Enzo Bianchi sul rogo della cattedrale di Notre Dame

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Cosa รจ bruciato con la cattedrale di Notre-Dame? Unโ€™unitร  inscindibile di tante identitร : a prendere fuoco e andare in fumo sotto gli occhi attoniti e sgomenti di tutto il mondo รจ stato un monumento simbolo sรฌ della cittร  di Parigi, ma anche dellโ€™intera nazione francese e della sua storia, della โ€œfiglia primogenitaโ€ della chiesa di Roma ma anche delle radici e delle ali dellโ€™Europa, della cultura umanistica universale cosรฌ come dellโ€™esperienza di fede di milioni di cristiani attraverso i secoli. Chiunque sente di appartenere anche solo a una di queste identitร  si รจ sentito colpito al cuore da quellโ€™inferno di fiamme e fumo. Anche chi non crede ai simboli e alla loro forza evocatrice, anche chi rifugge dalla retorica e dagli stereotipi, per dodici interminabili ore si รจ reso conto di una veritร  che molti di noi pensavano non appartenesse piรน alla storia e al pensiero contemporaneo: lโ€™essere umano si nutre anche โ€“ e forse soprattutto โ€“ di principi e valori che hanno bisogno di trovare โ€œun luogo e un nomeโ€ in un punto ben preciso della storia e della geografia, in un โ€œmonumentoโ€ che esprima la grandezza delle persone che lo hanno via via pensato, voluto, realizzato, custodito, abitato, reso vivo, un manufatto che possa narrare con la bellezza la concretezza di quegli ideali.

Notre-Dame ha conosciuto nella sua lunga storia pesanti rifacimenti e brutali devastazioni, le campane delle sue torri hanno proclamato lโ€™incoronazione di Napoleone e la liberazione dalla barbarie nazista, le sue volte hanno sentito risuonare le primizie della musica polifonica, le sue navate hanno accolto restauri e restaurazioni, controriforme e rivoluzioni, adeguamenti liturgici e respiri conciliariโ€ฆ Tutto questo lโ€™altra notte era un letto di braci ardenti a forma di croce: la pianta della cattedrale arrossava la notte come un tappeto di lampade votive, immagine tra le piรน eloquenti nellโ€™esprimere il dolore e la speranza di una cittร , una chiesa, una nazione, un continente, a esprimere i sentimenti dellโ€™umanitร  tutta. Non bruciava solo la cattedrale ma un pezzo della nostra storia, qualcosa della nostra umanitร  e noi siamo diventati veramente piรน poveri.

Per me, vedere arrossato prima e fiammeggiante poi quello spazio non piรน innalzato verso il cielo, ha significato anche rivisitare con la mente e il cuore la mia assidua, pluridecennale frequentazione della cattedrale di Notre-Dame, appuntamento ineludibile di ogni mia sosta a Parigi. Fin dai lontani anni dei miei studi universitari, non ho mai โ€œvisitatoโ€ come un turista Notre-Dame: lโ€™ho sempre e soltanto โ€œvissutaโ€ come spazio di stupore, tempo di silenzio e di preghiera, di sguardo posato sulla bellezza e lโ€™armonia. In anni piรน recenti ho avuto il dono per me inestimabile di potervi predicare: in due occasioni per i quaresimali di Notre-Dame (les Confรฉrences de Carรชme) e una terza volta, sempre su invito del cardinale di Parigi, per lโ€™iniziativa โ€œLe cattedrali dโ€™Europa evangelizzanoโ€.

Lโ€™emozione che vi ho provato era sรฌ legata allโ€™eccezionalitร , per me, dellโ€™evento, ma ancor piรน alla chiara percezione di trovarmi in quel luogo precisamente per vivere la realtร  per la quale era stato pensato fin dalla posa della prima pietra: uno spazio per credere insieme, per ascoltare insieme, per celebrare insieme la speranza, e per vivere insieme lโ€™avventura umana e cristiana.

Nellโ€™immediatezza del tragico evento, conoscendo bene la condizione della fede cristiana in Francia, la precarietร  della comunitร  cattolica e lโ€™incertezza di un futuro per la chiesa, anchโ€™io sono stato tentato di leggere lโ€™incendio e il crollo di quella cattedrale come โ€œil segno premonitore della possibile fine di una cultura, di una civiltร , di una religione, la fine dellโ€™Europa, una fine di cui siamo tutti responsabiliโ€. Perciรฒ, restano le domande che esigono una nostra risposta: crediamo ancora che lโ€™Europa abbia un senso e possa essere un bene per il nostro futuro? Ci sentiamo ancora cittadini europei?

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Eppure la circostanza che questo immane disastro sia avvenuto allโ€™inizio della Settimana santa per i cristiani dโ€™occidente, quando la liturgia fa risuonare le Lamentazioni del profeta Geremia sulla cittร  di Gerusalemme distrutta e data alle fiamme, non puรฒ che collocare simbolicamente la ferita profonda subita dalla cattedrale di Notre-Dame nella speranza di una risurrezione, nel rinnovamento di una cultura e di quellโ€™umanesimo di cui lโ€™Europa รจ stata creatrice.

Questโ€™anno lโ€™Alleluja pasquale non risuonerร  tra quelle volte, eppure sono convinto che saranno le sue note a consolare il cuore non solo dei cristiani ma anche della solidale schiera di uomini e donne di ogni dove che guardando quellโ€™impensabile incendio hanno trepidato e pianto, accomunati da unโ€™appartenenza piena al grande corpo dellโ€™umanitร , e uniti da una passione per quei valore dei quali Notre-Dame รจ simbolo.

Articolo scritto da Enzo Bianchi per il quotidiano La Stampa del 17 aprile 2019 – Fonte

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