DOMENICA DI PASQUA
NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
Omelia di Papa Francesco
Le donne portano gli aromi alla tomba, ma temono che il tragitto sia inutile, perchรฉ una grossa pietra sbarra lโingresso del sepolcro. Il cammino di quelle donne รจ anche il nostro cammino; assomiglia al cammino della salvezza, che abbiamo ripercorso stasera. In esso sembra che tutto vada a infrangersi contro una pietra: la bellezza della creazione contro il dramma del peccato; la liberazione dalla schiavitรน contro lโinfedeltร allโAlleanza; le promesse dei profeti contro la triste indifferenza del popolo. Cosรฌ pure nella storia della Chiesa e nella storia di ciascuno di noi: sembra che i passi compiuti non giungano mai alla meta.
Puรฒ cosรฌ insinuarsi lโidea che la frustrazione della speranza sia la legge oscura della vita. Oggi, perรฒ, scopriamo che il nostro cammino non รจ vano, che non sbatte davanti a una pietra tombale. Una frase scuote le donne e cambia la storia: ยซPerchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo?ยป (Lc 24,5); perchรฉ pensate che sia tutto inutile, che nessuno possa rimuovere le vostre pietre? Perchรฉ cedete alla rassegnazione e al fallimento? Pasqua รจ la festa della rimozione delle pietre. Dio rimuove le pietre piรน dure, contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la morte, il peccato, la paura, la mondanitร .
La storia umana non finisce davanti a una pietra sepolcrale, perchรฉ scopre oggi la ยซpietra vivaยป (cfr 1 Pt 2,4): Gesรน risorto. Noi come Chiesa siamo fondati su di Lui e, anche quando ci perdiamo dโanimo, quando siamo tentati di giudicare tutto sulla base dei nostri insuccessi, Egli viene a fare nuove le cose, a ribaltare le nostre delusioni. Ciascuno stasera รจ chiamato a ritrovare nel Vivente colui che rimuove dal cuore le pietre piรน pesanti. Chiediamoci anzitutto: qual รจ la mia pietra da rimuovere, come si chiama? Spesso a ostruire la speranza รจ la pietra della sfiducia. Quando si fa spazio lโidea che tutto va male e che al peggio non cโรจ mai fine, rassegnati arriviamo a credere che la morte sia piรน forte della vita e diventiamo cinici e beffardi, portatori di malsano scoraggiamento. Pietra su pietra costruiamo dentro di noi un monumento allโinsoddisfazione, il sepolcro della speranza. Lamentandoci della vita, rendiamo la vita dipendente dalle lamentele e spiritualmente malata. Si insinua cosรฌ una specie di psicologia del sepolcro: ogni cosa finisce lรฌ, senza speranza di uscirne viva.
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Ecco perรฒ la domanda sferzante di Pasqua: Perchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? Il Signore non abita nella rassegnazione. ร risorto, non รจ lรฌ; non cercarlo dove non lo troverai mai: non รจ Dio dei morti, ma dei viventi (cfr Mt 22,32). Non seppellire la speranza! Cโรจ una seconda pietra che spesso sigilla il cuore: la pietra del peccato. Il peccato seduce, promette cose facili e pronte, benessere e successo, ma poi lascia dentro solitudine e morte. Il peccato รจ cercare la vita tra i morti, il senso della vita nelle cose che passano. Perchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? Perchรฉ non ti decidi a lasciare quel peccato che, come pietra allโimboccatura del cuore, impedisce alla luce divina di entrare? Perchรฉ ai luccicanti bagliori del denaro, della carriera, dellโorgoglio e del piacere non anteponi Gesรน, la luce vera (cfr Gv 1,9)? Perchรฉ non dici alle vanitร mondane che non รจ per loro che vivi, ma per il Signore della vita?
Ritorniamo alle donne che vanno al sepolcro di Gesรน. Di fronte alla pietra rimossa, restano allibite; vedendo gli angeli rimangono, dice il Vangelo, ยซimpauriteยป e col ยซvolto chinato a terraยป (Lc 24,5). Non hanno il coraggio di alzare lo sguardo. Quante volte capita anche a noi: preferiamo rimanere accovacciati nei nostri limiti, rintanarci nelle nostre paure. ร strano: perchรฉ lo facciamo? Spesso perchรฉ nella chiusura e nella tristezza siamo noi i protagonisti, perchรฉ รจ piรน facile rimanere soli nelle stanze buie del cuore che aprirci al Signore. Eppure solo Lui rialza. Una poetessa ha scritto: ยซNon conosciamo mai la nostra altezza, finchรฉ non siamo chiamati ad alzarciยป (E. DICKINSON, We never know how high we are).
Il Signore ci chiama ad alzarci, a risorgere sulla sua Parola, a guardare in alto e credere che siamo fatti per il Cielo, non per la terra; per le altezze della vita, non per le bassezze della morte: perchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? Dio ci chiede di guardare la vita come la guarda Lui, che vede sempre in ciascuno di noi un nucleo insopprimibile di bellezza. Nel peccato, vede figli da rialzare; nella morte, fratelli da risuscitare; nella desolazione, cuori da consolare. Non temere, dunque: il Signore ama questa tua vita, anche quando hai paura di guardarla e prenderla in mano. A Pasqua ti mostra quanto la ama: al punto da attraversarla tutta, da provare lโangoscia, lโabbandono, la morte e gli inferi per uscirne vittorioso e dirti: โNon sei solo, confida in me!โ. Gesรน รจ specialista nel trasformare le nostre morti in vita, i nostri lamenti in danza (cfr Sal 30,12): con Lui possiamo compiere anche noi la Pasqua, cioรจ il passaggio: passaggio dalla chiusura alla comunione, dalla desolazione alla consolazione, dalla paura alla fiducia. Non rimaniamo a guardare per terra impauriti, guardiamo a Gesรน risorto: il suo sguardo ci infonde speranza, perchรฉ ci dice che siamo sempre amati e che nonostante tutto quello che possiamo combinare il suo amore non cambia. Questa รจ la certezza non negoziabile della vita: il suo amore non cambia. Chiediamoci: nella vita dove guardo? Contemplo ambienti sepolcrali o cerco il Vivente?
Perchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? Le donne ascoltano il richiamo degli angeli, che aggiungono: ยซRicordatevi come vi parlรฒ quando era ancora in Galileaยป (Lc 24,6). Quelle donne avevano dimenticato la speranza perchรฉ non ricordavano le parole di Gesรน, la sua chiamata avvenuta in Galilea. Persa la memoria viva di Gesรน, restano a guardare il sepolcro. La fede ha bisogno di riandare in Galilea, di ravvivare il primo amore con Gesรน, la sua chiamata: di ricordarlo, cioรจ, letteralmente, di ritornare col cuore a Lui.
Ritornare a un amore vivo col Signore รจ essenziale, altrimenti si ha una fede da museo, non la fede pasquale. Ma Gesรน non รจ un personaggio del passato, รจ una Persona vivente oggi; non si conosce sui libri di storia, sโincontra nella vita. Facciamo oggi memoria di quando Gesรน ci ha chiamati, di quando ha vinto le nostre tenebre, resistenze, peccati, di come ci ha toccato il cuore con la sua Parola. Le donne, ricordando Gesรน, lasciano il sepolcro. Pasqua ci insegna che il credente si ferma poco al cimitero, perchรฉ รจ chiamato a camminare incontro al Vivente. Chiediamoci: nella vita, verso dove cammino? A volte ci dirigiamo sempre e solo verso i nostri problemi, che non mancano mai, e andiamo dal Signore solo perchรฉ ci aiuti. Ma allora sono i nostri bisogni, non Gesรน, a orientarci. Ed รจ sempre un cercare il Vivente tra i morti. Quante volte, poi, dopo aver incontrato il Signore, ritorniamo tra i morti, aggirandoci dentro di noi a rivangare rimpianti, rimorsi, ferite e insoddisfazioni, senza lasciare che il Risorto ci trasformi.
Cari fratelli e sorelle, diamo al Vivente il posto centrale nella vita. Chiediamo la grazia di non farci trasportare dalla corrente, dal mare dei problemi; di non infrangerci sulle pietre del peccato e sugli scogli della sfiducia e della paura. Cerchiamo Lui, lasciamoci cercare da Lui. Cerchiamo lui in tutto e prima di tutto. Con Lui risorgeremo.
