CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DEI BEATI:
ย – GIOVANNI ANTONIO FARINA
– KURIAKISE ELIAS CHAVARA DELLA SACRA FAMIGLIA
– LUDOVICO DA CASORIA
– NICOLA DA LONGOBARDI
– EUFRASIA ELUVATHINGAL DEL SACRO CUORE
– AMATO RONCONI
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Solennitร di Nostro Signore Gesรน Cristo, Re dell’Universo
Piazza San Pietro
Domenica, 23 novembre 2014
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La liturgia oggi ci invita a fissare lo sguardo su Gesรน come Re dellโUniverso. La bella preghiera del Prefazio ci ricorda che il suo regno รจ ยซregno di veritร e di vita, regno di santitร e di grazia, regno di giustizia, di amore e di paceยป. Le Letture che abbiamo ascoltato ci mostrano come Gesรน ha realizzato il suo regno; come lo realizza nel divenire della storia; e che cosa chiede a noi.
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Anzitutto, come Gesรน ha realizzato il regno: lo ha fatto con la vicinanza e la tenerezza verso di noi. Egli รจ il Pastore, di cui ci ha parlato il profeta Ezechiele nella prima Lettura (cfr 34,11-12.15-17). Tutto questo brano รจ intessuto di verbi che indicano la premura e lโamore del Pastore verso il suo gregge: cercare, passare in rassegna, radunare dalla dispersione, condurre al pascolo, far riposare, cercare la pecora perduta, ricondurre quella smarrita, fasciare la ferita, curare la malata, avere cura, pascere. Tutti questi atteggiamenti sono diventati realtร in Gesรน Cristo: Lui รจ davvero il โPastore grande delle pecore e custode delle nostre animeโ (cfr Eb 13,20; 1Pt 2,25).
E quanti nella Chiesa siamo chiamati ad essere pastori, non possiamo discostarci da questo modello, se non vogliamo diventare dei mercenari. A questo riguardo, il popolo di Dio possiede un fiuto infallibile nel riconoscere i buoni pastori e distinguerli dai mercenari.
Dopo la sua vittoria, cioรจ dopo la sua Risurrezione, come Gesรน porta avanti il suo regno? Lโapostolo Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, dice: ยซEโ necessario che egli regni finchรฉ non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piediยปย (15,25). Eโ il Padre che a poco a poco sottomette tutto al Figlio, e al tempo stesso il Figlio sottomette tutto al Padre. Gesรน non รจ un re alla maniera di questo mondo: per Lui regnare non รจ comandare, ma obbedire al Padre, consegnarsi a Lui, perchรฉ si compia il suo disegno dโamore e di salvezza. Cosรฌ cโรจ piena reciprocitร tra il Padre e il Figlio. Dunque il tempo del regno di Cristo รจ il lungo tempo della sottomissione di tutto al Figlio e della consegna di tutto al Padre. ยซLโultimo nemico ad essere annientato sarร la morteยป (1 Cor 15,26). E alla fine, quando tutto sarร stato posto sotto la regalitร di Gesรน, e tutto, anche Gesรน stesso, sarร stato sottomesso al Padre, Dio sarร tutto in tutti (cfr 1 Cor 15, 28).
Il Vangelo ci dice che cosa il regno di Gesรน chiede a noi: ci ricorda che la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita anche per noi, e su questo saremo giudicati. Eโ la grande parabola del giudizio finale di Matteo 25. Il Re dice: ยซVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perchรฉ ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmiยป (25,34-36). I giusti domanderanno: quando mai abbiamo fatto tutto questo? Ed Egli risponderร : ยซIn veritร io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a meยป (Mt 25,40).
La salvezza non comincia dalla confessione della regalitร di Cristo, ma dallโimitazione delle opere di misericordia mediante le quali Lui ha realizzato il Regno. Chi le compie dimostra di avere accolto la regalitร di Gesรน, perchรฉ ha fatto spazio nel suo cuore alla caritร di Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sullโamore, sulla prossimitร e sulla tenerezza verso i fratelli. Da questo dipenderร il nostro ingresso o meno nel regno di Dio, la nostra collocazione dallโuna o dallโaltra parte. Gesรน, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno, ma sta a ciascuno di noi entrarvi, giร a partire da questa vita, facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietร . E se veramente ameremo quel fratello o quella sorella, saremo spinti a condividere con lui o con lei ciรฒ che abbiamo di piรน prezioso, cioรจ Gesรน stesso e il suo Vangelo!
Oggi la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi Santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Ciascuno di essi ha risposto con straordinaria creativitร al comandamento dellโamore di Dio e del prossimo. Si sono dedicati senza risparmio al servizio degli ultimi, assistendo indigenti, ammalati, anziani, pellegrini. La loro predilezione per i piccoli e i poveri era il riflesso e la misura dellโamore incondizionato a Dio. Infatti, hanno cercato e scoperto la caritร nella relazione forte e personale con Dio, dalla quale si sprigiona il vero amore per il prossimo. Perciรฒ, nellโora del giudizio, hanno udito questo dolce invito: ยซVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondoยป (Mt 25,34).
Con il rito di canonizzazione, ancora una volta abbiamo confessato il mistero del regno di Dio e onorato Cristo Re, Pastore pieno dโamore per il suo gregge. Che i nuovi Santi, col loro esempio e la loro intercessione, facciano crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita. Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede e la loro caritร , perchรฉ anche la nostra speranza si rivesta di immortalitร . Non lasciamoci distrarre da altri interessi terreni e passeggeri. E ci guidi nel cammino verso il regno dei Cieli la Madre, Maria, Regina di tutti i Santi. Amen.
La liturgia oggi ci invita a fissare lo sguardo su Gesรน come Re dellโUniverso. La bella preghiera del Prefazio ci ricorda che il suo regno รจ ยซregno di veritร e di vita, regno di santitร e di grazia, regno di giustizia, di amore e di paceยป. Le Letture che abbiamo ascoltato ci mostrano come Gesรน ha realizzato il suo regno; come lo realizza nel divenire della storia; e che cosa chiede a noi.
Anzitutto, come Gesรน ha realizzato il regno: lo ha fatto con la vicinanza e la tenerezza verso di noi. Egli รจ il Pastore, di cui ci ha parlato il profeta Ezechiele nella prima Lettura (cfr 34,11-12.15-17). Tutto questo brano รจ intessuto di verbi che indicano la premura e lโamore del Pastore verso il suo gregge: cercare, passare in rassegna, radunare dalla dispersione, condurre al pascolo, far riposare, cercare la pecora perduta, ricondurre quella smarrita, fasciare la ferita, curare la malata, avere cura, pascere. Tutti questi atteggiamenti sono diventati realtร in Gesรน Cristo: Lui รจ davvero il โPastore grande delle pecore e custode delle nostre animeโ (cfr Eb 13,20; 1Pt 2,25).
E quanti nella Chiesa siamo chiamati ad essere pastori, non possiamo discostarci da questo modello, se non vogliamo diventare dei mercenari. A questo riguardo, il popolo di Dio possiede un fiuto infallibile nel riconoscere i buoni pastori e distinguerli dai mercenari.
Dopo la sua vittoria, cioรจ dopo la sua Risurrezione, come Gesรน porta avanti il suo regno? Lโapostolo Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, dice: ยซEโ necessario che egli regni finchรฉ non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piediยป (15,25). Eโ il Padre che a poco a poco sottomette tutto al Figlio, e contemporaneamente il Figlio sottomette tutto al Padre, e alla fine anche sรฉ stesso. Gesรน non รจ un re alla maniera di questo mondo: per Lui regnare non รจ comandare, ma obbedire al Padre, consegnarsi a Lui, perchรฉ si compia il suo disegno dโamore e di salvezza. Cosรฌ cโรจ piena reciprocitร tra il Padre e il Figlio. Dunque il tempo del regno di Cristo รจ il lungo tempo della sottomissione di tutto al Figlio e della consegna di tutto al Padre. ยซLโultimo nemico ad essere annientato sarร la morteยป (1 Cor 15,26). E alla fine, quando tutto sarร stato posto sotto la regalitร di Gesรน, e tutto, anche Gesรน stesso, sarร stato sottomesso al Padre, Dio sarร tutto in tutti (cfr 1 Cor 15, 28).
Il Vangelo ci dice che cosa il regno di Gesรน chiede a noi: ci ricorda che la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita anche per noi, e su questo saremo giudicati. Questo sarร il protocollo del nostro giudizio. Eโ la grande parabola del giudizio finale di Matteo 25. Il Re dice: ยซVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perchรฉ ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmiยป (25,34-36). I giusti domanderanno: quando mai abbiamo fatto tutto questo? Ed Egli risponderร : ยซIn veritร io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a meยป (Mt 25,40).
La salvezza non comincia dalla confessione della regalitร di Cristo, ma dallโimitazione delle opere di misericordia mediante le quali Lui ha realizzato il Regno. Chi le compie dimostra di avere accolto la regalitร di Gesรน, perchรฉ ha fatto spazio nel suo cuore alla caritร di Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sullโamore, sulla prossimitร e sulla tenerezza verso i fratelli. Da questo dipenderร il nostro ingresso o meno nel regno di Dio, la nostra collocazione dallโuna o dallโaltra parte. Gesรน, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno, ma sta a ciascuno di noi entrarvi, giร a partire da questa vita โ il Regno incomincia adesso โ facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietร , catechesi. E se veramente ameremo quel fratello o quella sorella, saremo spinti a condividere con lui o con lei ciรฒ che abbiamo di piรน prezioso, cioรจ Gesรน stesso e il suo Vangelo!
Oggi la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi Santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Ciascuno di essi ha risposto con straordinaria creativitร al comandamento dellโamore di Dio e del prossimo. Si sono dedicati senza risparmio al servizio degli ultimi, assistendo indigenti, ammalati, anziani, pellegrini. La loro predilezione per i piccoli e i poveri era il riflesso e la misura dellโamore incondizionato a Dio. Infatti, hanno cercato e scoperto la caritร nella relazione forte e personale con Dio, dalla quale si sprigiona il vero amore per il prossimo. Perciรฒ, nellโora del giudizio, hanno udito questo dolce invito: ยซVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondoยป (Mt 25,34).
Con il rito di canonizzazione, ancora una volta abbiamo confessato il mistero del regno di Dio e onorato Cristo Re, Pastore pieno dโamore per il suo gregge. Che i nuovi Santi, col loro esempio e la loro intercessione, facciano crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita. Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede e la loro caritร , perchรฉ anche la nostra speranza si rivesta di immortalitร . Non lasciamoci distrarre da altri interessi terreni e passeggeri. E ci guidi nel cammino verso il regno dei Cieli la Madre, Maria, Regina di tutti i Santi.
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