La Pasqua รจ il culmine della Settimana Santa, รจ la piรน grande solennitร per il mondo cristiano, e prosegue poi con lโOttava di Pasqua e con il Tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festivitร dellโAscensione, fino allโaltra solennitร della Pentecoste.
La Risurrezione รจ la dimostrazione massima della divinitร di Gesรน, non uno dei numerosi miracoli fatti nel corso della sua vita pubblica, a beneficio di tante persone che credettero in Lui; questa volta รจ Gesรน stesso, in prima persona che indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini, che trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna, per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo.
In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennitร delle solennitร e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesรน Cristo secondo la carne.
Per il cristianesimo, la Pasqua รจ la solennitร delle solennitร . La festa delle feste per il mondo cristiano. La festa piรน grande per il cristiano. La Pasqua รจ il giorno della gioia, del sollievo, del gaudio che sopraggiunge, dopo una fase di dolore e di mestizia. ร la dimostrazione reale della divinitร di Cristo. ร una forza, una energia dโamore immessa, come lievito nella vita dellโuomo o come energia incredibile, che si espande a livelli concentrici fino allโinfinito cristico, alimentando e sorreggendo la speranza che anche lโuomo risorgerร , perchรฉ le membra seguono la sorte del capo, dal momento che hanno la stessa natura umana (Eb 2, 11). La Pasqua รจ la festa solenne per eccellenza; รจ lโalleluia speciale dellโuomo; รจ il grido di gioia dellโumanitร intera. Il motivo: รจ il โgiorno di Cristo Signoreโ, Creatore Redentore e Glorificatore di tutto ciรฒ che esiste ed รจ salvabile; รจ il giorno della Gloria di Cristo, vero Dio e vero Uomo. ร contemporaneamente la Pasqua del Signore e anche โnostra Pasquaโ presente e futura. Mistero dei misteri!
SIGNIFICATO DEL TERMINE
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Il termine greco pascha รจ la traslazione dellโaramaico phaskha, che corrisponde allโebraico pesakh. Incerti sia lโetimologia sia il significato.
Nel mondo giudaico, la parola pesakh viene usata con diversi significati. Indica: la festa di pasqua (Es 12,11), che si celebrava tra il 14 e 15 Nisan (Ez 12, 11); lโagnello che veniva immolato in occasione della festa (Es 12, 5. 21); la settimana pasqua-azzimi, dalla sera del 14 Nisan al 21 Nisan, con lโannessa festa ottavaria dei Mazzot, ossia degli azzimi, unificati nel periodo dellโesilio (Lv 23 6-8). Lโorigine della festa di pasqua รจ legata alla vita nomade, in corrispondenza del cambio annuale del pascolo, come protezione contro i demoni. In seguito, รจ stata messa in relazione con lโevento dellโesodo dallโEgitto (Es 12, 21-23); registrando nel tempo diverse modifiche, specialmente quella della riforma di Giosia (621 a.C.), che, da festa delle singole famiglie, venne limitata a Gerusalemme e legata al culto del tempio (Dt 16, 1-6); assumendo, infine, il carattere di pellegrinaggio, come le altre feste (pentecoste e dei tabernacoli).
Allโepoca del NT, era la festa piรน importante dellโanno ebraico. Richiamava a Gerusalemme moltissimi pellegrini di tutto il mondo giudaico (Lc 2, 41; Gv 11, 55). Il banchetto pasquale veniva consumato nelle case private a gruppetti di almeno 10 persone, e cominciava la sera dopo il tramonto del 15 Nisan. La rituale preparazione dellโuccisione degli agnelli avveniva il pomeriggio del 14 Nisan, nel cortile del tempio, ed eseguita dai rappresentanti dei singoli gruppi partecipanti; ai sacerdoti spettava solo aspergere col sangue degli agnelli lโaltare dei sacrifici. La festa commemorava la liberazione dalla schiavitรน dโEgitto ed esprimeva la gioia per la libertร conquistata, nella prospettiva della redenzione futura da parte del Messia.
Tutti e quattro i vangeli sono dโaccordo nel collocare gli ultimi episodi di Gesรน – lโultima cena, lโarresto, lโinterrogatorio e la condanna โ si sono svolti nel periodo della pasqua (Mc 14; Mt 26-27; Lc 22-23; Gv 18-19). Alcune divergenze: per i sinottici, lโultima cena fu un banchetto pasquale, di conseguenza, Gesรน sarebbe stato preso processato e condannato nella notte di pasqua e crocifisso il giorno seguente; per Giovanni, invece, gli avvenimenti della passione sono avvenuti il giorno prima, in modo da far coincidere la morte di Gesรน con lโuccisione degli agnelli pasquali nel pomeriggio del 14 Nisan. Difficile, la soluzione.
VALORE DELLA PASQUA
Per comprendere il valore della pasqua non basta conoscere la storia, ma bisogna entrare nella liturgia che celebra il mistero pasquale. Certo, il mistero pasquale รจ il cuore del cristianesimo, il nucleo dellโannuncio apostolico, la sintesi del mistero globale di Cristo e di tutta la storia sacra.
Concetto non solo espresso esplicitamente nella Costituzione Liturgica del Vaticano II, ma costituisce addirittura lโintera ossatura del documento riformatore. Difatti, il primo principio generale della natura della Liturgia recita: โDio โvuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della veritร โ (1Tim 2,4) [per questo], โnella pienezza del tempo, mandรฒ il Figlio suo, il Verbo Incarnatoโ (Gal 4, 4), [come] โMediatore con gli uominiโ (1Tim 2, 5), perchรฉ la sua umanitร fosse strumento di salvezza [โฆ]. Questโopera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio [โฆ] รจ stata compiuta da Cristo Signore, specialmente per mezzo del mistero pasquale della sua passione, della sua risurrezione dai morti e della sua gloriosa ascensioneโ (SC n. 5).
E parafrasando lโart. 10 della stessa Costituzione Sacrosanctum Concilium, si evince che la Liturgia attualizza il mistero pasquale e costituisce il culmen e la fons dellโintera opera di glorificazione di Dio e di redenzione degli uomini, come giร scriveva il Cantore dellโImmacolata circa lโEucaristia chiamandola fundamentum et forma, ossia il fondamento da cui promana tutta la vita della Chiesa e anche la perfezione verso cui tende la stessa vita ecclesiale. โParticolarmente dallโEucaristia deriva allโuomo, come da sorgente, la grazia, e si realizza la massima efficacia della santificazione degli uomini e della glorificazione di Dio in Cristoโ (SC n. 10).
Poichรฉ la Costituzione Liturgica pone al centro di tutta la sua impostazione il mistero pasquale, sembra utile per la sua comprensione distinguere non solo i tre aspetti principali e piรน importanti – fatto mistero e centralitร – ma anche il rito, che ne attualizza gli effetti di grazia.
FATTO PASQUALE
Il fatto pasquale indica lโevento storico e irripetibile della morte e risurrezione di Cristo. In questo modo, secondo anche lโinterpretazione della Costituzione Liturgica, la Pasqua non รจ altro che la festa della morte e risurrezione, mentre lโascensione chiude il ciclo festivo della glorificazione di Cristo. Liturgicamente, invece, i due avvenimenti della festa vengono celebrati distintamente. Molto importante, perciรฒ, รจ considerare morte e risurrezione sempre insieme come due aspetti inseparabili della medesima realtร , perchรฉ la forza dellโevento storico รจ meno nella materialitร di ciascuna che nel loro intimo legame. Il fatto pasquale, infatti, il passaggio dalla morte alla vita per Cristo, e dalla morte fisica alla vita dello spirito per i cristiani. I due eventi, pur visti uno alla luce dellโaltro, tuttavia quello della risurrezione ha il primato su quello della morte.
Questa, la Pasqua di Cristo! E la gloria di Dio!
MISTERO PASQUALE
Nella Pasqua bisogna considerare oltre al โfattoโ, anche il mistero pasquale, ossia lโeffetto salvifico della storia della salvezza, che Cristo, liberamente morendo e risorgendo, compie a vantaggio degli uomini, suoi simili, creati a sua immagine. Mistero che Paolo utilizza la quadruplice aggettivazione di โlarghezza lunghezza altezza e profonditร โ (Ef 3, 18), per esprimere la globalitร del mistero โdellโamore di Cristoโ (Ef 3, 19). Del mistero pasquale, la Chiesa, che รจ la continuazione storica del Cristo, facilita la comprensione della Pasqua descrivendola con tre definizioni: come liberazione, come Agnello pasquale e come glorificazione del Cristo.
Come liberazione
E’ facile il parallelo tra la Pasqua di liberazione del Cristo Messia con quella profetizzata da Mosรจ nellโEsodo: come Jahvรฉ liberรฒ Israele dalla schiavitรน dโEgitto, cosรฌ Cristo libera il genere umano dalla schiavitรน spirituale del peccato e dalla morte. La liberazione esodiaca รจ di natura politico-sociale, perchรฉ libera un popolo senza diritti da un altro popolo che lโopprimeva; quella cristica, invece, spirituale universale esistenziale e definitiva, perchรฉ infrange per sempre le catene del potere di Satana, primo nemico di Cristo, che ha rifiutato nella preistoria il disegno dโamore di Dio. La liberazione cruenta di Cristo instaura con lโuomo un nuovo patto, che, fondato sul suo sangue, lo riporta allโoriginale stato di vita, di luce e di gloria. E, cosรฌ, in questo modo, il nuovo popolo รจ โacquistato a lode della gloria di Dioโ (Ef 1, 14) col sangue versato da Cristo o dellโโAgnelloโฆ senza macchiaโฆ e predestinato prima della fondazione del mondoโ (1Pt 1, 19-20).
Come Agnello pasquale
Anche per lโimmagine dellโโagnelloโ, lโesemplaritร della Pasqua ebraica รจ dโobbligo: mangiare la pasqua equivale a mangiare lโagnello pasquale. Specialmente in Giovanni, Cristo pendeva dalla croce come un Agnello immolato per i peccati dellโuomo: โEcco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondoโ (Gv 1, 29). Anche Paolo, in modo abbastanza plastico, esprime il concetto della vita divina come unโimmensa luce che inonda il mondo: โCristo ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalitร โ (2Tm 1, 10)
Cristo glorificato e glorificatore
Lโaffermazione della glorificazione di Cristo viene descritta da Paolo nel famoso testo ai Filippesi: โCristo Gesรน, pur essendo di natura divina, [โฆ] spogliรฒ sรฉ stesso, [e] apparso in forma umana, umiliรฒ sรฉ stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che รจ al di sopra di ogni altro nome; perchรฉ nel nome di Gesรน ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesรน Cristo รจ il Signore, a gloria di Dio Padreโ (Ef 2, 5-11).
Nella seconda parte, lโinno presenta Gesรน come l’uomo che ha realizzato il progetto originario di Dio e con la sua obbedienza si รจ fatto solidale con lโintera umanitร ; e per questo il Padre lo ha esaltato al di lร della morte e lo ha costituito Signore del mondo, realizzando il suo piano di salvezza, per tutti, nella storia, cioรจ comunicare la vita divina allโuomo. Pensiero che trova, sempre in Paolo, conferma che la risurrezione di Cristo รจ causa di salvezza per lโuomo: โSe confesserai con la bocca che Gesรน รจ il Signore e crederai con il cuore che Dio lโha risuscitato dai morti, sarai salvoโ (Rm 10, 9).
Questo significato della glorificazione di Cristo, espresso da Paolo e da altri testi, viene magistralmente sintetizzato nellโIstruzione allโapplicazione dellโultima riforma liturgica, che orienta il rinnovamento meno sulle riforme esteriori che sul mistero pasquale. Difatti, nel preambolo alla stessa Istruzione Inter Oecumenici, รจ precisato che la riforma devโessere โincentrata sulla liturgia, che tenda a far vivere il mistero pasquale, nel quale il Figlio di Dio, incarnato e reso obbediente fino alla morte di croce, รจ talmente esaltato nella risurrezione e nellโascensione, da poter comunicare la sua vita divina al mondo. Attraverso questa vita coloro che sono morti al peccato e conformati a Cristo โnon vivano piรน per se stessi, ma per colui che รจ morto e risuscitato per essiโโ (Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 6, che cita 2Cor 5, 15).
Ecco lโintento della Liturgia: esprimere nella vita il mistero pasquale. La Pasqua, allora, devโessere vissuta come una riconoscente celebrazione dellโunica opera salvifica di Cristo, il quale devโessere esaltare con spirito di fede e di amore, con la partecipazione attiva alla festa che sintetizza tutta la storia della salvezza. Dalla Pasqua di Cristo alla Pasqua personale: โSe dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassรน, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassรน, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita รจ ormai nascosta con Cristo in Dio! E quando Cristo, vostra vita, si manifesterร , allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria (Col 3, 1-4).
Centralitร del mistero pasquale
Terzo aspetto della Pasqua, messo in luce dalla riforma liturgica, รจ la centralitร mistero pasquale. Difatti, il mistero pasquale, oltre a esprimere la sintesi dellโintera storia sacra, passato presente e futuro, ma รจ il centro attorno al quale si fonda, si costruisce e si attualizza tutto il disegno divino, rivelato specialmente da Paolo (Ef 1, 3ss). Il Cantore dellโImmacolata avrebbe detto fundamentum et forma, oppure con la riforma liturgica culmen et fons.
Lโidea centrale รจ una sola: Cristo. In lui si contempla, a cerchi concentrici, ogni ramificazione storica dellโessere, dal piรน piccolo e insignificante al piรน grande in dignitร e importanza, dal mondo fisico al mondo celeste, dallโordine naturale allโordine soprannaturale, a tutto ciรฒ che ha avuto inizio.
In questo significato di centralitร , la Pasqua o mistero pasquale si espande dal centro-Cristo allโuniverso-mondo attraverso la fase antropologica. Cosรฌ, dalla Pasqua di Cristo, che รจ unica e irrepetibile, il suo effetto di grazia o mistero pasquale si estende nella storia con la Pasqua della Chiesa, come si accennerร sotto, fino alla Pasqua escatologica ed eterna, che si compirร alla venuta del Signore. Veramente allora la Pasqua di Cristo รจ sempre contemporanea, secondo la bella interpretazione della lettera agli Ebrei: โCristo, ieri oggi e sempreโ (Eb 13, 8).
Questa, lโorigine della teoria del cristocentrismo assoluto universale cosmico ontologico, proposta dal โrappresentante piรน qualificato della scuola francescanaโ (Paolo VI, Alma parens, 14 luglio 1966, n. 9).
RITO PASQUALE
Tra le caratteristiche principali della Pasqua, oltre al fatto e al mistero, รจ da mettere in luce soprattutto il rito pasquale, che ricorda il fatto come memoriale e attualizza il mistero come grazia. Di norma, il โritoโ รจ un segno, mentre il โfattoโ รจ la cosa significata. Giova ricordare: lโevento storico, in quanto personale, non si puรฒ ripetere; lโevento di grazia o di salvezza, invece, in quanto effetto del mistero unito a Cristo, che รจ sempre presente, si puรฒ rinnovare e attualizzare. Il โritoโ, infatti, รจ il segno che mette in contatto con il โmisteroโ, sempre operante in virtรน dellโeterno presente di Cristo, che รจ il punctum temporis: il presente continuato!
Dallโinsieme della liturgia cristiana, che รจ un complesso di segni che significano e realizzano il mistero pasquale della Chiesa, cโรจ un โritoโ per eccellenza, che scandisce lโintero ciclo della Liturgia, sia quello annuale che settimanale e quotidiano. Questo rito pasquale รจ lโEucaristia, che, come memoriale della Pasqua del Signore, attualizza la grazia di salvezza compiuta nella morte e risurrezione di Cristo.
Il nuovo rito pasquale
Dopo lโingresso in Gerusalemme, Gesรน, sapendo che era lโultima Pasqua che celebrava con i suoi e, che, durante la quale, doveva instaurare la nuova Pasqua agisce come si era autodefinito, โsignore del sabatoโ (Mt 12, 8) e, quindi, anche come signore della Pasqua. Sapendo, pertanto, che il giorno di venerdรฌ non poteva celebrare la Pasqua, la anticipa al giovedรฌ, con lโultima cena.
Che clima doveva regnare nel gruppo! Solo Gesรน sa. Tutti gli altri non sanno! Stanno davanti a Gesรน, ma non con Gesรน, perchรฉ non sanno! Gesรน รจ veramente solo! E resta solo per tutto la celebrazione della nuova Pasqua: dal Getsemani (Mc 14, 32-52; Mt 26, 36-56; Lc 22, 39-54) al Golgota (Mc 15, 20-23; Mt 27, 31-34 Lc 23, 26-33; Gv 19, 17-18). E, infine, ancora solo parla col Padre, quando, nel vuoto assoluto dellโambiente, eleva la famosa โpreghiera sacerdotaleโ (Gv 17, 1-23).
In questo ambiente e con questi riferimenti, si comprende veramente come Gesรน stia con i discepoli nellโultima cena o nella prima nuova Pasqua. ร tutto solo e incompreso, nel momento piรน solenne della storia: lโistituzione del nuovo rito della Pasqua, il mysterium fidei, il mistero della fede cristiana che si proietta per tutti i secoli venturi, fino al giorno in cui โla celebrerร nuova (con voi) nel regno de Padreโ (Mc 14, 25).
Prima di continuare storicamente la sua missione verso la Croce, Gesรน pronuncia le parole piรน potenti della storia, come a significare che veramente egli รจ Signore di โogni potere in cielo e in terraโ (Mt 28, 18): โFate questo in memoria di me!โ (Lc 22, 19; 1Cor 11, 25). Ogni volta, perciรฒ, che il sacerdote celebra il nuovo rito della Pasqua del Signore, lโEucaristia, si attualizza, come memoriale, lโevento della passione morte e risurrezione di Cristo.
Ecco il nuovo rito! Ecco la nuova Pasqua! Ecco lโEucaristia: lโeterna realtร della passione morte e risurrezione di Cristo! Ecco lโEucaristia: vero cibo e vera bevanda che fonda e sostiene la fede dellโuomo, per nutrirlo spiritualmente. Difatti, egli stesso dice: โChi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterรฒ nellโultimo giornoโฆโ (Gv 6, 54-56)
Tutto questo รจ mistero di fede! Come il gesto onnipotente e amorevole della creazione! Intorno al quale mistero, la teologia si sforza di comprenderlo, ma sembra che ogni sia vano. E, forse, รจ un bene sia cosรฌ, altrimenti non sarebbe piรน mistero. Per questo, la riforma liturgica, con Paolo VI, ha inserito nel cuore della consacrazione il โgridoโ di gioia e stupore insieme: Mysterium fidei! Mistero della fede!
Come โmisteroโ, lโEucaristia ricorda allโuomo che Cristo รจ a un tempo Uomo e Dio. La sua decisione non รจ soltanto umana e temporale, ma anche eterna e divina; non รจ dipendente solo dal tempo che passa, ma appartiene allโeternitร che non passa. La Pasqua del Signore, allora, รจ contemporaneamente realtร temporale ed eterna realtร . Mistero che viene โrivelatoโ da Cristo stesso, di fronte al quale lโuomo puรฒ solo credere o non credere, non cโรจ altra alternativa. Sembra lโapplicazione del loghion (o detto) di Gesรน: โChi non รจ con me, รจ contro di meโ (Mt 12, 30; Lc 11, 23).
E come nella creazione, Cristo รจ completamente solo, cosรฌ anche nellโistituzione dellโEucaristia รจ ugualmente solo, pur stando insieme al suo gruppetto di discepoli. ร solo, perchรฉ lui sa e gli altri non sanno quello che sta facendo. Lโistituzione dellโEucaristia non รจ soltanto un momento di sacra celebrazione pasquale, ma รจ per sempre, fino al compimento del regno di Dio, nel quale la festeggerร di nuovo con i suoi nella nuova bellezza della creazione.
In questo mondo, pertanto, il mistero della Pasqua del Signore, espresso efficacemente nellโEucaristia, attraverso il rito pasquale, sarร rivelato pienamente solo alla fine dei tempi, quando tutto sarร compiuto. Ora bisogna tenerla unicamente per fede e intuirla semplicemente con la speranza, in attesa della nuova magnificenza della creazione di โcieli nuovi e terra nuovaโ (Ap 22, 1).
La Pasqua della Chiesa
Nellโattesa della Pasqua escatologica, come fine dellโintero mistero pasquale, cโรจ storicamente la Pasqua della Chiesa, come continuazione della presenza della Pasqua di Cristo, perchรฉ Cristo con lโEucaristia si rende presente alla Chiesa e si offre a essa, nella morte in cui รจ glorificato. ร questa presenza eucaristica che realizza la comunione al Cristo e con Cristo. Ora, la Chiesa in quanto continuazione del mistero di Cristo, assicura e prolunga il mistero pasquale nella storia mediante lโEucaristia. Per questo, la Costituzione Liturgica afferma che โnellโEucaristia si fa presente la vittoria e il trionfo della morte di Cristoโ (SC n. 6).
LโEucaristia, come culmen et fons di tutta la vita liturgica, prolunga il mistero pasquale nella Chiesa sia a livello quotidiano che settimanale e annuale. Cosรฌ, si possono considerare, tre tipi di celebrazione pasquale: la giornaliera, la domenicale e lโannuale.
La Pasqua quotidiana
Al di lร dello sviluppo storico, รจ importante segnalare che il comando di Gesรน nellโultima sua Pasqua – โFate questo in memoria di meโ (Lc 19, 22) โ viene quotidianamente applicato con la celebrazione quotidiana della Pasqua o Eucaristia. Tutto la celebrazione avviene in persona Christi, che rende presente nelle specie eucaristiche la stessa Persona del Cristo, in tutto il suo complesso mistero non solo attraverso il sacrificio della Croce coronato di gloria nei cieli, ma anche con riferimento alla sua preistoria di predestinazione divina nel compiere la volontร di Dio ad extra. In questo senso, la celebrazione dellโEucaristia รจ un memoriale del mistero dellโIncarnazione, โle cui origini sono dallโantichitร , dai giorni piรน remotiโ (Mi 5, 1), cioรจ da sempre, e continua nella storia del nuovo popolo di Dio fino alla consumazione dello stesso tempo per rientrare nellโeternitร sempre presente.
Con la celebrazione dellโEucaristia, (Pasqua quotidiana), la Chiesa ripresenta al Padre il sacrificio della Croce e la gloriosa Risurrezione di Cristo. Questo memoriale pasquale si รจ arricchito di una struttura, entro cui trovano spazio un complesso di riti che hanno storicizzato e personalizzato sia i gesti che le parole essenziali di Cristo. E poichรฉ la celebrazione รจ in nome di Cristo che รจ lโeterno presente, essa ha una triplice dimensione: commemorativa attuale ed escatologica. LโEucaristia รจ una celebrazione commemorativa, perchรฉ ricorda tutta la storia sacra dellโantico popolo di Dio; attuale, perchรฉ il passato rivive come memoriale nel presente del nuovo popolo di Dio; escatologica, perchรฉ รจ anticipazione del piรน grande avvenimento del futuro, la venuta del Signore nella sua gloria.
Nel suo insieme, la celebrazione dellโEucaristia abbraccia in unitร tutti questi aspetti. La molteplicitร dei riti puรฒ essere paragonata a un insieme di tasselli di un grande mosaico che riproduce il mistero di Cristo nella sua reale globalitร . Per questo lโEucaristia รจ il mistero piรน grande della Chiesa, perchรฉ in essa si concentra tutta la storia della salvezza, secondo il disegno divino. In breve, lโEucaristia quotidiana รจ la Pasqua del Signore, ma รจ anche il centro e il cuore della Pasqua domenicale e annuale.
La Pasqua domenicale
Storicamente, la domenica cristiana si afferma anche in rapporto al sabato ebraico. La stretta continuitร tra le due Alleanze non viene misconosciuta dalla Chiesa. Alcuni Padri affermano che lo stesso Cristo ha trasferito la festa del sabato al giorno della domenica; altri dicono che tra il sabato e la domenica non cโรจ alcuna continuitร : la cessazione del lavoro al sabato non aveva valore religioso, come, invece, si esigeva nella commemorazione della resurrezione del Signore.
La denominazione fondamentale della domenica come โgiorno del Signoreโ รจ antico e ha avuto sempre il riferimento al mistero di Cristo Signore, evocando in sรฉ stessa i tre aspetti principali: memoriale della resurrezione che si celebra nella fede; attesa del ritorno del Signore che si vive nella speranza; e presenza attuale del Signore nellโAssemblea che si partecipa nella caritร .
La prescrizione del riposo domenicale non appartiene direttamente alla liturgia, ma piuttosto alla legislazione conciliare della Chiesa. Il riposo andava dal tramonto del sabato al tramonto della domenica. Con la possibilitร di celebrare la Messa nelle ore vespertine, permessa da Pio XII nella Costituzione Christus Dominus (6 gennaio 1953), si introduce una profonda innovazione nella legislazione relativa alla domenica.
Il concilio Vaticano II ha messo in evidenza molto chiaramente la celebrazione pasquale della domenica. La Costituzione Liturgica, per esempio, lo afferma in piรน punti: โOgni settimana, nel giorno a cui (la Chiesa) ha dato il nome di โdomenicaโ, fa memoria della Risurrezione del SignoreโฆE seguendo la tradizione apostolicaโฆla Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, [ossia il] โgiorno del Signoreโ o โdomenicaโฆ Per questo la domenica รจ la festa primordiale che deve essere proposta e inculcataโฆ come giorno di gioia e di riposa dal lavoroโฆ perchรฉโฆ รจ il fondamento e il nucleo di tutto lโanno liturgicoโ (SC nn. 102.106).
La Pasqua annuale
Nella riforma liturgia conciliare, viene ribadito il concetto che la festa annuale della Pasqua non solo รจ il vertice, ma anche il centro dellโanno liturgico, intorno al quale ruota la celebrazione ciclica dei misteri di Cristo, della Vergine Maria e dei Santi. Lโanno liturgico, inteso come il ciclo pasquale, si puรฒ dividere in due periodi: lโuno di preparazione, che comincia con lโAvvento: lโaltro di prolungamento, che si chiude con lโottava di Pentecoste. Le suddivisioni interne non intaccano lโunitร dellโintero ciclo che รจ sempre e comunque finalizzato alla solennitร della Pasqua.
Il principio che regola la data โmobileโ della Pasqua cristiana, secondo la tradizione ebraica, fu stabilito dal Concilio di Nicea (325): la Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna piena di primavera (all’epoca dei primi computi lโequinozio cadeva il 21 marzo, che pertanto divenne la data di riferimento). Di conseguenza, la Pasqua cade sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile.
Lโattuale liturgia della Pasqua annuale deriva sia dalle prime riforme dovute a Pio XII, con i decreti Dominicae Resurrectionis, (9 febbraio 1951), e Maxima redemptionis nostrae mysteria, (16 novembre 1955), con i quali ha fatto rivivere alla Chiesa la solenne veglia della Notte Pasquale Pasquale e i suggestivi Riti della Settimana Santa, che costituiscono il primo passo dell’adattamento del Messale Romano alla mentalitร contemporanea; e sia dallโattuazione della riforma conciliare applicata da Paolo VI, con la Lettera Apostolica Mysterii Paschalis (14 febbraio 1969) e con la Costituzione Apostolica Missale Romanum (3 aprile 1969).
Veglia Pasquale
Per antichissima tradizione questa รจ โla notte di veglia in onore dei Signoreโ (Es 12, 42), giustamente definita โla veglia madre di tutte le veglieโ (Agostino, Discorso 219). In questa notte il Signore โรจ passatoโ per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitรน; in questa notte Cristo โรจ passatoโ alla vita vincendo la grande nemica dellโuomo, la morte; questa notte รจ la celebrazione-memoriale del โpassaggioโ dellโuomo in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e lโeucaristia. Vegliare รจ un atteggiamento permanente della Chiesa, che, pur consapevole della presenza viva del suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirร nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (Ap 19, 7-9). La liturgia non รจ coreografia, nรฉ vuoto ricordo, ma presenza viva, nei segni, dellโevento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. Si puรฒ dire che per la Chiesa che celebra รจ sempre Pasqua, ma la ricorrenza annuale ha unโintensitร ineguagliabile, perchรฉ, come solenne memoriale (ebraico zikkaron), attualizza talmente lโevento da renderlo quasi presente, nel senso che partecipa ai partecipanti al rito i frutti della grazia pasquale. La successione dei simboli, di cui รจ intessuta la Veglia, esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dellโuomo e del mondo.โจLe parti principali dellโAzione liturgica, velocemente.
Liturgia della luce
Attraverso il simbolo della Luce, che รจ il Cristo risorto, il mondo della tenebra viene attraversato e illuminato gradualmente fino al suo massimo splendore, con lโaccensione di tutte le luci della chiesa. In Cristo, si illumina il destino dellโuomo e la sua identitร di imago Christi. Il cammino della storia si apre alla speranza di nuovi cieli e nuove terre.โจI catecumeni e i battezzati, che la tradizione chiama โilluminatiโ, per la loro adesione vitale a Cristo-Luce, sanno che la loro esistenza รจ radicalmente cambiata, perchรฉ, con โCristo primogenito di coloro che risuscitano dai mortiโ (Col 1, 18), passano โdalle tenebre alla luce ammirabile di Dioโ (1Pt 2, 9), dischiudendosi davanti a loro un orizzonte di vita e libertร . Per tutti questi motivi, si innalza il โcanto nuovoโ (il preconio, il gloria, lโalleluia) come ricordo delle meraviglie operate dal Signore nella storia e come rendimento di grazie per una vita di Luce cristica.โจ
Liturgia della parola
Le 7 letture dellโAntico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Giร la quaresima aveva sottolineato che il battesimo รจ inserimento in questa grande โstoriaโ attuata da Dio fin dalla creazione. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciรฒ che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtร che sempre si attuano nellโโoggiโ della celebrazione; sono dono e mรจta da perseguire continuamente.
Liturgia battesimale
Il popolo chiamato da Dio a libertร deve passare attraverso unโacqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesรน รจ passato attraverso il mare della morte e ne รจ uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo รจ inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. Lโacqua, fecondata dallo Spirito, genera il nuovo popolo di Dio: un popolo di santi, un popolo profetico sacerdotale e regale. Con i nuovi battezzati, la Chiesa fa memoria del suo passaggio pasquale, e rinnova nelle โpromesse battesimaliโ la propria fedeltร al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita.
Liturgia eucaristica
E’ il vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione vigiliare. Il popolo, rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, รจ ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertร e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre sรฉ stessa in sacrificio spirituale per essere sempre piรน inserita nella Pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i battezzati nei segni, perchรฉ essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella caritร .
Dentro la struttura e i simboli della celebrazione รจ possibile leggere il paradigma dellโesistenza cristiana nata dalla Pasqua: Luce, Parola, Acqua, Convito sono le realtร costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova. Uscito dal mondo tenebroso del peccato, il cristiano รจ chiamato a essere portatore di luce; a perseverare nellโascolto di Cristo morto e risorto, Parola definitiva della storia; a vivere sotto la guida dello Spirito la vocazione battesimale; ad annunciare e a testimoniare nel dono di sรฉ quel mistero di cui lโEucaristia celebra il memoriale.
La Pasqua del credente
Come cantano i testi dei Prefazi pasquali, la Pasqua di Cristo รจ anche la Pasqua del cristiano: โCristo, nostra Pasqua, รจ stato immolatoโ (I prefazio); โNella morte di Cristo, la nostra morte รจ stata vinta e nella sua risurrezione tutti siamo risortiโ (II prefazio). La comunitร cristiana si sente inserita, e, โtestimoneโ del Passaggio di Cristo dalla morte alla vita, rinasce e si rallegra per โla nuova vita che nasce da questi sacramenti pasqualiโ (preghiera sulle offerte della Veglia): con il Battesimo sโimmerge con Cristo nella sua Pasqua, con la Cresima riceve lo stesso Spirito della vita, e nell’Eucaristia condivide il Corpo e il Sangue di Cristo, come memoriale della sua morte e risurrezione. I testi, le letture, le preghiere, i canti: tutto punta a questa gioiosa esperienza della Chiesa unita al suo Signore, esperienza centrata nei sacramenti pasquali.
Questa, la chiave di lettura per una spiritualitร cristiana adulta e matura, che deve incentrarsi, piรน sulla comunione con il Risorto dai morti che nella contemplazione dei dolori di Gesรน. Risorgendo, Cristo ha vinto la morte. Questo รจ veramente il giorno che ha fatto il Signore; il fondamento della fede; l’esperienza decisiva che la Chiesa, come Sposa unita al suo Sposo, ricorda e vive ogni anno, rinnovando la sua comunione con Lui, nella Parola e nei Sacramenti di questa santa Notte di Pasqua.
LA PASQUA ESCATOLOGICA
Come ultimo riferimento pasquale, รจ necessario accennare anche alla Pasqua escatologica, perchรฉ โsiamo sati salvati nella speranzaโ (Tm 8, 24) e attendiamo il compimento di tutte le promesse nel definitivo banchetto pasquale โnel regno di Dioโ (Mc 14, 25). Nel banchetto escatologico, non si celebrerร piรน lโEucaristia, perchรฉ sarร presente tutto il contenuto del rito pasquale: scompariranno i segni, cesseranno i sacramenti e apparirร nella gloriosa bellezza la realtร dellโโAgnello come immolatoโ (Ap 5, 6), cioรจ senza senza veli e senza alcuna mediazione.
Nella grandiosa celebrazione liturgica finale, il Cristo pasquale รจ inondato dallo splendore del suo trionfo: รจ la luce perfetta, che viene presentato attraverso visioni immagini e titoli diversi. ร come rivestito di โpotenza e ricchezza, sapienza e forza, onore gloria e benedizioneโฆlode onore gloria e potenza nei secoli dei secoliโ (Ap 5, 12-13), e, assiso troneggiante e trionfante alla destra di Dio, riceve dagli eletti adorazione e rendimento di grazie.
Nella liturgia della Pasqua escatologica, Cristo viene presentato da Pietro come presente dagli abissi dellโeternitร : โcome di agnello senza difetti e senza macchia fu predestinato giร prima della fondazione del mondoโ (1Pt 1, 19-20); mentre Giovanni, come centro dellโAssemblea degli eletti, che su โun mare di cristallo misto a fuocoโฆ stavano in piedi sul mare di cristalloโฆ e cantavano il canto di Mosรจโฆ e il canto dell’Agnelloโ (Ap 15, 2-4).
Con la Pasqua escatologia, ha compimento il piano divino di salvezza, che in Cristo ha il centro e il cuore, il regista e il protagonista, il fondamento e la perfezione.
La Pasqua รจ un mistero di difficile comprensione.
Un fatto sublime e stupendo!
Un evento straordinario e mirabile!
Di fronte al quale si resta soltanto affascinati e sbalorditi, sorpresi e incantati. Unico atteggiamento: restare in silenzio estatico e contemplativo!
ร da accettare e credere con semplicitร e purezza di cuore.
La Pasqua รจ Cristo: unico Mediatore, unico Redentore e unico Glorificatore!
Se il Natale รจ la festivitร che raccoglie la famiglia, riunisce i parenti lontani, che piรน fa sentire il calore di una casa, degli affetti familiari, condividendoli con chi รจ solo, nello struggente ricordo del Dio Bambino; la Pasqua invece รจ la festa della gioia, dellโesplosione della natura che rifiorisce in Primavera, ma soprattutto del sollievo, del gaudio che si prova, come dopo il passare di un dolore e di una mestizia che creava angoscia, perchรฉ per noi cristiani questa รจ la Pasqua, la dimostrazione reale che la Resurrezione di Gesรน non era una vana promessa, di un uomo creduto un esaltato dai contemporanei o un Maestro (Rabbi) da un certo numero di persone, fra i quali i disorientati discepoli.
La Risurrezione รจ la dimostrazione massima della divinitร di Gesรน, non uno dei numerosi miracoli fatti nel corso della sua vita pubblica, a beneficio di tante persone che credettero in Lui; questa volta รจ Gesรน stesso, in prima persona che indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini, che trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna, per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo.
La Pasqua รจ una forza, una energia dโamore immessa nel Creato, che viene posta come lievito nella vita degli uomini ed รจ una energia incredibile, perchรฉ alimenta e sorregge la nostra speranza di risorgere anche noi, perchรฉ le membra devono seguire la sorte del capo; ci dร la certezza della Redenzione, perchรฉ Cristo morendo ci ha liberati dai peccati, ma risorgendo ci ha restituito quei preziosi beni che avevamo perduto con la colpa.
Racconto evangelico
Esaminiamo adesso la cronologia degli avvenimenti che seguirono alla morte e sepoltura di Gesรน. La sepoltura fu una operazione provvisoria, in quando essendo ormai unโora serale e si approssimava con il tramonto il Sabato ebraico, in cui รจ noto era proibita qualsiasi attivitร , il corpo di Gesรน fu avvolto in un lenzuolo candido e deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia, appartenente a Giuseppe dโArimatea, membro del Sinedrio, ma ormai seguace delle idee del giovane โRabbiโ della Galilea.
Le operazioni necessarie per questo tipo di sepoltura, che non era lโinumazione nel terreno, e cioรจ il cospargere il corpo con profumi ed unguenti conservativi e lโavvolgimento dello stesso corpo con fasce o bende (ne abbiamo lโesempio nel racconto di Lazzaro risuscitato dallo stesso Gesรน); queste operazioni, dicevamo, furono rimandate a dopo il Sabato dalle pie donne, le quali dopo aver preparato gli aromi e visto dove era stato deposto il corpo di Gesรน, alla fine si allontanarono.
Dopo la Parasceve (vigilia del Sabato) quindi appena dopo sepolto Gesรน, i sacerdoti ed i Farisei si recarono da Pilato dicendogli che si erano ricordati โche quellโimpostore quando era ancora in vita, disse: Dopo tre giorni risorgerรฒ. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perchรฉ non vengano i discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: ร risorto dai morti. Cosรฌ questโultima impostura sarebbe peggiore della prima!โ.
E Pilato, secondo il solo Vangelo di Matteo, autorizzรฒ il sigillo del sepolcro e dispose alcune guardie per controllarlo.
Trascorso il Sabato, in cui tutti osservarono il riposo, Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Salome, completarono la preparazione dei profumi e si recarono al sepolcro di buonโora per completare le unzioni del corpo e la fasciatura; lungo la strada dicevano tra loro, chi poteva aiutarle a spostare la pesante pietra circolare, che chiudeva la bassa apertura del sepolcro, che era composto da due ambienti scavati nella roccia, consistenti in un piccolo atrio e nella cella sepolcrale; questโultima contenente una specie di rialzo in pietra, su cui veniva deposto il cadavere.
Quando arrivarono, secondo i Vangeli, vi fu un terremoto, un angelo sfolgorante scese dal cielo, si accostรฒ al sepolcro fece rotolare la pietra e si pose a sedere su di essa; le guardie prese da grande spavento caddero svenute. Ma lโAngelo si rivolse alle donne sgomente, dicendo loro: โNon abbiate paura, voi! So che cercate Gesรน il crocifisso. Non รจ qui. ร risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; lร lo vedreteโ.
Proseguendo con il racconto del Vangelo di Matteo, le donne si allontanarono di corsa per dare lโannunzio ai discepoli. Piace ricordare che anche lโannunzio della nascita di Gesรน avvenne tramite un Angelo a dei semplici pastori, cosรฌ anche la Sua Risurrezione viene annunciata da un Angelo a delle umili donne, che secondo lโantico Diritto ebraico, erano inabilitate a testimoniare, quindi con questo evento che le vede messaggere e testimoni, viene anche ad inserirsi un evento storico nella socialitร ebraica.
Lungo la strada lo stesso Gesรน apparve loro, che prese dalla gioia si prostrarono ad adorarlo e il Risorto disse loro: โNon temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e lร mi vedrannoโ.
Proseguendo nella lettura del Vangelo di Matteo (che รจ lโunico ad indicare lโesistenza di un drappello di guardie), mentre le donne proseguirono veloci alla ricerca degli apostoli per avvisarli, alcuni dei soldati di guardia, rinvenuti dallo spavento provato, si recarono in cittร a riferire ai sommi sacerdoti lโaccaduto.
Questi allora, riunitasi con gli anziani, decisero di dare una cospicua somma di denaro ai soldati, affinchรฉ dichiarassero che erano venuti i discepoli di Gesรน di notte, mentre dormivano e ne avevano rubato il corpo, promettendo di intervenire in loro favore presso il governatore, se avessero avuto delle punizioni per questo.
Questa diceria, propagata dai soldati, si รจ diffusa fra i Giudei fino ad oggi. Se colpa si potrebbe attribuire alle autoritร religiose ebraiche dellโepoca, questa riguarda lโostinazione nello sbagliare anche di fronte allโevidenza, pur di non ammettere lโerrore commesso; โquel timore che venga rubato il corpo, quelle guardie al sepolcro, quel sigillo apposto per loro richiesta, sono la testimonianza della loro follia ed ostinazioneโ (s. Ilario); in realtร tutto ciรฒ servรฌ soltanto a rendere piรน certa ed incontestabile la Resurrezione.
Quando le donne raggiunsero gli apostoli e riferirono lโaccaduto, essi corsero verso il sepolcro, ma Pietro e Giovanni corsero avanti, al sepolcro arrivรฒ per primo Giovanni piรน giovane e veloce, ma sulla soglia si fermรฒ dopo aver visto il lenzuolo (Sindone) a terra, Pietro sopraggiunto, entrรฒ per primo e constatรฒ che il lenzuolo era per terra, mentre il sudario, usato per poggiarlo sul capo dei defunti, era ripiegato in un angolo, poi entrรฒ anche Giovanni e ambedue capirono e credettero a quanto lo stesso Gesรน, aveva detto in precedenza riguardo la sua Risurrezione.
A questo punto, con gli apostoli che se ne ritornano tutti meravigliati e gioiosi verso la loro dimora, riempiti di certezza e nuova forza, termina il racconto evangelico del giorno di Pasqua; Gesรน comparirร altre volte alla Maddalena, agli Apostoli, ai discepoli di Emmaus, a sua madre, finchรฉ non si avrร la sua Ascensione al cielo; gli Evangelisti raccontano in modo diverso questi avvenimenti connessi con la Resurrezione, ma in sostanza simili nellโinsegnamento.
Liturgia e Veglia Pasquale
Adesso รจ utile descrivere lโaspetto liturgico della Pasqua, che รจ bene ricordare รจ il culmine della Settimana Santa, รจ festa di grande solennitร per il mondo cristiano, prosegue con lโOttava di Pasqua e con il Tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festivitร dellโAscensione, fino allโaltra solennitร della Pentecoste.
Dopo il silenzio, penitenza e meditazione del Sabato Santo, la liturgia prevede la grande Veglia pasquale, che รจ la celebrazione piรน importante dellโanno liturgico e quella che piรน esprime la gioia della fede in Gesรน Cristo risorto e Salvatore dellโuomo.
La notte nella quale il Signore passa dalla morte alla vita, segna il punto piรน alto della storia religiosa dellโumanitร ; fin dai primi secoli, i cristiani lโhanno celebrata con la piรน grande solennitร . SantโAgostino la chiama โla madre di tutte le veglie sante, durante la quale il mondo intero รจ rimasto sveglioโ.
Nel corso di questa notte, la Chiesa celebrava e celebra la Resurrezione di Cristo, battezzando nuovi cristiani e domandando a coloro che giร lo sono, di rinnovare tutti insieme glโimpegni del loro Battesimo.
La Veglia pasquale รจ una celebrazione complessa ed unitaria, che si svolge in momenti successivi: 1) Liturgia della Luce; 2) Liturgia della Parola; 3) Liturgia Battesimale; 4) Liturgia Eucaristica.
Il rito si svolge nella notte, simbolo della vita, che senza Cristo, รจ immersa nelle tenebre dellโignoranza e dellโerrore, del peccato e della morte.
LITURGIA DELLA LUCE โ Benedizione del nuovo fuoco
La cerimonia si svolge allโesterno della chiesa, tutta oscurata; il celebrante benedice il fuoco nuovo in un braciere, simbolo dello Spirito Santo e della virtรน teologale della Caritร , infusa in noi nel Battesimo.
Benedizione del cero pasquale
Segue la benedizione del cero pasquale, grande cero che rimarrร acceso durante le cerimonie liturgiche, per tutto il Tempo Pasquale e che verrร spento il giorno di Pentecoste, dopo la lettura del Vangelo; la sua origine sembra risalire al IV secolo.
Il cero viene ornato da cinque grossi grani dโincenso, disposti a forma di croce e dalle lettere dellโalfabeto greco Alfa e Omega, che sono rispettivamente la prima e lโultima, che alludono a Cristo, principio e fine di tutta la realtร .
Per la benedizione il sacerdote usa questa formula: โIl Cristo ieri e oggi / Principio e fine / Alfa e Omega. A lui appartengono il tempo ed i secoli. A lui la gloria e il potere / per tutti i secoli in eterno. Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose, ci protegga e ci custodisca il Cristo Signoreโ.
Poi il celebrante attinge dal fuoco benedetto, la fiamma per accendere il cero pasquale, mentre pronunzia. โLa luce del Cristo che risorge glorioso, disperda le tenebre del cuore e dello spiritoโ. Il cero rappresenta anche la virtรน teologale della Fede, che illumina il cammino di santificazione del cristiano.
Processione dโingresso
Guidati dalla fiamma del cero pasquale, la processione avanza nella chiesa oscurata, mentre il sacerdote canta per tre volte con tonalitร crescenti, le parole: โLumen Christiโ o โCristo luce del mondoโ a cui i fedeli rispondono โDeo gratiasโ o โRendiamo grazie a Dioโ; ad ogni sosta si accendono progressivamente le candele dei ministri e poi quelle di tutta la chiesa.
Man mano la luce vince le tenebre in un suggestivo simbolismo; la processione รจ simbolo della virtรน teologale della Speranza, del cammino del popolo di Dio nella via della santificazione.
Lโannuncio pasquale
Davanti a tutta lโAssemblea cristiana, che tiene la candela accesa in mano, il celebrante o il diacono canta lโExultet o annuncio pasquale, in cui invita la Chiesa ad innalzare un inno di ringraziamento e di lode al Signore misericordioso, che ha redento lโumanitร dal peccato.
Sono note due versioni dellโExultet, la romana e lโambrosiana, la cui attribuzione รจ dubbia, forse fra i probabili autori รจ compreso anche s. Ambrogio; anche se se ne ha prova fin dal IV secolo a Roma, nella liturgia fu introdotto piรน tardi, fra il VI e VIII secolo. Al termine, spente le candele e sedutasi, lโassemblea ascolta il canto del โPreconioโ da parte del diacono.
LITURGIA DELLA PAROLA
Vengono letti sette brani del Vecchio Testamento, narranti la creazione del mondo, il sacrificio di Abramo, lโesodo dallโEgitto, il passaggio del Mar Rosso e alcune profezie dei profeti biblici; il filo conduttore che unisce queste letture รจ la notte, sia dellโatmosfera sia del cuore, ma Dio vegliava e dallโoscuritร si accese improvvisamente la luce.
Poi viene intonato il canto del โGloriaโ, con il suono delle campane, lโilluminazione completa della chiesa, il suono dellโorgano, tutto simboleggiante lโavvenuta Resurrezione di Cristo e del significato e beneficio che ne รจ scaturito per gli uomini. Segue il canto dellโAlleluia, che per tutto il periodo della Quaresima era stato omesso nella liturgia, in segno di mestizia per la Passione di Gesรน. Infine cโรจ la lettura del brano evangelico secondo Luca (24, 1-12) che narra la scoperta da parte delle donne e poi degli Apostoli dellโavvenuta Resurrezione.
LITURGIA BATTESIMALE
Viene posto a vista dei fedeli un catino con lโacqua che sarร utilizzata per i futuri Battesimi, compresi quelli, se ve ne sono, di questa santa notte. Lโacqua viene benedetta dal celebrante (essa รจ simbolo del dono della Grazia e della Vita nuova, comunicata da Cristo) dopo la recita delle Litanie dei Santi; la benedizione effettuata con lโimmersione del cero pasquale, una o tre volte, รจ accompagnata da bellissime preghiere del celebrante, che per motivi di spazio non riportiamo, essendo un poโ lunghe.
Seguono le promesse battesimali rinnovate dallโAssemblea, dopo se vi sono dei battezzandi si procede con il Battesimo di essi e al termine tutti i presenti, a ricordo del proprio battesimo, vengono aspersi con lโacqua benedetta. Terminato questo rito, il sacerdote e il lettore recitano la preghiera dei fedeli, omettendo in questa occasione la recita del Credo.
LITURGIA EUCARISTICA
A questo punto la liturgia diventa quella solita della celebrazione della Messa, con Prefazio, preghiere, antifone proprie della festivitร di Pasqua e si conclude con la solenne benedizione del celebrante.
Durante il giorno della Domenica di Pasqua le celebrazioni delle Messe sono come al solito, ma caratterizzate di solennitร .
Storia della Festa โ Tradizioni
La datazione della Pasqua, nel mondo cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese dโOriente e dโOccidente, la prima era composta da ebrei convertiti e la celebrava subito dopo la Pasqua ebraica e cioรจ nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dellโanno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana.
Mentre i cristiani convertiti dal paganesimo, la celebravano nel primo giorno della settimana, cioรจ la Domenica (il Sabato ebraico), questo criterio fu adottato dalla Chiesa dโOccidente. La controversia durรฒ parecchio, coinvolgendo sante ed autorevoli figure di vescovi di ambo le parti, come Policarpo, Ireneo e papi come Aniceto e Vittore I; solo con il Concilio di Nicea del 325, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianitร e cioรจ adottando il rito Occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera.
Tralasciamo tutte le successive controversie su questo problema; oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile denominandola cosรฌ Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita. Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, lโAscensione, la Pentecoste.
La Chiesa contempla per i cattolici lโobbligo del Precetto Pasquale, cioรจ confessarsi e ricevere lโEucaristia almeno una volta nel periodo pasquale. Legata alla celebrazione della Pasqua, vi sono alcune tradizioni come โlโuovo di Pasquaโ; lโuovo รจ da sempre il simbolo della vita; per i cristiani lโuovo di Pasqua รจ simbolo del sepolcro, vuoto allโinterno, ma che contiene in sรฉ la piรน grande sorpresa: la Resurrezione, simbolicamente nellโuovo di cioccolato che si regala, si trova perciรฒ una sorpresa.
Nel pranzo pasquale viene aspersa la tavola imbandita, intingendo nellโacqua benedetta un rametto di ulivo, distribuito nella Domenica delle Palme.
Il Papa da antichissima data impartisce la solenne benedizione โUrbe et Orbeโ, cioรจ a Roma ed al Mondo. Fra le tantissime manifestazioni civili e folcloristiche, che si effettuano nel mondo in questo giorno di festa, citiamo per concludere, solo lo โscoppio del carroโ a Firenze, con tutto il contorno di corteo in costumi dโepoca.
Fonte – Radio Maria, il file PDF
