Il Vangelo del Giorno, 20 ottobre 2015 – Lc 12, 35-38

Data:

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XXIX Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

Colore liturgico: verde

Le letture del giorno:ย Rm 5,12.15.17-19.20-21; Sal.39; Lc 12, 35-38

Lc 12, 35-38
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo

(a cura dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT) )

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Siate pronti!

Lc 12, 35-38[ads2]Prima di addormentarci nel sonno della morte, rischiamo di cadere nel torpore della vita; ciรฒ ci accade quando ci lasciamo coinvolgere dagli eventi, sedurre dal tempo e acquietare dalle cose che ci circondano, incapaci di guardare oltre, per aver perso lo scopo ultimo della nostra vita. Diventiamo come pellegrini che hanno smarrito la strada il cui incedere diventa vago e immotivato. “Siate pronti” ci risuono perciรฒ come una sveglia dal torpore e dall’immobilismo, ci ricorda di essere dei viandanti che continuamente debbono cercare la strada e fare il giusto rifornimento per non restare privi di indispensabili energie. Solo cosรฌ la vita acquista il suo vero significato: siamo in marcia verso una mรจta, sempre desti e pronti, camminiamo insieme, abbiamo la certezza che Qualcuno ci precede e ci indica la via. L’attesa e la fatica non sono vane perchรฉ il Signore ci attende per farci sedere al banchetto del cielo insieme ai suoi santi. Ci percorre il pensiero di tante giovani vite, prive di senso e di ideali, che soffocate dal nulla e dalla nausea, ricorrono ai falsi dรจi, fino a procurarsi la morte, prima dell’anima e poi del corpo. Forse non si รจ giunti in tempo a destarli dal torpore e innamorarli della vita! Sbrighiamoci, allora. Diamo ragione alla speranza che รจ in noi…

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