Alle ore 11.30 di questa mattina, nellโAula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che a livello ecclesiale sarร celebrata il 17 gennaio 2016, sul tema: Migranti e Rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia.
Intervengono alla conferenza stampa il Card. Antonio Maria Vegliรฒ, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:
Intervento del Card. Antonio Maria Vegliรฒ
[ads2]Ho il grande onore e il privilegio di presentare il Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della celebrazione annuale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, a livello di Chiesa universale, avrร luogo domenica 17 gennaio 2016 e avrร per tema โMigranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordiaโ.
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Da un lato, la celebrazione della Giornata Mondiale si inserisce naturalmente nel contesto dellโAnno della Misericordia, punto di riferimento per tutta la Chiesa nei prossimi mesi. Dallโaltro, di fronte ad una situazione in cui la migrazione sta assumendo proporzioni immense e a tante tragedie accadute in tutto il mondo, va riconosciuto che questo fenomeno, in tutte le sue forme, ci interpella a dare una risposta.
La Giornata Mondiale, che questโanno si auspica sia celebrata in tutta la Chiesa a livello nazionale e diocesano come Giornata Giubilare del Migrante e del Rifugiato, diventa cosรฌ unโopportunitร concreta per tutta la comunitร cristiana per riflettere, pregare e agire. La migrazione tocca soprattutto le nostre Chiese locali, in quanto ambito piรน prossimo ai migranti e rifugiati. Lรฌ incontriamo queste persone, faccia a faccia ed รจ a quel livello che possiamo realizzare concretamente il nostro incontro.
Oggi, con questo intervento tenterรฒ di illustrare il pensiero del Santo Padre, contenuto nel Suo Messaggio per il prossimo anno, alla luce di una caratteristica attestata con particolare frequenza nel Vangelo, cioรจ la misericordia. Seguirร lโintervento di Sua Eccellenza, Mons. Joseph Kalathiparambil, che presenterร lโaspetto dei rifugiati del Messaggio Pontificio.
* * *
Sullo sfondo dellโimmagine di Dio Padre, che manifesta la premura paterna โverso tutti, come fa il pastore con il greggeโ ed โรจ particolarmente sensibile alle necessitร della pecora ferita, stanca o malataโ, Papa Francesco descrive la realtร dellโattuale contesto mondiale, affermando che โi flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianetaโ. La presenza di tante persone in movimento โ migranti, profughi e persone in fuga dalle loro patrie โ interpella i singoli e le collettivitร , poichรฉ sfida il tradizionale modo di vivere, la prospettiva, lโorizzonte culturale e sociale con cui tutti devono confrontarsi. Le difficoltร di tanti migranti e rifugiati esigono attenzione e sensibilitร nei confronti di questa situazione globale.
Non si puรฒ rimanere indifferenti e in silenzio di fronte a tante tragedie che accadono nel mondo. Non si puรฒ che esprimere il piรน sentito dolore di fronte a tali situazioni di sofferenza: sono uomini e donne โ spesso poveri, affamati, perseguitati, feriti spiritualmente o fisicamente, sfruttati o vittime di guerra โ che cercano una vita migliore. In un mondo spesso caratterizzato oggi dalla globalizzazione dellโindifferenza che fa abituare alla sofferenza dellโaltro, Papa Francesco afferma che โil Vangelo della misericordia scuote le coscienze, (โฆ) e indica vie di risposta che si radicano nelle virtรน teologali della fede, della speranza e della caritร , declinandosi nelle opere di misericordia spirituale e corporaleโ.
Ecco la base sulla quale si fonda il tema scelto dal Santo Padre per la prossima Giornata Mondiale. Nella sua struttura, escludendo la parte introduttiva e la conclusione, il Messaggio in effetti si divide in due parti. Nella prima sezione del documento, il Papa evidenzia tre โquestioniโ sulle quali i migranti interpellano sia gli individui sia le comunitร .
In primo luogo, possiamo notare la questione dellโattuale crisi umanitaria nellโambito della migrazione, esistente non soltanto in Europa ma presente in tutto il mondo. Migranti e rifugiati interpellano la nostra sensibilitร nei confronti di questa crisi umanitaria. Nota il Pontefice: โLe storie drammatiche di milioni di uomini e donne interpellano la Comunitร internazionale, di fronte allโinsorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del mondoโ. Questa realtร , come scrive il Santo Padre, necessita un approfondimento della situazione per poter conoscere meglio le cause che producono le migrazioni, insieme con le conseguenze che ne derivano nei luoghi di arrivo ma anche in un panorama globale, e cosรฌ affrontare il fenomeno in modo giusto e in cui la salvaguardia della dignitร umana sia rispettata. Lโattuale situazione di emergenza, perรฒ, non permette che si perda tempo in questo momento, e richiede unโazione immediata. Il pericolo esistente โ afferma Papa Francesco โ รจ quello dellโindifferenza e del silenzio che ci fa diventare complice โquando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragiโ.
In secondo luogo, il Messaggio rileva la questione dellโidentitร . โChi emigraโ scrive il Santo Padre nel Suo Messaggio โรจ costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglieโ. Lโarrivo del migrante in un nuovo contesto sociale, infatti, richiede un processo di mutuo adattamento ad una nuova situazione. Il migrante non puรฒ soltanto cercare di soddisfare le esigenze della propria esistenza, come trovare lavoro e unโabitazione, per stabilirsi bene nel nuovo luogo. Il suo inserimento nella nuova societร richiede anche uno sforzo interiore che necessita altresรฌ di cambiamenti negli elementi della sua identitร per adattarsi al nuovo contesto sociale e culturale. Possiamo elencare, per esempio, il bisogno fondamentale di imparare la lingua locale, ma anche quello di mostrare un profondo rispetto per la cultura, storia ed ereditร del popolo che accoglie il migrante.
Dallโaltra, lโarrivo del migrante โinterpella seriamente le diverse societร che li accolgonoโ affinchรฉ il processo dโinserimento e dโintegrazione sia rispettoso dei valori che โrendono lโuomo sempre piรน uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli altri e con il creatoโ, ma che allo stesso tempo permette al migrante di poter contribuire alla crescita della societร che lo accoglie. Il Santo Padre invita a trovare un equilibrio delicato tra i due estremi, evitando di creare un ghetto culturale, da una parte, e ogni traccia di nazionalismo estremo o xenofobico dallโaltra.
Infine, il Messaggio del Santo Padre evidenzia la questione dellโaccoglienza. Papa Francesco inizia dagli aspetti positivi, citando molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali, che โsperimentano lo stupore e la gioia della festa dellโincontro, dello scambio e della solidarietร โ. La comunitร cristiana cerca di riconoscere il volto di Gesรน e di ascoltare la Sua parola raccontataci nella parabola del Giudizio Finale (cfr. Mt 25). La Chiesa ha una โparolaโ profetica nellโopera di sensibilizzazione allโaccoglienza che risuona con forza attraverso le diverse azioni e le opere di cui si fanno carico concretamente le comunitร cristiane. ร la sensibilizzazione che nasce dallโimpegno e dallโagire quotidiano. Dallโaltra, continua il Papa, in questa era di grandi movimenti migratori, si scopre che gli stranieri sono spesso bersaglio di sospetto e timore. Diversi dibattiti โsulle condizioni e sui limiti da porre allโaccoglienzaโ si stanno accendendo a diversi livelli โ dibattiti che hanno luogo non solo in ambito politico, ma anche in alcune comunitร cristiane โche vedono minacciata la tranquillitร tradizionaleโ.
Di fronte a tali questioni e domande, afferma il Santo Padre: โLa risposta del Vangelo รจ la misericordiaโ. Cosรฌ, entriamo nella seconda parte della struttura del Messaggio, in cui possiamo mettere in luce altre tre temi.
La misericordia porta alla solidarietร verso il prossimo: โ[La misericordia] alimenta e irrobustisce la solidarietร verso il prossimo come esigenza di risposta allโamore gratuito di Dioโ. Vi รจ un rapporto stretto tra il ricevere il dono gratuito dellโamore misericordioso di Dio e la risposta dellโuomo. Lโesperienza della misericordia, nota il Pontefice, porta ad una gioia che, poi, vuole essere espressa nellโamore ricambiato verso il prossimo. La caritร รจ il dono di Dio misericordioso che, allo stesso tempo, nutre e stimola il servizio e la solidarietร verso il prossimo. La solidarietร perรฒ non rimane soltanto espressione di rispetto e di assistenza caritatevole per lโaltro, comporta anche โ scrive il Papa – โla cura di buoni contatti personali e la capacitร di superare pregiudizi e paureโ.
Tutto questo รจ indispensabile nella seconda direttrice evidenziata del Pontefice nel Messaggio: la misericordia porta a coltivare la cultura dellโincontro. Si tratta di un concetto importante nel pensiero del Santo Padre poichรฉ appare spesso nel contesto della migrazione. Infatti, il Papa lโha giร accennato nei suoi due messaggi precedenti per le Giornate Mondiali del 2014 e 2015. La cultura dellโincontro interpella tutti affinchรฉ ciascuno sia disposto non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri, e tende a costruire comunione e unitร , il che implica anche uno scambio reciproco. โLโospitalitร , infattiโ โ scrive il Pontefice, โvive del dare e del ricevereโ.
La complessitร del fenomeno migratorio rende difficile separare i diversi aspetti, come quello politico o legislativo, quello umanitario o quello della sicurezza. La prospettiva della cultura dellโincontro implica lo sguardo alla persona del migrante nel suo insieme, con tutti i suoi aspetti. Anzitutto, non si riduce il fenomeno solo alle statistiche o ai numeri. Siamo di fronte a persone umane, che hanno un volto, una storia reale, una famiglia e concrete esperienze che non vanno trascurate. Questo รจ importante, poichรฉ stiamo parlando dellโaccoglienza di persone concrete, non di idee astratte. Allo stesso tempo, la cultura dellโincontro richiede anche da parte dei migranti lo sforzo di assumere โresponsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi oneriโ. Cosรฌ, la presenza dei migranti non diventa solo una mera giustapposizione di culture differenti nel medesimo territorio, ma un incontro di popoli, dove la proclamazione del Vangelo โispira e incoraggia itinerari che rinnovano e trasformano lโintera umanitร โ.
Il terzo argomento, rilevato dal Santo Padre nel Suo Messaggio, รจ la difesa del diritto di ciascuno a vivere con dignitร , rimanendo nella propria Patria. Scrive Papa Francesco: โLa Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignitร , anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese dโorigineโ. Nello spirito della Gaudium et Spes, ogni persona ha il diritto ad emigrare โ un diritto iscritto tra quelli fondamentali che spettano ad ogni essere umano. Ma oltre e prima di questo va riaffermato il diritto a non emigrare, cioรจ a essere in condizione di rimanere nella propria terra.
Anzitutto, osserva Papa Francesco, questo comporta la necessitร di aiutare i Paesi da cui partono i migranti e rifugiati. โLa solidarietร , la cooperazione, lโinterdipendenza internazionale e lโequa distribuzione dei beni della terraโ โ scrive il Papa nel Messaggio โ โsono elementi fondamentali per operare in profonditร e con incisivitร soprattutto nelle aree di partenza dei flussi migratoriโ. La necessitร di risposte non si limita solo alla guerra agli scafisti o alla restrizione delle norme sullโimmigrazione, ma bisogna tenere presente che chi gode di prosperitร dovrebbe mettere a disposizione dei poveri e dei bisognosi (intesi sia individualmente che come nazioni) i mezzi con cui poter rispondere ai loro bisogni ed entrare nella via dello sviluppo mediante unโequa distribuzione delle risorse del pianeta. Pianificando gli investimenti, i singoli imprenditori e le nazioni meglio sviluppate dovrebbero tenere conto degli urgenti bisogni economici dei Paesi emergenti. La proprietร e il possesso acquistano senso solo quando offrono allโuomo lโopportunitร di adempiere i propri compiti con dignitร nella vita sociale ed economica, con attenzione a raggiungere il bene comune.
Infine, aggiunge il Pontefice, โรจ indispensabile che lโopinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migrantiโ. I mass-media, come osserva il Santo Padre, hanno un ruolo di grande responsabilitร . ร importante che essi aiutino a smascherare falsi pregiudizi sulla migrazione, mostrandola nel modo piรน autentico possibile.
* * *
Il Santo Padre conclude il suo Messaggio ricordando lโimmagine biblica dellโaccoglienza del forestiero come accoglienza di Dio stesso, esortando i migranti e i rifugiati a non lasciarsi rubare la speranza e la gioia che viene dallโesperienza della misericordia di Dio. Anche questโanno, le sue parole si collocano nel richiamo biblico allโicona della Santa Famiglia esule in Egitto, alla cui intercessione Papa Francesco affida la loro vita, e tutti coloro che dedicano energie, tempo e risorse alla cura delle migrazioni.
Mi unisco alla voce del Santo Padre per esprimere personale apprezzamento e gratitudine alle persone che sono al servizio dei migranti. Le ringrazio per la loro dedizione e il loro coraggio, e auguro che lo Spirito Santo continui a mantenere viva nelle loro opere la โfantasia della caritร โ che esprimono verso tutte le persone in movimento.
Grazie per la vostra attenzione.
* * *
NOTA – MIGRANTI
Nel 2013, al livello globale, vi erano circa 232 milioni di migranti internazionali, un numero che รจ aumentato di oltre 77 milioni, pari al 50%, tra il 1990 e il 20131. Tra questi, circa il 59% (136 milioni) abita nelle regioni sviluppate del globo, mentre le regioni in via di sviluppo ospitano circa il restante 41% (96 milioni di migranti)2.
Dei circa 136 milioni di migranti internazionali che abitano nel Nord del mondo, circa 82 milioni (pari al 60%) sono nati in un Paese in via di sviluppo, mentre i restanti 54 milioni (ossia il 40%) sono nati in un altro Paese del Nord3.
Dei circa 96 milioni di migranti internazionali che abitano nel Sud del mondo, circa 82 milioni (86%) sono nati nel Sud del mondo, mentre i restanti 14 milioni (14%) provengono dal Nord del mondo4.
Dal 2010 al 2013, lโaumento del numero di migranti internazionali รจ sceso a circa 3,6 milioni allโanno. Durante questo periodo, lโEuropa ha ricevuto il numero piรน grande (1,1 milioni allโanno), seguita da Asia (1,0 milioni) e America del Nord (0,6 milioni). In Africa, si รจ registrato un incremento annuo di 0,5 milioni, nonostante un forte calo del numero di rifugiati5.
A livello globale, la percentuale di donne migranti รจ rimasta relativamente stabile, passando dal 49,1% del 2000 al 48,0% del 2013. Dal 2000 al 2013 in Australia e Nuova Zelanda, America del Nord, America del Sud ed Europa occidentale, la percentuale รจ aumentata in parte a causa della maggiore aspettativa di vita delle donne. Al contrario, la quota di donne migranti in Africa รจ scesa dal 47,2 al 45,9%, mentre in Asia รจ passata dal 45,4 al 41,6% nello stesso periodo, a causa della crescente domanda di lavoro manuale6.
Il numero di migranti internazionali sotto i 20 anni รจ aumentato da 30,9 milioni nel 2000 a 34.900.000 nel 2013 ed ha avuto luogo nel paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, la quota globale di giovani migranti ospitati nel mondo in via di sviluppo รจ salita dal 56% nel 2000 al 62% nel 2013. Dal 2000 al 2013 lโAsia ha il maggior numero di giovani migranti – quasi 3,1 milioni. Al contrario, nello stesso periodo lโAmerica settentrionale ha visto il numero dei migranti internazionali minorenni diminuire di 0,6 milioni. Nel 2013, la percentuale di migranti che hanno meno di 20 anni era piรน alta in Africa (30%), seguita da America Latina e Caraibi (24%).7
In generale, si notano quattro assi di migrazione: Nord-Nord, Sud-Sud, Nord-Sud e Sud-Nord e secondo il World Migration Report 2013 dellโOrganizzazione Mondiale per la Migrazione (OIM), i piรน comuni corridoi per ciascuna delle assi di migrazione sono8:
- Nord-Nord: la migrazione dalla Germania verso gli Stati Uniti dโAmerica, seguita da quella dal Regno Unito verso lโAustralia; infine il movimento migratorio dal Canada, dalla Repubblica di Corea e dal Regno Unito verso gli Stati Uniti dโAmerica.
- Sud-Sud: la migrazione dallโUcraina verso la Federazione Russa, seguita da quella in direzione inversa dalla Federazione Russa verso lโUcraina; quindi la migrazione dal Bangladesh verso il Bhutan, e quella dal Kazakhstan verso la Federazione Russa e lโAfghanistan.
- Sud-Nord: al primo posto, la migrazione dal Messico verso gli Stati Uniti dโAmerica, seguita da quella dalla Turchia verso la Germania; infine la migrazione dalle Filippine, dalla Cina e dallโIndia verso gli Stati Uniti dโAmerica.
- Nord-Sud: dagli Stati Uniti dโAmerica verso il Messico e il Sudafrica, seguita dalla migrazione dalla Germania verso la Turchia, quella dal Portogallo verso il Brasile e, infine, quella dallโItalia verso lโArgentina.
Vi sono anche due altre caratteristiche delle migrazioni moderne che, dal punto di vista della pastorale della Chiesa, hanno un significato rilevante. La prima, notata dallo stesso rapporto dellโOIM del 2013, รจ che la maggioranza dei migranti nel mondo sono uomini, tranne il caso lungo lโasse Nord-Nord, dove la migrazione รจ a maggioranza femminile9.
La seconda, anchโessa evidenziata dallo stesso rapporto, รจ che vi รจ una migrazione sempre piรน giovane nel Sud del mondo. In particolare, si rilevano tre trend distinti per quanto riguarda lโetร dei migranti10. Al primo posto, la percentuale dei migranti fino a 24 anni di etร รจ molto piรน elevata al Sud rispetto a quella del Nord, specialmente nella fascia dโetร tra 0 e 14 anni. In secondo luogo, al contrario, nella fascia di etร lavorativa (tra 19 e 65 anni di vita) vi รจ una presenza piรน forte nei Paesi del Nord del mondo. Infine, le statistiche mostrano una maggior presenza di migranti internazionali al Sud del mondo nelle fasce di etร piรน avanzate, ed รจ una presenza soprattutto femminile. Questo, secondo il rapporto, si spiega grazie a migliori condizioni di vita o alle difficoltร a ritornare al Paese dโorigine.
* * *
NOTA – RIFUGIATI
(secondo lโOrganizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) – ultimo aggiornamento: 29 settembre 2015)
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* arrivi in Europa via mare nel 2015: |
522.134 |
|
* morti/scomparsi nel 2015: |
2.892 (nel 2014 erano giร 3.036) |
|
Arrivi in Europa via mare: |
522.134 totale |
|
dei quali: |
130.891 in ITALIA |
| ย |
388.324 in GRECIA |
| ย |
2.819 in SPAGNA |
| ย |
100 in MALTA |
5 principali Paesi di origine (nel 2015)
VERSO LโITALIA:
|
– Eritrea |
30.708 |
|
– Nigeria |
15.113 |
|
– Somalia |
8.790 |
|
– Sudan |
7.126 |
|
– Siria |
6.710 |
VERSO LA GRECIA:
|
– Siria |
175.375 |
|
– Afghanistan |
50.177 |
|
– Pakistan |
11.289 |
|
– Albania |
10.985 |
|
– Iraq |
9.059 |
Nel 2015, i migranti non sono morti soltanto nel Mar Mediterraneo. Secondo le statistiche, nel 2015 (fino al 25 settembre), nel mondo sono morti 3.903 migranti (solo le morti documentate) nelle seguenti zone:
|
Mediterraneo |
2.892 |
|
Golfo del Bengala |
460 |
|
confine USA/Messico |
133 |
|
Europa |
114 |
|
Sudest asiatico |
99 |
|
Corno dโAfrica |
86 |
|
Sahara |
48 |
|
Caraibi |
46 |
|
Sudest Africano |
30 |
|
America Centrale |
19 |
|
Est asiatico |
15 |
|
Africa meridionale |
2 |
——
(statistiche dellโACNUR (Global Trends 2014 โ pubblicato il 7 gennaio 2015))
Nel mondo ci sono circa 46,3 milioni fra rifugiati e sfollati interni.
Dopo la Siria (che ha 7,6 milioni di sfollati interni e 3.880.000 rifugiati) e lโAfghanistan (2.590.000), i principali Paesi dโorigine dei rifugiati sono:
|
la Somalia – oltre 1,1 milioni di persone sparse principalmente fra Kenya, Etiopia e Yemen; |
||
|
il Sudan |
670.000 |
ย |
|
il Sud Sudan |
509.000 |
ย |
|
la Rep. Dem. del Congo |
493.000 |
ย |
|
il Myanmar |
480.000 |
ย |
|
lโIraq |
426.000 |
ย |
|
la Colombia |
397.000 |
ย |
Quanto alle nazioni ospitanti, invece, oltre 1,6 milioni di cittadini afgani hanno trovato rifugio in Pakistan.
|
Libano |
1.100.000 Persone nei campi profughi |
||
|
Iran |
982.000 |
ย | |
|
Turchia |
824.000 |
ย | |
|
Giordania |
737.000 |
ย | |
|
Etiopia |
588.000 |
ย | |
|
Kenya |
537.000 |
ย | |
|
Ciad |
455.000 |
ย | |
| ย | |||
Altre informazioni pertinenti a livello mondiale:
- nel solo 2014, ci sono stati 13.900.000 nuovi migranti forzati โ 4 volte il numero del 2010.
- 19,5 milioni di rifugiati nel 2014, rispetto ai 16,7 milioni del 2013;
- 38,2 milioni di sfollati allโinterno del proprio Paese nel 2014, rispetto ai 33,3 milioni del 2013;
- 1,8 milioni in attesa dellโesito delle domande dโasilo nel 2014, rispetto agli 1,2 milioni del 2013;
- piรน della metร dei rifugiati a livello mondiale sono bambini.
- Quasi 9 rifugiati su 10 (circa lโ86%) si trovavano in regioni e paesi considerati economicamente meno sviluppati.
- Piรน di un quarto di tutti i rifugiati erano collocati in Paesi classificati nella lista delle Nazioni meno sviluppate, compilata dalle Nazioni Unite.
__________________
- 1 United Nations Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2013), Trends in International Migrant Stock: The 2013 Revision – Migrants by Age and Sex.
- 2 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
- 3 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
- 4 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
- 5 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
- 6 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
- 7 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
- 8 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 62.
- 9 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 65.
- 10 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 66.
Intervento di S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil
Questโanno, la presentazione del Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato cade in un momento particolare, in cui tutti siamo chiamati a orientare lo sguardo verso la realtร dei rifugiati che, anche se presente ormai da anni, oggi piรน che mai รจ fortemente sottoposta allโattenzione delle comunitร .
Come sottolinea il Santo Padre in questo suo Messaggio, โnella nostra epoca, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta: profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettivitร , sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo lโorizzonte culturale e sociale con cui vengono a confrontoโ.
In questo contesto, ci chiediamo qual รจ la posizione della Chiesa, cosa sta facendo e cosa ancora puรฒ fare.
In primo luogo, la Chiesa si fa portavoce dei piรน deboli davanti alla comunitร internazionale, denunciando ingiustizie e indifferenza, sensibilizzando la societร , incoraggiando la solidarietร e favorendo il dialogo.
In secondo luogo, la Chiesa sโimpegna a offrire risposte concrete. ร importante ricordare il lavoro, tante volte silenzioso, che da tempo portano avanti le diocesi, le congregazioni religiose e le associazioni e i movimenti ecclesiali. Ma vogliamo e dobbiamo fare ancora di piรน.
Nel Messaggio, il Papa sollecita tutti ad affrontare il fenomeno migratorio con lโamore di Cristo e afferma che โla risposta del Vangelo รจ la misericordiaโ.
E, a questo proposito, non possiamo non ricordare lโappello del Papa durante lโAngelus di domenica 6 settembre quando ha chiesto di accogliere i rifugiati nelle comunitร ecclesiali. A questo invito molti stanno giร dando risposte concrete e generose.
Il Messaggio Pontificio ci sprona a riflettere su come possiamo vivere le mutazioni migratorie per trasformarle in opportunitร per unโautentica crescita umana, sociale e spirituale ripensando a ciรฒ che si sta facendo a livello politico, pubblico ed ecclesiale per capire come si puรฒ migliorare.
Certamente, รจ importante accogliere con generositร chi arriva ma il passo piรน importante da compiere รจ quello che porta ad affrontare le cause che producono le migrazioni forzate. ร indispensabile eliminare i problemi alla radice e, cosรฌ come ci suggerisce anche il Santo Padre, โquesto processo dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessitร di aiutare i Paesi da cui partono migranti e profughiโ. Per questo, lโimpegno primario sta nellโedificazione della pace e della giustizia, avviando percorsi di riconciliazione nei Paesi in cui sono in atto conflitti e aiutando lo sviluppo integrale delle zone di provenienza dei flussi migratori. A tutti va riconosciuto il diritto a vivere una vita dignitosa nel proprio Paese di origine.
Questo particolare momento รจ anche unโopportunitร per mettere la persona al centro di ogni decisione, rivedendo sia gli investimenti pubblici in ambito sociale che le politiche e le legislazioni attualmente vigenti in materia di migrazione e asilo perchรฉ offrano risposte piรน adeguate alle nuove situazioni.
Allโappello del Papa anche le singole comunitร sono chiamate a rispondere e affrontare la situazione in modo costruttivo innanzitutto partendo dallโaccoglienza che รจ sicuramente una ricchezza sia per chi la riceve sia per chi la offre. Siamo consapevoli delle difficoltร che possono nascere ma รจ importante che lโaccoglienza sia fraterna trasformando, come dice il Papa nel Messaggio, โcoloro che accolgono nellโabbraccio del Padreโ. Ecco perchรฉ ciรฒ che si vuole offrire รจ sรฌ una casa, ma allo stesso tempo anche un tessuto umano di relazioni. Tutta la comunitร รจ chiamata ad accogliere, ma saranno poi le singole famiglie a offrire ai rifugiati lโappoggio necessario, donando unโโospitalitร sanatriceโ.
Vorrei ricordare, inoltre, il ruolo centrale dello Stato in quanto primo responsabile dellโaccoglienza dei rifugiati e dei profughi e massimo garante della loro protezione. La Chiesa non vuole sostituirlo, ma desidera essergli di sostegno. Tutto si deve realizzare nel dialogo tra le relative autoritร civili.
Lโaccoglienza ecclesiale deve essere ben organizzata e coordinata, sapendo che la buona volontร , pur essendo importante, non รจ sufficiente.
Scopo primario dellโospitare รจ lโintegrazione dei rifugiati nella societร offrendo loro gli strumenti adatti per raggiungere lโautonomia necessaria ed evitando di cadere nellโassistenzialismo e, come suggerisce il Santo Padre, proponendo itinerari di integrazione a breve e a lungo termine che vadano oltre la risposta immediata che ci viene richiesta. A questo riguardo รจ sempre piรน urgente differenziare gli interventi per i richiedenti asilo e per chi, invece, ha giร ottenuto lo status di rifugiati o unโaltra forma di protezione internazionale che garantisce una permanenza nel territorio; in questo modo รจ possibile concretizzare percorsi adeguati di accompagnamento.
ร inoltre importante non trascurare i singoli interventi da considerare al momento dellโaccoglienza tra i quali rientrano gli aspetti legali, sanitari, psicologici, lavorativi, finanziari, religiosi, culturali ed educativi.
Siamo convinti che lโaccoglienza sia un gesto di misericordia cristiano e umano necessario, ma cโรจ bisogno di uno sforzo nella coordinazione e nellโaccompagnamento per mettere al centro lโospite in arrivo e per offrire alle comunitร la possibilitร di rispondere al meglio alla sollecitazione โMigranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordiaโ.
