ร in vigore un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del โcoronavirusโ (COVID-19) ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.
Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo โ e destinate a restare in vigore fino a domenica 8 marzo inclusa โ con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede lโadozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Alla luce del confronto con il Governo, in queste realtร la CEI chiede che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe.
Il nuovo decreto, inoltre, stabilisce โ per lโintero territorio nazionale, fino al 3 aprile โ la โsospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metroโ (DPCM, art. 1, b).
Tra le misure di prevenzione, si evidenzia, in particolare, lโโespressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilitร ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessitร e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metroโ (DPCM, art. 2, b).
Nelle aree non a rischio, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attivitร pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilitร di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima.
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Le misure adottate mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che รจ in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunitร .
Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti piรน di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilitร scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica.
