ย ย ย ย ย Il credente si prepara alla lotta spirituale con la vigilanza: il NT chiede a piรน riprese di essere sobri e temperanti, di stare in guardia, di vegliare, di stare svegli, di stareย attenti, di essere pronti. La vigilanza รจ atteggiamento umano e spirituale con cui l’uomo รจ presente a se stesso e a Dio: รจ attitudine di luciditร e di criticitร che lo mantiene perseverante e non distratto, non dissipato. Lโuomo vigilante รจ attento a tutto il reale, lucido nei confronti di se stesso e della realtร , attento agli eventi e agli incontri, sollecito al proprio ministero, responsabile, capace di pazienza e di profonditร . Al contrario, chi non vigila รจ un uomo addormentato, intontito, che vive sotto il segno della paura, della superficialitร , della pigrizia e della negligenza.
ร l’uomo che teme il faccia a faccia con se stesso, che preferisce la tenebra alla luce, che evita di mettersi in discussione e di confrontarsi… In obbedienza al comando del Signore (ยซVegliate e pregate per non soccombere nella tentazioneยป: Matteo 26,41), la tradizione spirituale ha associato la vigilanza alla lotta spirituale e alla preghiera, che di tale lotta รจ l’arma per eccellenza, ed ha fatto della vigilanza l’arte della purificazione dei pensieri, della “custodia del cuore”, il momento fondamentale della lotta contro il peccato.
ร dunque ovvio che, nella formazione alla lotta spirituale, occorre condurre alla adesione alla realtร (e anzitutto alla realtร propria, personale, riconoscendo e dando il nome alle lacune, alle debolezze e alle negativitร che ci abitano) e alla strutturazione dello spazio interiore (educando a leggere, pensare, interpretare gli eventi, dialogare interiormente). E questo, naturalmente, mentre si introduce all’ascolto della Parola di Dio nella Scrittura, dunque alla conoscenza del Signore.
Luciano MANICARDI, La lotta spirituale, in CENTRO REGIONALE VOCAZIONI (PIEMONTE-VALLE DโAOSTA), Corso di avvio allโaccompagnamento spirituale. Atti, a cura di Gian Paolo Cassano, Casale Monferrato, Portalupi, 2007, 143-144.
ย ย ย ย ย Se lโinautenticitร รจ una produzione della mente, ne viene che condizione essenziale per lโautenticitร รจ il controllo della mente. Ma come si controlla la mente? Riportandola al reale. Fermandola sul reale. Inchiodandola sul reale. ร in questa prospettiva che io interpreto lโinvio di Gesรน alla vigilanza, la grรฉgorsis evangelica, quando dice โvegliateโ (Matteo 24,42), โtenetevi prontiโ (Matteo 24,44), โvegliate e pregate per non entrare in tentazioneโ (Matteo 26,41).
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Non si tratta tanto di attendere unโimprobabile fine del mondo con lโarrivo degli angeli allo squillo di trombe secondo scenari apocalittici che hanno terrorizzato le coscienze nei secoli passati ma che ora per fortuna non fanno piรน paura a nessuno, quanto piuttosto di aderire al presente, di leggerlo per quello che รจ, senza mentire mai, nรฉ applicandovi categorie improprie nรฉ occultandone i fatti che mettono in crisi la propria visione del mondo, perchรฉ la prima cosa di cui diffidare, a proposito delle tentazioni da cui metteva in guardia Gesรน, รจ la falsitร dei pensieri. Questa รจ la vigilanza dellโuomo maturo, adeguata alla coscienza contemporanea.
Vito MANCUSO, La vita autentica, Raffaello Cortina Ed., Milano, 2009, 82-83
