Papa Francesco – Incontro con il Clero di Roma

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INCONTRO CON IL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica di San Giovanni in Laterano
Giovedรฌ, 7 marzo 2019

La riconciliazione

Buongiorno a tutti voi.

รˆ sempre bello ritrovarsi qui, ogni anno, allโ€™inizio della Quaresima, per questa liturgia del perdono di Dio. Ci fa bene โ€“ fa bene anche a me! โ€“ e sento nel cuore una grande pace, ora che ognuno di noi ha ricevuto la misericordia di Dio e lโ€™ha donata agli altri, suoi fratelli. Viviamo questo momento per quello che รจ realmente, come una grazia straordinaria, un miracolo permanente della tenerezza divina, nel quale ancora una volta la Riconciliazione di Dio, sorella del Battesimo, ci commuove, ci lava con le lacrime, ci rigenera, ci restituisce lโ€™originaria bellezza.

Questa pace e questa gratitudine che dal nostro cuore salgono al Signore ci aiutano a comprendere come la Chiesa intera e ciascuno dei suoi figli viva e cresca grazie alla misericordia di Dio. La Sposa dellโ€™Agnello diventa ยซsenza macchia nรฉ rugaยป (Ef 5,27) per dono di Dio, la sua bellezza รจ il punto di arrivo di un cammino di purificazione e di trasfigurazione, cioรจ di un esodo a cui il Signore permanentemente la invita: ยซEcco, la condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al suo cuoreยป (Os 2,16). Non dobbiamo mai cessare di metterci reciprocamente in guardia dalla tentazione dellโ€™autosufficienza e dellโ€™autocompiacimento, quasi fossimo Popolo di Dio per nostra iniziativa o per merito nostro. Questo ripiegamento su noi stessi รจ molto brutto e ci farร  male sempre: sia lโ€™autosufficienza nel fare o il peccato dello specchio, lโ€™autocompiacimento: โ€œChe bello sono! Che bravo sono!โ€. Non siamo popolo di Dio per nostra iniziativa, per merito nostro; no davvero, noi siamo e saremo per sempre il frutto dellโ€™azione misericordiosa del Signore: un Popolo di orgogliosi resi piccoli dallโ€™umiltร  di Dio, un Popolo di miserabili โ€“ non abbiamo paura di dire questa parola: โ€œsono miserabileโ€ โ€“ resi ricchi dalla povertร  di Dio, un Popolo di maledetti resi giusti da Colui che si fece il โ€œMaledettoโ€ appeso sul legno della croce (cfr Gal 3,13). Non dimentichiamolo mai: ยซsenza di me non potete far nulla!ยป (Gv 15,5). Lo ripeto, il Maestro ci ha detto: ยซsenza di me non potete far nulla!ยป. E cosรฌ cambia la cosa, non sono io davanti allo specchio che mi guardo, non sono io il centro delle attivitร , persino il centro della preghiera, tante volteโ€ฆ No, no, รจ Lui il centro. Io sono in periferia. รˆ Lui il centro, รจ Lui che fa tutto, e questo richiede da noi una santa passivitร  โ€“ quella che non รจ santa รจ la pigrizia, no, quella no โ€“ una santa passivitร  davanti a Dio, davanti a Gesรน soprattutto, รจ Lui che fa le cose.

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Ecco perchรฉ questo tempo di Quaresima รจ davvero una grazia: ci permette di ricollocarci davanti a Dio lasciando che egli sia tutto. Il suo amore ci rialza dalla polvere (ricordati che senza di me sei polvere, ci ha detto ieri il Signore), il suo Spirito soffiato ancora una volta sulle nostre narici ci dona la vita dei risorti. La mano di Dio, che ci ha creato a immagine e somiglianza del suo mistero trinitario, ci ha fatto molteplici nell’unitร , diversi ma inseparabili gli uni dagli altri. Il perdono di Dio, che oggi abbiamo celebrato, รจ una forza che ristabilisce la comunione a tutti i livelli: tra di noi presbiteri nellโ€™unico presbiterio diocesano; con tutti i cristiani, nellโ€™unico corpo che รจ la Chiesa; con tutti gli uomini, nellโ€™unitร  della famiglia umana. Il Signore ci presenta gli uni agli altri e ci dice: ecco tuo fratello, ยซosso dalle tue ossa, carne dalla tua carneยป (cfr Gen 2,23), colui con il quale sei chiamato a vivere la ยซcaritร  che non avrร  mai fineยป (1Cor 13,8).

Per questi sette anni di cammino diocesano di conversione pastorale, che ci separano dal Giubileo del 2025 (siamo arrivati al secondo) vi ho proposto il libro dellโ€™Esodo come paradigma. II Signore agisce, allora come oggi, e trasforma un โ€œnon-popoloโ€ in Popolo di Dio. Questo รจ il suo desiderio e il suo progetto anche su di noi.

Ebbene, cosa fa il Signore quando deve constatare con tristezza che Israele รจ un popolo ยซdalla dura cerviceยป (Es 32,9), ยซincline al maleยป (Es 32,22) come nellโ€™episodio del vitello dโ€™oro? Comincia unโ€™opera paziente di riconciliazione, una pedagogia sapiente, in cui Egli minaccia e consola, fa prendere consapevolezza delle conseguenze del male compiuto e decide di dimenticare il peccato, punisce colpendo il popolo e risana la ferita che ha inferto. Proprio nel testo di Esodo 32-34, che proporrete in Quaresima alla meditazione delle vostre comunitร , il Signore sembra aver preso una decisione radicale: ยซIo non verrรฒ in mezzo a teยป (Es 33,3). Quando il Signore si chiude, si allontana. Noi abbiamo esperienza di questo, nei momenti brutti, di desolazione spirituale. Se qualcuno di voi non conosce questi momenti, gli consiglio di andare a parlare con un buon confessore, con un padre spirituale, perchรฉ qualcosa ti manca nella vita; non so cosโ€™รจ ma non avere desolazioneโ€ฆ non รจ normale, direi che non รจ cristiano. Noi abbiamo di questi momenti. Non camminerรฒ piรน alla tua testa; manderรฒ il mio angelo (cfr Es 32,34) a precederti nel cammino, ma io non verrรฒ. Quando il Signore ci lascia soli, senza la sua presenza, e noi siamo in parrocchia, stiamo lavorando e ci sentiamo impiegati ma senza la presenza del Signore, nella desolazioneโ€ฆ Non solo nella consolazione, nella desolazione. Pensate a questo.

Dโ€™altra parte il popolo, forse per impazienza o sentendosi abbandonato (perchรฉ Mosรจ tardava a scendere dal monte), aveva messo da parte il profeta scelto da Dio e aveva chiesto ad Aronne di costruire un idolo, immagine muta di Dio, che camminasse alla sua testa. Il popolo non tollera lโ€™assenza di Mosรจ, รจ in desolazione e non tollera e cerca subito un altro Dio per essere comodo. A volte, quando noi non abbiamo desolazione, puรฒ darsi che abbiamo degli idoli. โ€œNo, sto bene, con questo che ho mi arrangioโ€ฆโ€. Non viene mai la tristezza dellโ€™abbandono di Dio. Cosa fa il Signore quando noi lo โ€œtagliamo fuoriโ€ โ€“ con gli idoli โ€“ dalla vita delle nostre comunitร , perchรฉ convinti di bastare a noi stessi? In quel momento lโ€™idolo sono io: โ€œNo, mi arrangio… Grazieโ€ฆ Non preoccuparti, mi arrangioโ€. E non si sente quel bisogno del Signore, non si sente la desolazione dellโ€™assenza del Signore.

Ma il Signore รจ furbo! La riconciliazione che Egli vuole offrire al popolo sarร  una lezione che gli Israeliti si ricorderanno per sempre. Dio si comporta come un amante rifiutato: se proprio non mi vuoi, allora me ne vado! E ci lascia da soli. รˆ vero, noi possiamo cavarcela soli, per un poโ€™ di tempo, sei mesi, un anno, due anni, tre anni, anche di piรน. A un certo punto questo scoppia. Se noi andiamo avanti da soli, scoppia questa autosufficienza, questo autocompiacimento della solitudine. E scoppia male, scoppia male. Penso a un caso di un sacerdote bravo, bravo, religioso, lโ€™ho conosciuto bene. Era brillante. Se cโ€™era un problema in qualche comunitร , i superiori pensavano a lui per risolvere il problema: un collegio, unโ€™universitร , era bravo, bravo. Ma era devoto di โ€œsanto specchioโ€: guardava tanto sรฉ stesso. E Dio รจ stato buono con lui. Un giorno gli ha fatto sentire che era solo nella vita, che aveva perso tanto. E non ha osato dire al Signore: โ€œMa io ho sistemato questa cosa, quellโ€™altra, quellโ€™altraโ€ฆโ€. No, subito si accorto che era solo. E la grazia piรน grande che puรฒ dare il Signore, per me รจ la grazia piรน grande: quellโ€™uomo pianse. La grazia del pianto. Ha pianto per il tempo perduto, ha pianto perchรฉ il santo specchio non gli aveva dato quello che lui si aspettava da sรฉ stesso. E ha incominciato da capo, umilmente. Quando il Signore se ne va, perchรฉ noi lo cacciamo via, bisogna chiedere il dono delle lacrime, piangere lโ€™assenza del Signore. โ€œTu non mi vuoi, allora me ne vadoโ€, dice il Signore, e col tempo succede quello che รจ successo a questo sacerdote.

Torniamo allโ€™Esodo.ย Lโ€™effetto รจ quello sperato: ยซIl popolo udรฌ questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno piรน indossรฒ i suoi ornamentiยป (Es 33,4). Agli Israeliti non รจ sfuggito che nessuna punizione รจ tanto pesante come questa decisione divina che contraddice il suo nome santo: ยซIo sono colui che sono!ยป (Es 3,14): espressione che ha un senso concreto, non astratto, traducibile forse โ€œio sono colui che รจ e sarร  qui, accanto a teโ€. Quando ti accorgi che Lui se ne รจ andato, perchรฉ tu lโ€™hai cacciato via, รจ una grazia sentire questo. Se non ti accorgi, cโ€™รจ la sofferenza. Lโ€™angelo non รจ una soluzione, anzi sarebbe il testimone permanente dellโ€™assenza di Dio. Per questo la reazione del popolo รจ la tristezza. Questa รจ unโ€™altra cosa pericolosa, perchรฉ cโ€™รจ una tristezza buona e una tristezza cattiva. Lรฌ bisogna discernere, nei momenti di tristezza: comโ€™รจ la mia tristezza, da dove viene? E a volte รจ buona, viene da Dio, dallโ€™assenza di Dio, come in questo caso; altre volte รจ un autocompiacimento, anchโ€™essa, non รจ vero?

Cosa proveremmo noi se il Signore Risorto ci dicesse: continuate pure le vostre attivitร  ecclesiali e le vostre liturgie, ma non sarรฒ piรน io ad essere presente e ad agire nei vostri sacramenti? Dal momento che, quando prendete le vostre decisioni, vi basate su criteri mondani e non evangelici (tamquan Deus non esset) allora mi faccio totalmente da parte… Tutto sarebbe vuoto, privo di senso, non sarebbe altro che โ€œpolvereโ€. La minaccia di Dio apre il varco allโ€™intuizione di cosa sarebbe la nostra vita senza di Lui, se davvero Egli sottraesse per sempre il suo Volto. รˆ la morte, la disperazione, lโ€™inferno: senza di me non potete far nulla.

II Signore ci mostra ancora una volta, sulla carne viva dello smascheramento della nostra ipocrisia, cosa sia realmente la sua misericordia. A Mosรจ Dio rivela sul monte la sua Gloria e il suo Nome santo: ยซIl Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento allโ€™ira e ricco di amore e di fedeltร ยป (Es 34,6). Nel โ€œgioco di amoreโ€ portato avanti da Dio, fatto di assenza minacciata e di presenza ridonata โ€“ ยซIl mio volto camminerร  con voi e ti darรฒ riposoยป (Es 33,14) โ€“ Dio realizza la riconciliazione con il suo Popolo. Israele viene fuori da questa esperienza dolorosa, che lo segnerร  per sempre, con una maturitร  nuova: รจ piรน consapevole di chi รจ il Dio che lo ha liberato dallโ€™Egitto, รจ piรน lucido nel comprendere i veri pericoli del cammino (potremmo dire: ha piรน timore di sรฉ stesso che dei serpenti del deserto!). รˆย  buono questo: avere un poโ€™ di paura di noi stessi, della nostra onnipotenza, delle nostre furbizie, dei nostri nascondimenti, del nostro doppio giocoโ€ฆ Un poโ€™ di paura. Se fosse possibile, avere piรน paura di questo che dei serpenti, perchรฉ questo รจ un vero veleno. E il popolo, cosรฌ, รจ piรน unito intorno a Mosรจ e alla Parola di Dio che egli annuncia. Lโ€™esperienza del peccato e del perdono di Dio รจ ciรฒ che ha permesso ad Israele di diventare un poโ€™ di piรน il Popolo che appartiene a Dio. Abbiamo fatto questa Liturgia penitenziale e abbiamo fatto lโ€™esperienza dei nostri peccati; e dire il peccato รจ una cosa che ci apre alla misericordia di Dio, perchรฉ di solito il peccato si nasconde. Noi nascondiamo il peccato non solo a Dio, non solo al prossimo, non solo al sacerdote, ma a noi stessi. La โ€œcosmeticaโ€ รจ andata tanto avanti, in questo: siamo specialisti nel truccare le situazioni. โ€œSรฌ, ma non รจ per tanto, si capisceโ€ฆโ€. E un poโ€™ dโ€™acqua per lavarsi dalla cosmetica fa bene a tutti, per vedere che non siamo tanto belli: siamo brutti, brutti anche nelle nostre cose. Ma senza disperarci, perchรฉ cโ€™รจ Dio, clemente e misericordioso, che รจ sempre dietro di noi. Cโ€™รจ la sua misericordia che ci accompagna.

Cari fratelli, รจ questo il senso della Quaresima che vivremo. Negli esercizi spirituali che predicherete alle persone delle vostre comunitร , nelle liturgie penitenziali che celebrerete, abbiate il coraggio di proporre la riconciliazione del Signore, di proporre il suo amore appassionato e geloso.

Il nostro ruolo รจ come quello di Mosรจ: un servizio generoso allโ€™opera di riconciliazione di Dio, uno โ€œstare al giocoโ€ del suo amore.

รˆ bello il modo in cui Dio coinvolge Mosรจ, lo tratta davvero come suo amico: lo prepara prima che scenda dalla montagna avvertendolo della perversione del popolo, accetta che egli faccia da intercessore per i suoi fratelli, lo ascolta mentre gli ricorda il giuramento che Lui, Dio, ha fatto ad Abramo, Isacco e Giacobbe. Possiamo immaginare che Dio abbia sorriso quando Mosรจ lo ha invitato a non contraddirsi, a non fare brutta figura agli occhi degli egiziani e a non essere da meno dei loro dei, ad aver rispetto del suo Nome santo. Lo provoca con la dialettica delle responsabilitร : โ€œIl tuo popolo, che tu, Mosรจ, hai fatto uscire dallโ€™Egittoโ€, perchรฉ Mosรจ risponda sottolineando che no, il popolo appartiene a Dio, รจ Lui che lo ha fatto uscire dallโ€™Egitto… E questo รจ un dialogo maturo, con il Signore. Quando vediamo che il popolo che noi serviamo nella parrocchia, o dovunque, si รจ allontanato, noi abbiamo questa tendenza di dire: โ€œรˆ la mia gente, รจ il mio popoloโ€. Sรฌ, รจ il tuo popolo, ma vicariamente, diciamo cosรฌ: il popolo รจ Suo! E allora andare a rimproverarlo: โ€œGuarda il tuo popolo cosa sta facendoโ€. Questo dialogo con il Signore.

Ma il cuore di Dio ha esultato di gioia quando ha udito le parole di Mosรจ: ยซSe tu perdonassi il loro peccato [โ€ฆ] Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!ยป (Es 32,32). E questa รจ una delle cose piรน belle del sacerdote, del prete che va davanti al Signore e mette la faccia per il suo popolo. โ€œรˆ il tuo popolo, non il mio, e tu devi perdonareโ€ โ€“ โ€œNo, maโ€ฆโ€ โ€“ โ€œIo me ne vado! Io con te non parlo piรน. Cancellamiโ€. Ci vogliono dei โ€œpantaloniโ€, per parlare cosรฌ con Dio! Ma noi dobbiamo parlare cosรฌ, come uomini, non come pusillanimi, come uomini! Perchรฉ questo significa che io sono consapevole del posto che ho nella Chiesa, che non sono un amministratore, messo lรฌ per portare avanti ordinatamente qualcosa. Significa che io credo, che io ho fede. Provate a parlare cosรฌ, con Dio.

Morire per il popolo, condividere il destino del popolo qualunque cosa succeda, fino a morirne. Mosรจ non ha accettato la proposta di Dio, non ha accettato la corruzione. Dio fa finta di volerlo corrompere. Non ha accettato: โ€œNo, in questo non ci sto. Io sto con il popolo. Con il tuo popoloโ€. La proposta di Dio era: ยซLascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te farรฒ una grande nazioneยป (Es 32,10) โ€“ ecco la โ€œcorruzioneโ€. Ma come? Dio รจ il corruttore? Sta cercando di vedere il cuore del suo pastore. Non vuole salvare sรฉ stesso, Mosรจ: ormai egli รจ una cosa sola con i suoi fratelli. Magari ognuno di noi arrivasse a questo punto, magari! รˆ brutto quando un sacerdote va dal vescovo a lamentarsi della sua gente: โ€œAh, non si puรฒ, questa gente non capisce niente, e cosรฌ, e cosร โ€ฆ, si butta via il tempoโ€ฆโ€. รˆ brutto! Cosa manca a quellโ€™uomo? Tante cose mancano, a quel sacerdote! Mosรจ non fa questo. Non vuole salvare sรฉ stesso, perchรฉ lui รจ una sola cosa con i suoi fratelli. Qui il Padre ha visto il volto del Figlio. La luce dello Spirito di Dio ha invaso il volto di Mosรจ e ha tratteggiato sul suo volto i lineamenti del Crocifisso Risorto, rendendolo luminoso. E quando noi andiamo lรฌ a lottare con Dio โ€“anche il nostro padre Abramo lo aveva fatto, quella lotta con Dio โ€“, quando andiamo lรฌ facciamo vedere che assomigliamo a Gesรน, che dร  la vita per il suo popolo. E il Padre sorride: vedrร  in noi lo sguardo di Gesรน che รจ andato alla morte per noi, per il popolo del Padre, noi. Il cuore dellโ€™amico di Dio si รจ ormai pienamente dilatato, diventando grande โ€“ Mosรจ, lโ€™amico di Dio โ€“ simile al cuore di Dio, molto piรน grande del cuore umano (cfr 1Gv 3,18). Davvero Mosรจ รจ diventato lโ€™amico che parla con Dio faccia a faccia (cfr Es 33,11). Faccia a faccia! Questo รจ quando il vescovo o il padre spirituale domanda a un sacerdote se prega: โ€œSรฌ sรฌ, ioโ€ฆ sรฌ, io con la โ€˜suoceraโ€™ mi arrangio โ€“ la โ€˜suoceraโ€™ รจ il breviario โ€“ sรฌ, mi arrangio, faccio le Lodi, poiโ€ฆโ€. No, no. Se tu preghi, cosa vuol dire? Se tu metti la faccia per il tuo popolo davanti a Dio. Se tu vai a lottare per il tuo popolo con Dio. Questo รจ pregare, per un sacerdote. Non รจ fare le prescrizioni. โ€œAh, Padre, ma allora il breviario non va piรน?โ€. No, il breviario va, ma con questo atteggiamento. Tu sei lรฌ, davanti a Dio e il tuo popolo dietro di te. E Mosรจ รจ anche il custode della Gloria di Dio, dei segreti di Dio. Ha contemplato la Gloria di spalle, ha udito il suo vero Nome sulla montagna, ha compreso il suo amore di Padre.

Cari fratelli, รจ un privilegio enorme il nostro! Dio conosce la nostra โ€œvergognosa nuditร โ€. Mi ha colpito tanto quando ho visto lโ€™originale della [Vergine] Odigitria di Bari: non รจ come adesso, un poโ€™ vestito con le vesti che mettono sullโ€™icona i cristiani orientali. รˆ la Madonna con il bambino nudo. Mi รจ piaciuto tanto che il Vescovo di Bari mi ha fatto avere una di queste, me lโ€™ha regalata, e lโ€™ho messa lรฌ, davanti alla mia porta. E a me piace โ€“ lo dico per condividere unโ€™esperienza โ€“ mi piace al mattino, quando mi alzo, quando passo davanti, dire alla Madonna che custodisca la mia nuditร : โ€œMadre, tu conosci tutte le mie nuditร โ€. Questa รจ una cosa grande: chiedere al Signore โ€“ dalla mia nuditร  โ€“ chiedere che custodisca la mia nuditร . Lei le conosce tutte. Dio conosce la nostra โ€œvergognosa nuditร โ€, eppure non si stanca di servirsi di noi per offrire agli uomini la riconciliazione. Siamo poverissimi, peccatori, eppure Dio ci prende per intercedere per i nostri fratelli e per distribuire agli uomini, attraverso le nostri mani per nulla innocenti, la salvezza che rigenera.

II peccato ci deturpa, e ne facciamo con dolore lโ€™umiliante esperienza quando noi stessi o uno dei nostri fratelli sacerdoti o vescovi cade nel baratro senza fondo del vizio, della corruzione o, peggio ancora, del crimine che distrugge la vita degli altri. Sento di condividere con voi il dolore e la pena insopportabili che causano in noi e in tutto il corpo ecclesiale lโ€™onda degli scandali di cui i giornali del mondo intero sono ormai pieni. รˆ evidente che il vero significato di ciรฒ che sta accadendo รจ da cercare nello spirito del male, nel Nemico, che agisce con la pretesa di essere il padrone del mondo, come ho detto nella liturgia eucaristica al termine dellโ€™Incontro sulla protezione dei minori nella Chiesa (24 febbraio 2018). Eppure, non scoraggiamoci! II Signore sta purificando la sua Sposa e ci sta convertendo tutti a sรฉ. Ci sta facendo sperimentare la prova perchรฉ comprendiamo che senza di Lui siamo polvere. Ci sta salvando dallโ€™ipocrisia, dalla spiritualitร  delle apparenze. Egli sta soffiando il suo Spirito per ridare bellezza alla sua Sposa, sorpresa in flagrante adulterio. Ci farร  bene prendere oggi il capitolo 16 di Ezechiele. Questa la storia della Chiesa. Questa รจ la mia storia, puรฒ dire ognuno di noi. E alla fine, ma attraverso la tua vergogna, tu continuerai a essere il pastore. Il nostro umile pentimento, che rimane silenzioso tra le lacrime di fronte alla mostruositร  del peccato e allโ€™insondabile grandezza del perdono di Dio, questo, questo umile pentimento รจ lโ€™inizio della nostra santitร .

Non abbiate timore di giocarvi la vita al servizio della riconciliazione tra Dio e gli uomini: non ci รจ data alcunโ€™altra segreta grandezza che questo donare la vita perchรฉ gli uomini possano conoscere il suo amore. La vita di un prete รจ spesso segnata da incomprensioni, sofferenze silenziose, talvolta persecuzioni. E anche peccati che soltanto Lui conosce. Le lacerazioni tra fratelli della nostra comunitร , la non-accoglienza della Parola evangelica, il disprezzo dei poveri, il risentimento alimentato da riconciliazioni mai avvenute, lo scandalo suscitato dai comportamenti vergognosi di alcuni confratelli, tutto questo puรฒ toglierci il sonno e lasciarci nellโ€™impotenza. Crediamo invece nella paziente guida di Dio, che fa le cose a suo tempo, allarghiamo il cuore e mettiamoci al servizio della Parola della riconciliazione.

Quello che oggi abbiamo vissuto in questa Cattedrale proponiamolo nelle nostre comunitร . Nelle liturgie penitenziali che vivremo nelle parrocchie e nelle prefetture, in questo tempo di Quaresima, ognuno chiederร  perdono a Dio e ai fratelli del peccato che ha minato la comunione ecclesiale e ha soffocato il dinamismo missionario. Con umiltร  โ€“ che รจ una caratteristica propria del cuore di Dio, ma che noi facciamo cosรฌ fatica a fare nostra โ€“ confessiamo gli uni agli altri che abbiamo bisogno che Dio ci riplasmi la vita.

Siate voi i primi nel chiedere perdono ai vostri fratelli. ยซAccusare sรฉ stessi รจ un inizio sapienziale, legato al timore di Dioยป (ibid.). Sarร  un bel segno se, come abbiamo fatto oggi, ognuno di voi si confesserร  da un confratello anche nelle liturgie penitenziali in parrocchia, davanti agli occhi dei fedeli. Avremo il volto luminoso, come Mosรจ, se con occhi commossi parleremo agli altri della misericordia che ci รจ stata usata. รˆ la strada, non ce nโ€™รจ unโ€™altra. Cosรฌ vedremo il demonio dellโ€™orgoglio cadere come la folgore dal cielo, se avverrร  il miracolo della riconciliazione nelle nostre comunitร . Sentiremo di essere un poโ€™ di piรน il Popolo che appartiene al Signore, in mezzo al quale Dio cammina. Questa รจ la strada.

E vi auguro buona Quaresima!

Adesso vorrei aggiungere una cosa che mi รจ stato chiesto di fare. Uno dei modi concreti per vivere una Quaresima di caritร  รจ contribuire generosamente alla campagna โ€œCome in cielo, cosรฌ in stradaโ€, con la quale la nostra Caritas diocesana intende rispondere a tutte le forme di povertร , accogliendo e sostenendo chi ha bisogno. So che ogni anno rispondete con generositร  a questo appello, ma questโ€™anno vi chiedo un impegno maggiore affinchรฉ tutta la comunitร  e tutte le comunitร  siano davvero coinvolte in prima persona.

Card. De Donatis:

Una parola per la consegna, adesso, di questo libricino: Papa Francesco ce lo regala. Eโ€™ il volumetto che ci accompagnerร  nella Quaresima, come seconda lettura, come abbiamo fatto lโ€™anno scorso: la stessa dimensione del breviario cosรฌ saremo aiutati ad averlo vicino. E quindi i prefetti distribuiscono a tutti questi volumi, magari lo potete portare anche per chi non รจ presente. Grazie. Io, a nome di tutti dico un grazie veramente con tutto il cuore a Lei, che รจ venuto oggi qui, come ogni anno. Quello che Le posso dire a nome di tutti, oltre il grazie, che continuiamo a sostenerLa con la nostra preghiera quotidiana.

Papa Francesco:

Ho bisogno di questo, ho bisogno della preghiera. Pregate per me. Una delle cose che mi piace di questo [libretto] รจ la ricchezza dei Padri: tornare ai Padri. Poco tempo fa, in una parrocchia di Roma รจ stato presentato un libro, โ€œBisogno di paternitร โ€ credo che si chiami, sono tutti testi dei Padri secondo diverse tematiche: le virtรน, la Chiesaโ€ฆ Tornare ai Padri ci aiuta tanto perchรฉ รจ una grande ricchezza. Grazie.

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