CARCERE, RIPARTIRE DALLA MISERICORDIA
Visitare i carcerati: Cesare deve morire (2012) di Paolo e Vittorio Taviani
Fede, ancoraggio nella malattia

Papa Francesco, nei suoi numerosi incontri con i detenuti non smette mai di offrire parole di speranza, di fiducia, esortando ad abbracciare un percorso di cambiamento. Il carcere deve essere luogo in cui si cura la persona, non spazio dove la si umilia o degrada. Il carcere, aggiunge papa Francesco, ยซpuรฒ diventare un luogo di inclusione e di stimolo per tutta la societร , perchรฉ sia piรน giusta, piรน attenta alle personeยป.
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A dare voce alla condizione dei detenuti รจ il film Cesare deve morire (2012) di Paolo e Vittorio Taviani, scelto dalla Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI – Fondazione Ente dello Spettacolo, in accordo con lโUfficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, per il ciclo Cinema e Giubileo.
Quando il cinema diventa occasione educativa
Orso dโoro e Premio della Giuria Ecumenica al 62. Festival di Berlino (2012), nonchรฉ vincitore di diversi David di Donatello tra cui Miglior film e Miglior regia, Cesare deve morire dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani offre una rilettura attuale della dramma shakespeariano Giulio Cesare.ย
Roma, carcere di Rebibbia, il regista Fabio Cavalli presenta ai detenuti il progetto della messa in scena dellโopera di William Shakespeare Giulio Cesare. Molte adesione tra i carcerati โ nessuno vuole interpretare perรฒ la figura di Bruto, il โtraditoreโ โ, che si mettono in gioco con il laboratorio teatrale, ma soprattutto con la vita. Prove dopo prove, lo spettatore assiste infatti a un percorso di riscatto dei protagonisti, che sperimentano progressivamente il potere educativo dellโarte, della cultura, capace di regalar loro sogni di speranza oltre le sbarre.ย
Giustamente acclamati a Berlino, i fratelli Taviani regalano uno straordinario e poetico racconto sugli ultimi nelle carceri italiane. Sono tutti detenuti e lo spettatore รจ messo subito a conoscenza della loro pena, degli anni da scontare. I registi non fanno sconti nรฉ sminuiscono la gravitร delle loro colpe. Ma ci ricordano che sono soprattutto esseri umani, che hanno bisogno di avvertire fiducia e possibilitร di intraprendere un percorso rieducativo.ย
Il teatro e in generale la cultura sono lโoccasione per infrangere le pesanti corazze che questi uomini vestono, per aiutarli a comprendere lโorrore delle proprie colpe ma anche la possibilitร di risolverle, di poter trovare una via di espiazione e redenzione. Emozionante รจ la battuta che chiude il film, al termine del debutto dello spettacolo teatrale, quando il detenuto ergastolano rientra in cella: โDa quando ho conosciuto lโarte, questa cella รจ diventa una prigioneโฆโ.ย
I fratelli Taviani confermano pertanto il loro cinema di impegno civile, il loro sguardo sociale. Cesare deve morire, girato alternando bianco e nero โ per raccontare i detenuti, le prove โ e il colore โ il palcoscenico, lโapplauso degli spettatori โ, รจ unโopera dalla struttura narrativa semplice, che recupera il lavoro teatrale che viene condotto abitualmente nelle carceri. Una semplicitร che perรฒ spiazza, che diventa trascinante, quando si assiste al potere catartico giocato dal teatro, dallโarte, capace di toccare i cuori feriti di quanti hanno sprecato la propria esistenza.ย
I Taviani offrono una lezione di grande cinema, ma principalmente una lezione di umanitร . Il loro film presenta un percorso rieducativo per i detenuti, cosรฌ come per lo stesso spettatore, chiamato a liberarsi di pregiudizi e chiusure dinanzi allโโaltroโ incidentato, che ha sbagliato e smarrito se stesso.
Cesare deve morire รจ dunque unโopera perfettamente in linea con il tema della misericordia corporale โVisitare i carceratiโ. I registi aprono infatti le porte del carcere di Rebibbia, di ogni carcere, per mostrare unโumanitร sofferente, disgraziata, bisognosa di misericordia.ย
Per approfondire con la Cnvf e Cinematografo.it
Commissione Nazionale Valutazione Film CEI: ยซLโopera dei Taviani si distingue per originalitร , coraggio, essenzialitร stilistica. Carcere, detenuti, colpe forti e pene pesanti: argomenti rispetto ai quali lโintramontabile testo shakespeariano offre la possibilitร di una immediata vicinanza con lโattualitร , e la estrema plasticitร delle parole concede impensate libertร di atteggiamento. In sostanza non si chiede ai detenuti di fare โgli attoriโ ma, al contrario, di identificare se stessi con i personaggi, di tirarne fuori torti e ragioni, in una sorta di estremo confronto tra realtร e finzione. A rendere il tono ancor piรน anti-didattico e spoglio, ecco l’indicazione data agli ‘interpreti’ di mantenere nella pronuncia i rispettivi dialetti di provenienza, adattandoli alle frasi del testo. Tranne la sequenza iniziale e quella finale, i due autori girano in B&N, scelta formale che sottrae la possibilitร di distrazioni estetiche ma induce a qualche preziosismo forse non necessario. Da tempo il teatro nelle carceri รจ occasione per fare gruppo e creare momenti di crescita. Qui tra i due poli (detenzione/messa in scena) si colloca il cinema degli esperti Taviani. Il risultato รจ un prodotto imperfetto ma pieno di vita, mosso e dinamico, acuto e carico di suggestioni. E il film, dal punto di vista pastorale, รจ da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattitiยป (www.cnvf.it).
Rivista del Cinematografo – Cinematografo.it: ยซLโOrso dโOro รจ stato una bella sorpresa per tutti. Non un premio alla carriera (โฆ) ma un riconoscimento meritato e in linea con il festival tedesco. Che nulla ha che a vedere con lโetร di Paolo e Vittorio Taviani, rispettivamente 81 e 83 anni. E neanche con la tipologia della storia, per qualcuno superata. Bensรฌ un lavoro straordinario e spiazzante, che rielabora uno schema a vantaggio di unโoperazione artistica di altissimo livello. Cesare deve morire (โฆ) รจ un dramma carcerario ambientato in prigione, (โฆ) la rilettura di Giulio Cesare di Shakespeare. Che i carcerati-attori adattano e reinterpretano infarcendolo del loro vissuto: ecco lo scarto, lโidea che permette di annullare la distanza tra rappresentazione e realtร . Quando si schierano contro Cesare, il leader che si fa dittatore, le parole tradimento e lealtร hanno un significato universale e calzante allo stesso tempo. Sono โuomini dโonoreโ, dice Antonio (Antonio Frasca) degli assassini di Cesare, nel duplice senso che conosciamo: alcuni di loro stanno effettivamente scontando la pena per reati mafiosi. Si entra e si esce dal palcoscenico virtuale del carcere, la recita si mescola con la vita (โฆ)ยป (Marina Sanna, Cesare deve morire, in ยซRivista del Cinematografoยป – Cinematografo.it, 1 marzo 2012).
