INCONTRO INTERRELIGIOSO
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Founderโs Memorial (Abu Dhabi)
Lunedรฌ, 4 febbraio 2019
https://youtu.be/lIxvkuMjt6U
Al Salamรฒ Alaikum! La pace sia con voi!
Ringrazio di cuore Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il Dottor Ahmad Al-Tayyib, Grande Imam di Al-Azhar, per le loro parole. Sono grato al Consiglio degli Anziani per lโincontro che abbiamo pocโanzi avuto, presso la Moschea dello Sceicco Zayed.
Saluto cordialmente anche il Signore Abd Al-Fattah Al-Sisi, Presidente della Repubblica Araba dโEgitto, terra di Al-Azhar. Saluto cordialmente le Autoritร civili e religiose e il Corpo diplomatico. Permettetemi anche un grazie sincero per la calorosa accoglienza che tutti hanno riservato a me e alla nostra delegazione.
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Ringrazio anche tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo viaggio e che hanno lavorato con dedizione, entusiasmo e professionalitร per questo evento: gli organizzatori, il personale del Protocollo, quello della Sicurezza e tutti coloro che in diversi modi hanno dato il loro contributo โdietro le quinteโ. Un grazie speciale al Sig. Mohamed Abdel Salam, giร consigliere del Grande Imam.
Dalla vostra patria mi rivolgo a tutti i Paesi di questa Penisola, ai quali desidero indirizzare il mio piรน cordiale saluto, con amicizia e stima.
Con animo riconoscente al Signore, nellโottavo centenario dellโincontro tra San Francesco di Assisi e il sultano al-Malik al-Kฤmil, ho accolto lโopportunitร di venire qui come credente assetato di pace, come fratello che cerca la pace con i fratelli. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo.
Il logo di questo viaggio raffigura una colomba con un ramoscello di ulivo. ร unโimmagine che richiama il racconto del diluvio primordiale, presente in diverse tradizioni religiose. Secondo il racconto biblico, per preservare lโumanitร dalla distruzione Dio chiede a Noรจ di entrare nellโarca con la sua famiglia. Anche noi oggi, nel nome di Dio, per salvaguardare la pace, abbiamo bisogno di entrare insieme, come unโunica famiglia, in unโarca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: lโarca della fratellanza.
Il punto di partenza รจ riconoscere che Dio รจ allโorigine dellโunica famiglia umana. Egli, che รจ il Creatore di tutto e di tutti, vuole che viviamo da fratelli e sorelle, abitando la casa comune del creato che Egli ci ha donato. Si fonda qui, alle radici della nostra comune umanitร , la fratellanza, quale ยซvocazione contenuta nel disegno creatore di Dioยป[1]. Essa ci dice che tutti abbiamo uguale dignitร e che nessuno puรฒ essere padrone o schiavo degli altri.
Non si puรฒ onorare il Creatore senza custodire la sacralitร di ogni persona e di ogni vita umana: ciascuno รจ ugualmente prezioso agli occhi di Dio. Perchรฉ Egli non guarda alla famiglia umana con uno sguardo di preferenza che esclude, ma con uno sguardo di benevolenza che include. Pertanto, riconoscere ad ogni essere umano gli stessi diritti รจ glorificare il Nome di Dio sulla terra. Nel nome di Dio Creatore, dunque, va senza esitazione condannata ogni forma di violenza, perchรฉ รจ una grave profanazione del Nome di Dio utilizzarlo per giustificare lโodio e la violenza contro il fratello. Non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata.
Nemico della fratellanza รจ lโindividualismo, che si traduce nella volontร di affermare sรฉ stessi e il proprio gruppo sopra gli altri. ร unโinsidia che minaccia tutti gli aspetti della vita, perfino la piรน alta e innata prerogativa dellโuomo, ossia lโapertura al trascendente e la religiositร . La vera religiositร consiste nellโamare Dio con tutto il cuore e il prossimo come sรฉ stessi. La condotta religiosa ha dunque bisogno di essere continuamente purificata dalla ricorrente tentazione di giudicare gli altri nemici e avversari. Ciascun credo รจ chiamato a superare il divario tra amici e nemici, per assumere la prospettiva del Cielo, che abbraccia gli uomini senza privilegi e discriminazioni.
Desidero perciรฒ esprimere apprezzamento per lโimpegno di questo Paese nel tollerare e garantire la libertร di culto, fronteggiando lโestremismo e lโodio. Cosรฌ facendo, mentre si promuove la libertร fondamentale di professare il proprio credo, esigenza intrinseca alla realizzazione stessa dellโuomo, si vigila anche perchรฉ la religione non venga strumentalizzata e rischi, ammettendo violenza e terrorismo, di negare sรฉ stessa.
La fratellanza certamente ยซesprime anche la molteplicitร e la differenza che esiste tra i fratelli, pur legati per nascita e aventi la stessa natura e la stessa dignitร ยป[2]. La pluralitร religiosa ne รจ espressione. In tale contesto il giusto atteggiamento non รจ nรฉ lโuniformitร forzata, nรฉ il sincretismo conciliante: quel che siamo chiamati a fare, da credenti, รจ impegnarci per la pari dignitร di tutti, in nome del Misericordioso che ci ha creati e nel cui nome va cercata la composizione dei contrasti e la fraternitร nella diversitร . Vorrei qui ribadire la convinzione della Chiesa Cattolica: ยซNon possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dioยป[3].
Vari interrogativi, tuttavia, si impongono: come custodirci a vicenda nellโunica famiglia umana? Come alimentare una fratellanza non teorica, che si traduca in autentica fraternitร ? Come far prevalere lโinclusione dellโaltro sullโesclusione in nome della propria appartenenza? Come, insomma, le religioni possono essere canali di fratellanza anzichรฉ barriere di separazione?
La famiglia umana e il coraggio dellโalteritร
Se crediamo nellโesistenza della famiglia umana, ne consegue che essa, in quanto tale, va custodita. Come in ogni famiglia, ciรฒ avviene anzitutto mediante un dialogo quotidiano ed effettivo. Esso presuppone la propria identitร , cui non bisogna abdicare per compiacere lโaltro. Ma al tempo stesso domanda il coraggio dellโalteritร [4], che comporta il riconoscimento pieno dellโaltro e della sua libertร , e il conseguente impegno a spendermi perchรฉ i suoi diritti fondamentali siano affermati sempre, ovunque e da chiunque. Perchรฉ senza libertร non si รจ piรน figli della famiglia umana, ma schiavi. Tra le libertร vorrei sottolineare quella religiosa. Essa non si limita alla sola libertร di culto, ma vede nellโaltro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanitร che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana puรฒ forzare, nemmeno in nome suo.
Il dialogo e la preghiera
Il coraggio dellโalteritร รจ lโanima del dialogo, che si basa sulla sinceritร delle intenzioni. Il dialogo รจ infatti compromesso dalla finzione, che accresce la distanza e il sospetto: non si puรฒ proclamare la fratellanza e poi agire in senso opposto. Secondo uno scrittore moderno, ยซchi mente a sรฉ stesso e ascolta le proprie menzogne, arriva al punto di non poter piรน distinguere la veritร , nรฉ dentro di sรฉ, nรฉ intorno a sรฉ, e cosรฌ comincia a non avere piรน stima nรฉ di se stesso, nรฉ degli altriยป[5].
In tutto ciรฒ la preghiera รจ imprescindibile: essa, mentre incarna il coraggio dellโalteritร nei riguardi di Dio, nella sinceritร dellโintenzione, purifica il cuore dal ripiegamento su di sรฉ. La preghiera fatta col cuore รจ ricostituente di fraternitร . Perciรฒ, ยซquanto al futuro del dialogo interreligioso, la prima cosa che dobbiamo fare รจ pregare. E pregare gli uni per gli altri: siamo fratelli! Senza il Signore, nulla รจ possibile; con Lui, tutto lo diventa! Possa la nostra preghiera โ ognuno secondo la propria tradizione โ aderire pienamente alla volontร di Dio, il quale desidera che tutti gli uomini si riconoscano fratelli e vivano come tali, formando la grande famiglia umana nellโarmonia delle diversitร ยป[6].
Non cโรจ alternativa: o costruiremo insieme lโavvenire o non ci sarร futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. ร giunto il tempo in cui le religioni si spendano piรน attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacitร di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace.
Lโeducazione e la giustizia
Torniamo cosรฌ allโimmagine iniziale della colomba della pace. Anche la pace, per spiccare il volo, ha bisogno di ali che la sostengano. Le ali dellโeducazione e della giustizia.
Lโeducazione โ in latino indica lโestrarre, il tirare fuori โ รจ portare alla luce le risorse preziose dellโanimo. ร confortante constatare come in questo Paese non si investa solo sullโestrazione delle risorse della terra, ma anche su quelle del cuore, sullโeducazione dei giovani. ร un impegno che mi auguro prosegua e si diffonda altrove. Anche lโeducazione avviene nella relazione, nella reciprocitร . Alla celebre massima antica โconosci te stessoโ dobbiamo affiancare โconosci il fratelloโ: la sua storia, la sua cultura e la sua fede, perchรฉ non cโรจ conoscenza vera di sรฉ senza lโaltro. Da uomini, e ancor piรน da fratelli, ricordiamoci a vicenda che niente di ciรฒ che รจ umano ci puรฒ rimanere estraneo[7]. ร importante per lโavvenire formare identitร aperte, capaci di vincere la tentazione di ripiegarsi su di sรฉ e irrigidirsi.
Investire sulla cultura favorisce una decrescita dellโodio e una crescita della civiltร e della prosperitร . Educazione e violenza sono inversamente proporzionali. Gli istituti cattolici โ ben apprezzati anche in questo Paese e nella regione โ promuovono tale educazione alla pace e alla conoscenza reciproca per prevenire la violenza.
I giovani, spesso circondati da messaggi negativi e fake news, hanno bisogno di imparare a non cedere alle seduzioni del materialismo, dellโodio e dei pregiudizi; imparare a reagire allโingiustizia e anche alle dolorose esperienze del passato; imparare a difendere i diritti degli altri con lo stesso vigore con cui difendono i propri diritti. Saranno essi, un giorno, a giudicarci: bene, se avremo dato loro basi solide per creare nuovi incontri di civiltร ; male, se avremo lasciato loro solo dei miraggi e la desolata prospettiva di nefasti scontri di inciviltร .
La giustizia รจ la seconda ala della pace, la quale spesso non รจ compromessa da singoli episodi, ma รจ lentamente divorata dal cancro dellโingiustizia.
Non si puรฒ, dunque, credere in Dio e non cercare di vivere la giustizia con tutti, secondo la regola dโoro: ยซTutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti รจ la Legge ed i Profetiยป (Mt 7,12).
Pace e giustizia sono inseparabili! Il profeta Isaia dice: ยซPraticare la giustizia darร paceยป (32,17). La pace muore quando divorzia dalla giustizia, ma la giustizia risulta falsa se non รจ universale. Una giustizia indirizzata solo ai familiari, ai compatrioti, ai credenti della stessa fede รจ una giustizia zoppicante, รจ unโingiustizia mascherata!
Le religioni hanno anche il compito di ricordare che lโaviditร del profitto rende il cuore inerte e che le leggi dellโattuale mercato, esigendo tutto e subito, non aiutano lโincontro, il dialogo, la famiglia, dimensioni essenziali della vita che necessitano di tempo e pazienza. Le religioni siano voce degli ultimi, che non sono statistiche ma fratelli, e stiano dalla parte dei poveri; veglino come sentinelle di fraternitร nella notte dei conflitti, siano richiami vigili perchรฉ lโumanitร non chiuda gli occhi di fronte alle ingiustizie e non si rassegni mai ai troppi drammi del mondo.
Il deserto che fiorisce
Dopo aver parlato della fratellanza come arca di pace, vorrei ora inspirarmi a una seconda immagine, quella del deserto, che ci avvolge.
Qui, in pochi anni, con lungimiranza e saggezza, il deserto รจ stato trasformato in un luogo prospero e ospitale; il deserto รจ diventato, da ostacolo impervio e inaccessibile, luogo di incontro tra culture e religioni. Qui il deserto รจ fiorito, non solo per alcuni giorni allโanno, ma per molti anni a venire. Questo Paese, nel quale sabbia e grattacieli si incontrano, continua a essere un importante crocevia tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud del pianeta, un luogo di sviluppo, dove spazi un tempo inospitali riservano posti di lavoro a persone di varie nazioni.
Anche lo sviluppo, tuttavia, ha i suoi avversari. E se nemico della fratellanza era lโindividualismo, vorrei additare quale ostacolo allo sviluppo lโindifferenza, che finisce per convertire le realtร fiorenti in lande deserte. Infatti, uno sviluppo puramente utilitaristico non dร progresso reale e duraturo. Solo uno sviluppo integrale e coeso dispone un futuro degno dellโuomo. Lโindifferenza impedisce di vedere la comunitร umana oltre i guadagni e il fratello al di lร del lavoro che svolge. Lโindifferenza, infatti, non guarda al domani; non bada al futuro del creato, non ha cura della dignitร del forestiero e dellโavvenire dei bambini.
In questo contesto mi rallegro che proprio qui ad Abu Dhabi, nel novembre scorso, abbia avuto luogo il primo Forum dellโAlleanza interreligiosa per Comunitร piรน sicure, sul tema della dignitร del bambino nellโera digitale. Questo evento ha raccolto il messaggio lanciato, un anno prima, a Roma nel Congresso internazionale sullo stesso tema, a cui avevo dato tutto il mio appoggio ed incoraggiamento. Ringrazio quindi tutti i leader che si impegnano in questo campo e assicuro il sostegno, la solidarietร e la partecipazione mia e della Chiesa Cattolica a questa causa importantissima della protezione dei minori in tutte le sue espressioni.
Qui, nel deserto, si รจ aperta una via di sviluppo feconda che, a partire dal lavoro, offre speranze a molte persone di vari popoli, culture e credo. Tra loro, anche molti cristiani, la cui presenza nella regione risale addietro nei secoli, hanno trovato opportunitร e portato un contributo significativo alla crescita e al benessere del Paese. Oltre alle capacitร professionali, vi recano la genuinitร della loro fede. Il rispetto e la tolleranza che incontrano, cosรฌ come i necessari luoghi di culto dove pregano, permettono loro quella maturazione spirituale che va poi a beneficio dellโintera societร . Incoraggio a proseguire su questa strada, affinchรฉ quanti qui vivono o sono di passaggio conservino non solo lโimmagine delle grandi opere innalzate nel deserto, ma di una nazione che include e abbraccia tutti.
ร con questo spirito che, non solo qui, ma in tutta lโamata e nevralgica regione mediorientale, auspico opportunitร concrete di incontro: societร dove persone di diverse religioni abbiano il medesimo diritto di cittadinanza e dove alla sola violenza, in ogni sua forma, sia tolto tale diritto.
Una convivenza fraterna, fondata sullโeducazione e sulla giustizia; uno sviluppo umano, edificato sullโinclusione accogliente e sui diritti di tutti: questi sono semi di pace, che le religioni sono chiamate a far germogliare. Ad esse, forse come mai in passato, spetta, in questo delicato frangente storico, un compito non piรน rimandabile: contribuire attivamente a smilitarizzare il cuore dellโuomo. La corsa agli armamenti, lโestensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilitร . La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nientโaltro che morte!
La fratellanza umana esige da noi, rappresentanti delle religioni, il dovere di bandire ogni sfumatura di approvazione dalla parola guerra. Restituiamola alla sua miserevole crudezza. Sotto i nostri occhi sono le sue nefaste conseguenze. Penso in particolare allo Yemen, alla Siria, allโIraq e alla Libia. Insieme, fratelli nellโunica famiglia umana voluta da Dio, impegniamoci contro la logica della potenza armata, contro la monetizzazione delle relazioni, lโarmamento dei confini, lโinnalzamento di muri, lโimbavagliamento dei poveri; a tutto questo opponiamo la forza dolce della preghiera e lโimpegno quotidiano nel dialogo. Il nostro essere insieme oggi sia un messaggio di fiducia, un incoraggiamento a tutti gli uomini di buona volontร , perchรฉ non si arrendano ai diluvi della violenza e alla desertificazione dellโaltruismo. Dio sta con lโuomo che cerca la pace. E dal cielo benedice ogni passo che, su questa strada, si compie sulla terra.
[1] Benedetto XVI, Discorso a nuovi Ambasciatori presso la Santa Sede, 16 dicembre 2010.
[2] Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 1ยฐ gennaio 2015, 2.
[3] Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra aetate, 5.
[4] Cfr Discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale per la Pace, Al-Azhar Conference Centre, Il Cairo, 28 aprile 2017.
[5] F.M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, II, 2, Milano 2012, 60.
[6] Udienza Generale interreligiosa, 28 ottobre 2015.
[7] Cfr. Terenzio, Heautontimorumenos I, 1, 25.
