Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza (Is 52,7)
Quante volte ci รจ capitato di attendere trepidanti una buona notizia che riguarda noi stessi, i nostri cari, i nostri amici o la comunitร in cui viviamo? Sembrano momenti interminabili, lunghissimi, talora angosciosi. E questo, soprattutto, quando รจ in gioco qualcosa dโimportante o la vita stessa. Sono istanti in cui scorrono i fotogrammi della storia personale e, guardandoli attentamente, si ridimensionano le velleitร , si rimpiange il tempo perduto, si apprezzano le cose genuine anche se piccole, si ringrazia per i doni ricevuti immeritatamente.
Proprio lโattesa di una novitร radicale e definitiva in una situazione di oppressione e di affanno era la condizione del popolo dโIsraele, descritta dal profeta Isaia tanti secoli fa. Ma รจ anche la condizione di ciascuno di noi, delle nostre comunitร , delle nostre famiglie, della nostra societร . Una condizione resa ancora piรน precaria dalla crisi sanitaria e sociale che stiamo attraversando e che ci ha messo di fronte, una volta ancora, alla nostra vulnerabilitร di fronte agli eventi. Guardiamo con preoccupazione alla situazione del nostro Paese, dove le immagini dello shopping natalizio si sovrappongono ai volti delle persone che ingrossano le file davanti alle Caritas diocesane e allโelenco sempre piรน lungo delle vittime del Covid-19.
Tutti insieme siamo in ascolto delle fatiche, delle speranze, dei bisogni materiali โ ma anche spirituali โ di un popolo che non smette di guardare alla speranza, alla Stella. Lโascolto si fa preghiera e questa spinge allโimpegno concreto. Lo abbiamo ricordato nel recente โMessaggio alle comunitร cristiane in tempo di pandemiaโ: ยซCi sembra di intravedere, nonostante le immani difficoltร che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo vivendo un tempo di possibile rinascita socialeยป.
Ed ecco che nel silenzio della notte, prolungata dalla pandemia, sappiamo per fede che sta per fare capolino la voce dellโangelo, che porterร la notizia attesa da sempre: ยซVi annuncio una grande gioia: oggi รจ nato per voi un Salvatore, che รจ Cristo Signoreยป (cf. Lc 2,10-11). La luce del Mistero incarnato squarcia le tenebre. Lโattesa diventa inno di lode e ringraziamento. Nella Messa celebrata nella notte del Natale diventa invocazione: ยซO Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cieloยป.
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Questo lโannuncio, antico e sempre nuovo, che abbiamo cominciato a contemplare in Avvento e che vorremmo consegnare idealmente ancora una volta alla comunitร cristiana in questo Natale: il โvangelo di Gesรน Cristo, Figlio di Dioโ (Mc 1,1). Nella grotta di Betlemme, in modo paradossale, risplende tutta la luce gentile del nostro Dio. In ginocchio davanti al Bambino, insieme con Maria e Giuseppe, siamo consapevoli della nostra finitudine e vulnerabilitร , percepiamo appieno la nostra debolezza di fronte alla potenza della nascita del Salvatore, che non ha esitato a farsi piccolo tra i piccoli per venire in mezzo a noi. Quel Bambino รจ la notizia che attendevamo; รจ lui il Messia che incoraggia i discepoli ad andare per le strade del mondo; รจ lui la pace che vince le guerre e le paure; รจ lui la salvezza che viene dallโalto e che ci rende una comunitร di risorti.
Ogni Natale รจ diverso dagli altri e questo, in particolare, sarร probabilmente il piรน difficile per molti, se non per tutti. Ma un Natale meno scintillante non รจ un Natale meno autentico: ricerchiamo nel nostro cuore quello che conta realmente, ciรฒ che ci rende uniti a chi amiamo, ciรฒ che รจ davvero indispensabile. Come Pastori, come sacerdoti, ma prima ancora come membra di uno stesso corpo, siamo accanto alla sofferenza e alla solitudine di ciascuno per prenderne una parte, per sollevare insieme un pezzo di croce e renderla meno pesante.
A tutti i credenti e a tutte le donne e gli uomini di buona volontร auguriamo di farsi trovare pronti la Notte di Natale, quando la buona notizia del Bambino Gesรน busserร alla porta dei nostri cuori. Aprite la porta al Signore che nasce e non abbiate timore di salire, un passo alla volta, tenendo la mano del fratello, sul monte del dolore dellโumanitร per annunciare a tutti che il nostro Dio รจ ancora lโEmmanuele, รจ il Dio-con-noi.
Buon Natale.
Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana
