocesi, ma dellโ€™Italia. Un prete dellโ€™Italia che ha capito bene questa complessitร  della logica del Vangelo. E quello che si รจ sporcato di piรน le mani รจ Gesรน. Gesรน si รจ sporcato di piรน. Non era uno โ€œpulitoโ€, ma andava dalla gente, tra la gente e prendeva la gente come era, non come doveva essere. Torniamo allโ€™immagine biblica: โ€œTi ringrazio, Signore, perchรฉ sono dellโ€™Azione Cattolica, o di questa associazione, o della Caritas, o di questo o di quelloโ€ฆ, e non come questi che abitano nei quartieri e sono ladri e delinquenti eโ€ฆโ€. Questo non aiuta la pastorale!

3. Terza immagine biblica: โ€œGli anziani faranno sogni profeticiโ€ (cfr Gl 3,1). Tale era una delle profezie di Gioele per il tempo dello Spirito. Gli anziani faranno sogni e i giovani avranno visioni. Con questa terza immagine vorrei sottolineare lโ€™importanza che i Padri sinodali hanno dato al valore della testimonianza come luogo in cui si puรฒ trovare il sogno di Dio e la vita degli uomini. In questa profezia contempliamo una realtร  inderogabile: nei sogni dei nostri anziani molte volte risiede la possibilitร  che i nostri giovani abbiano nuove visioni, abbiano nuovamente un futuro โ€“penso ai giovani di Roma, delle periferie di Roma โ€“, abbiano un domani, abbiano una speranza. Ma se il 40% dei giovani dai 25 anni in giรน non ha lavoro, quale speranza possono avere? Qui a Roma. Come trovare la strada? Sono due realtร  โ€“ gli anziani e i giovani โ€“ che vanno assieme e che hanno bisogno lโ€™una dellโ€™altra e sono collegate. รˆ bello trovare sposi, coppie, che da anziani continuano a cercarsi, a guardarsi; continuano a volersi bene e a scegliersi. รˆ tanto bello trovare โ€œnonniโ€ che mostrano nei loro volti raggrinziti dal tempo la gioia che nasce dallโ€™aver fatto una scelta dโ€™amore e per amore. A Santa Marta vengono tante coppie che fanno 50, 60 anni di matrimonio, e anche nelle udienze del mercoledรฌ, e io sempre li abbraccio e li ringrazio della testimonianza, e chiedo: โ€œChi di voi ha avuto piรน pazienza?โ€. E sempre dicono: โ€œTutti e due!โ€. A volte, scherzando, uno dice: โ€œIo!โ€, ma poi dice: โ€œNo, no, รจ uno scherzoโ€. E una volta cโ€™รจ stata una risposta tanto bella, credo che tutti lo pensavano ma cโ€™รจ stata una coppia sposata da 60 anni che รจ riuscita a esprimerla: โ€œAncora siamo innamorati!โ€. Che bello! I nonni che danno testimonianza. E io sempre dico: fatelo vedere ai giovani, che si stancano presto, che dopo due o tre anni dicono: โ€œTorno da mammaโ€. I nonni!

Come societร , abbiamo privato della loro voce i nostri anziani โ€“ questo รจ un peccato sociale attuale! โ€“, li abbiamo privati del loro spazio; li abbiamo privati dellโ€™opportunitร  di raccontarci la loro vita, le loro storie, le loro esperienze. Li abbiamo accantonati e cosรฌ abbiamo perduto la ricchezza della loro saggezza. Scartandoli, scartiamo la possibilitร  di prendere contatto con il segreto che ha permesso loro di andare avanti. Ci siamo privati della testimonianza di coniugi che non solo hanno perseverato nel tempo, ma che conservano nel loro cuore la gratitudine per tutto ciรฒ che hanno vissuto (cfr AL, 38).

Questa mancanza di modelli, di testimonianze, questa mancanza di nonni, di padri capaci di narrare sogni non permette alle giovani generazioni di โ€œavere visioniโ€. E rimangono fermi. Non permette loro di fare progetti, dal momento che il futuro genera insicurezza, sfiducia, paura. Solo la testimonianza dei nostri genitori, vedere che รจ stato possibile lottare per qualcosa che valeva la pena, li aiuterร  ad alzare lo sguardo. Come pretendiamo che i giovani vivano la sfida della famiglia, del matrimonio come un dono, se continuamente sentono dire da noi che รจ un peso? Se vogliamo โ€œvisioniโ€, lasciamo che i nostri nonni ci raccontino, che condividano i loro sogni, perchรฉ possiamo avere profezie del domani. E qui vorrei fermarmi un momento. Questa รจ lโ€™ora di incoraggiare i nonni a sognare. Abbiamo bisogno dei sogni dei nonni, e di ascoltare questi sogni. La salvezza viene da qui. Non a caso quando Gesรน bambino viene portato al Tempio รจ accolto da due โ€œnonniโ€, che avevano raccontato i loro sogni: quellโ€™anziano [Simeone] aveva โ€œsognatoโ€, lo Spirito gli aveva promesso che avrebbe visto il Signore. Questa รจ lโ€™ora โ€“ e non รจ una metafora โ€“ questa รจ lโ€™ora in cui i nonni devono sognare. Bisogna spingerli a sognare, a dirci qualcosa. Loro si sentono scartati, quando non disprezzati. A noi piace, nei programmi pastorali, dire: โ€œQuesta รจ lโ€™ora del coraggioโ€, โ€œquesta รจ lโ€™ora dei laiciโ€, โ€œquesta รจ lโ€™oraโ€ฆโ€. Ma se io dovessi dire, questa รจ lโ€™ora dei nonni! โ€œMa, Padre, lei va indietro, lei รจ preconciliare!โ€. Eโ€™ lโ€™ora dei nonni: che i nonni sognino, e i giovani impareranno a profetizzare, e a realizzare con la loro forza, con la loro immaginazione, con il loro lavoro, i sogni dei nonni. Questa รจ lโ€™ora dei nonni. E su questo mi piacerebbe tanto che voi vi soffermaste nelle vostre riflessioni, mi piacerebbe tanto.

Tre immagini, per leggere lโ€™Amoris laetitia:

1. La vita di ogni persona, la vita di ogni famiglia devโ€™essere trattata con molto rispetto e molta cura. Specialmente quando riflettiamo su queste cose.

2. Guardiamoci dal mettere in campo una pastorale di ghetti e per dei ghetti.

3. Diamo spazio agli anziani perchรฉ tornino a sognare.

Tre immagini che ci ricordano come ยซla fede non ci toglie dal mondo, ma ci inserisce piรน profondamente in essoยป (AL, 181). Non come quei perfetti e immacolati che credono di sapere tutto, ma come persone che hanno conosciuto lโ€™amore che Dio ha per noi (cfr 1 Gv 4,16). E in tale fiducia, con tale certezza, con molta umiltร  e rispetto, vogliamo avvicinarci a tutti i nostri fratelli per vivere la gioia dellโ€™amore nella famiglia. Con tale fiducia rinunciamo ai โ€œrecintiโ€ ยซche ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinchรฉ accettiamo veramente di entrare in contatto con lโ€™esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezzaยป (AL, 308). Questo ci impone di sviluppare una pastorale familiare capace di accogliere, accompagnare, discernere e integrare. Una pastorale che permetta e renda possibile lโ€™impalcatura adatta perchรฉ la vita a noi affidata trovi il sostegno di cui ha bisogno per svilupparsi secondo il sogno โ€“ permettetemi il riduzionismo โ€“ secondo il sogno del โ€œpiรน anzianoโ€: secondo il sogno di Dio. Grazie.

DOMANDE E RISPOSTE

Cardinale Vallini:

Adesso il Santo Padre ascolterร  tre domande emerse dal cammino preparatorio del nostro Convegno. Il primo รจ don Giampiero Palmieri, parroco di San Frumenzio.

Don Giampiero Palmieri:

Sanitร , buona sera. Nellโ€™Esortazione Evangelii gaudium, Lei dice che il grande problema di oggi รจ lโ€™ โ€œindividualismo comodo e avaroโ€; e in Amoris laetitia dice che bisogna creare reti di relazione tra le famiglie. Usa unโ€™espressione che in italiano suona anche un poโ€™ male: โ€œla famiglia allargataโ€. Famiglia allargata, reti di relazioni tra famiglie, non solo nella Chiesa ma anche nella societร , dove i piรน piccoli, i piรน poveri, le donne sole, gli anziani possano essere accolti. E’ necessaria una rivoluzione della tenerezza, una fraternitร  mistica. Ecco, anche noi sentiamo il virus dellโ€™individualismo nelle nostre comunitร ; siamo anche noi figli di questo tempo. Allora abbiamo bisogno di un aiuto per creare questa rete di relazione tra le famiglie, capace di rompere la chiusura e di ritrovarsi. Questo, forse, puรฒ significare cambiare tante cose nelle nostre parrocchie, tante cose che forse con il tempo si sono sedimentate: ostilitร , divisioni, vecchi risentimenti. Questa รจ la domanda.

Papa Francesco:

Eโ€™ vero che lโ€™individualismo รจ come lโ€™asse di questa cultura. E questo individualismo ha tanti nomi, tanti nomi di radice egoistica: cercano sempre sรฉ stessi, non guardano lโ€™altro, non guardano le altre famiglieโ€ฆ Si arriva, a volte, a vere crudeltร  pastorali. Per esempio, parlo di unโ€™esperienza che ho conosciuto quando ero a Buenos Aires: in una diocesi vicina, alcuni parroci non volevano battezzare i bambini delle ragazze-madri. Ma guarda! Come fossero animali. E questo รจ individualismo. โ€œNo, noi siamo i perfetti, questa รจ la stradaโ€ฆโ€. Eโ€™ un individualismo che cerca anche il piacere, รจ edonista. Starei per dire una parola un poโ€™ forte, ma la dico tra virgolette: quel โ€œmaledetto benessereโ€ che ci ha fatto tanto male. Il benessere. Oggi lโ€™Italia ha un calo delle nascite terribile: รจ, credo, sotto zero. Ma questo รจ incominciato con quella cultura del benessere, da alcuni decenniโ€ฆ Ho conosciuto tante famiglie che preferivano โ€“ ma per favore, non accusatemi, gli animalisti, perchรฉ non voglio offendere nessuno โ€“ preferivano avere due o tre gatti, un cane invece di un figlio. Perchรฉ fare un figlio non รจ facile, e poi, portarlo avantiโ€ฆ Ma quello che piรน diventa una sfida con un figlio รจ che tu fai una persona che diventerร  libera. Il cane, il gatto, ti daranno un affetto, ma un affetto โ€œprogrammatoโ€, fino a un certo punto, non libero. Tu hai uno, due, tre, quattro figli, e saranno liberi, e dovranno andare nella vita con i rischi della vita. Questa รจ la sfida che fa paura: la libertร . E torniamo allโ€™individualismo: io credo che noi abbiamo paura della libertร . Anche nella pastorale: โ€œMa, cosa si dirร  se faccio questo?… E si puรฒ?…โ€. E ha paura. โ€œMa tu hai paura: rischia! Nel momento in cui sei lรฌ, e devi decidere, rischia! Se sbagli, cโ€™รจ il confessore, cโ€™รจ il vescovo, ma rischia! Eโ€™ come quel fariseo: la pastorale delle mani pulite, tutto pulito, tutto a posto, tutto bello. Ma fuori da questo ambiente, quanta miseria, quanto dolore, quanta povertร , quanta mancanza di opportunitร  di sviluppo! Eโ€™ un individualismo edonista, รจ un individualismo che ha paura della libertร . Eโ€™ un individualismo โ€“ non so se la grammatica italiana lo permette โ€“ direi โ€œingabbianteโ€: ti ingabbia, non ti lascia volare libero.

E poi, sรฌ, la famiglia allargata. Eโ€™ vero, รจ una parola che non sempre suona bene, ma secondo le culture; io lโ€™Esortazione lโ€™ho scritta in spagnoloโ€ฆ Ho conosciuto, per esempio, famiglieโ€ฆ Proprio lโ€™altro giorno, una settimana fa o due, รจ venuto a presentare le credenziali lโ€™ambasciatore di un Paese. Cโ€™era lโ€™ambasciatore, la famiglia e la signora che faceva le pulizie nella loro casa da tanti anni: questa รจ una famiglia allargata. E questa donna era della famiglia: una donna sola, e non solo la pagavano bene, la pagavano in regola, ma quando sono dovuti andare dal Papa a dare le credenziali: โ€œtu vieni con noi, perchรฉ tu sei della famigliaโ€. Eโ€™ un esempio. Questo รจ dare posto alla gente. E fra la gente semplice, con la semplicitร  del Vangelo, quella semplicitร  buona, ci sono esempi cosรฌ, di allargare la famigliaโ€ฆ

E poi, lโ€™altra parola-chiave che tu hai detto, oltre allโ€™individualismo, alla paura della libertร  e allโ€™attaccamento al piacere, tu hai detto unโ€™altra parola: la tenerezza. Eโ€™ la carezza di Dio, la tenerezza. Una volta, in un Sinodo, รจ uscito questo: โ€œDobbiamo fare la rivoluzione della tenerezzaโ€. E alcuni Padri โ€“ anni fa โ€“ hanno detto: โ€œMa non si puรฒ dire questo, non suona beneโ€. Ma oggi lo possiamo dire: manca tenerezza, manca tenerezza. Accarezzare non solo i bambini, gli ammalati, accarezzare tutto, i peccatoriโ€ฆ E ci sono esempi buoni, di tenerezzaโ€ฆ La tenerezza รจ un linguaggio che vale per i piรน piccoli, per quelli che non hanno niente: un bambino conosce il papร  e la mamma per le carezze, poi la voce, ma รจ sempre la tenerezza. E a me piace sentire quando il papร  o la mamma parlano al bambino che incomincia a parlare, anche il papร  e la mamma si fanno bambini [fa il verso], parlano cosรฌโ€ฆ Tutti lo abbiamo visto, รจ vero. Questa รจ la tenerezza. Eโ€™ abbassarmi al livello dellโ€™altro. Eโ€™ la strada che ha fatto Gesรน. Gesรน non ha ritenuto un privilegio essere Dio: si รจ abbassato (cfr Fil 2,6-7). E ha parlato la nostra lingua, ha parlato con i nostri gesti. E la strada di Gesรน รจ la strada della tenerezza. Ecco: lโ€™edonismo, la paura della libertร , questo รจ proprio individualismo contemporaneo. Bisogna uscire attraverso la strada della tenerezza, dellโ€™ascolto, dellโ€™accompagnare, senza chiedereโ€ฆ Sรฌ, con questo linguaggio, con questo atteggiamento le famiglie crescono: cโ€™รจ la piccola famiglia, poi la grande famiglia degli amici o di quelli che vengonoโ€ฆ Non so se ho risposto, ma mi sembra, mi รจ venuto cosรฌ.

(Seconda domanda)

Santitร  buonasera, torno su un argomento che Lei ha giร  accennato. Noi sappiamo che come comunitร  cristiane non vogliamo rinunciare alle esigenze radicali del Vangelo della famiglia: il matrimonio come Sacramento, lโ€™indissolubilitร , la fedeltร  del matrimonio; e, dallโ€™altra parte, allโ€™accoglienza piena di misericordia verso tutte le situazioni, anche quelle piรน difficili. Come evitare che nelle nostre comunitร  nasca una doppia morale, una esigente e una permissiva, una rigorista e una lassista?

Papa Francesco:

Entrambe non sono veritร : nรฉ il rigorismo nรฉ il lassismo sono veritร . Il Vangelo sceglie unโ€™altra strada. Per questo, quelle quattro parole โ€“ accogliere, accompagnare, integrare, discernere โ€“ senza mettere il naso nella vita morale della gente. Per la vostra tranquillitร , devo dirvi che tutto quello che รจ scritto nellโ€™Esortazione โ€“ e riprendo le parole di un grande teologo che รจ stato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Schรถnborn, che lโ€™ha presentata โ€“ tutto รจ tomista, dallโ€™inizio alla fine. Eโ€™ la dottrina sicura. Ma noi vogliamo, tante volte, che la dottrina sicura abbia quella sicurezza matematica che non esiste, nรฉ con il lassismo, di manica larga, nรฉ con la rigiditร . Pensiamo a Gesรน: la storia รจ la stessa, si ripete. Gesรน, quando parlava alla gente, la gente diceva: โ€œCostui parla non come i nostri dottori della legge, parla come uno che ha autoritร โ€ (cfr Mc 1,22). Quei dottori conoscevano la legge, e per ogni caso avevano una legge specifica, per arrivare alla fine a circa 600 precetti. Tutto regolato, tutto. E il Signore โ€“ lโ€™ira di Dio io la vedo in quel capitolo 23 di Matteo, รจ terribile quel capitolo โ€“ soprattutto a me fa impressione quando parla del quarto comandamento e dice: โ€œVoi, che invece di dare da mangiare ai vostri genitori anziani, dite loro: โ€˜No, ho fatto la promessa, รจ meglio lโ€™altare che voiโ€™, siete in contraddizioneโ€ (cfr Mc 7,10-13). Gesรน era cosรฌ, ed รจ stato condannato per odio, gli mettevano sempre dei trabocchetti davanti: โ€œSi puรฒ far questo o non si puรฒ?โ€. Pensiamo alla scena dellโ€™adultera (cfr Gv 8,1-11). Sta scritto: devโ€™essere lapidata. Eโ€™ la morale. Eโ€™ chiara. E non rigida, questa non รจ rigida, รจ una morale chiara. Devโ€™essere lapidata. Perchรฉ? Per la sacralitร  del matrimonio, la fedeltร . Gesรน in questo รจ chiaro. La parola รจ adulterio. Eโ€™ chiaro. E Gesรน si fa un poโ€™ il finto tonto, lascia passare il tempo, scrive per terraโ€ฆ E poi dice: โ€œIncominciate: il primo di voi che non abbia peccato, scagli la prima pietraโ€. Ha mancato verso la legge, Gesรน, in quel caso. Se ne sono andati via, incominciando dai piรน vecchi. โ€œDonna, nessuno ti ha condannato? Neppure ioโ€. La morale qual รจ? Era di lapidarla. Ma Gesรน manca, ha mancato verso la morale. Questo ci fa pensare che non si puรฒ parlare della โ€œrigiditร โ€, della โ€œsicurezzaโ€, di essere matematico nella morale, come la morale del Vangelo.

Poi, continuiamo con le donne: quando quella signora o signorina [la Samaritana, cfr Gv 4,1-27], non so cosa fosse, incominciรฒ a fare un poโ€™ la โ€œcatechistaโ€ e a dire: โ€œMa bisogna adorare Dio su questo monte o in quello?…โ€. Gesรน le aveva detto: โ€œE tuo marito?…โ€ โ€“ โ€œNon ne hoโ€ โ€“ โ€œHai detto la veritร โ€. E in effetti lei aveva tante medaglie di adulterio, tante โ€œonorificenzeโ€โ€ฆ Eppure รจ stata lei, prima di essere perdonata, รจ stata lโ€™โ€œapostoloโ€ della Samaria. E allora come si deve fare? Andiamo al Vangelo, andiamo a Gesรน! Questo non significa buttare lโ€™acqua sporca con il bambino, no, no. Questo significa cercare la veritร ; e che la morale รจ un atto dโ€™amore, sempre: amore a Dio, amore al prossimo. Eโ€™ anche un atto che lascia spazio alla conversione dellโ€™altro, non condanna subito, lascia spazio.

Una volta โ€“ ci sono tanti preti, qui, ma scusatemi โ€“ il mio predecessore, no, lโ€™altro, il Cardinale Aramburu, che รจ morto dopo il mio predecessore, quando io sono stato nominato arcivescovo mi ha dato un consiglio: โ€œQuando tu vedi che un sacerdote vacilla un poโ€™, scivola, tu chiamalo e digli: โ€˜Parliamo un poโ€™, mi hanno detto che tu sei in questa situazione, quasi di doppia vita, non soโ€ฆโ€™; e tu vedrai che quel sacerdote incomincia a dire: โ€˜No, non รจ vero, noโ€ฆโ€™; tu interrompilo e digli: โ€˜Ascoltami: vai a casa, pensaci, e torna tra quindici giorni, e ne riparliamoโ€™; e in quei quindici giorni quel sacerdote โ€“ cosรฌ mi diceva lui โ€“ aveva il tempo di pensare, ripensare davanti a Gesรน e tornare: โ€˜Sรฌ, รจ vero. Aiutami!โ€™โ€. Sempre ci vuole tempo. โ€œMa, Padre, quel prete ha vissuto, e ha celebrato la Messa, in peccato mortale in quei quindici giorni, cosรฌ dice la morale, e Lei cosa dice?โ€. Cosa รจ meglio? Cosa รจ stato meglio? Che il vescovo abbia avuto quella generositร  di dargli quindici giorni per ripensarci, con il rischio di celebrare la Messa in peccato mortale, รจ meglio questo o lโ€™altro, la morale rigida? E a proposito della morale rigida, vi dirรฒ un fatto a cui ho assistito io stesso. Quando noi eravamo in teologia, lโ€™esame per ascoltare le Confessioni โ€“ โ€œad audiendasโ€, si chiamava โ€“ si faceva al terzo anno, ma noi, quelli del secondo, avevamo il permesso di andare ad assistere per prepararci; e una volta, a un nostro compagno, รจ stato proposto un caso, di una persona che va a confessarsi, ma un caso cosรฌ intricato, riguardo al settimo comandamento, โ€œde justitia et jureโ€; ma era proprio un caso talmente irreale…; e questo compagno, che era una persona normale, disse al professore: โ€œMa, padre, questo nella vita non si trovaโ€ โ€“ โ€œSรฌ, ma cโ€™รจ nei libri!โ€. Questo lโ€™ho visto io.

(Terza domanda)

Santitร , buonasera. Dovunque andiamo, oggi sentiamo parlare di crisi del matrimonio. E allora Le volevo domandare: su cosa possiamo puntare oggi per educare i giovani allโ€™amore, in particolar modo al matrimonio sacramentale, superando le loro resistenze, lo scetticismo, le disillusioni, la paura del definitivo? Grazie.

Papa Francesco:

Ti prendo lโ€™ultima parola: noi viviamo anche una cultura del provvisorio. Un vescovo, ho sentito dire, alcuni mesi fa, che gli si รจ presentato un ragazzo che aveva finito gli studi universitari, un bravo giovane, e gli ha detto: โ€œIo voglio diventare sacerdote, ma per dieci anniโ€. Eโ€™ la cultura del provvisorio. E questo succede dappertutto, anche nella vita sacerdotale, nella vita religiosa. Il provvisorio. E per questo una parte dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli, perchรฉ loro [gli sposi] dicono: โ€œSรฌ, per tutta la vitaโ€, ma non sanno quello che dicono, perchรฉ hanno unโ€™altra cultura. Lo dicono, e hanno la buona volontร , ma non hanno la consapevolezza. Una signora, una volta, a Buenos Aires, mi ha rimproverato: โ€œVoi preti siete furbi, perchรฉ per diventare preti studiate otto anni, e poi, se le cose non vanno e il prete trova una ragazza che gli piaceโ€ฆ alla fine gli date il permesso di sposarsi e fare una famiglia. E a noi laici, che dobbiamo fare il sacramento per tutta la vita e indissolubile, ci fanno fare quattro conferenze, e questo per tutta la vita!โ€. Per me, uno dei problemi, รจ questo: la preparazione al matrimonio.

E poi la questione รจ molto legata al fatto sociale. Io ricordo, ho chiamato โ€“ qui in Italia, lโ€™anno scorso โ€“ ho chiamato un ragazzo che avevo conosciuto tempo fa a Ciampino, e si sposava. Lโ€™ho chiamato e gli ho detto: โ€œMi ha detto tua mamma che ti sposerai il prossimo meseโ€ฆ Dove farai?โ€ฆโ€ โ€“ โ€œMa non sappiamo, perchรฉ stiamo cercando la chiesa che sia adatta al vestito della mia ragazzaโ€ฆ E poi dobbiamo fare tante cose: le bomboniere, e poi cercare un ristorante che non sia lontanoโ€ฆโ€. Queste sono le preoccupazioni! Un fatto sociale. Come cambiare questo? Non so. Un fatto sociale a Buenos Aires: io ho proibito di fare matrimoni religiosi, a Buenos Aires, nei casi che noi chiamiamo โ€œmatrimonios de apuroโ€, matrimoni โ€œdi frettaโ€ [riparatori], quando รจ in arrivo il bambino. Adesso stanno cambiando le cose, ma cโ€™รจ questo: socialmente deve essere tutto in regola, arriva il bambino, facciamo il matrimonio. Io ho proibito di farlo, perchรฉ non sono liberi, non sono liberi! Forse si amano. E ho visto dei casi belli, in cui poi, dopo due-tre anni, si sono sposati, e li ho visti entrare in chiesa papร , mamma e bambino per mano. Ma sapevano bene quello che facevano. La crisi del matrimonio รจ perchรฉ non si sa cosa รจ il sacramento, la bellezza del sacramento: non si sa che รจ indissolubile, non si sa che รจ per tutta la vita. Eโ€™ difficile. Unโ€™altra mia esperienza a Buenos Aires: i parroci, quando facevano i corsi di preparazione, cโ€™erano sempre 12-13 coppie, non di piรน, non arrivare a 30 persone. La prima domanda che facevano: โ€œQuanti di voi siete conviventi?โ€. La maggioranza alzava la mano. Preferiscono convivere, e questa รจ una sfida, chiede lavoro. Non dire subito: โ€œPerchรฉ non ti sposi in chiesa?โ€. No. Accompagnarli: aspettare e far maturare. E fare maturare la fedeltร . Nella campagna argentina, nella zona del Nordest, cโ€™รจ una superstizione: che i fidanzati hanno il figlio, convivono. In campagna succede questo. Poi, quando il figlio deve andare a scuola, fanno il matrimonio civile. E poi, da nonni, fanno il matrimonio religioso. Eโ€™ una superstizione, perchรฉ dicono che farlo subito religioso spaventa il marito! Dobbiamo lottare anche contro queste superstizioni. Eppure davvero dico che ho visto tanta fedeltร  in queste convivenze, tanta fedeltร ; e sono sicuro che questo รจ un matrimonio vero, hanno la grazia del matrimonio, proprio per la fedeltร  che hanno. Ma ci sono superstizioni locali. Eโ€™ la pastorale piรน difficile, quella del matrimonio.

E poi, la pace nella famiglia. Non solo quando discutono tra loro, e il consiglio รจ sempre di non finire la giornata senza fare la pace, perchรฉ la guerra fredda del giorno dopo รจ peggio. Eโ€™ peggio, sรฌ, รจ peggio. Ma quando si immischiano i parenti, i suoceri, perchรฉ non รจ facile diventare suocero o suocera! Non รจ facile. Ho sentito una cosa bella, che piacerร  alle donne: quando una donna sente dallโ€™ecografia che รจ incinta di un maschietto, da quel momento incomincia a studiare per diventare suocera!

Torno sul serio: la preparazione al matrimonio, la si deve fare con vicinanza, senza spaventarsi, lentamente. Eโ€™ un cammino di conversione, tante volte. Ci sono, ci sono ragazzi e ragazze che hanno una purezza, un amore grande e sanno quello che fanno. Ma sono pochi. La cultura di oggi ci presenta questi ragazzi, sono buoni, e dobbiamo accostarci e accompagnarli, accompagnarli, fino al momento della maturitร . E lรฌ, che facciano il sacramento, ma gioiosi, gioiosi! Ci vuole tanta pazienza, tanta pazienza. Eโ€™ la stessa pazienza che ci vuole per la pastorale delle vocazioni. Ascoltare le stesse cose, ascoltare: lโ€™apostolato dellโ€™orecchio, ascoltare, accompagnareโ€ฆ Non spaventarsi, per favore, non spaventarsi. Non so se ho risposto, ma ti parlo della mia esperienza, di quello che ho vissuto come parroco.

[Alla fine]

Grazie tante e pregate per me!

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