LETTERA APOSTOLICA
SCRIPTURAE SACRAE AFFECTUS
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
NEL XVI CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIROLAMO
Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta รจ lโereditร che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere. Le espressioni tratte dalla memoria liturgica del Santo[1] ci offrono una chiave di lettura indispensabile per conoscere, nel XVI centenario dalla morte, la sua imponente figura nella storia della Chiesa e il suo grande amore per Cristo. Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei testi biblici; di ardente e talvolta impetuoso difensore della veritร cristiana; di ascetico e intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua generositร e tenerezza. Oggi, milleseicento anni dopo, la sua figura rimane di grande attualitร per noi cristiani del XXI secolo.
Introduzione
Il 30 settembre del 420 Girolamo concludeva a Betlemme, nella comunitร da lui fondata presso la grotta della Nativitร , la sua vicenda terrena.Si affidava, cosรฌ, a quel Signore che aveva sempre cercato e conosciuto nella Scrittura, lo stesso che come Giudice aveva giร incontrato, febbricitante, in una visione, forse nella Quaresima del 375. In quellโavvenimento, che segnรฒ una svolta decisiva nella sua vita, momento di conversione e cambiamento di prospettiva, egli si sentรฌ trascinato alla presenza del Giudice: ยซinterrogato circa la mia condizione, risposi che ero cristiano. Ma colui che presiedeva soggiunse: โTu mentisci! Sei ciceroniano, non cristianoโยป.[2] Girolamo, infatti, aveva amato fin da giovane la limpida bellezza dei testi classici latini, al cui confronto gli scritti della Bibbia gli apparivano, inizialmente, rozzi e sgrammaticati, troppo aspri per il suo raffinato gusto letterario.
Quellโepisodio della sua vita favorisce la decisione di dedicarsi interamente a Cristo e alla sua Parola, consacrando la sua esistenza a rendere sempre piรน accessibili le lettere divine agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore. Quellโevento imprime alla sua vita un nuovo e piรน deciso orientamento: diventare servitore della Parola di Dio, come innamorato della โcarne della Scritturaโ. Cosรฌ, nella ricerca continua che ha caratterizzato la sua vita, valorizza i suoi studi giovanili e la formazione ricevuta a Roma, riordinando il suo sapere nel piรน maturo servizio a Dio e alla comunitร ecclesiale.
Per questo, San Girolamo entra a pieno titolo tra le grandi figure della Chiesa antica, nel periodo definito il secolo dโoro della Patristica, vero ponte tra Oriente e Occidente: รจ amico di gioventรน di Rufino di Aquileia, incontra Ambrogio e intrattiene una fitta corrispondenza con Agostino. In Oriente conosce Gregorio di Nazianzo, Didimo il Cieco, Epifanio di Salamina. La tradizione iconografica cristiana lo consacra rappresentandolo, insieme ad Agostino, Ambrogio e Gregorio Magno, tra i quattro grandi dottori della Chiesa di Occidente.
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Giร i miei predecessori hanno voluto ricordare la sua figura in diverse circostanze. Un secolo fa, in occasione del quindicesimo centenario della morte, Benedetto XV dedicรฒ a lui la Lettera enciclica Spiritus Paraclitus (15 settembre 1920), presentandolo al mondo come ยซdoctor maximus explanandis Scripturisยป.[3] In tempi piรน recenti, Benedetto XVI ha presentato in due catechesi successive la sua personalitร e le sue opere.[4] Ora, nel sedicesimo centenario della morte, desidero anchโio ricordare San Girolamo e riproporre lโattualitร del suo messaggio e dei suoi insegnamenti, a partire dal suo grande affetto per le Scritture.
In questo senso, egli puรฒ essere posto in connessione ideale, come guida sicura e testimone privilegiato, con la XII Assemblea del Sinodo dei Vescovi, dedicata alla Parola di Dio,[5] e con lโEsortazione Apostolica Verbum Domini (VD) del mio predecessore Benedetto XVI, pubblicata proprio nella festa del Santo, il 30 settembre 2010.[6]
Da Roma a Betlemme
La vita e lโitinerario personale di San Girolamo si consumano lungo le strade dellโimpero romano, tra lโEuropa e lโOriente. Nato intorno al 345 a Stridone, al confine tra la Dalmazia e la Pannonia, nel territorio dellโodierna Croazia o Slovenia, riceve una solida educazione in una famiglia cristiana. Secondo lโuso dellโepoca, รจ battezzato in etร adulta negli anni che lo vedono a Roma studente di retorica, tra il 358 e il 364. Proprio in questo periodo romano diventa insaziabile lettore dei classici latini, che studia sotto la guida dei piรน illustri maestri di retorica del tempo.
Conclusi gli studi, intraprende un lungo viaggio in Gallia che lo porta nella cittร imperiale di Treviri, oggi in Germania. ร lร che viene a contatto, per la prima volta, con lโesperienza monastica orientale diffusa da SantโAtanasio. Matura cosรฌ un desiderio profondo che lo accompagna ad Aquileia dove inizia, con alcuni suoi amici, ยซun coro di beatiยป,[7] un periodo di vita comune.
Verso lโanno 374, passando per Antiochia, decide di ritirarsi nel deserto della Calcide, per realizzare, in maniera sempre piรน radicale, una vita ascetica in cui grande spazio รจ riservato allo studio delle lingue bibliche, prima del greco e poi dellโebraico. Si affida a un fratello ebreo, diventato cristiano, che lo introduce alla conoscenza della nuova lingua ebraica e dei suoni che definisce ยซstriduli e aspiratiยป.[8]
Il deserto, con la conseguente vita eremitica, viene scelto e vissuto da Girolamo nel suo significato piรน profondo: come luogo delle scelte esistenziali fondamentali, di intimitร e di incontro con Dio, dove attraverso la contemplazione, le prove interiori, il combattimento spirituale, arriva alla conoscenza della fragilitร , con una maggiore consapevolezza del limite proprio e altrui, riconoscendo lโimportanza delle lacrime.[9] Cosรฌ, nel deserto, avverte la concreta presenza di Dio, il necessario rapporto dellโessere umano con Lui, la sua consolazione misericordiosa. Mi piace al riguardo ricordare un aneddoto, di tradizione apocrifa. Girolamo chiede al Signore: โCosa vuoi da me?โ. Ed Egli risponde: โAncora non mi hai dato tuttoโ. โMa Signore, io ti ho dato questo, questo e questo…โ – โManca una cosaโ – โChe cosa?โ – โDammi i tuoi peccati perchรฉ io possa avere la gioia di perdonarli ancoraโ.[10]
Lo ritroviamo ad Antiochia, dove รจ ordinato sacerdote dal Vescovo Paolino, poi a Costantinopoli, verso il 379, dove conosce Gregorio di Nazianzo e dove prosegue i suoi studi, si dedica alla traduzione in latino di importanti opere dal greco (omelie di Origene e la cronaca di Eusebio), respira il clima del Concilio celebrato in quella cittร nel 381. In questi anni รจ nello studio che si rivelano la sua passione e la sua generositร . ร una benedetta inquietudine a guidarlo e a renderlo instancabile e appassionato nella ricerca: ยซOgni tanto mi disperavo, piรน volte mi arresi; ma poi riprendevo per lโostinata decisione dโimparareยป, condotto dal โseme amaroโ di tali studi a raccogliere โfrutti saporosiโ.[11]
Nel 382 Girolamo torna a Roma, mettendosi a disposizione di Papa Damaso che, apprezzando le sue grandi qualitร , ne fa un suo stretto collaboratore. Qui Girolamo si impegna in una incessante attivitร senza dimenticare la dimensione spirituale: sullโAventino, grazie al sostegno di donne aristocratiche romane desiderose di scelte radicali evangeliche, come Marcella, Paola e la figlia di lei Eustochio, crea un cenacolo fondato sulla lettura e sullo studio rigoroso della Scrittura. Girolamo รจ esegeta, docente, guida spirituale. In questo tempo intraprende una revisione delle precedenti traduzioni latine dei Vangeli, forse anche di altre parti del Nuovo Testamento; continua il suo lavoro come traduttore di omelie e commenti scritturistici di Origene, dispiega una frenetica attivitร epistolare, si confronta pubblicamente con autori eretici, a volte con eccessi e intemperanze, ma sempre mosso sinceramente dal desiderio di difendere la vera fede e il deposito delle Scritture.
Questo intenso e proficuo periodo si interrompe con la morte di Papa Damaso. Si vede costretto a lasciare Roma e, seguito da amici e da alcune donne desiderose di continuare lโesperienza spirituale e di studio biblico avviata, parte alla volta dellโEgitto โ dove incontra il grande teologo Didimo il Cieco โ e della Palestina, per stabilirsi definitivamente a Betlemme nel 386. Riprende i suoi studi filologici, ancorati ai luoghi fisici che di quelle narrazioni erano stati lo scenario.
Lโimportanza data ai luoghi santi รจ evidenziata non solo dalla scelta di vivere in Palestina, dal 386 fino alla morte, ma anche dal servizio per i pellegrinaggi. Proprio a Betlemme, luogo per lui privilegiato, presso la grotta della Nativitร fonda due monasteri โgemelliโ, maschile e femminile, con ospizi per lโaccoglienza dei pellegrini giunti ad loca sancta, rivelando la sua generositร nellโospitare quanti giungevano in quella terra per vedere e toccare i luoghi della storia della salvezza, unendo cosรฌ la ricerca culturale a quella spirituale.[12]
ร nella Sacra Scrittura che, mettendosi in ascolto, Girolamo trova sรฉ stesso, il volto di Dio e quello dei fratelli, e affina la sua predilezione per la vita comunitaria. Da qui il suo desiderio di vivere con gli amici, come giร dai tempi di Aquileia, e di fondare comunitร monastiche, perseguendo lโideale cenobitico di vita religiosa che vede il monastero come โpalestraโ in cui formare persone ยซche si ritengono inferiori a tutti per essere primi fra tuttiยป, felici nella povertร e capaci di insegnare con il proprio stile di vita. Ritiene formativo, infatti, il vivere ยซsotto il governo di un unico superiore e in compagnia di moltiยป per apprendere lโumiltร , la pazienza, il silenzio e la mansuetudine, nella consapevolezza che ยซla veritร non ama gli angoli oscuri, e non cerca i sussurratoriยป.[13] Confessa, inoltre, di ยซanelare alle cellette del monastero, [โฆ] desiderare quella sollecitudine delle formiche, dove si lavora insieme e non esiste niente che sia proprietร di qualcuno, ma tutto รจ di tuttiยป.[14]
Nello studio Girolamo non trova un effimero diletto fine a sรฉ stesso, ma un esercizio di vita spirituale, un mezzo per arrivare a Dio, e cosรฌ anche la sua formazione classica viene riordinata nel piรน maturo servizio alla comunitร ecclesiale. Pensiamo allโaiuto dato al Papa Damaso, allโinsegnamento che dedica alle donne, specie per lโebraico, sin dal primo cenacolo sullโAventino, tanto da fare entrare Paola e Eustochio ยซnei combattimenti dei traduttoriยป[15] e, cosa inaudita per il tempo, garantire loro di poter leggere e cantare i Salmi nella lingua originale.[16]
Una cultura, la sua, messa a servizio e ribadita come necessaria ad ogni evangelizzatore. Cosรฌ ricorda allโamico Nepoziano: ยซLa parola del sacerdote deve prendere sapore grazie alla lettura delle Scritture. Non voglio che tu sia un declamatore o un ciarlatano dalle molte parole, ma uno che comprende la sacra dottrina (mysterii) e conosce fino in fondo gli insegnamenti (sacramentorum) del tuo Dio. ร tipico degli ignoranti rigirare le parole e accattivarsi lโammirazione del popolo inesperto con il parlare velocemente. Chi รจ senza pudore spesso spiega ciรฒ che non conosce e pretende di essere un grande esperto solo perchรฉ riesce a persuadere gli altriยป.[17]
A Betlemme Girolamo vive, fino alla sua morte nel 420, il periodo piรน fecondo e intenso della sua vita, completamente dedicato allo studio della Scrittura, impegnato nella monumentale opera della traduzione di tutto lโAntico Testamento a partire dallโoriginale ebraico. Nello stesso tempo, commenta i libri profetici, i salmi, le opere paoline, scrive sussidi per lo studio della Bibbia. Il prezioso lavoro confluito nelle sue opere รจ frutto di confronto e di collaborazione, dalla copiatura e collazione dei manoscritti alla riflessione e discussione: ยซNon mi sono fidato mai delle mie proprie forze per studiare i volumi divini, [โฆ] ho lโabitudine di porre questioni, anche a proposito di ciรฒ che credevo sapere, a piรน ragione su ciรฒ di cui non ero sicuroยป.[18] Perciรฒ, consapevole del proprio limite, chiede continuo sostegno nella preghiera di intercessione per la riuscita della sua traduzione dei testi sacri ยซnello stesso Spirito con cui furono scrittiยป,[19] senza dimenticare di tradurre anche opere di autori indispensabili per il lavoro esegetico, come Origene, in modo da ยซmettere a disposizione di chi vuole approfondire gli studi scientifici questo materialeยป.[20]
Lo studio di Girolamo si rivela come uno sforzo compiuto nella comunitร e a servizio della comunitร , modello di sinodalitร anche per noi, per i nostri tempi e per le diverse istituzioni culturali della Chiesa, perchรฉ siano sempre ยซluogo dove il sapere diventa servizio, perchรฉ senza un sapere che nasce dalla collaborazione e sfocia nella cooperazione non cโรจ sviluppo genuinamente e integralmente umanoยป.[21] Fondamento di tale comunione รจ la Scrittura, che non possiamo leggere da soli: ยซLa Bibbia รจ stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto lโispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col Popolo di Dio possiamo realmente entrare con il โnoiโ nel nucleo della veritร che Dio stesso ci vuol direยป.[22]
La robusta esperienza di vita, nutrita dalla Parola di Dio, fa sรฌ che Girolamo, attraverso una fitta corrispondenza epistolare, diventi guida spirituale. Egli si fa compagno di viaggio, convinto che ยซnon cโรจ arte che sโimpari senza maestroยป, come scrive a Rustico: ยซciรฒ che desidero farti capire, prendendoti per mano, come se io fossi un marinaio che, fatta ormai lโesperienza di parecchi naufragi, tenta dโistruire un navigante inespertoยป.[23] Da quellโangolo pacifico di mondo segue lโumanitร in unโepoca di grandi capovolgimenti, segnata da eventi come il sacco di Roma del 410 che lo colpรฌ profondamente.
Alle lettere affida le polemiche dottrinali, sempre nella difesa della retta fede, rivelandosi uomo di relazioni, vissute con forza e con dolcezza, con pieno coinvolgimento, senza forme edulcorate, sperimentando che ยซlโamore non ha prezzoยป.[24] Cosรฌ vive i suoi affetti con impeto e sinceritร . Questo coinvolgersi nelle situazioni in cui vive e opera si riscontra anche nel fatto che egli offre il suo lavoro di traduzione e di commento come munus amicitiae. ร un dono prima di tutto per gli amici, destinatari e dedicatari delle sue opere e ai quali chiede di leggerle con occhio amichevole piuttosto che critico, e poi per i lettori, i suoi contemporanei e quelli di ogni tempo.[25]
Consuma gli ultimi anni della sua vita nella lettura orante personale e comunitaria della Scrittura, nella contemplazione, nel servizio ai fratelli attraverso le sue opere. Tutto questo a Betlemme, accanto alla grotta dove il Verbo fu partorito dalla Vergine, consapevole che รจ ยซfelice colui che porta nel suo intimo la croce, la risurrezione, il luogo della nascita e dellโascensione di Cristo! Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore Cristo nasce ogni giorno!ยป.[26]
La chiave sapienziale del suo ritratto
Per una piena comprensione della personalitร di San Girolamo รจ necessario coniugare due dimensioni caratteristiche della sua esistenza di credente: da un lato, lโassoluta e rigorosa consacrazione a Dio, con la rinuncia a qualsiasi umana soddisfazione, per amore di Cristo crocifisso (cfr 1 Cor 2,2; Fil 3,8.10); dallโaltro, lโimpegno di studio assiduo, volto esclusivamente a una sempre piรน piena comprensione del mistero del Signore. ร proprio questa duplice testimonianza, mirabilmente offerta da San Girolamo, che viene proposta come modello: per i monaci, innanzitutto, perchรฉ chi vive di ascesi e di preghiera venga sollecitato a dedicarsi allโassiduo travaglio della ricerca e del pensiero; per gli studiosi, poi, che devono ricordare che il sapere รจ valido religiosamente solo se fondato sullโamore esclusivo per Dio, sulla spoliazione di ogni umana ambizione e di ogni mondana aspirazione.
Tali dimensioni sono state recepite nel campo della storia dellโarte, dove la presenza di San Girolamo รจ frequente: grandi maestri della pittura occidentale ci hanno lasciato le loro raffigurazioni. Potremmo organizzare le varie tipologie iconografiche lungo due linee distinte. Lโuna lo definisce soprattutto come monaco e penitente, con un corpo scolpito dal digiuno, ritirato in zone desertiche, in ginocchio o prostrato a terra, in molti casi stringendo un sasso nella destra per battersi il petto, e con gli occhi rivolti al Crocifisso. In questa linea si pone il toccante capolavoro di Leonardo da Vinci conservato nella Pinacoteca Vaticana. Un altro modo di raffigurare Girolamo รจ quello che ce lo mostra in veste di studioso, seduto al suo scrittoio, intento a tradurre e commentare la Sacra Scrittura, attorniato da volumi e pergamene, investito della missione di difendere la fede attraverso il pensiero e lo scritto. Albrecht Dรผrer, per citare un altro esempio illustre, lo ha raffigurato piรน di una volta in questo atteggiamento.
I due aspetti sopra evocati si ritrovano congiunti nella tela del Caravaggio, alla Galleria Borghese di Roma: in unโunica scena, infatti, viene presentato lโanziano asceta, sommariamente rivestito da un panno rosso, che sul tavolo ha un cranio, simbolo della vanitร delle realtร terrene; ma assieme รจ pure potentemente raffigurata la qualitร dello studioso, che tiene gli occhi fissi sul libro, mentre la sua mano intinge la penna nel calamaio nellโatto caratteristico dello scrittore.
In modo analogo โ un modo che chiamerei sapienziale โ dobbiamo comprendere il duplice profilo del percorso biografico di Girolamo. Quando, da vero ยซLeone di Betlemmeยป, esagerava nei toni, lo faceva per la ricerca di una veritร della quale era pronto a farsi incondizionato servitore. E come lui stesso spiega nel primo dei suoi scritti, Vita di San Paolo, eremita di Tebe, i leoni sono capaci di โpotenti ruggitiโ ma anche di lacrime.[27] Per questo motivo, quelle che nella sua figura appaiono due fisionomie giustapposte sono, in realtร , elementi con i quali lo Spirito Santo gli ha permesso di maturare la sua unitร interiore.
Amore per la Sacra Scrittura
Il tratto peculiare della figura spirituale di San Girolamo rimane senza dubbio il suo amore appassionato per la Parola di Dio, trasmessa alla Chiesa nella Sacra Scrittura. Se tutti i Dottori della Chiesa โ e in particolare quelli della prima epoca cristiana โ hanno attinto esplicitamente dalla Bibbia i contenuti del loro insegnamento, Girolamo lo ha fatto in modo piรน sistematico e per certi versi unico.
Gli esegeti negli ultimi tempi hanno scoperto la genialitร narrativa e poetica della Bibbia, esaltata proprio per la sua qualitร espressiva; Girolamo, invece, sottolineava piuttosto nella Scrittura il carattere umile del rivelarsi di Dio ed espresso nella natura aspra e quasi primitiva della lingua ebraica, paragonata alla raffinatezza del latino ciceroniano. Non รจ dunque per un gusto estetico che egli si dedica alla Sacra Scrittura, ma โ come รจ ben noto โ solamente perchรฉ essa lo porta a conoscere Cristo, perchรฉ lโignoranza delle Scritture รจ ignoranza di Cristo.[28]
Girolamo ci insegna che non vanno studiati solo i Vangeli, e non รจ solo la tradizione apostolica, presente negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, a dover essere commentata, perchรฉ tutto lโAntico Testamento รจ indispensabile per penetrare nella veritร e nella ricchezza del Cristo.[29] Le stesse pagine evangeliche lo attestano: esse ci parlano di Gesรน come Maestro che, per spiegare il suo mistero, ricorre a Mosรจ, ai profeti e ai Salmi (cfr Lc 4,16-21; 24,27.44-47). Anche la predicazione di Pietro e Paolo, negli Atti, si radica emblematicamente nelle antiche Scritture; senza di esse non puรฒ essere pienamente compresa la figura del Figlio di Dio, il Messia Salvatore. LโAntico Testamento non deve essere considerato come un vasto repertorio di citazioni che dimostrano il compiersi delle profezie nella persona di Gesรน di Nazaret; piรน radicalmente, invece, รจ solo alla luce delle โfigureโ anticotestamentarie che รจ possibile conoscere in pienezza il senso dellโevento di Cristo, compiutosi nella sua morte e risurrezione. Da qui la necessitร di riscoprire, nella prassi catechetica e nella predicazione, come anche nelle trattazioni teologiche, lโapporto indispensabile dellโAntico Testamento, che va letto e assimilato come nutrimento prezioso (cfr Ez 3,1-11; Ap 10,8-11).[30]
La dedizione totale di Girolamo alla Scrittura si manifesta in una forma espressiva appassionata, simile a quella degli antichi profeti. ร da loro che il nostro Dottore attinge il fuoco interiore che diventa verbo impetuoso e dirompente (cfr Ger 5,14; 20,9; 23,29; Ml 3,2; Sir 48,1; Mt 3,11; Lc 12,49), necessario per esprimere lo zelo ardente del servitore per la causa di Dio. Nella scia di Elia, di Giovanni Battista e anche dellโapostolo Paolo, lo sdegno nei confronti della menzogna, dellโipocrisia e delle false dottrine infiamma il discorso di Girolamo rendendolo provocatorio e apparentemente aspro. La dimensione polemica dei suoi scritti si comprende meglio se letta come una sorta di calco e di attualizzazione della piรน autentica tradizione profetica. Girolamo, dunque, รจ modello di inflessibile testimonianza della veritร , che assume la severitร del rimprovero per indurre a conversione. Nellโintensitร delle locuzioni e delle immagini si manifesta il coraggio del servitore che non vuole compiacere gli uomini ma esclusivamente il suo Signore (Gal 1,10), per il quale egli ha consumato ogni energia spirituale.
Lo studio della Sacra Scrittura
Lโamore appassionato di San Girolamo per le divine Scritture รจ intriso di obbedienza. Innanzitutto nei confronti di Dio, che si รจ comunicato in parole che esigono ascolto riverente,[31] e, di conseguenza, obbedienza anche a coloro che nella Chiesa rappresentano la vivente tradizione interpretativa del messaggio rivelato. La ยซobbedienza della fedeยป (Rm 1,5; 16,26) non รจ perรฒ una mera recezione passiva di ciรฒ che รจ noto; essa esige, al contrario, lโimpegno attivo della personale ricerca. Possiamo considerare San Girolamo un servitore della Parola, fedele e laborioso, consacrato interamente a favorire nei suoi fratelli di fede una piรน adeguata comprensione del ยซdepositoยป sacro loro affidato (cfr 1 Tm 6,20; 2 Tm 1,14). Senza intelligenza di ciรฒ che รจ stato scritto dagli autori ispirati, la stessa Parola di Dio รจ priva di efficacia (cfr Mt 13,19) e lโamore per Dio non puรฒ scaturire.
Ora, le pagine bibliche non sempre sono immediatamente accessibili. Come รจ detto in Isaia (29,11), anche per coloro che sanno โleggereโ โ che hanno cioรจ avuto una sufficiente formazione intellettuale โ il libro sacro appare โsigillatoโ, chiuso ermeticamente allโinterpretazione. ร, perciรฒ, necessario che intervenga un testimone competente ad apportare la chiave liberatoria, quella del Cristo Signore, il solo capace di sciogliere i sigilli e aprire il libro (cfr Ap 5,1-10), cosรฌ da svelare il prodigioso effondersi della grazia (cfr Lc 4,17-21). Molti poi, anche fra i cristiani praticanti, dichiarano apertamente di non essere capaci di leggere (cfr Is 29,12), non per analfabetismo, ma perchรฉ impreparati al linguaggio biblico, ai suoi modi espressivi e alle tradizioni culturali antiche, per cui il testo biblico risulta indecifrabile, come se fosse scritto in un alfabeto sconosciuto e in una lingua astrusa.
Si rende dunque necessaria la mediazione dellโinterprete che eserciti la sua funzione โdiaconaleโ, mettendosi al servizio di chi non riesce a comprendere il senso di ciรฒ che รจ stato scritto profeticamente. Lโimmagine che puรฒ essere evocata, al proposito, รจ quella del diacono Filippo, suscitato dal Signore per andare incontro allโeunuco che sul suo carro sta leggendo un passo di Isaia (53,7-8), senza perรฒ poterne dischiudere il significato. ยซCapisci quello che leggi?ยป, domanda Filippo; e lโeunuco risponde: ยซE come potrei capire se nessuno mi guida?ยป (At 8,30-31).[32]
Girolamo รจ la nostra guida sia perchรฉ, come ha fatto Filippo (cfr At 8,35), conduce ogni lettore al mistero di Gesรน, sia perchรฉ assume responsabilmente e sistematicamente le mediazioni esegetiche e culturali necessarie per una corretta e proficua lettura delle Sacre Scritture.[33] La competenza nelle lingue in cui la Parola di Dio รจ stata trasmessa, lโaccurata analisi e valutazione dei manoscritti, la puntuale ricerca archeologica, oltre alla conoscenza della storia dellโinterpretazione, tutte le risorse metodologiche, insomma, che nella sua epoca storica erano disponibili, vengono da lui utilizzate, concordemente e sapientemente, per orientare a una giusta comprensione della Scrittura ispirata.
Una tale dimensione esemplare dellโattivitร di San Girolamo รจ quanto mai importante anche nella Chiesa di oggi. Se, come insegna la Dei Verbum, la Bibbia costituisce ยซcome lโanima della sacra teologiaยป[34] e come il nerbo spirituale della pratica religiosa cristiana,[35] รจ indispensabile che lโatto interpretativo della Bibbia sia sorretto da specifiche competenze.
A questo scopo servono certamente i centri di eccellenza della ricerca biblica (come il Pontificio Istituto Biblico di Roma, e a Gerusalemme lโรcole Biblique e lo Studium Biblicum Franciscanum) e patristica (come lโAugustinianum di Roma), ma anche ogni Facoltร di Teologia deve impegnarsi affinchรฉ lโinsegnamento della Sacra Scrittura sia programmato in modo da assicurare agli studenti una competente capacitร interpretativa, sia nellโesegesi dei testi, sia nelle sintesi di teologia biblica. La ricchezza della Scrittura รจ purtroppo da molti ignorata o minimizzata, perchรฉ a loro non sono state fornite le basi essenziali di conoscenza.ย Accanto quindi a un incremento degli studi ecclesiastici, indirizzati a sacerdoti e a catechisti, che valorizzino in modo piรน adeguato la competenza nelle Sacre Scritture, va promossa una formazione estesa a tutti i cristiani, perchรฉ ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti inestimabili di sapienza, di speranza e di vita.[36]
Vorrei qui ricordare quanto espresso dal mio Predecessore nellโEsortazione apostolica Verbum Domini: ยซLa sacramentalitร della Parola si lascia cosรฌ comprendere in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. [โฆ] Sullโatteggiamento da avere sia nei confronti dellโEucaristia, che della Parola di Dio, San Girolamo afferma: โNoi leggiamo le sante Scritture. Io penso che il Vangelo รจ il Corpo di Cristo; io penso che le sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: Chi non mangerร la mia carne e berrร il mio sangue (Gv 6,53), benchรฉ queste parole si possano intendere anche del Mistero [eucaristico], tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue รจ veramente la parola della Scrittura, รจ lโinsegnamento di Dioโยป.[37]
Purtroppo in molte famiglie cristiane nessuno si sente in grado โ come invece รจ prescritto nella Tรดrah (cfr Dt 6,6) โ di far conoscere ai figli la Parola del Signore, con tutta la sua bellezza, con tutta la sua forza spirituale. Per questo ho voluto istituire la Domenica della Parola di Dio,[38]ย incoraggiando la lettura orante della Bibbia e la familiaritร con la Parola di Dio.[39] Ogni altra manifestazione di religiositร sarร cosรฌ arricchita di senso, sarร guidata nella gerarchia di valori e sarร indirizzata a ciรฒ che costituisce il vertice della fede: lโadesione piena al mistero di Cristo.
La Vulgata
Il โfrutto piรน dolce dellโardua seminaโ[40] di studio del greco e dellโebraico, compiuto da Girolamo, รจ la traduzione dellโAntico Testamento in latino a partire dallโoriginale ebraico. Fino a quel momento i cristiani dellโimpero romano potevano leggere integralmente la Bibbia solo in greco. Mentre i libri del Nuovo Testamento erano stati scritti in greco, per quelli dellโAntico esisteva una versione completa, la cosiddetta Septuaginta (ossia la versione dei Settanta) fatta dalla comunitร ebraica di Alessandria attorno al secolo II a.C. Per i lettori di lingua latina, invece, non vi era una versione completa della Bibbia nella loro lingua, bensรฌ solo alcune traduzioni, parziali e incomplete, a partire dal greco. A Girolamo, e dopo di lui ai suoi continuatori, spetta il merito di aver intrapreso una revisione e una nuova traduzione di tutta la Scrittura. Iniziata a Roma la revisione dei Vangeli e dei Salmi, con lโincoraggiamento di Papa Damaso, Girolamo diede poi inizio nel suo ritiro di Betlemme alla traduzione di tutti i libri anticotestamentari, direttamente dallโebraico: unโopera protrattasi per anni.
Per portare a termine questo lavoro di traduzione, Girolamo mise a frutto la sua conoscenza del greco e dellโebraico, nonchรฉ la sua solida formazione latina, e si servรฌ degli strumenti filologici che aveva a disposizione, in particolare delle Hexapla di Origene. Il testo finale coniugava la continuitร nelle formule, ormai entrate nellโuso comune, con una maggiore aderenza al dettato ebraico, senza sacrificare lโeleganza della lingua latina. Il risultato รจ un vero monumento che ha segnato la storia culturale dellโOccidente, modellandone il linguaggio teologico. La traduzione di Girolamo, superati alcuni rifiuti iniziali, diventรฒ subito patrimonio comune sia dei dotti, sia del popolo cristiano, donde il nome Vulgata.[41] LโEuropa del medioevo ha imparato a leggere, a pregare e a ragionare sulle pagine della Bibbia tradotta da Girolamo. Cosรฌ ยซla Sacra Scrittura รจ diventata una sorta di โimmenso vocabolarioโ (P. Claudel) e di โatlante iconograficoโ (M. Chagall), a cui hanno attinto la cultura e lโarte cristianaยป.[42] La letteratura, le arti, e anche il linguaggio popolare hanno costantemente attinto alla versione geronimiana della Bibbia lasciandoci tesori di bellezza e di devozione.
ร in ossequio a questo fatto incontestabile che il Concilio di Trento stabilรฌ il carattere ยซautenticoยป della Vulgata nel decreto Insuper rendendo omaggio allโuso secolare che la Chiesa ne aveva fatto e attestandone il valore come strumento per lo studio, la predicazione e le dispute pubbliche.[43]ย Tuttavia, esso non cercava di minimizzare lโimportanza delle lingue originali, come Girolamo non smetteva di ricordare, nรฉ, tantomeno, di vietare in futuro nuove imprese di traduzione integrale. San Paolo VI, raccogliendo il mandato dei Padri del Concilio Vaticano II, volle che il lavoro di revisione della traduzione della Vulgata fosse portato a compimento e messo a disposizione di tutta la Chiesa. ร cosรฌ che San Giovanni Paolo II, nella Costituzione apostolica Scripturarum thesaurus,[44]ย ha promulgato lโedizione tipica chiamata Neovulgata nel 1979.
La traduzione come inculturazione
Con questa sua traduzione, Girolamo รจ riuscito a โinculturareโ la Bibbia nella lingua e nella cultura latina e questa sua operazione รจ diventata un paradigma permanente per lโazione missionaria della Chiesa. In effetti, ยซquando una comunitร accoglie lโannuncio della salvezza, lo Spirito Santo ne feconda la cultura con la forza trasformante del Vangeloยป,[45] e si instaura cosรฌ una sorta di circolaritร : come la traduzione di Girolamo รจ debitrice della lingua e della cultura dei classici latini, le cui impronte sono ben visibili, cosรฌ essa, con il suo linguaggio e il suo contenuto simbolico e immaginifico, รจ diventata a sua volta elemento creatore di cultura.
Lโopera di traduzione di Girolamo ci insegna che i valori e le forme positive di ogni cultura rappresentano un arricchimento per tutta la Chiesa. I diversi modi in cui la Parola di Dio รจ annunciata, compresa e vissuta ad ogni nuova traduzione, arricchiscono la Scrittura stessa, poichรฉ essa, secondo la nota espressione di Gregorio Magno, cresce con il lettore,[46] ricevendo lungo i secoli nuovi accenti e nuove sonoritร . Lโinserimento della Bibbia e del Vangelo nelle diverse culture fa sรฌ che la Chiesa si manifesti sempre piรน quale ยซsponsa ornata monilibus suisยป (Is 61,10). E attesta, nello stesso tempo, che la Bibbia ha bisogno di essere costantemente tradotta nelle categorie linguistiche e mentali di ogni cultura e di ogni generazione, anche nella cultura secolarizzata globale del nostro tempo.[47]
ร stato ricordato, a ragione, che รจ possibile stabilire unโanalogia fra la traduzione, in quanto atto di ospitalitร linguistica, e altre forme di accoglienza.[48] Per questo la traduzione non รจ un lavoro che riguarda unicamente il linguaggio, ma corrisponde, in veritร , a una decisione etica piรน ampia, che si connette con lโintera visione della vita. Senza traduzione, le differenti comunitร linguistiche sarebbero nellโimpossibilitร di comunicare tra loro; noi chiuderemmo gli uni agli altri le porte della storia e negheremmo la possibilitร di costruire una cultura dellโincontro.[49] Senza traduzione, in effetti, non si dร ospitalitร , e anzi si rafforzano le pratiche di ostilitร . Il traduttore รจ un costruttore di ponti. Quanti giudizi avventati, quante condanne e conflitti nascono dal fatto che ignoriamo la lingua degli altri e che non ci applichiamo, con tenace speranza, a questa interminabile prova dโamore che รจ la traduzione!
Anche Girolamo dovette contrastare il pensiero dominante del suo tempo. Se agli albori dellโImpero romano conoscere il greco era relativamente comune, alla sua epoca giร si trattava di una raritร . Egli venne comunque a essere uno dei migliori conoscitori della lingua e della letteratura greca cristiana e intraprese un ancor piรน arduo viaggio in solitaria quando si diede allo studio dellโebraico. Se, come รจ stato scritto, ยซi limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondoยป,[50] possiamo dire che dobbiamo al poliglottismo di San Girolamo una comprensione del cristianesimo piรน universale e, al tempo stesso, piรน coerente con le sue fonti.
Con la celebrazione del centenario della morte di San Girolamo, lo sguardo si volge alla straordinaria vitalitร missionaria espressa dalla traduzione della Parola di Dio in piรน di tremila lingue. Tanti sono i missionari ai quali si deve la preziosa opera di pubblicazione di grammatiche, dizionari e altri strumenti linguistici che offrono i fondamenti alla comunicazione umana e sono un veicolo per il ยซsogno missionario di arrivare a tuttiยป.[51] ร necessario valorizzare tutto questo lavoro e investire su di esso, contribuendo al superamento delle frontiere della incomunicabilitร e del mancato incontro. Cโรจ ancora tanto da fare. Come รจ stato affermato, non esiste comprensione senza traduzione:[52] non comprenderemmo noi stessi nรฉ gli altri.
Girolamo e la Cattedra di Pietro
Girolamo ha avuto sempre un particolare rapporto con la cittร di Roma: Roma รจ il porto spirituale al quale torna continuamente; a Roma si รจ formato lโumanista e si รจ forgiato il cristiano; egli รจ homo romanus. Questo legame avviene, in modo del tutto peculiare, nella lingua dellโUrbe, il latino, di cui รจ stato maestro e cultore, ma รจ soprattutto legato alla Chiesa di Roma e, segnatamente, alla cattedra di Pietro. La tradizione iconografica, in modo anacronistico, lo ha raffigurato con la porpora cardinalizia, a segnalare la sua appartenenza al presbiterio di Roma accanto a Papa Damaso. ร a Roma che ha iniziato la revisione della traduzione. E anche quando le invidie e le incomprensioni lo hanno forzato a lasciare lโUrbe, รจ rimasto sempre fortemente legato alla cattedra di Pietro.
Per Girolamo, la Chiesa di Roma รจ il terreno fecondo dove il seme di Cristo porta frutto abbondante.[53] In unโepoca convulsa, in cui la tunica inconsutile della Chiesa รจ spesso lacerata dalle divisioni tra i cristiani, Girolamo guarda alla cattedra di Pietro come punto di riferimento sicuro: ยซIo che non seguo nessuno se non il Cristo, mi associo in comunione alla Cattedra di Pietro. So che su quella roccia รจ edificata la Chiesaยป. Nel pieno delle dispute contro gli ariani, scrive a Damaso: ยซChi non raccoglie con te, disperde, chi non รจ del Cristo, รจ dellโanticristoยป.[54] Perciรฒ puรฒ anche affermare: ยซChi รจ unito alla cattedra di Pietro, รจ dei mieiยป.[55]
Girolamo si รจ visto spesso coinvolto in aspre dispute per la causa della fede. Il suo amore per la veritร e la difesa ardente di Cristo lo hanno forse portato a eccedere nella violenza verbale nelle sue lettere e nei suoi scritti. Egli, perรฒ, vive orientato alla pace: ยซLa pace la voglio anchโio; e non solo la desidero ma la imploro! Ma intendo la pace di Cristo, la pace autentica, una pace senza residui di ostilitร , una pace che non covi in sรฉ la guerra; non la pace che soggioga gli avversari, ma quella che ci unisce in amicizia!ยป.[56]
Il nostro mondo ha bisogno piรน che mai della medicina della misericordia e della comunione. Permettetemi di ripetere ancora una volta: diamo una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa.[57] ยซDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriยป (Gv 13,35). ร quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesรน al Padre: ยซSiano una sola cosa [โฆ] in noi [โฆ] perchรฉ il mondo credaยป (Gv 17,21).
Amare ciรฒ che Girolamo amรฒ
A conclusione di questa Lettera, desidero rivolgere un ulteriore appello a tutti. Tra i tanti elogi tributati dai posteri a San Girolamo vi รจ quello che egli non fu semplicemente considerato uno dei massimi cultori della โbibliotecaโ di cui si nutre il cristianesimo nel corso del tempo, a cominciare dal tesoro delle Sacre Scritture; a lui si puรฒ applicare ciรฒ che egli stesso scriveva di Nepoziano: ยซCon la lettura assidua e la meditazione costante aveva fatto del suo cuore una biblioteca di Cristoยป.[58] Girolamo non risparmiรฒ sforzi al fine di arricchire la propria biblioteca, nella quale sempre vide un laboratorio indispensabile allโintelligenza della fede e alla vita spirituale; e in questo egli costituisce un mirabile esempio anche per il presente. Ma egli andรฒ oltre. Per lui, lo studio non rimase confinato agli anni giovanili della formazione, fu un impegno costante, una prioritร di ogni giorno della sua vita. Possiamo insomma affermare che assimilรฒ unโintera biblioteca e divenne dispensatore di sapere per molti altri. Postumiano, che nel IV secolo viaggiรฒ per lโOriente alla scoperta dei movimenti monastici, fu testimone oculare dello stile di vita di Girolamo, presso il quale soggiornรฒ alcuni mesi, e cosรฌ lo descrisse: ยซEgli รจ tutto nella lettura, tutto nei libri; non riposa nรฉ giorno nรฉ notte; sempre legge o scrive qualcosaยป.[59]
A questo proposito penso spesso allโesperienza che puรฒ fare oggi un giovane entrando in una libreria della sua cittร , o in un sito internet, e cercandovi il settore dei libri religiosi. ร un settore che, quando esiste, nella maggior parte dei casi รจ non solo marginale, ma sguarnito di opere sostanziose. Esaminando quegli scaffali, o quelle pagine in rete, difficilmente un giovane potrebbe comprendere come la ricerca religiosa possa essere unโavventura appassionante che unisce pensiero e cuore; come la sete di Dio abbia infiammato grandi menti lungo tutti i secoli fino a oggi; come la maturazione della vita spirituale abbia contagiato teologi e filosofi, artisti e poeti, storici e scienziati. Uno dei problemi odierni, non solo della religione, รจ lโanalfabetismo: scarseggiano le competenze ermeneutiche che ci rendano interpreti e traduttori credibili della nostra stessa tradizione culturale. Specialmente ai giovani voglio lanciare una sfida: partite alla ricerca della vostra ereditร . Il cristianesimo vi rende eredi di un insuperabile patrimonio culturale di cui dovete prendere possesso. Appassionatevi di questa storia, che รจ vostra. Osate fissare lo sguardo su quellโinquieto giovane Girolamo che, come il personaggio della parabola di Gesรน, vendette tutto quanto possedeva per acquistare ยซla perla di grande valoreยป (Mt 13,46).
Davvero Girolamo รจ la ยซBiblioteca di Cristoยป, una biblioteca perenne che sedici secoli piรน tardi continua a insegnarci che cosa significhi lโamore di Cristo, amore che รจ indissociabile dallโincontro con la sua Parola. Per questo lโattuale centenario rappresenta una chiamata ad amare ciรฒ che Girolamo amรฒ, riscoprendo i suoi scritti e lasciandoci toccare dallโimpatto di una spiritualitร che puรฒ essere descritta, nel suo nucleo piรน vitale, come il desiderio inquieto e appassionato di una conoscenza piรน grande del Dio della Rivelazione. Come non ascoltare, nel nostro oggi, ciรฒ a cui Girolamo spronava incessantemente i suoi contemporanei: ยซLeggi spesso le Divine Scritture; anzi le tue mani non depongano mai il libro sacroยป?[60]
Esempio luminoso รจ la Vergine Maria, da Girolamo evocata, soprattutto nella sua maternitร verginale ma anche nel suo atteggiamento di lettrice orante della Scrittura. Maria meditava in cuor suo (cfr Lc 2,19.51) ยซperchรฉ era santa e aveva letto le Sacre Scritture, conosceva i profeti e ricordava ciรฒ che lโangelo Gabriele le aveva annunciato e ciรฒ che era stato vaticinato dai profeti [โฆ], vedeva il neonato che era suo figlio, il suo unico figlio che giaceva e vagiva in quel presepe, ma chi veramente vedeva giacente era il Figlio di Dio, ciรฒ che lei vedeva lo paragonava con quanto aveva letto e sentitoยป.[61] Affidiamoci a lei, che meglio di ogni altro puรฒ insegnarci come leggere, meditare, pregare e contemplare Dio che si fa presente nella nostra vita senza mai stancarsi.
Roma, San Giovanni in Laterano, 30 settembre, memoria di San Girolamo, dellโanno 2020, ottavo del mio pontificato.
Francesco
[1]ย ยซDeus qui beato Hieronymo presbitero suavem et vivum Scripturae Sacrae affectum tribuisti, da, ut populus tuus verbo tuo uberius alatur et in eo fontem vitae invenietยป, Collecta Missae Sancti Hieronymi, Missale Romanum, editio typica tertia, Civitas Vaticana 2002.
[2] Epistula (in seguito Ep.) 22,30: CSEL 54, 190.
[3] AAS 12 (1920), 385-423.
[4] Cfr Udienze Generali 7 e 14 novembre 2007: Insegnamenti, III, 2 (2007), 553-556; 586-591.
[5] Sinodo dei Vescovi, Messaggio al Popolo di Dio della XII assemblea generale ordinaria (24 ottobre 2008).
[6] Cfr AAS 102 (2010) 681-787.
[7] Chronicum 374: PL 27, 697-698.
[8] Ep. 125,12: CSEL 56, 131.
[9] Cfr Ep. 122,3: CSEL 56, 63.
[10] Cfr Meditazione mattutina, 10 dicembre 2015. Lโaneddoto รจ riportato in A. Louf, Sotto la guida dello Spirito, Qiqaion, Magnano (BI) 1990, 154-155.
[11] Cfr Ep. 125,12: CSEL 56, 131.
[12] Cfr VD, 89: AAS 102 (2010), 761-762.
[13] Cfr Ep. 125,9.15.19: CSEL 56, 128.133-134.139.
[14] Vita Malchi monachi captivi 7,3: PL 23, 59-60; Opere storiche e agiografiche, a cura di B. Degรณrski, Opere di Girolamo XV, Cittร Nuova, Roma 2014, 196-199.
[15] Praef. Esther 2: PL 28, 1505.
[16] Cfr Ep. 108,26: CSEL 55, 344-345.
[17] Ep. 52,8: CSEL 54, 428-429; cfr VD, 60: AAS 102 (2010), 739.
[18] Praef. Paralipomenonย LXX, 1.10-15: SCh 592, 340.
[19] Praef. in Pentateuchum: PL 28, 184.
[20] Ep. 80,3: CSEL 55, 105.
[21] Messaggio in occasione della XXIV solenne Seduta pubblica delle Pontificie Accademie, 4 dicembre 2019: LโOsservatore Romano, 6 dicembre 2019, p. 8.
[22] VD, 30: AAS 102 (2010), 709.
[23] Ep. 125,15.2: CSEL 56, 133.120.
[24]ย Ep. 3,6: CSEL 54, 18.
[25] Cfr Praef. Josue, 1, 9-12: SCh 592, 316.
[26] Homilia in Psalmum 95: PL 26, 1181; cfr S. Girolamo, 59 Omelie sui Salmi (1-115), a cura di A. Capone, Opere di Girolamo IX/1, Cittร Nuova, Roma 2018, 357.
[27] Cfr Vita S. Pauli primi eremitae, 16,2: PL 23, 28; Opere storiche e agiografiche, cit., 111.
[28] Cfr In Isaiam Prol.: PL 24, 17; S. Girolamo, Commento a Isaia (1-4), a cura di R. Maisano, Opere di Girolamo IV/1, Cittร Nuova, Roma 2013, 52-53.
[29] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 14.
[32] Cfr S. Girolamo, Ep. 53,5: CSEL 54, 451; Le lettere, a cura di S. Cola, II, Cittร Nuova, Roma 1997, 54.
[33]ย Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 12.
[37] N. 56; cfr In Psalmum 147: CCL 78, 337-338; S. Girolamo, 59 Omelie sui Salmi (119-149), a cura di A. Capone, Opere di Girolamo IX/2, Cittร Nuova, Roma 2018, 171.
[38] Cfr Lett. ap. in forma di Motu Proprio Aperuit illis, 30 settembre 2019.
[39] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 152.175: AAS 105 (2013), 1083-1084.1093.
[40]ย Cfr Ep. 52,3: CSEL 54, 417.
[41]ย Cfr VD, 72: AAS 102 (2010), 746-747.
[42] S. Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti (4 aprile 1999), 5: AAS 91 (1999), 1159-1160.
[43] Cfr Denzinger-Schรถnmetzer, Enchiridion Symbolorum, 1506.
[44]ย 25 aprile 1979: AAS LXXI (1979), 557-559.
[45]ย Esort. ap. Evangelii gaudium, 116: AAS 105 (2013), 1068.
[46] Homilia in Ezech. I, 7: PL 76, 843D.
[47] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 116: AAS 105 (2013), 1068.
[48] Cfr P. Ricลur, Sur la traduction, Bayard, Paris 2004.
[49]ย Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 24: AAS 105 (2013), 1029-1030.
[50] L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 5.6.
[51] Esort. ap. Evangelii gaudium, 31: AAS 105 (2013), 1033.
[52]ย Cfr G. Steiner, After Babel. Aspects of Language and Translation, Oxford University Press, New York 1975.
[53]ย Cfr Ep. 15,1: CSEL 54, 63.
[54] Ibid., 15,2: CSEL 54, 62-64.
[55] Ibid., 16,2: CSEL 54, 69.
[56] Ibid., 82,2: CSEL 55, 109.
[57]ย Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 99: AAS 105 (2013), 1061.
[58] Ep. 60,10: CSEL 54, 561.
[59] Sulpicius Severus, Dialogus I, 9, 5: SCh 510, 136-138.
[60] Ep. 52,7: CSEL 54, 426.
[61] Homilia de nativitate Domini IV: PL Suppl. 2, 191.
