Inondati dalla luce gioiosa del risorto
La gioia dei discepoli non puรฒ essere che la gioia del loro Maestro; anzi, รจ Gesรน stesso. Gesรน risorto illumina di gioia i discepoli. Il racconto evangelico della apparizione di Gesรน nel cenacolo annota: ยซE i discepoli gioirono al vedere il Signoreยป (Gv 20, 20). Era sera. Essi si trovavano lร , chiusi, assorbiti nella tristezza e paralizzati dalla paura. Il Signore entra attraverso le porte chiuse e li saluta:
ยซPace a voi!ยป. Ecco, subito si accende una grande luce in quella stanza, ยซe i discepoli gioironoยป. Si rischiarano in quella serena presenza che รจ come un largo sorriso. La luce del Risorto inonda i loro volti, i loro cuori; lo riconoscono proprio in questa luce che li risveglia alla speranza.
Poi durante i quaranta giorni della sua permanenza tra loro, prima di salire al Padre, Gesรน risorto rinnova per i discepoli lโappuntamento della gioia, rinnovando le sue apparizioni in vari momenti e in diversi luoghi. Perรฒ, come giร prima della sua passione, Gesรน non li illude lasciando loro pensare che il tempo del dolore รจ finito. No. Il viaggio del dolore, il tempo della prova, per i discepoli incomincia propria ora. Egli predice loro apertamente e ripetutamente le sofferenze cui andranno incontro, essendo essi necessariamente chiamati a partecipare anche alla sua croce – mistero di redenzione -. Li assicura perรฒ circa la forza che sarร loro data per rendere fedele testimonianza. Solo attraverso a questa partecipazione alla sua sofferenza, i discepoli potranno partecipare alla gioia della sua gloria, della sua risurrezione; potranno entrare in quella pienezza di gioia che coincide con la pienezza di vita in lui. Adesso ne hanno ricevuto soltanto un bagliore, un raggio.
Rileggiamo i capitoli 15-16 di Giovanni, riascoltiamo i bellissimi e toccanti discorsi di Gesรน ai suoi discepoli nei giorni precedenti la sua passione. Egli consegna loro il suo testamento spirituale: Tutto quello che vi ho detto – cioรจ di rimanere in me, di volervi bene, di osservare miei comandamenti
– questo che vi ho detto, ve lโho detto perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (cf Gv 15, 10 ss.). Lo scopo di Gesรน รจ quindi sempre quello di rendere felici i suoi discepoli: ยซQuesto vi ho detto perchรฉ la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia pienaยป. E ancora: Il mondo vi perseguiterร proprio perchรฉ non siete suoi. Voi dovrete soffrire. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Ma tutto questo faranno a causa del mio nome. Se voi saprete soffrire per il mio nome, sarete riconosciuti fedeli, sarete riconosciuti dal Padre e avrete lโaiuto, lโassistenza dello Spirito Consolatore, di Colui che sostiene (cf Gv 15, 18-27). Soffrirete, ma per un momento transitorio. La sofferenza รจ sempre una pasqua, cioรจ รจ sempre un passaggio.
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E continua: Vi scacceranno dalle sinagoghe, parleranno male di voi, vi oltraggeranno; allora ricordatevi che ve lโho detto, perchรฉ se ve ne ricorderete, non vi perderete dโanimo. Saprete che si tratterร del doloroso passaggio che approda alla gioia. Egli promette che non li lascerร soli, che ritornerร , che lo rivedranno e che in quel giorno la loro gioia sarร piena e nessuno potrร loro togliere la gioia perenne di cui li avrร riempiti.
Nel capitolo 17 di Giovanni si trova la splendida e commovente preghiera sacerdotale. Gesรน prega per i suoi; prega il Padre. E che cosa chiede al Padre? Che egli stesso li custodisca e li renda felici: Quandโero con loro io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi, Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo perchรฉ abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia (Gv 17, 13-14).
Ecco che cosa chiede al Padre: che doni ai discepoli la pienezza della gioia di cui ha ricolmato lui nella risurrezione. Questa pienezza si riversa perรฒ nel cuore dei discepoli, solo se accolgono la parola di Gesรน che rivela lโamore del Padre e che li invita a partecipare alla sua passione, al suo sacrificio di obbedienza.
Per i discepoli la gioia di vedere Gesรน nei quaranta giorni dopo la sua risurrezione si fa poi gioia di contemplarlo mentre egli sale al cielo. San Luca, narrando come avvenne lโascensione di Gesรน, dipinge quasi a vivaci pennellate i discepoli che guardano il Signore mentre viene elevato in alto e fa notare che, dopo averlo visto scomparire nella profonditร del cielo, ricolmi della sua presenza spirituale, interiore, sicuri della fedeltร della sua parola, ritornano a Gerusalemme e sono pieni di gioia: ยซTornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dioยป (Lc 24, 52-53).
Incomincia lโattesa, la grande attesa del ritorno del Signore. E vediamo che questa attesa รจ tutta pervasa di gioia; รจ pervasa di gioia perchรฉ รจ pervasa di fede, di speranza, di sicurezza nella parola che egli ha dato. Perciรฒ anche nel primo capitolo degli Atti si dice che gli apostoli con Maria, la madre di Gesรน, stavano radunati in preghiera in attesa del dono dello Spirito. In questa permanente riunione di preghiera essi sono pervasi di pace e di gioia. E da questo momento la gioia dei discepoli รจ attesa del ritorno di Gesรน e insieme esperienza della sua invisibile ma reale presenza in mezzo a loro.
Gioia nello Spirito Santo
Lo Spirito Santo, che viene donato nel giorno della Pentecoste, รจ la forza che li investe dallโalto; รจ una specie di ebrietas, di ebrezza spirituale che li spinge a parlare di Gesรน ex abundantia cordis. Essi sono cosรฌ ricolmi di lui da traboccarne. Eโ loro gioia, quindi, poterne parlare, proclamare il suo nome, annunziare il suo vangelo, nonostante le minacce e le persecuzioni. Anzi, questa gioia interiore li fa esultare proprio nelle tribolazioni e nelle sofferenze patite per lui.
Un giorno, dopo essere stati imprigionati, flagellati, minacciati, gli apostoli sono di nuovo lasciati in libertร a condizione che smettano finalmente di parlare di quel galileo. Risultato? Ecco:
ยซEssi se ne andarono dal sinedrio, lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesรนยป (At 5, 40-41). Era un vanto per loro, un motivo di fierezza lโavere patito qualche cosa per colui che aveva tanto patito per loro. In latino lโespressione รจ bellissima: ยซIbant gaudentesยป; andavano saltando di gioia, perchรฉ erano stati oltraggiati per amore del nome di Gesรน. Quindi, per nulla intimiditi, ยซogni giorno, nel tempio e a casa non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesรน รจ il Cristoยป (At 5, 42).
Davvero รจ un lieto annunzio quello che essi lietamente diffondono! Il vangelo della gioia, portato dovunque con franchezza ed entusiasmo, fa aumentare il numero dei credenti. Cresce cosรฌ la gioia mentre cresce la fraternitร , la famiglia di Dio, la chiesa.
La gioia dei discepoli consiste anche nello stare insieme fraternamente a pregare, a lodare il Signore, a condividere i beni, a spezzare insieme il pane, cioรจ a celebrare lโeucarestia, memoriale della passione-morte-risurrezione del Signore. Questa รจ una grandissima gioia, in una atmosfera di novitร e di stupore pieno di adorazione.
Cosรฌ la gioia del vangelo attraverso questi credenti si diffonde anche in altre cittร , in mezzo ad altre popolazioni. La gioia รจ comunicata insieme con la parola del vangelo, con il dono dello Spirito Santo mediante il battesimo e lโimposizione delle mani. La gioia รจ proprio il segno della presenza dello Spirito Santo, dono del Signore risorto.
Quando Filippo andรฒ ad annunziare il vangelo in una cittร dei Samaritani, molti di questi credettero nel Signore Gesรน, e allora ยซvi fu grande gioia in quella cittร ยป (cf At 8, 5-8). Anche nella descrizione del viaggio di Filippo che, lungo la strada da Gerusalemme a Gaza, evangelizza un etiope e poi, arrivando ad una sorgente, subito lo battezza, si fa notare che quando il diacono scomparve (portato altrove dallo Spirito) il neo-battezzato proseguรฌ il suo cammino ยซpieno di gioiaยป. Non soltanto โcon gioiaโ, ma โpienoโ, โricolmoโ di tale sentimento infuso dallโalto. Vi si riconosce proprio la sovrabbondanza della gioia messianica annunziata dai profeti.
Negli Atti degli apostoli si legge piรน di una volta che la chiesa ยซcresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santoยป (9, 31). Crescere voleva dire camminare, andare avanti, andare incontro al Signore e portare agli altri lโannunzio della salvezza. Cresceva e camminava proprio perchรฉ era colma del conforto, ossia della forza e della gioia dello Spirito Santo. Non poteva contenersi perchรฉ dentro le urgeva lโamore, il dinamismo della vita divina che tende sempre ad espandersi, comunicarsi, donarsi.
Con la predicazione di Barnaba e Paolo ad Antiochia siamo ormai nel mondo pagano. Ecco, anche i pagani ยซsi rallegravano e glorificavano la Parola di Dio e abbracciavano la fedeยป (cf At 13, 48-49 e passim). Stupendo! I pagani si rallegravano e rendevano gloria alla Parola di Dio; lโaccoglievano, lโabbracciavano passando cosรฌ alla fede nel vero Dio. I โdiscepoliโ, tutti quelli che ora seguivano il Signore Gesรน, erano ยซpieni di gioia e di Spirito Santoยป. Pieni di gioia, perchรฉ pieni di Spirito Santo: รจ la stessa cosa. Questo รจ, dunque, il segreto della prodigiosa diffusione del vangelo.
La gioia pasquale dellโapostolo delle genti
Uno dei piรน grandi diffusori della gioia nel mondo pagano รจ san Paolo, lโuomo che incontra il Signore sulla strada di Damasco mentre si reca a perseguitare i credenti in lui. Il Signore lo atterra folgorandolo e se lo conquista come una preda.
Lโesperienza interiore di Paolo sulla strada di Damasco รจ lโesperienza del Cristo risorto, ma anche del Cristo crocifisso. Da questo incontro rimane infatti come stigmatizzato per sempre: porta impresse nel suo corpo e nel suo spirito le ferite gloriose del Cristo. Il Cristo risorto lo tocca, lo ferisce, lo pervade tutto, perciรฒ – se noi leggiamo attentamente le sue lettere – vediamo che la gioia di Paolo gronda sempre del sangue della croce, e che la sua sofferenza รจ sempre abbagliata dalla luce gloriosa della risurrezione. Paolo, infatti, si dice contento proprio quando soffre. In lui cโรจ sempre lโunitร e la totalitร del mistero pasquale; cโรจ sempre lโesperienza del Cristo crocifisso e risorto.
Nel capitolo ottavo della lettera ai Romani, Paolo esprime il gemito dellโumanitร e di tutta la creazione come travaglio di parto, come passaggio alla vera vita mediante una nuova nascita. Si tratta proprio del passaggio pasquale. Tutta lโumanitร e tutta la creazione gemono, ma in questo gemito si fa strada un grido di esultanza. Tutto gioisce in modo indicibile passando dalla croce alla gloria. Per questo Paolo conclude la lettera ai Romani – scritta con tanta sofferenza – rallegrandosi di loro perchรฉ hanno accolto la Parola e sono passati alla fede nel vero Dio, e augura la pienezza della letizia pasquale: ยซIl Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perchรฉ abbondiate nella speranza per la virtรน (cioรจ per la forza) dello Spirito Santoยป (Rm 15, 13).
Siamo salvati, ma in speranza; e siamo ancora in cammino; dobbiamo soffrire per passare alla gloria. Occorre abbondare di Spirito Santo per pregustare la gioia e la pace che troveremo nel pieno compimento del regno di Dio. Questa รจ la nostra grande consolazione e la nostra โbeata speranzaโ.
Anche nella seconda lettera ai Corinzi san Paolo parla delle sue debolezze e delle sue tribolazioni, di tutto quello che ha patito nel suo avventuroso itinerario apostolico. E come ne parla? Ecco:
Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesรน, perchรฉ anche la vita di Gesรน si manifesti nel nostro corpo (2 Cor 4, 8-10).
In ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessitร , nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santitร , amore sincero; con parole di veritร , con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto (2 Cor 6, 4-10).
ร beato nelle tribolazioni! ยซAfflitti, ma sempre lietiยป. Sul piano della logica umana tutto รจ paradossale, ma sul piano della fede ogni cosa รจ nel suo giusto ordine. Essere partecipi del mistero pasquale di Gesรน รจ lโesperienza piรน beatificante.
Proseguendo la lettera in tono confidenziale, Paolo esprime poi gioia e consolazione perย lโaffetto e lโaiuto dei fratelli.
Riferendosi a Tito scrive: ยซEgli ci ha annunziato il vostro desiderio di aiutarlo, il vostro dolore, il vostro affetto per me; cosicchรฉ la mia gioia si รจ ancora accresciutaยป (2 Cor 7, 7).
Paolo รจ contento di avere sofferto e di soffrire ancora, perchรฉ questo gli permette di sperimentare la caritร , lโaffetto, la compassione e la consolazione da parte dei fratelli, di coloro che egli ha generato alla fede. E piรน bello avere qualcuno che condivida con noi la sofferenza che non avere sofferenze. Da ciรฒ si dimostra che davvero il segreto della gioia รจ sempre lโamore.
Inoltre si dice contento dโaver scritto ai Corinzi una lettera severa che li ha rattristati, ma che anche li ha stimolati al pentimento, dopo il loro riprovevole comportamento:
Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se me ne รจ dispiaciuto vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo soltanto, vi ha rattristati ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perchรฉ questa tristezza vi ha portato a pentirvi.
Infatti vi siete rattristati secondo Dio e cosรฌ non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; perchรฉ la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte. Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio questo rattristarvi secondo Dio! Ecco quello che ci ha consolati. A questa consolazione si รจ aggiunta una gioia ben piรน grande per la letizia di Tito, poichรฉ il suo spirito รจ stato rinfrancato da tutti voi. Mi rallegro perchรฉ posso contare totalmente su di voi (2 Cor 7, 8-11.13.16).
Facendo poi lโelogio dei cristiani della Macedonia che sono stati tanto generosi nella colletta per la chiesa di Gerusalemme, scrive: ยซNonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertร si sono tramutate nella ricchezza della loro generositร ยป (2 Cor 8, 2). Si trova grande gioia, dunque, nel saper dare generosamente con spirito di fede e di caritร .
Tornando alla propria personale esperienza, san Paolo confida umilmente che il Signore gli ha dato una prova senza tregua, una spina nella carne, e che alla sua supplica per esserne liberato gli ha risposto: ยซTi basta la mia graziaยป (cf 12, 7-10). Accettando volentieri e umilmente le proprie debolezze, esce in quella stupenda esclamazione: ยซSuperabundo gaudio in infirmitatibus meisยป.
Se questa รจ la volontร del Signore, io sovrabbondo di gioia nella mia debolezza, nelle mie infermitร . Perchรฉ?
Perchรฉ in questa mia infermitร , in questa mia debolezza, in questa mia umiliazione, sperimento maggiormente la potenza di Cristo. Perciรฒ anche in altri punti dei suoi scritti lโApostolo dice:
ยซQuando sono debole, รจ allora che sono forteยป (2 Cor 12, 10), perchรฉ in me cโรจ piรน spazio per Cristo.
Proprio in base alla sua esperienza egli puรฒ esortare e convincere di questo anche i fedeli. Nel congedarsi dai Corinzi in questa lettera dice: ยซFratelli, state lieti!ยป. State sempre lieti, rimanete nella letizia, ยซtendete alla perfezioneยป, cioรจ alla perfetta letizia che coincide con la santitร .
Non siate lieti soltanto in qualche momento, ma โstateโ! Siate nello stato di letizia, che รจ lo stato del cristiano, vivendo in pace, perchรฉ il Dio dellโamore e della pace รจ in mezzo a voi. Proprio questa letizia prova il fatto che si รจ con il Signore, che si vive alla sua presenza.
Coltivatore della gioia nel cuore dei credenti
Potremmo, se non bastasse, dare uno sguardo anche alle altre lettere di san Paolo. In quella scritta ai Galati egli dice espressamente che la gioia รจ frutto dello Spirito Santo (5, 22) e che il segreto della gioia รจ perciรฒ sempre la vita secondo lo Spirito. Chi vive secondo lo Spirito ha la gioia; di piรน: รจ gioia. Notiamo che nellโelencare i frutti dello Spirito Santo lโApostolo pone al primo posto lโamore perchรฉ lo Spirito Santo stesso รจ amore e poi subito la gioia, perchรฉ dallโamore scaturisce immediatamente la gioia. Amore e gioia danno la pace; e poi tutto di conseguenza: bontร , pazienza, benevolenza, fedeltร , mitezza.
Se รจ cosรฌ, bisogna guardarsi dallo spegnere lo Spirito, poichรฉ si spegnerebbe la fonte di tutti i buoni frutti (cf Ef 4, 30). Se con una condotta indegna contristiamo lo Spirito Santo che รจ in noi, diventiamo terreno arido; i frutti della grazia non possono maturare e il lavoro dellโAgricoltore รจ reso vano. Se ci pensiamo, ci appare inconcepibile il fatto che lo Spirito Santo possa essere contristato, mortificato in noi! Contristato vuol dire in certo modo contratto, messo allo stretto, soffocato per lโangustia dello spazio.
Allโinizio della lettera agli Efesini san Paolo espone il piano di Dio e lo presenta come una chiamata ad ereditare il regno della luce, a diventare santi in Cristo per essere lode della sua gloria, cioรจ per essere un canto di gioia a colui che ci ha creati e che in Cristo ci ha benedetti ยซcon ogni benedizione spiritualeยป.
Nella lettera ai Filippesi rivolge a quei suoi carissimi figli anzitutto con un inno di ringraziamento perchรฉ il loro ricordo รจ per lui motivo di gioia (cf 1, 3ss.). Li considera dei privilegiati. Perchรฉ? ยซPerchรฉ a voi รจ stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere…ยป (1, 29-30). La gioia vera, per il cristiano, รจ ricevere la grazia di partecipare ai patimenti di Cristo, perchรฉ questo dร la sicurezza della partecipazione anche alla sua gloria, alla sua gioia.
Accennando poi alle sue sofferenze mentre รจ in prigione, Paolo dice che รจ contento ed esorta loro a non rattristarsi per questo, ma anzi a goderne con lui. Le sue sofferenze egli le considera come il sangue versato in libagione sul sacrificio della loro fede. Come rattristarsi per una realtร di grazia tanto bella? ยซE anche se il mio sangue deve essere versato in libagione sul sacrificio e sullโofferta della vostra fede, โsono contentoโ e โne godoโ con tutti voi. Allo stesso modo anche voi โgodetene e rallegrateviโ con meยป (2, 17-18).
Sempre nella lettera ai Filippesi raccomanda di accogliere il fratello Epafrodito che ha sofferto, di accoglierlo con premura, rallegrandosi al vederlo, come ci si rallegra nel vedere il Signore:
ยซAccoglietelo dunque nel Signore, con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui; perchรฉ ha rasentato la morte per la causa di Cristoยป (2,29-30). ยซAccoglietelo con piena gioiaยป. Perchรฉ? Perchรฉ questo fratello che ha sofferto per la fede porta le stigmate, le ferite gloriose del Cristo. La motivazione della gioia รจ sempre il Signore presente in tutti e in tutto. I cristiani, se sono autentici, se sono in comunione di caritร , essendosi abbeverati allโunico Spirito (cf 1 Cor 12, 13), devono vivere sempre nella gioia spirituale. E un dovere rallegrarsi.
Proprio perchรฉ li vede fedeli a questo impegno, lโApostolo, con accenti vibranti di affetto e commozione, dice: ยซRendete piena la mia gioia con lโunione dei vostri spiriti, con la stessa caritร , con i medesimi sentimentiยป (2, 2). ยซPerciรฒ, fratelli miei carissimi, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore cosi come avete imparato, carissimi… Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilitร sia nota a tutti gli uominiยป (4, 1. 4-5).
Scrivendo ai Colossesi, Paolo esprime la propria gioia di soffrire per loro e per tutte le chiese:
ยซSono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristoยป (1, 24). Ed egli li accende di fervore inondandoli di gioia pasquale: Siamo risorti con Cristo dice quindi siamo figli della luce, figli della gioia. ยซRivestitevi, dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontร , di umiltร , di mansuetudine… ยป (3, 12ss.). Ciรฒ vuol dire: Rivestitevi di Cristo e cantate il cantico dellโuomo nuovo, il cantico della salvezza, quindi della gioia.
In questo passo, appunto dopo aver esortato a rivestirsi di Cristo, ossia di tutti i suoi sentimenti, raccomanda di essere riconoscenti, di vivere nella caritร , nella pace: ยซCantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate, in parole e opere, fatelo nel nome di Gesรน Cristo, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padreยป (3, 16-17).
Vivere nel rendimento di grazie e nella gioia significa essere davvero rivestiti dei sentimenti di Cristo che nei giorni della sua vita terrena ยซesultรฒ nello Spirito Santo e disse: Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli… ยป (Lc 10, 21). Come Gesรน, vivere per il Padre e trovare nel Padre la pienezza della gioia: questo deve essere lโintento del cristiano.
San Paolo generando alla fede, si ritiene collaboratore, o meglio, coltivatore della gioia nel cuore dei credenti. Ai Tessalonicesi egli scrive congratulandosi per la loro fede e per il loro impegno nella caritร poichรฉ in tal modo, tramite loro, si diffonde ovunque il buon profumo di Cristo e quindi la gioia riempie il cuore di molti altri fratelli (cf 1 Ts 3, 6ss.).
La consegna della gioia
โฆ nellโapostolo Pietro
La consegna della gioia del Signore รจ stato lโimpegno anche di tutti gli altri apostoli e discepoli: del resto, essa coincide con lโannunzio del vangelo.
San Pietro nella sua prima lettera esordisce affermando che quanti amano il Cristo in questa vita, pur senza vederlo, soffrendo gioiscono in lui e pregustano la contemplazione del suo volto di gloria: โฆ Siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un poโ afflitti da varie prove, perchรฉ il valore della vostra fede, molto piรน preziosa dellโoro che, pur destinato a perire, tuttavia si prova con il fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesรน Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciรฒ esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioรจ la salvezza delle anime (1 Pt 1, 6-9).
โฆ nellโapostolo Giacomo
Sulla stessa linea รจ lโesortazione di san Giacomo: Considerate perfetta letizia, fratelli miei, quando subite ogni genere di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi lโopera sua in voi, perchรฉ siate perfetti e integri… (1, 2-4).
Questa ยซperfetta letiziaยป, volto dellโautentica santitร , contrassegno del cristiano, รจย piรน facilmente riscontrabile tra gli umili e i poveri. Ai ricchi e orgogliosi รจ invece rivolto il pressante invito a deporre la loro fatua allegria e a piangere di compunzione, appunto per rendersi idonei a ricevere la vera gioia dal Signore (cf Gc 4, 9-10).
โฆ nella lettera agli Ebrei
Non meno significativo รจ quanto si legge nella lettera agli Ebrei. Coloro che si sono accostati a Dio non piรน col terrore ma nella piena confidenza, essendo stati avvicinati dal Mediatore della nuova alleanza e resi partecipi dellโยซadunanza festosaยป, dellโยซassemblea dei primogeniti iscritti nei cieliยป, devono offrire continuamente a Dio un sacrificio di lode (cf 12,22-24; 13, 15), cioรจ un omaggio di gioia. Ecco in quale modo: Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perchรฉ di tali sacrifici il Signore si compiace. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perchรฉ vegliano su di voi come chi ha da renderne conto; obbedite, perchรฉ facciano questo con gioia e non gemendo: ciรฒ non sarebbe vantaggioso per voi (13,16-17).
Sincera fraternitร , condivisione generosa, ascolto e obbedienza: ecco i connotati del vero culto a Dio.
La gioia nel sacrificio
Commentando la Sacra Scrittura Origene scriveva: ยซTu generi la gioia se tutto stimerai gioia, quando ti imbatterai in varie tentazioni e offrirai questa gioia in sacrificio a Dio. E quando ti avvicinerai lieto a Dio, egli ti renderร nuovamente quello che avrai offerto, e ti dirร : Di nuovo mi vedrete e gioirร il vostro cuore e nessuno vi potrร togliere la vostra gioia. Cosรฌ dunque riceverai moltiplicato quello che avrai offerto a Dioยป (Omelia ottava sulla Genesi).
Offrire la propria sofferenza, la propria povertร portandola allโaltare con โviso lietoโ, questo noi spesso trascuriamo di fare, presumendo invece di presentare con ragione le nostre lagnanze al Signore per il costo della vita… per il prezzo troppo alto della nostra cittadinanza nel suo regno. Camminando in questa โvalle di lacrimeโ non dobbiamo perdere di vista la meta del nostro pellegrinaggio. La celeste Gerusalemme la chiesa nostra madre giร glorificata con Cristo non cessa di incoraggiarci ricordandoci le divine promesse:
Una grande gioia mi viene dal Santo per la misericordia che presto vi giungerร dallโEterno vostro salvatore. Vi ho visti partire tra gemiti e pianti, ma Dio vi ricondurrร a me con letizia e gioia, per sempre (Bar 4, 22-23).
Allora: ยซAttingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezzaยป (Is 12, 3).
Saranno raggianti di felicitร quelli che, passati attraverso la grande tribolazione della presente vita, avranno lavato le loro vesti nel sangue dellโAgnello, si saranno cioรจ purificati mediante la sofferenza che li ha resi partecipi della croce del Redentore (cf Ap 7, 9-15). Lร , nella santa dimora del cielo, gli eletti: Non avranno piรน fame, nรฉ avranno piรน sete, nรฉ li colpirร il sole, nรฉ arsura di sorta, perchรฉ lโAgnello li guiderร alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerร ogni lacrima dai loro occhi (Ap 7, 16-17).
I verbi della promessa sono al futuro, ma questo futuro di salvezza e di gioia giร ci appartiene, giร trasfigura le fatiche del nostro quotidiano cammino, se ogni passo รจ compiuto nella fede, nella speranza, nellโamore.
Le origini eterne della nostra gioia
Lโapostolo Giovanni che piรน da vicino ha attinto alla sorgente del cuore di Cristo torna a farci contemplare le origini eterne della nostra gioia:
Ciรฒ che era fin dal principio, ciรฒ che noi abbiamo udito, ciรฒ che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciรฒ che noi abbiamo contemplato e ciรฒ che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita… lo annunziamo anche a voi, perchรฉ anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione รจ con il Padre e con il Figlio suo Gesรน Cristo. Queste cose vi scriviamo perchรฉ la nostra gioia sia perfetta (1 Gv 1, 1-4).
I discepoli avevano visto e toccato la Gioia divina fatta visibile nella persona di Gesรน; lโavevano vista affondare nelle tenebre del venerdรฌ santo e risorgere allโalba di un nuovo giorno senza fine. Riempiti della sua presenza non possono fare a meno di testimoniarla, anche a prezzo di molte sofferenze, affinchรฉ essa diventi anche la nostra gioia pura e inalienabile. Tale gioia รจ la comunione con il Padre e il Figlio nellโAmore che รจ lo Spirito Santo; รจ il mistero ineffabile della santissima Trinitร nella cui sfera siamo attirati.
Il nostro destino felice
Cosรฌ quello che era โin principioโ cioรจ allโorigine di tutte le cose si trova anche alla fine e rimane per sempre. In principio era la gioia e sempre rimarrร la gioia: Dio. Questo รจ il nostro destino felice. Questo desideriamo ardentemente raggiungere.
ยซVita felice – esclama santโAgostino – รจ il gaudio per la veritร ; รจ quindi gioire di te che sei la veritร , o Dio, mia luce, salvezza del mio volto, mio Dio. Questa vita beata tutti la vogliono…ยป (Conf. X, 23 ).
Sรฌ, tutti la vogliono, ma come la cercano? ยซCโรจ qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?ยป interroga il Signore. ยซSe, allโudirlo, tu rispondi: Io! cosรฌ ti soggiunge il Signore: se vuoi avere la vera ed eterna vita… sta lontano dal male e fa il bene, cerca la pace e perseguilaยป (cf Sal 33).
Bisogna dunque cercare la gioia sullโunica diritta strada della veritร che รจ il Vangelo.
Lontano, Signore, lontano dal cuore del tuo servo che a te si confessa, lontano il pensiero che godendo di qualunque gioia possa essere felice. Vi รจ infatti una gioia che non รจ data agli empi, ma a coloro che ti servono con gratuitร — per puro amore — e la gioia di costoro sei tu stesso. Questa รจ la vita felice: gioire per te, di te, a causa di te. Altra felicitร non esiste (Conf. X, 22).
Ti rendiamo grazie, Signore! Amen! Alleluja!
Tratto dal libro โDIO DELLA MIA GIOIAโ – di Anna Maria Canopi O.S.B. – Ed. PIEMME
