Predica di padre Cantalamessa
Abbiamo appena ascoltato il racconto del processo di Gesรน di fronte a Pilato. Cโรจ in esso un momento sul quale una volta tanto dobbiamo soffermarci.
โAllora Pilato fece prendere Gesรน e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: โSalve, re dei Giudei!โ. E gli davano schiaffi. [โฆ] Allora Gesรน uscรฌ, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: Ecce homo! โEcco lโuomo!โ (Gv 19, 1-5).
Tra gli innumerevoli dipinti che hanno per tema lโEcce Homo, ce nโรจ uno che mi ha sempre impressionato. ร del pittore fiammingo del secolo XVI, Jan Mostaert, e si trova alla National Gallery di Londra. Cerco di descriverlo. Servirร a imprimerci meglio nella mente lโepisodio, dal momento che il pittore non fa che trascrivere fedelmente a colori i dati del racconto evangelico, soprattutto quello di Marco (Mc 15,16-20).
https://youtu.be/cKpi0GKry_I
Gesรน ha in capo una corona di spine. Un fascio di arbusti spinosi che si trovava nel cortile, preparato forse per accendere il fuoco, ha suggerito ai soldati lโidea di questa crudele parodia della sua regalitร . Dal capo di Gesรน scendono gocce di sangue. Ha la bocca semiaperta, come chi fa fatica a respirare. Sulle spalle gli รจ posto un mantello pesante e consunto, piรน simile a latta che a stoffa. E sono spalle solcate dai colpi recenti della flagellazione! Ha i polsi legati a due ritorte con una rozza fune; in una mano gli hanno messo una canna a modo di scettro e nellโaltra un fascio di verghe, simboli beffardi della sua regalitร . Gesรน non puรฒ piรน muovere neppure un dito; รจ lโuomo ridotto allโimpotenza piรน totale, il prototipo di tutti gli ammanettati della storia.
Meditando sulla Passione, il filosofo Blaise Pascal scrisse un giorno queste parole: โCristo รจ in agonia fino alla fine del mondo: non bisogna dormire durante questo tempoโ . Cโรจ un senso in cui queste parole si applicano alla persona stessa di Gesรน, cioรจ al capo del corpo mistico, non solo alle sue membra. Non, nonostante che ora รจ risorto e vivo, ma proprio perchรฉ รจ risorto e vivo. Ma lasciamo da parte questo significato troppo misterioso per noi e parliamo del senso piรน certo di quelle parole. Gesรบ รจ in agonia fino alla fine del mondo in ogni uomo o donna sottoposti agli stessi suoi tormenti. โLโavete fatto a me!โ (Mt, 25, 40): questa sua parola, egli non lโha detta solo dei credenti in lui; lโha detta di ogni uomo e di ogni donna affamati, nudi, maltrattati, carcerati.
Per una volta non pensiamo alle piaghe sociali, collettive: la fame, la povertร , lโingiustizia, lo sfruttamento dei deboli. Di esse si parla spesso โ anche se mai abbastanza -, ma cโรจ il rischio che diventino delle astrazioni. Categorie, non persone. Pensiamo piuttosto alle sofferenze dei singoli, delle persone con un nome e unโidentitร precise; alle torture decise a sangue freddo e inflitte volontariamente, in questo stesso momento, da esseri umani a un altri esseri umani, perfino a dei bambini.
Quanti โEcce homoโ nel mondo! Mio Dio, quanti โEcce homoโ! Quanti prigionieri che si trovano nelle stesse condizioni di Gesรบ nel pretorio di Pilato: soli, ammanettati, torturati, in balia di militari rozzi e pieni di odio, che si abbandonano a ogni sorta di crudeltร fisica e psicologica, divertendosi a veder soffrire. โNon bisogna dormire, non bisogna lasciarli soli!โ
Lโesclamazione โEcce homo!โ non si applica solo alle vittime, ma anche ai carnefici. Vuole dire: ecco di che cosa รจ capace lโuomo! Con timore e tremore, diciamo pure: ecco di che cosa siamo capaci noi uomini! Altro che la marcia inarrestabile dellโhomo sapiens sapiens, lโuomo che, secondo qualcuno, doveva nascere dalla morte di Dio e prenderne il posto .
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I cristiani non sono certamente le sole vittime della violenza omicida che cโรจ nel mondo, ma non si puรฒ ignorare che in molti paesi essi sono le vittime designate e piรน frequenti. Eโ di ieri la notizia di 147 cristiani trucidati dalla furia jihadista degli estremisti somali in un campus universitario del Kenya. Chi ha a cuore le sorti della propria religione, non puรฒ rimanere indifferente di fronte a tutto ciรฒ. Gesรน disse un giorno ai suoi discepoli: โViene lโora in cui chiunque vi ucciderร crederร di rendere onore a Dioโ (Gv 16, 2). Mai forse queste parole hanno trovato, nella storia, un compimento cosรฌ puntuale come oggi.
Un vescovo del III secolo, Dionigi di Alessandria, ci ha lasciato la testimonianza di una Pasqua celebrata dai cristiani durante la feroce persecuzione dellโimperatore romano Decio: โCi esiliarono e, soli fra tutti, fummo perseguitati e messi a morte. Ma anche allora abbiamo celebrato la Pasqua. Ogni luogo dove si pativa divenne per noi un posto per celebrare la festa: fosse un campo, un deserto, una nave, una locanda, una prigione. I martiri perfetti celebrarono la piรน splendida delle feste pasquali, essendo ammessi al festino celesteโ . Sarร cosรฌ per molti cristiani anche la Pasqua di questo anno, il 2015 dopo Cristo.
Cโรจ stato qualcuno che ha avuto il coraggio di denunciare, da laico, la inquietante indifferenza delle istituzioni mondiali e dellโopinione pubblica di fronte a tutto ciรฒ, ricordando a che cosa una tale indifferenza ha portato nel passato . Rischiamo di essere tutti, istituzioni e persone del mondo occidentale, dei Pilati che si lavano le mani.
A noi, perรฒ, in questo giorno non รจ consentito fare alcuna denuncia. Tradiremmo il mistero che stiamo celebrando. Gesรบ morรฌ gridando: โPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoโ (Lc 23, 34). Questa preghiera non รจ semplicemente mormorata a fior di labbra; รจ gridata perchรฉ la si oda bene. Anzi non รจ neppure una preghiera, รจ una richiesta perentoria, fatta con lโautoritร che gli viene dallโessere il Figlio: โPadre, perdona loro!โ E poichรฉ lui stesso ha detto che il Padre ascoltava ogni sua preghiera (Gv 11, 42), dobbiamo credere che ha ascoltato anche questa sua ultima preghiera dalla croce, e che quindi i crocifissori di Cristo sono stati perdonati da Dio (certo, non senza essersi prima, in qualche modo, ravveduti) e sono con lui in paradiso, a testimoniare per lโeternitร fin dove รจ stato capace di spingersi lโamore di Dio.
Lโignoranza, per se, si verificava esclusivamente nei soldati. Ma la preghiera di Gesรบ non si limita ad essi. La grandezza divina del suo perdono consiste nel fatto che รจ offerto anche ai suoi piรน accaniti nemici. Proprio per loro adduce la scusante dellโ ignoranza. Anche se hanno agito con astuzia e cattiveria, in realtร non sapevano ciรฒ che facevano, non pensavano di mettere in croce un uomo che era realmente Messia e Figlio di Dio! Invece di accusare i suoi avversari, oppure di perdonare affidando al Padre celeste la cura di vendicarlo, egli li difende.
Il suo esempio propone ai discepoli una generositร infinita. Perdonare con la sua stessa grandezza dโanimo non puรฒ comportare semplicemente un atteggiamento negativo, con cui si rinuncia a volere il male per chi fa del male; deve tradursi invece in una volontร positiva di fare loro del bene, se non altro con una preghiera rivolta a Dio, in loro favore. โPregate per quelli che vi perseguitanoโ (Mt 5, 44). Questo perdono non puรฒ trovare neppure un compenso nella speranza di un castigo divino. Deve essere ispirato da una caritร che scusa il prossimo, senza tuttavia chiudere gli occhi di fronte alla veritร , ma cercando anzi di fermare i malvagi in modo che non facciano altro male agli altri e a se stessi.
Ci verrebbe da dire: โSignore, ci chiedi lโimpossibile!โ Ci risponderebbe: โLo so, ma io sono morto per potervi dare ciรฒ che vi chiedo. Non vi ho dato solo il comando di perdonare e neppure soltanto un esempio eroico di perdono; con la mia morte vi ho procurato la grazia che vi rende capaci di perdonare. Io non ho lasciato al mondo solo un insegnamento sulla misericordia, come hanno fatto tanti altri. Io sono anche Dio e ho fatto scaturire per voi dalla mia morte fiumi di misericordia. Da essi potete attingere a piene mani nellโanno giubilare della misericordia che vi sta davantiโ.
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Allora, dirร qualcuno, seguire Cristo รจ un votarsi sempre passivamente alla sconfitta e alla morte? Al contrario! โAbbiate coraggioโ, egli disse ai suoi apostoli prima di avviarsi alla passione: โIo ho vinto il mondoโ (Gv 16, 33). Cristo ha vinto il mondo, vincendo il male del mondo. La vittoria definitiva del bene sul male, che si manifesterร alla fine dei tempi, รจ giร avvenuta, di diritto e di fatto, sulla croce di Cristo. โOra โdiceva โ รจ il giudizio di questo mondoโ (Gv 12, 31). Da quel giorno il male รจ perdente; tanto piรน perdente, quanto piรน sembra trionfare. ร giร giudicato e condannato in ultima istanza, con una sentenza inappellabile.
Gesรน ha vinto la violenza non opponendo ad essa una violenza piรน grande, ma subendola e mettendone a nudo tutta lโingiustizia e lโinutilitร . Ha inaugurato un nuovo genere di vittoria che santโAgostino ha racchiuso in tre parole: โVictor quia victima โ Vincitore perchรฉ vittimaโ . Fu โvedendolo morire cosรฌโ, che il centurione romano esclamรฒ: โVeramente, questโuomo era Figlio di Dio!โ (Mc 15, 39). Gli altri si chiedevano cosa significasse lโโalto gridoโ che Gesรบ emise morendo (Mc 15, 37). Lui che era esperto di combattenti e di combattimenti, riconobbe subito che era un grido di vittoria .
Il problema della violenza ci assilla, ci scandalizza, oggi che essa ha inventato forme nuove e spaventose di crudeltร e di barbarie. Noi cristiani reagiamo inorriditi allโidea che si possa uccidere in nome di Dio. Qualcuno perรฒ obietta: ma la Bibbia non รจ anchโessa piena di storie di violenza? Non รจ, Dio, chiamato โil Signore degli esercitiโ? Non รจ attribuito a lui lโordine di votare allo sterminio intere cittร ? Non รจ lui che prescrive, nella Legge mosaica, numerosi casi di pena di morte?
Se avessero rivolto a Gesรน, durante la sua vita, la stessa obiezione, egli avrebbe sicuramente risposto ciรฒ che rispose a proposito del divorzio: โPer la durezza del vostro cuore Mosรจ vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu cosรฌโ (Mt 19, 8). Anche a proposito della violenza, โal principio non era cosรฌโ. Il primo capitolo della Genesi ci presenta un mondo dove non รจ neppure pensabile la violenza, nรฉ degli esseri umani tra di loro, nรฉ tra gli uomini e gli animali. Neppure per vendicare la morte di Abele, dunque per punire un assassino, รจ lecito uccidere (cf Gn 4, 15).
Il genuino pensiero di Dio รจ espresso dal comandamento โNon uccidereโ, piรน che dalle eccezioni fatte ad esso nella Legge, che sono concessioni alla โdurezza del cuoreโ e dei costumi degli uomini. La violenza, dopo il peccato, fa parte purtroppo della vita, e lโAntico Testamento, che riflette la vita e deve servire per la vita, cerca almeno, con la sua legislazione e con la stessa pena di morte, di incanalare e arginare la violenza perchรฉ non degeneri in arbitrio personale e non ci si sbrani a vicenda .
Paolo parla di un tempo caratterizzato dalla โtolleranzaโ di Dio (Rm 3, 25). Dio tollera la violenza, come tollera la poligamia, il divorzio e altre cose, ma viene educando il popolo verso un tempo in cui il suo piano originario verrร โricapitolatoโ e rimesso in onore, come per una nuova creazione. Questo tempo รจ arrivato con Gesรน che, sul monte, proclama: โAvete inteso che fu detto: โOcchio per occhio e dente per denteโ; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche lโaltraโฆ Avete inteso che fu detto: โAmerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemicoโ; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutoriโ (Mt 5, 38-39; 43-44).
Il vero โdiscorso della montagnaโ che ha cambiato il mondo non รจ perรฒ quello che Gesรน pronunciรฒ un giorno su una collina della Galilea, ma quello che proclama ora, silenziosamente, dalla croce. Sul Calvario egli pronuncia un definitivo โNo!โ alla violenza, opponendo ad essa, non semplicemente la non-violenza, ma, di piรน, il perdono, la mitezza e lโamore. Se ci sarร ancora violenza, essa non potrร piรน, neppure remotamente, richiamarsi a Dio e ammantarsi della sua autoritร . Farlo significa far regredire lโidea di Dio a stadi primitivi e grossolani, superati dalla coscienza religiosa e civile dellโumanitร .
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I veri martiri di Cristo non muoiono con i pugni chiusi, ma con le mani giunte. Ne abbiamo avuto tanti esempi recenti. ร lui che ai 21 cristiani copti uccisi dallโISIS in Libia il 22 Febbraio scorso, ha dato la forza di morire sotto i colpi, mormorando il nome di Gesรบ. E anche noi preghiamo:
โSignore Gesรน Cristo, ti preghiamo per i nostri fratelli di fede perseguitati, e per tutti gli Ecce homo che ci sono, in questo momento, sulla faccia della terra, cristiani e non cristiani. Maria, sotto la croce tu ti sei unita al Figlio e hai mormorato dietro di lui: โPadre, perdona loro!โ: aiutaci a vincere il male con il bene, non solo sullo scenario grande del mondo, ma anche nella vita quotidiana, dentro le stesse mura di casa nostra. Tu, che, โsoffrendo col Figlio tuo morente sulla croce, hai cooperato in modo tutto speciale allโopera del Salvatore con lโobbedienza, la fede, la speranza e lโardente caritร โ , ispira agli uomini e alle donne del nostro tempo pensieri di pace, di misericordia. E di perdono. Cosรฌ siaโ.
1.Blaise Pascal, โIl mistero di Gesรบโ (Pensieri, ed. Brunschvicg, n. 553).
2.F. Nietzsche, La gaia scienza,III, 125.
3.Dionigi di Alessandria, in Eusebio, Storia eccl., VII, 22, 4.
4.Ernesto Galli della Loggia, โLโindifferenza che uccideโ, in โCorriere della seraโ 28 Luglio 2014, p. 1.
5.S.Agostino, Confessioni, X, 43.
6.Cf. F. Topping โAn impossible Godโ.
7.Cf R. Girard, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Adelphi, Milano 19963.
8.Lumen gentium, n. 61.
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Fonte: Radio Vaticana via FeedRss
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