Il Vangelo del Giorno, 17 giugno 2016, Mt 6, 19-23

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Il testo ed il commento al Vangelo del 17 giugno 2016 – Mt 6, 19-23

XI Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Colore liturgico: verde

Le letture del giorno: 2 Re 11, 1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6, 19-23

Terza settimana del Salterio

Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per la sua residenza

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Mt 6, 19-23
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassรฌnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove nรฉ tarma nรฉ ruggine consumano e dove ladri non scassรฌnano e non rubano. Perchรฉ, dov’รจ il tuo tesoro, lร  sarร  anche il tuo cuore.
La lampada del corpo รจ l’occhio; perciรฒ, se il tuo occhio รจ semplice, tutto il tuo corpo sarร  luminoso; ma se il tuo occhio รจ cattivo, tutto il tuo corpo sarร  tenebroso. Se dunque la luce che รจ in te รจ tenebra, quanto grande sarร  la tenebra!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 6, 19-23

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]ย Lร  dov’รจ il tuo tesoro, sarร  anche il tuo cuore.

Con orrore ascoltiamo quanto ci narra la prima lettura. Atalรฌa, madre del re deceduto, Azarรฌa, per assicurarsi il regno, fa uccidere tutti i possibili pretendenti, tutta la famiglia regale. A sua insaputa, viene salvato perรฒ un figlio del re di due anni che viene tenuto nascosto. Quando egli raggiunse il settimo anno, per opera di sommo sacerdote Ioiร da, viene fatta giustizia. Jรฒas viene acclamato re e Atalรฌa uccisa, fuori del tempio. Sono vicende umane che si ripetono nella storia delle nazioni, in cui l’ambizione del comando e del potere, della ricchezza, con la sete di felicitร  e di successo perverte l’animo umano, spingendolo a esecrandi misfatti.

Gli ammonimenti che ci vengono dal brano del vangelo potremmo vederli sulla stessa linea. Anche Gesรน mette in guardia dal pericolo delle ricchezze. Sono beni effimeri che ci possono essere rubati da un momento all’altro. Non costituiscono la vera felicitร  dell’uomo che รจ altrove, nella umile obbedienza alla volontร  del Signore. Non le porteremo con noi… Ci invita a procurarci quei tesori di grazia che nessuno potrร  mai rubarci, se nel nostro cuore ci sono sinceritร  e rettitudine. E’ dal cuore che escono fuori tutti i cattivi pensieri e indegne intenzioni.

La limpidezza dello sguardo denota anche la rettitudine delle intenzioni. Quando entra dentro di noi il peccato, lo sguardo si fa oscuro, torbido… Suona dentro di noi come un campanello di allarme che ci mette in guardia contro deviazioni e ingiustizie. Allora dovremmo seguire il consiglio che San Benedetto, seduto a cena, suggeriva al monaco che gli reggeva il lume, agitato da pensieri di superbia: “Segna il tuo cuore, fratello, segna il tuo cuore! Non รจ retto quello che tu pensi!” Quante volte i nostri pensieri, le nostre intenzioni, le nostre azioni… sono contro la veritร , benchรฉ avvolti da un manto di perbenismo. Ci liberi il Signore da tante doppiezze; ci doni la forza della sinceritร  del “sรฌ, sรฌ” e del “no, no”!

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