p. Raniero Cantalamessa – Terza Predica di Avvento 2018 – 21 Dicembre 2018

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Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater, alla presenza del Santo Padre Francesco, il Predicatore della Casa Pontificia, P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la terza Predica di Avvento sul tema: โ€œLโ€™anima mia ha sete del Dio viventeโ€ (Salmo 42, 2).

DIO NESSUNO LO HA MAI VISTO

Santo Padre, Venerabili Padri, fratelli e sorelle, il Dio vivente รจ la vivente Trinitร , abbiamo detto lโ€™ultima volta. Ma noi siamo nel tempo e Dio รจ nellโ€™eternitร . Come superare questa โ€œinfinita distanza qualitativaโ€? Come gettare un ponte su un tale abisso infinito? La risposta รจ nella solennitร  del Natale che ci apprestiamo a celebrare: โ€œIl Verbo si รจ fatto carne ed รจ venuto ad abitare in mezzo a noiโ€.

Tra noi e Dio โ€“ ha scritto il grande teologo bizantino Nicola Cabasilas- si ergevano tre muri di separazione: quello della natura perchรฉ Dio รจ spirito e noi siamo carne, quello del peccato, quello della morte. Il primo di questi muri รจ stato abbattuto nellโ€™incarnazione, quando natura umana e natura divina si sono unite nella persona di Cristo; il muro del peccato รจ stato abbattuto sulla croce, e il muro della morte nella risurrezione . Gesรน Cristo รจ ormai il luogo definitivo dellโ€™ incontro tra il Dio vivente e lโ€™uomo vivente. In lui, il Dio lontano si รจ fatto vicino, รจ divenuto lโ€™Emmanuele, il Dio-con-noi.

Il cammino di ricerca del Dio vivente che abbiamo intrapreso in questo Avvento ha avuto un precedente illustre: โ€œLโ€™itinerario della mente a Dioโ€ (Itinerarium mentis in Deum) di san Bonaventura. Dopo aver passato in rassegna i vari mezzi che abbiamo per elevarci alla conoscenza del Dio vivente e i โ€œluoghiโ€ dove possiamo incontrarlo, san Bonaventura giunge alla conclusione che il mezzo definitivo, infallibile e sufficiente รจ la persona di Gesรบ Cristo. Cosรฌ termina infatti il suo trattato:

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Orbene: allโ€™anima non rimane che andare al di lร  di tutto questo con la contemplazione, e passar oltre il mondo sensibile, non solo, ma persino oltre se stessa. In questo passaggio Cristo รจ via e porta; Cristo รจ scala e veicolo come propiziatorio posto sopra lโ€™arca di Dio e sacramento nascosto nei secoli.

Il filosofo Blaise Pascal, nel suo famoso Memoriale, giunge alla stessa conclusione: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe โ€œlo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangeloโ€. Il motivo di ciรฒ รจ semplice: Gesรบ Cristo รจ โ€œil Figlio del Dio viventeโ€ (Mt 16,16). La Lettera agli Ebrei fonda su questo la novitร  del Nuovo Testamento:

โ€œDio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondoโ€ (Ebr 1, 1-2).

Il Dio vivente non ci parla piรน per interposta persona, ma di persona perchรฉ il Figlio โ€œรจ irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanzaโ€ (Ebr 1,3). La grande novitร  รจ che ora non รจ piรน lโ€™uomo che, โ€œa tentoniโ€ (Atti 17, 27), va alla ricerca del Dio vivente; รจ il Dio vivente che scende alla ricerca dellโ€™uomo, fino a dimorare nel suo stesso cuore. รˆ lรฌ che dโ€™ora in poi lo si puรฒ incontrare e adorare in spirito e veritร : โ€œSe uno mi ama, dice Gesรบ, osserva la mia parola e il Padre mio lo amerร  e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di luiโ€ (Gv 14,23).

โ€œNessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€

Chi ha fatto di questa veritร  โ€“cioรจ che Gesรบ Cristo รจ il supremo rivelatore del Dio vivente e il โ€œluogoโ€ dove si entra in contatto con lui โ€“ il cuore del suo vangelo รจ Giovanni. Ci affidiamo a lui perchรฉ ci aiuti a fare della ricerca del Dio vivente qualcosa di piรน che una semplice โ€œricercaโ€, ma una โ€œesperienzaโ€ di lui, ad averne non solo la conoscenza, ma un vivo โ€œsentimentoโ€.

Per non perdere la forza e immediatezza della sua testimonianza ispirata, evitiamo di imporre ai testi qualsiasi cornice interpretativa. Passiamo semplicemente in rassegna le parole piรน esplicite nelle quali รจ Gesรบ stesso che si presenta come il definitivo rivelatore di Dio. Ognuna di queste parole รจ capace, da sola, di portarci sullโ€™orlo del mistero e farci affacciare su un orizzonte infinito.

Partiamo da Giovanni 1, 18: โ€œDio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che รจ Dio ed รจ nel seno del Padre,รจ lui che lo ha rivelatoโ€. Per comprendere il senso di queste parole, bisogna rifarsi a tutta la tradizione biblica sul Dio che non si puรฒ vedere senza morire. Basta leggere Esodo 33, 18-20: โ€œGli disse (Mosรจ): ยซMostrami la tua gloria!ยป. Rispose: ยซFarรฒ passare davanti a te tutta la mia bontร  e proclamerรฒ il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrรฒ far grazia farรฒ grazia e di chi vorrรฒ aver misericordia avrรฒ misericordiaยป. Soggiunse: ยซMa tu non potrai vedere il mio volto, perchรฉ nessun uomo puรฒ vedermi e restare vivoยป.
Cโ€™รจ un tale abisso tra la santitร  di Dio e lโ€™indegnitร  dellโ€™uomo che questi dovrebbe morire vedendo Dio o soltanto udendo la sua voce. Perciรฒ Mosรจ (Es 3,69) e anche i serafini (Is. 6, 2) si velano la faccia davanti a Dio. Restando in vita, dopo aver visto Dio, si prova una sorpresa riconoscente (Gen 32, 31). Eโ€™ un raro favore che Dio concede a Mosรจ (Es 33,11) ed Elia (1 Re 19,11 s.), i due personaggi che saranno significativamente ammessi a contemplare la gloria di Cristo sul Tabor.

In Giovanni 10,30 leggiamo lโ€™affermazione forse piรน carica di mistero di tutto il Nuovo Testamento: โ€œIo e il Padre siamo una cosa solaโ€. Gesรบ Cristo non รจ solo il rivelatore del Dio vivente: รจ lui stesso il Dio vivente! Il rivelatore e rivelazione sono la stessa persona. Da questa affermazione la riflessione della Chiesa partirร  per arrivare alla piena ed esplicita fede nel dogma trinitario. Quello che noi traduciano con lโ€™espressione โ€œuna cosa solaโ€ รจ un sostantivo neutro (hen in greco, unum in latino): โ€œEgo et Pater unum sumusโ€. Se Gesรบ avesse usato il maschile eis, unus si sarebbe dovuto pensare che Padre e Figlio sono una sola persona e la dottrina della Trinitร  sarebbe esclusa alla radice. Dicendo โ€œunumโ€, una cosa sola, i Padri ne dedurranno giustamente che Padre e Figlio (e, come si affermerร  piรน tardi, lo Spirito Santo) sono una stessa natura, ma non una sola persona.

Passiamo a un altro testo. Siamo nel cenacolo. Gesรน ha appena detto: โ€œDel luogo dove io vado, voi conoscete la viaโ€; Tommaso obbietta: โ€œSignore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?โ€. Gesรน risponde: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14, 4-6). Qui dobbiamo soffermarci un poโ€™ piรน a lungo. โ€œNessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€: lette nel contesto attuale del dialogo interreligioso, queste parole pongono un interrogativo che non possiamo passare sotto silenzio. Che pensare di tutta quella parte dellโ€™umanitร  che non conosce Cristo e il suo Vangelo? Nessuno di essi va al Padre? Sono essi esclusi dalla mediazione di Cristo e quindi dalla salvezza?

Una cosa รจ certa e da essa deve partire ogni teologia cristiana delle religioni: Cristo ha dato la sua vita โ€œin riscattoโ€ e per amore di tutti gli uomini, perchรฉ tutti sono creature del Padre suo e suoi fratelli. Non ha fatto distinzioni. La sua offerta di salvezza รจ universale. โ€œQuando sarรฒ innalzato da terra (sulla croce!), attirerรฒ tutti a meโ€ (Gv 12, 32); โ€œNon cโ€™รจ altro nome dato agli uomini in cui รจ stabilito che siano salvatiโ€, proclama Pietro davanti al Sinedrio (Atti 4, 12).

Cristo รจ il Salvatore del mondoโ€ (Gv 4,42). Salvatore del mondo, non di una parte di esso! Lโ€™anno scorso, รจ stato venduto allโ€™asta a New York per la cifra record di oltre 400 milioni dollari un ritratto di Cristo attribuito a Leonardo da Vinci che porta il titolo di โ€œSalvator mundiโ€. Non si รจ certi che il dipinto sia proprio di Leonardo, ma non si puรฒ dubitare della veritร  del titolo.

Alcuni, pur professandosi credenti cristiani, non riescono anche oggi ad ammettere che un fatto storico particolare, come รจ la morte e risurrezione di Cristo, possa aver cambiato la situazione dellโ€™intera umanitร  di fronte a Dio. Sostituiscono perciรฒ lโ€™evento storico con una principio universale โ€œimpersonaleโ€, riproponendo lโ€™antico cammino della gnosi. Essi dovrebbero porsi, credo, unโ€™altra domanda, e cioรจ se credono davvero nel mistero con cui lโ€™intero cristianesimo sta o cade: lโ€™incarnazione del Verbo e la divinitร  di Cristo. Una volta ammessa questa, non appare piรน assurdo per la ragione che un atto particolare possa avere una portata universale. Sarebbe strano piuttosto pensare il contrario.

Il torto piรน grande, nel sottrargli tanta parte dellโ€™umanitร , non lo si fa a Cristo o alla Chiesa, ma a quellโ€™umanitร  stessa. Non รจ possibile partire dallโ€™affermazione che โ€œCristo รจ la suprema, definitiva e normativa proposta di salvezza fatta da Dio al mondoโ€, senza con ciรฒ stesso riconoscere a tutti gli uomini il diritto di beneficiare di questa salvezza?
โ€œMa รจ realistico โ€“ci si chiede โ€“ continuare a credere in una misteriosa presenza e influenza di Cristo in religioni che esistono da prima di lui e che non sentono alcun bisogno, dopo venti secoli, di accogliere il suo vangelo ?โ€ Cโ€™รจ, nella Bibbia, un dato che puรฒ aiutarci a dare una risposta a questa obbiezione: lโ€™umiltร  di Dio, il nascondimento di Dio. โ€œTu sei un Dio nascosto, Dio dโ€™Israele salvatoreโ€: Vere tu es Deus absconditus (Is 45,15, Volgata). Dio รจ umile nel creare. Non mette la sua etichetta su tutto, come fanno gli uomini. Nelle creature non sta scritto che sono fatte da Dio. รˆ lasciato ad esse di scoprirlo.

Quanto tempo ci รจ voluto perchรฉ lโ€™uomo riconoscesse a chi doveva lโ€™essere, chi aveva creato per lui il cielo e la terra? Quanto ce ne vorrร  ancora prima che tutti arrivino a riconoscerlo? Cessa, per questo, Dio di essere lui il creatore di tutto? Cessa di riscaldare con il suo sole chi lo conosce e chi non lo conosce? Avviene lo stesso nella redenzione. Dio รจ umile nel creare ed รจ umile nel salvare. Cristo รจ piรน preoccupato che tutti gli uomini siano salvi, che non che sappiano chi รจ il loro Salvatore. Questo lo scopriranno appena varcheranno la soglia dellโ€™eternitร .

Piรน che della salvezza di coloro che non hanno conosciuto Cristo, ci sarebbe da preoccuparsi, credo, della salvezza di quelli che lโ€™hanno conosciuto, se vivono come se non fosse mai esistito, dimentichi del tutto del loro battesimo, estranei alla Chiesa e a ogni pratica religiosa. Quanto alla salvezza dei primi, la Scrittura ci assicura che โ€œDio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartengaโ€ (At 10,34-35).

Il Paraclito guiderร  alla veritร  tuttโ€™intera

Parlando del ruolo di Cristo nei confronti delle persone che vivono fuori della Chiesa, il concilio Vaticano II afferma che โ€œlo Spirito Santo, in un modo conosciuto solo da Dio, dร  a ogni persona la possibilitร  di entrare in contatto con il mistero pasquale di Cristoโ€, cioรจ con la sua opera redentrice (Gaudium et spes, 22.). Siamo giunti cosรฌ allโ€™ultima tappa del nostro cammino, lo Spirito Santo. Al termine della sua vita terrena Gesรบ diceva:

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrร  lui, lo Spirito della veritร , vi guiderร  a tutta la veritร , perchรฉ non parlerร  da se stesso, ma dirร  tutto ciรฒ che avrร  udito e vi annuncerร  le cose future. Egli mi glorificherร , perchรฉ prenderร  da quel che รจ mio e ve lo annuncerร . Tutto quello che il Padre possiede รจ mio; per questo ho detto che prenderร  da quel che รจ mio e ve lo annuncerร . (Gv 16, 12-15).

Nello Spirito Santo รจ ancora Gesรน che continua a rivelarci il Padre, perchรฉ lo Spirito Santo รจ ormai lo Spirito del Risorto, lo Spirito che continua e applica lโ€™opera del Gesรน terreno.

San Gregorio Nisseno ha scritto: โ€œSe a Dio togliamo lo Spirito Santo, quello che resta non รจ piรน il Dio vivente, ma il suo cadavereโ€ . Eโ€™ Gesรน stesso che spiega la ragione di ciรฒ. โ€œEโ€™ lo Spirito -dice- che dร  la vita, la carne non giova a nullaโ€ (Gv 6, 63). Applicato al nostro caso, ciรฒ significa: รจ lo Spirito che dร  la vita allโ€™idea di Dio e alla ricerca su di lui. La ragione umana, segnata comโ€™รจ dal peccato, da sola, non basta. Lโ€™uomo che si accinge a parlare di Dio, a qualsiasi titolo, se รจ un credente, deve ricordare che โ€œi segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere, se non lo Spirito di Dio (1 Cor 2,11). Eโ€™ significativo il modo con cui san Bonaventura conclude il suo Itinerario della mente a Dio.

โ€œQuesto dono, scrive, รจ un fatto mistico e segreto che non conosce se non chi lo riceve in dono; non lo riceve se non chi lo desidera, e non lo desidera se non colui che nellโ€™intimo del suo cuore รจ infiammato dal fuoco dello Spirito Santo, mandato da Cristo sulla terraโ€.

Lo Spirito Santo รจ il vero โ€œambiente vitaleโ€, il Sitzt im Leben, in cui nasce e si sviluppa ogni autentica teologia cristiana; รจ quello spazio invisibile in cui รจ possibile avvertire il passaggio di Dio. Questo รจ vero anche nei confronti di Cristo. Lโ€™espressione paolina โ€œnello Spirito Santoโ€ indica quellโ€™ambito misterioso in cui, dopo la sua risurrezione, si puรฒ entrare in contatto con Cristo e sperimentarne lโ€™azione santificatrice. Gesรน, concepito da Maria โ€œper opera dello Spirito Santoโ€, continua a essere concepito dallโ€™anima credente allo stesso modo, cioรจ per opera dello stesso Spirito Santo.

Il grande arco voltaico tra Dio e lโ€™uomo non si chiude, dunque, e lโ€™improvviso lampo di luce non si produce se non dentro questo speciale โ€œcampo magneticoโ€ che รจ costituito dallo Spirito del Dio vivente. Eโ€™ lui che crea nellโ€™intimo dellโ€™uomo quello stato di grazia per cui un giorno si ha la grande โ€œilluminazioneโ€: si scopre che Dio esiste, รจ reale, fino ad averne โ€œil fiato mozzoโ€.

A chi cercasse Dio altrove, solo tra le pagine dei libri o tra i ragionamenti umani, bisognerebbe ripetere ciรฒ che lโ€™angelo disse alle donne: โ€œPerchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivente?โ€ (Lc 24, 5). Dallo Spirito Santo -scrive san Basilio โ€“ dipende โ€œla familiaritร  con Dioโ€ . Dipende, cioรจ, se Dio ci รจ familiare o invece estraneo, se siamo sensibili, o invece allergici alla sua realtร .

Il rimedio รจ dunque ritrovare un contatto sempre piรน pieno con la realtร , anzi con la persona, dello Spirito Santo. Non contentarci neppure di una rinnovata Pneumatologia, cioรจ di una teologia dello Spirito, ma aspirare a fare di lui anche una esperienza personale. Milioni di cristiani del nostro tempo hanno fatto una esperienza forte della novella Pentecoste auspicata da san Giovanni XXIII. Ecco come uno di quelli che per primi, nella Chiesa cattolica, fecero questa esperienza, ne descriveva a caldo gli effetti a un amico:

โ€œLa nostra fede รจ diventata viva; il nostro credere รจ diventato una sorta di conoscere. Improvvisamente, il soprannaturale รจ diventato piรน reale del naturale. Gesรน รจ una persona viva per noi. La preghiera e i sacramenti sono diventati veramente il nostro pane quotidiano, e non delle generiche pie pratiche. Un amore per le Scritture che io non avrei mai creduto possibile, una trasformazione delle nostre relazioni con gli altri, un bisogno e una forza di testimoniare al di lร  di ogni aspettativa: tutto ciรฒ รจ diventato parte della nostra vita. Lโ€™esperienza iniziale del battesimo dello Spirito non ci ha dato particolare emozione esteriore, ma la vita รจ diventata soffusa di calma, di fiducia, gioia e paceโ€ .

โ€œE il Verbo si รจ fatto carneโ€

Siamo giunti cosรฌ al termine del nostro piccolo โ€œitinerario della mente a Dioโ€.Un meditazione sul ruolo di Cristo rivelatore unico del Dio vivente non puรฒ concludersi in modo piรน degno che con il Prologo dello stesso evangelista Giovanni che ci ha accompagnato fin qui. Non come un brano di vangelo da commentare โ€“ questo lo faremo il giorno di Natale -, ma come un inno di lode che sgorga ora dal nostro cuore a gloria della Santissima Trinitร . Che una porzione cosรฌ rappresentativa della Chiesa, in un luogo come questo, proclami la sua assoluta fede in Cristo Figlio di Dio e luce del mondo riveste un valore salvifico. Su un atto di fede come questo Cristo ha fondato la sua Chiesa e ha promesso che โ€œ le potenze degli inferi non prevarranno contro di essaโ€. Lo recitiamo insieme in piedi e lentamente con il cuore colmo di stupore e gratitudine:

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto รจ stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla รจ stato fatto di ciรฒ che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non lโ€™hanno vinta [โ€ฆ].
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo รจ stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti perรฒ lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
nรฉ da volere di carne
nรฉ da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di veritร  [โ€ฆ].
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che รจ Dio
ed รจ nel seno del Padre,
รจ lui che lo ha rivelato.

Santo Padre, Venerabili Padri, fratelli e sorelle, grazie dellโ€™ascolto e Buon Natale!

1.Nicholas Cabasilas, Vita in Cristo, III, 3.
2.S. Gregorio Nisseno, De eo qui sit ad imaginem Dei (PG 44, 1340).
3.S. Basilio, De Spiritu Sancto, 19,49 (PG 32, 157).
4.Testimonianza riportata in Patti Gallagher Mansfield, As by a New Pentecost, Amor Deus Publishing, Phoenix. AZ, 2016, p. 55.

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