PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Mercoledรฌ, 20 Febbraio 2019
https://youtu.be/kA4L6IEmiHQ
Catechesi sul โPadre nostroโ:
7. Padre che sei nei cieli
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Lโudienza di oggi si sviluppa in due posti. Prima ho fatto lโincontro con i fedeli di Benevento, che erano in San Pietro, e adesso con voi. E questo รจ dovuto alla delicatezza della Prefettura della Casa Pontificia che non voleva che voi prendeste freddo: ringraziamo loro, che hanno fatto questo. Grazie.
Proseguiamo le catechesi sul โPadre nostroโ. Il primo passo di ogni preghiera cristiana รจ lโingresso in un mistero, quello della paternitร di Dio. Non si puรฒ pregare come i pappagalli. O tu entri nel mistero, nella consapevolezza che Dio รจ tuo Padre, o non preghi. Se io voglio pregare Dio mio Padre incomincio il mistero. Per capire in che misura Dio ci รจ padre, noi pensiamo alle figure dei nostri genitori, ma dobbiamo sempre in qualche misura โraffinarleโ, purificarle. Lo dice anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, dice cosรฌ: ยซLa purificazione del cuore concerne le immagini paterne e materne, quali si sono configurate nella nostra storia personale e culturale, e che influiscono sulla nostra relazione con Dioยป (n. 2779).
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Nessuno di noi ha avuto genitori perfetti, nessuno; come noi, a nostra volta, non saremo mai genitori, o pastori, perfetti. Tutti abbiamo difetti, tutti. Le nostre relazioni di amore le viviamo sempre sotto il segno dei nostri limiti e anche del nostro egoismo, perciรฒ sono spesso inquinate da desideri di possesso o di manipolazione dellโaltro. Per questo a volte le dichiarazioni di amore si tramutano in sentimenti di rabbia e di ostilitร . Ma guarda, questi due si amavano tanto la settimana scorsa, oggi si odiano a morte: questo lo vediamo tutti i giorni! Eโ per questo, perchรฉ tutti abbiamo radici amare dentro, che non sono buone e alle volte escono e fanno del male.
Ecco perchรฉ, quando parliamo di Dio come โpadreโ, mentre pensiamo allโimmagine dei nostri genitori, specialmente se ci hanno voluto bene, nello stesso tempo dobbiamo andare oltre. Perchรฉ lโamore di Dio รจ quello del Padre โche รจ nei cieliโ, secondo lโespressione che ci invita ad usare Gesรน: รจ lโamore totale che noi in questa vita assaporiamo solo in maniera imperfetta. Gli uomini e le donne sono eternamente mendicanti di amore, – noi siamo mendicanti di amore, abbiamo bisogno di amore – cercano un luogo dove essere finalmente amati, ma non lo trovano. Quante amicizie e quanti amori delusi ci sono nel nostro mondo; tanti!
Il dio greco dellโamore, nella mitologia, รจ quello piรน tragico in assoluto: non si capisce se sia un essere angelico oppure un demone. La mitologia dice che รจ figlio di Poros e di Penรญa, cioรจ della scaltrezza e della povertร , destinato a portare in sรฉ stesso un poโ della fisionomia di questi genitori. Di qui possiamo pensare alla natura ambivalente dellโamore umano: capace di fiorire e di vivere prepotente in unโora del giorno, e subito dopo appassire e morire; quello che afferra, gli sfugge sempre via (cfr Platone, Simposio, 203). Cโรจ unโespressione del profeta Osea che inquadra in maniera impietosa la congenita debolezza del nostro amore: ยซIl vostro amore รจ come una nube del mattino, come la rugiada che allโalba svanisceยป (6,4). Ecco che cosโรจ spesso il nostro amore: una promessa che si fatica a mantenere, un tentativo che presto inaridisce e svapora, un poโ come quando al mattino esce il sole e si porta via la rugiada della notte.
Quante volte noi uomini abbiamo amato in questa maniera cosรฌ debole e intermittente. Tutti ne abbiamo lโesperienza: abbiamo amato ma poi quellโamore รจ caduto o รจ diventato debole. Desiderosi di voler bene, ci siamo poi scontrati con i nostri limiti, con la povertร delle nostre forze: incapaci di mantenere una promessa che nei giorni di grazia ci sembrava facile da realizzare. In fondo anche lโapostolo Pietro ha avuto paura e ha dovuto fuggire. Lโapostolo Pietro non รจ stato fedele allโamore di Gesรน. Sempre cโรจ questa debolezza che ci fa cadere. Siamo mendicanti che nel cammino rischiano di non trovare mai completamente quel tesoro che cercano fin dal primo giorno della loro vita: lโamore.
Perรฒ, esiste un altro amore, quello del Padre โche รจ nei cieliโ. Nessuno deve dubitare di essere destinatario di questo amore. Ci ama. โMi amaโ, possiamo dire. Se anche nostro padre e nostra madre non ci avessero amato โ unโipotesi storica โ, cโรจ un Dio nei cieli che ci ama come nessuno su questa terra ha mai fatto e potrร mai fare. Lโamore di Dio รจ costante. Dice il profeta Isaia: ยซSi dimentica forse una donna del suo bambino, cosรฌ da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherรฒ mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnatoยป (49,15-16). Oggi รจ di moda il tatuaggio: โSulle palme delle mie mani ti ho disegnatoโ. Ho fatto un tatuaggio di te sulle mie mani. Io sono nelle mani di Dio, cosรฌ, e non posso toglierlo. Lโamore di Dio รจ come lโamore di una madre, che mai si puรฒ dimenticare. E se una madre si dimentica? โIo non mi dimenticherรฒโ, dice il Signore. Questo รจ lโamore perfetto di Dio, cosรฌ siamo amati da Lui. Se anche tutti i nostri amori terreni si sgretolassero e non ci restasse in mano altro che polvere, cโรจ sempre per tutti noi, ardente, lโamore unico e fedele di Dio.
Nella fame dโamore che tutti sentiamo, non cerchiamo qualcosa che non esiste: essa รจ invece lโinvito a conoscere Dio che รจ padre. La conversione di SantโAgostino, ad esempio, รจ transitata per questo crinale: il giovane e brillante retore cercava semplicemente tra le creature qualcosa che nessuna creatura gli poteva dare, finchรฉ un giorno ebbe il coraggio di alzare lo sguardo. E in quel giorno conobbe Dio. Dio che ama.
Lโespressione โnei cieliโ non vuole esprimere una lontananza, ma una diversitร radicale di amore, unโaltra dimensione di amore, un amore instancabile, un amore che sempre rimarrร , anzi, che sempre รจ alla portata di mano. Basta dire โPadre nostro che sei nei Cieliโ, e quellโamore viene.
Pertanto, non temere! Nessuno di noi รจ solo. Se anche per sventura il tuo padre terreno si fosse dimenticato di te e tu fossi in rancore con lui, non ti รจ negata lโesperienza fondamentale della fede cristiana: quella di sapere che sei figlio amatissimo di Dio, e che non cโรจ niente nella vita che possa spegnere il suo amore appassionato per te.
Saluti:
[Saluto cordialmente i francofoni, in particolare i giovani provenienti dalla Francia e i pellegrini della Svizzera e di Monaco. Vi invito, in occasione del vostro pellegrinaggio a Roma, a rifare l’esperienza di questo immenso amore paterno che Dio ha per noi, al fine di farlo scoprire agli altri. Dio vi benedica]
[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti allโUdienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Canada e Stati Uniti dโAmerica. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!]
[Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua tedesca. Essere figli del Padre dei cieli significa amare il prossimo e stare vicini a quelli che sono soli e in difficoltร . Per questa testimonianza della misericordia divina, il Signore doni a voi e alle vostre famiglie il suo Paraclito e la sua grazia.]
[Con grande affetto saluto i pellegrini di lingua portoghese, augurando a voi tutti di rendervi sempre conto di quanto la vita sia davvero un dono meraviglioso. Vegli sul vostro cammino la Vergine Maria e vi aiuti ad essere segno di fiducia e di speranza in mezzo ai vostri fratelli. Su di voi e sulle vostre famiglie scenda la Benedizione di Dio.]
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dalla Giordania, dalla Terra Santa e dal Medio Oriente. Il cuore inquieto dell’uomo trova la sua pace solo nellโAmore fedele di Dio. Infatti, solo lโamore di Dio Padre รจ in grado di colmare la nostra insaziabile fame di amore. Il Signore vi benedica e vi protegga โsempre dalโ malignoโโโโ!]
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, non dimenticate mai che siamo figli amatissimi di Dio e che non cโรจ niente che possa spegnere il suo amore appassionato per noi. La preghiera al Padre nostro che รจ nei cieli, colmi ogni sentimento di mancanza dโamore nella vita di ognuno e di ognuna di voi. Dio vi benedica!]
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.
Sono lieto di accogliere le Suore di Maria Ausiliatrice e i gruppi parrocchiali, in particolare quello di SantโArcangelo di Romagna.
Do il benvenuto ai fedeli provenienti da San Giorgio Lucano: volentieri benedirรฒ lโeffige della Madonna degli Angeli che si venera nel locale Santuario.
Saluto il Comitato regionale Lazio della Federazione italiana gioco calcio-Lega nazionale dilettanti; il Gruppo del personale della Questura di Campobasso; le Famiglie del Reparto Oncoematologia pediatrica dellโOspedale Salesi di Ancona; gli Studenti del Master anticorruzione dellโUniversitร di Roma Tor Vergata e gli Istituti scolastici.
E a voi di Campobasso vorrei ricordare una curiositร storica, ma tocca voi. Io sono del Sud, vicino allโAntartide. Voi sapete che il primo cappellano che รจ andato in Antartide era un concittadino vostro, uno nato a Campobasso. Complimenti per questo onore!
Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.
Venerdรฌ prossimo celebreremo la festa della Cattedra di San Pietro Apostolo. Pregate per me e per il mio ministero, anche per Papa Benedetto, affinchรฉ confermi sempre e ovunque i fratelli nella fede.
ยฉ Copyright 2019 – Libreria Editrice Vaticana
