Signor Cardinale,
Signor Cardinale Patriarca, Care Eccellenze,
Cari Sacerdoti,
Desidero salutarvi cordialmente ed esprimervi la mia gratitudine per lโinvito che mi avete rivolto a partecipare a questo Simposio sulla figura del Sacerdote, ministro e testimone della gioia del Vangelo.
Mi affidate il compito dellโapertura di questa lodevole iniziativa e, perciรฒ, vorrei anzitutto porre questo Simposio sotto la protezione della Madonna, che qui a Fatima รจ una presenza speciale; in fondo, la gioia sacerdotale si nutre dalla spiritualitร di Maria che, chiamata dal Signore a divenire Madre di Cristo, esulta nello spirito e canta il Magnificat per le grandi opere compiute da Dio in Lei. Quella di Maria, come quella del Sacerdote, รจ la gioia del dono ricevuto, cioรจ della fiducia che il Signore Le ha accordato chiamandola a divenire serva e strumento della salvezza.
In questo spirito, vorrei entrare nel tema, cercando di tratteggiare la figura del Sacerdote e la fisionomia del ministero sacerdotale secondo il Magistero di Papa Francesco. Vorrei brevemente soffermarmi, prima di affrontare alcuni tratti tipici della figura del Sacerdote secondo il Santo Padre, sulla visione generale a partire dalla quale il Papa descrive e interpreta il prete; tale orizzonte di fondo รจ scandito da quella che potremmo definire una triplice appartenenza del Sacerdote: al Signore, alla Chiesa, al Regno di Dio.
Il Sacerdote appartiene anzitutto al Signore, cioรจ รจ un uomo โconquistatoโ dal fascino della Sua chiamata, che ha sperimentato la gioia dellโincontro con Lui; da questo Amore a cui ha consegnato la vita รจ stato liberato dalla mondanitร spirituale, e va incontro ai fratelli per annunciare il Vangelo: โIl segreto del nostro presbitero โ afferma Papa Francesco โ sta in quel roveto ardente che ne marchia a fuoco
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lโesistenza, la conquista e la conforma a quella di Gesรน Cristo, veritร definitiva della sua vita. ร il rapporto con lui a custodirlo, rendendolo estraneo alla mondanitร spirituale che corrompe, come pure a ogni compromesso e meschinitร . ร lโamicizia con il suo Signore a portarlo ad abbracciare la realtร quotidiana con la fiducia di chi crede che lโimpossibilitร dellโuomo non rimane tale per Dioโ. (Papa Francesco, Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana, 16 maggio 2016).
Questo rapporto con il Signore, secondo il Santo Padre, รจ ciรฒ che segna lโesistenza e il ministero sacerdotale; potremmo dire, anche, รจ โciรฒ che lo salvaโ dal rischio di essere un semplice funzionario del sacro, dallโastrattismo teorico, dalla rigiditร legalista, ma anche dallโinterpretare se stesso โcome un devoto, che si rifugia in un intimismo religioso che di spirituale ha ben pocoโ, dallโessere โun burocrate o un anonimo funzionario dellโistituzioneโ e dallโessere mosso dai criteri dellโefficienza e dalla ricerca di โassicurazioni terrene o titoli onorificiโ. (Papa Francesco, Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana, 16 maggio 2016).
Allo stesso tempo, il Sacerdote appartiene alla Chiesa perchรฉ il suo servizio รจ unโofferta di vita per il Popolo di Dio, verso il quale Egli rivolge il suo impegno generoso, affinchรฉ la consolazione del Vangelo giunga a tutti. Papa Francesco afferma: โIl presbitero รจ tale nella misura in cui si sente partecipe della Chiesa, di una comunitร concreta di cui condivide il cammino. Il popolo fedele di Dio rimane il grembo da cui egli รจ tratto, la famiglia in cui รจ coinvolto, la casa a cui รจ inviatoโ (PAPA FRANCESCO, Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana, 16 maggio 2016).
Cosรฌ egli si immerge nella vita concreta del popolo che gli รจ affidato, accompagna con pazienza i travagli dellโesistenza e il cammino della fede di coloro a cui รจ mandato, attende con pazienza che germoglino i semi del Regno anche in mezzo ai ritardi e alle lentezze del cammino, vive la difficile ma bella avventura dellโessere in costante tensione tra le altezze dellโamore di Dio e la valle delle fragilitร umane; e, senza paura di sporcarsi le mani e di impegnare il cuore nella compassione, egli vive quella caritร pastorale che lo fa essere vicino e attento alla gente.
Infine, il Sacerdote appartiene al Regno di Dio. Non bisogna pensare a qualcosa di astratto o di teorico; al contrario, Papa Francesco invita i ministri ad avere uno sguardo ampio, a respirare e lavorare in un orizzonte aperto, nella fiducia che lโopera di Dio e della Sua Grazia va oltre il proprio lavoro e lโazione pastorale della Chiesa stessa. Dio รจ all’opera nella storia di ogni persona, anche oltre i confini visibili della Chiesa.
Il Pontefice ci offre un criterio davvero importante per il ministero sacerdotale, che ci aiuta a lavorare e spenderci con passione e con zelo, ma, allo stesso tempo, ci fa relativizzare ogni cosa โ anche i nostri programmi pastorali e le nostre organizzazioni strutturali โ ponendoci nel vasto panorama del Regno di Dio. Cosรฌ nelle sue parole: โIl presbitero ama la terra, che riconosce visitata ogni mattino dalla presenza di Dio. ร uomo della Pasqua, dallo sguardo rivolto al Regno, verso cui sente che la storia umana cammina, nonostante i ritardi, le oscuritร e le contraddizioni. Il Regno โ la visione che dellโuomo ha Gesรน โ รจ la sua gioia, lโorizzonte che gli permette di relativizzare il resto, di stemperare preoccupazioni e ansietร , di restare libero dalle illusioni e dal pessimismo; di custodire nel cuore la pace e di diffonderla con i suoi gesti, le sue parole, i suoi atteggiamentiโ (PAPA FRANCESCO, Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana, 16 maggio 2016).
Nella Lettera al Presidente della Pontificia Commissione per lโAmerica Latina, Papa Francesco ha invitato a riflettere su come il Pastore debba immaginare il proprio ministero, specialmente oggi, non come quello di un risolutore di problemi, che ha le risposte su tutto e dirige le scelte e le coscienze di tutti; al contrario, egli dovrร avere uno sguardo contemplativo, che gli permetta di vedere la Grazia di Dio allโopera nelle strade della cittร , nellโimpegno dei laici nella vita pubblica, nelle lotte della vita quotidiana, in una parola, al di lร dellโambito strettamente religioso. Infatti, scrive il Santo Padre โร illogico, e persino impossibile, pensare che noi come pastori dovremmo avere il monopolio delle soluzioni per le molteplici sfide che la vita contemporanea ci presenta. Al contrario, dobbiamo stare dalla parte della nostra gente, accompagnandola nelle sue ricerche e stimolando quellโimmaginazione capace di rispondere alla problematica attualeโ (PAPA FRANCESCO, Lettera al Presidente della Commissione per lโAmerica Latina).
Dunque, il prete รจ uomo di Dio, della Chiesa e del Regno. Dentro questa visione prende forma il ritratto del prete secondo Papa Francesco, che si declina attraverso alcuni aspetti specifici sui quali la Congregazione per il Clero ha elaborato la nuova Ratio fundamentalis; essi sono: il discepolato, la configurazione a Gesรน
Buon Pastore e il discernimento. Farรฒ alcuni accenni su ciascuno di questi elementi associati alla figura del prete e al ministero sacerdotale.
1. Il prete รจ un discepolo
Nel Magistero di Papa Francesco una parola centrale per delineare i tratti del presbitero รจ โdiscepolatoโ.
Nel discorso alla Plenaria della Congregazione per il Clero, il 3 ottobre 2014, parlando della formazione, Papa Francesco ha ricordato che essa ยซรจ unโesperienza discepolare, che avvicina a Cristo e permette di conformarsi sempre piรน a Lui. Proprio per questo, essa non puรฒ essere un compito a termine, perchรฉ i sacerdotiย non smettono mai di essere discepoli di Gesรน, di seguirloโฆ Quindi, la formazione in quanto discepolato accompagna tutta la vita del ministro ordinato e riguarda integralmente la sua persona, intellettualmente, umanamente e spiritualmenteยป. Sullo stesso tema รจ ritornato nel Messaggio allโAssemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, lโ8 novembre 2014, affermando chiaramente che ยซla formazione di cui parliamo รจ unโesperienza di discepolato permanente, che avvicina a Cristo e permette di conformarsi sempre piรน a Luiยป.
Alla domanda โChi รจ il presbitero?โ, Papa Francesco risponde anzitutto affermando che รจ un discepolo permanente del Signore. Tale affermazione, lungi dallโessere un semplice slogan, ha delle implicazioni pratiche di alto rilievo: essere discepoli permanenti significa ricordarsi, come giร detto, che รจ il rapporto personale con il Maestro che deve marchiare a fuoco lโesistenza presbiterale e, perciรฒ, occorre vigilare sulla tentazione di โsentirsi arrivatiโ e di aver โgiร sistemato tuttoโ, rinnovando la memoria dellโincontro con Colui che ci ha chiamati e prendendoci cura che tale relazione, intima e personale, sia alimentata dalla preghiera, dalla meditazione della Parola, dalla Celebrazione dellโEucaristia e, in generale, da una vita di pietร vissuta con costanza e fedeltร .
Essere e sentirsi discepoli, cioรจ, significa vigilare sul rischio dellโabitudine, della tiepidezza, della routine e della โsindrome da funzionarioโ, evitando cosรฌ di cadere in quello che Papa Francesco ha definito โalzheimer spiritualeโ, tipico di coloro โche hanno perso la memoria del loro incontro con il Signoreโ e vivono un โdeclino progressivo delle facoltร spiritualiโ (PAPA FRANCESCO, Discorso alla Curia Romanaย per gli auguri natalizi, 22 dicembre 2014).
In questa direzione, la Ratio fundamentalis ha come idea di fondo del cammino di formazione sacerdotale quella del discepolato: il prete รจ un uomo che cammina costantemente sulle orme del Maestro, aperto alla Sua Parola e disponibile a configurarsi al Suo cuore. Essere Sacerdote, cioรจ, non รจ il frutto di una conquista umana o un titolo che, una volta conseguito, possa trasformarsi in una tranquilla meta raggiunta; non รจ neanche lโesercizio di un ufficio amministrativo o buracratico, nรฉ un compito manageriale; al contrario, la prima cosa che la Ratio intende affermare รจ che il Sacerdote รจ un discepolo permanentemente in cammino, la cui disponibilitร a seguire il Maestro passa attraverso il suo โeccomi quotidianoโ, nella preghiera personale, nella Liturgia delle Ore, nella Celebrazione Eucaristica vissuta con intensitร e consapevolezza, nella lettura orante e meditata della Parola di Dio, nel sacramento della Riconciliazione e cosi via.
2. Il prete รจ un Pastore
Un secondo aspetto importante nel Magistero di Papa Francesco dedicato alla figura del prete, รจ quello della configurazione a Gesรน Buon Pastore. Se il discepolato รจ proprio ciรฒ che favorisce lโappartenenza al Signore e il legame permanente di amicizia con Lui, proprio da questa esperienza si sviluppa una configurazione del cuore, che permette al presbitero di assumere i tratti, lo stile e soprattutto i sentimenti del Cuore di Cristo.
Lโimmagine biblica del Buon Pastore, di cui Gesรน si appropria per narrare la propria missione a favore dellโumanitร , ci conduce alla contemplazione dellโamore, alla misericordia, alla compassione e alla tenerezza del cuore di Cristo, icona fondamentale dellโessere prete e del ministero sacerdotale. Il Buon Pastore conosce le sue pecore e le chiama per nome (cfr. Gv 10,14), condivide il cammino del gregge e lo guida spingendolo fuori dallโovile, va in cerca della pecora perduta perchรฉ mai il Cuore di Dio si rassegna dinanzi al male, ma, anzi, lo cura e lo guarisce.
Questi tratti biblici del Pastore, secondo Papa Francesco, ci suggeriscono che Dio ha una relazione di vicinanza col suo popolo: โQuel conoscerle a una a una, con il loro nome. Cosรฌ ci conosce Dio: non ci conosce in gruppo, ma uno a uno. Perchรฉ lโamore non รจ un amore astratto, o generale per tutti; รจ un amore per ognuno. E cosรฌ
ci ama Dio… un Dio che si fa vicino per amore e cammina con il suo popolo. E questo camminare arriva a un punto inimmaginabile: mai si potrebbe pensare che lo stesso Signore si fa uno di noi e cammina con noi, e rimane con noi, rimane nella sua Chiesa, rimane nellโeucaristia, rimane nella sua parola, rimane nei poveri e rimane con noi camminando. Questa รจ la vicinanza. Il pastore vicino al suo gregge, alle sue pecorelle che conosce una per unaโ (Papa Francesco, Omelia Messa Santa Marta, 7 giugno 2013).
La vicinanza del Signore al suo popolo รจ il tratto richiesto al cuore del Pastore; egli, configurandosi a Cristo e ai suoi sentimenti di misericordia, di amore e di compassione, รจ chiamato a farsi partecipe della storia concreta del suo popolo, ad avere uno sguardo attento, a misurare il passo sul ritmo dei suoi fedeli, avendo la fermezza di chi li guida in avanti, ma anche la cura di chi sa rallentare se qualcuno cade o rimane indietro.
Come Gesรน Buon Pastore, anche il sacerdote deve imparare e vivere nella prassi pastorale e nelle relazioni umane la stessa caritร del Cristo: lโamore senza confini, la capacitร del dono senza limiti, lโostinazione nel puntare verso i piรน deboli e piรน lontani, il desiderio di raggiungere tutti e non perdere nessuno. Concretamente questo significa: preti che offrono la propria vita per il Popolo di Dio, che portano nella propria carne le domande e le ferite della gente, che accompagnano con tenerezza le situazioni a volte travagliate della vita, che annunciano senza stancarsi la speranza della Buona Notizia e facilitano lโincontro con Dio Padre.
Papa Francesco ha ricordato, durante il Giubileo dei Sacerdoti, che โi tesori insostituibili del Cuore di Gesรน sono due: il Padre e noi. Le sue giornate trascorrevano tra la preghiera al Padre e lโincontro con la gente. Non la distanza, ma lโincontro. Anche il cuore del pastore di Cristo conosce solo due direzioni: il Signore e la gente.โ (PAPA FRANCESCO, Omelia S. Messa Giubileo dei Sacerdoti, 3 giugno 2016).
Permettetemi di esprimere, a tal proposito, un semplice e sincero โgrazieโ ai tanti sacerdoti sparsi per il mondo, per il loro generoso servizio, il loro indefesso lavoro pastorale e per la ricchezza del loro cuore che, conformato a Cristo e alimentato dallโamicizia con Lui, pulsa per i bisogni e le attese del Popolo di Dio e per esso si spende totalmente, talvolta anche in mezzo a notevoli difficoltร e a non
poche incomprensioni. ร grazie al ministero dei sacerdoti, alla loro preghiera e al loro zelo pastorale che le comunitร cristiane ricevono il โsegnoโ della presenza di Cristo Buon Pastore; con la predicazione della Parola essi seminano la speranza della Buona Notizia nel cuore delle persone; amministrando i sacramenti fanno scorrere la grazia dello Spirito Santo che santifica il cuore dei fedeli; attraverso la loro presenza in mezzo al Popolo, il loro camminare insieme portando le fatiche e i pesi della gente, la loro capacitร di ascolto e di compassione, essi diventano immagine dellโamore misericordioso del Buon Pastore nel mondo.
Chiudendo a Roma lโincontro con i giovani italiani, lo scorso 11 e 12 agosto, Papa Francesco, alla fine dellโAngelus, ha voluto ringraziare a braccio i sacerdoti dicendo: โIeri, nel ringraziare, ho dimenticato di dire una parola ai sacerdoti, che sono quelli che mi sono piรน vicini. Ringrazio tanto i sacerdoti, quel lavoro giorno per giorno, la pazienza dei sacerdoti, perchรฉ ci vuole pazienza per lavorare per voiโ. Ecco, a volte forse dimentichiamo la fatica e la pazienza dei sacerdoti, mentre รจ bene farne memoria, sostenerli con la nostra preghiera e ringraziarne sempre il Signore.
La Ratio, proprio pensando al servizio richiesto ai sacerdoti, ha inteso collocare il ministero sacerdotale nella visione biblico-teologico che soggiace allโimmagine del Buon Pastore (cfr. RF, n. 37); subito dopo, essa descrive i contenuti e gli obiettivi della tappa configuratrice โ corrispondente al tempo degli studi teologici senza che questi ultimi ne esauriscano la durata e la portata โ nella quale si lavora alla formazione spirituale propria del presbitero, per suscitare in esso โi sentimenti e i comportamenti propri del Figlio di Dio; al contempo, essa introduce allโapprendimento di una vita presbiterale, animata dal desiderio e sostenuta dalla capacitร di offrire se stessi nella cura pastorale del Popolo di Dio. Questa tappa permette il graduale radicamento nella fisionomia del Buon Pastoreโ (RF, 69).
La Ratio, ispirandosi al Magistero del Santo Padre, delinea i tratti del prete come quelli di una persona capace di intessere relazioni di compassione, di vicinanza e di tenerezza: โLa finalitร del Seminario รจ quella di preparare i seminaristi a essere pastori a immagine di Cristo; la formazione sacerdotale deve risultare permeata da uno spirito pastorale, che renda capaci di provare quella stessa compassione, generositร , amore per tutti, specialmente per i poveri, e slancio per la causa del Regno, che caratterizzarono il ministero pubblico del Figlio di Dio, e che possono essere sintetizzati nella caritร pastoraleโ (RF, n. 119).
Dunque, lโappartenenza al Signore รจ indissolubilmente legata allโessere parte del Popolo di Dio del quale si รจ posti al servizio; in mezzo a esso, si รจ costituiti padri, guide e servi, ma, soprattutto, configurato al Cuore di Cristo, il Sacerdote รจ chiamato a diventare โbuon samaritanoโ che si fa prossimo, che cammina accanto ai poveri, solleva chi รจ caduto, cura chi รจ ferito. Secondo Papa Francesco, uno dei peggiori mali che puรฒ colpire il cuore di un prete รจ quello di chiudersi, di blindarsi, di vivere cioรจ la spiritualitร di chi, pur pregando ogni giorno, passa oltre senza lasciarsi mai nรฉ toccare nรฉ commuovere dal dolore altrui.
Al contrario, commentando lโincontro tra Gesรน e Bartimeo โ aggiunse il Santo Padre, โIl Vangelo afferma che Gesรน si fermรฒ e chiese che cosa stava accadendoโฆSi ferma di fronte al grido di una personaโฆE invece di farlo tacere, gli chiede: Che cosa posso fare per te? Non serve differenziarsi, non serve separarsi, non gli fa una predicaโฆ. Non esiste una compassione, che non si fermi, se non ti fermi non hai la divina compassione, non ascolti e non solidarizzi con lโaltroโ (PAPA FRANCESCO, Discorso ai Sacerdoti, Religiosi e seminaristi, Santa Cruz de la Sierra, 9 luglio 2015).
Questa caratteristica, perรฒ, la puรฒ assumere e integrare nella propria persona solo il sacerdote che รจ veramente umano; solo chi รจ umanamente e psicologicamente maturo, adulto e sereno, puรฒ vivere questa vicinanza con gli altri senza che le relazioni costituiscano per lui delle cattive occasioni e, di contro, senza opprimere o ferire gli altri. Sulla formazione umana dei sacerdoti, Papa Francesco insiste spesso; per questo, la Ratio ha tenuto in gran considerazione questo aspetto formativo imprescindibile.
Su questo tema, incontrando i seminaristi e i Sacerdoti studenti in Roma, il Santo Padre ha parlato dellโimportanza della maturitร umana del Sacerdote, che lo rende capace di condividere, di vivere amicizie serene, di giocare con i bambini, di farsi qualche sana risata; il Santo Padre ha anche parlato della capacitร di piangere, attitudine che aveva giร ricordato a proposito delle lacrime di Gesรน per la morte di Lazzaro, sottolineando come โcerte realtร della vita si vedono soltanto con gli occhi puliti dalle lacrimeโ (Papa Francesco, Incontro con i Giovani, Sri Lanka, 18 gennaio 2015).
Infine, Papa Francesco ha affermato con tono davvero deciso: โSentite bene questo โ ha affermato Papa Francesco โ se voi non sapete accarezzare bene come padri e come fratelli, รจ possibile che il diavolo vi porti a pagare per accarezzareโ (PAPA FRANCESCO, Incontro con i seminaristi e i Sacerdoti dei Pontifici Collegi e Convitti Ecclesiastici, 16 marzo 2018).
Alla luce di vicende recenti e dellโaccorata Lettera che il Santo Padre ha indirizzato al Popolo di Dio il 20 agosto scorso sul tema degli abusi sui minori, occorre anche dire che lโimprescindibile formazione umana del prete e la necessaria soliditร spirituale della sua vita, hanno bisogno del sostegno di tutti i battezzati. ร significativo, al riguardo, che Papa Francesco non pensi al problema degli abusi come una realtร la cui trasformazione dipenda solo dalla gerarchia e dai preti; al contrario, proprio il clericalismo, e lโaver ridotto spesso la Chiesa a unโรฉlite, ha generato un modo anomalo di intendere lโautoritร , che ha svalutato la grazia battesimale e, non di rado, ha contribuito a forme di abuso, anzitutto sulla coscienza delle persone.
Papa Francesco afferma, infatti: โEโ impossibile immaginare una conversione dellโagire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio [โฆ] Dire no allโabuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo. Eโ sempre bene ricordare che il Signore, ยซnella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identitร senza appartenenza a un popolo. Perciรฒ nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunitร umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popoloยป (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 6). Pertanto, lโunico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si รจ preso tante vite รจ viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. (PAPA FRANCESCO, Lettera del Santo Padre al Popolo di Dio, 20 agosto 2018).
Dobbiamo crescere tutti, perciรฒ, in questa consapevolezza giร incoraggiata dallโecclesiologia del Concilio Vaticano II: insieme, preti e laici, come unico Popolo di Dio, ciascuno secondo la specificitร della propria vocazione, siamo invitati a camminare e lavorare a servizio del Regno di Dio, sostenendoci a vicenda e condividendo con premuroso amore le gioie, le difficoltร e le sofferenze. Se posso dirlo in breve: anche il lavoro del Dicastero testimonia che tante situazioni della vita dei preti, generate da solitudine, stanchezza e incomprensioni, non sarebbero degenerate o sarebbero state affrontate in tempo se ci fosse stato lโascolto, lโaccompagnamento e la condivisione da parte dei Vescovi e della intera comunitร cristiana.
3. Il prete รจ lโuomo del discernimento
Discepolato e configurazione al Buon Pastore permettono al Sacerdote di appartenere al Signore e alla Chiesa, di vivere unโintimitร personale con il Signore che si traduce in una prassi pastorale compassionevole verso i fratelli.
Tuttavia โ dicevamo โ lโorizzonte del ministero sacerdotale va inserito in una visuale piรน ampia, che รจ quella del Regno di Dio, cioรจ di quellโazione della Grazia che opera nei cuori e nella storia quotidiana, e che ha bisogno non di essere controllata o incasellata in schemi rigidi, quanto, piuttosto, di essere scoperta e contemplata.
ร qui che si inserisce il tema del discernimento, caro a Papa Francesco e alla spiritualitร ignaziana, ma, ancor piรน, presente nel Vangelo e nella storia della Chiesa, che sono difatti โuna storia di discernimentoโ, cioรจ un cammino di ricerca per leggere e interpretare la vita alla luce della presenza di Dio, per capire โquesto viene da Dio, questo viene da me, questo viene dal diavoloโ (PAPA FRANCESCO, Incontro con i seminaristi e i Sacerdoti dei Pontifici Collegi e Convitti Ecclesiastici, 16 marzo 2018).
Nel discernimento il Sacerdote esercita il vero ministero pastorale, cioรจ lโessere propriamente un Pastore, che vince il rischio dellโautoreferenzialitร , di un agire pastorale โesternoโ alla vita reale del suo popolo e, soprattutto, di quella eccessiva sicurezza dottrinale che potrebbe rinchiuderlo nei propri schemi e farlo diventare un rigido โragioniere dello spiritoโ (PAPA FRANCESCO, Omelia Giubileo dei Sacerdoti, 3 giugno 2016).
Si tratta, come sappiamo, di un punto-chiave della spiritualitร di Papa Francesco e del Suo Pontificato. In particolare, il Santo Padre invita i sacerdoti a essere Pastori con quella buona dose di spessore umano e spirituale, che li renda capaci di accompagnare le persone nel cammino della propria vita, rendendole piรน esperte nellโarte di interpretare se stesse, di leggere in profonditร il proprio cuore, di giudicare con equilibrio le proprie scelte esistenziali, e di cogliere le mozioni dello Spirito nella loro esperienza quotidiana.
Il sacerdote come uomo del discernimento, cioรจ, รจ colui che facilita in ogni credente lโincontro con il Signore e la capacitร spirituale di cogliere, nella propria vita, gli impulsi e i desideri dello Spirito che, spesso, non sono cosรฌ lineari e facili da definire.
Infatti โ come ricorda il Santo Padre allโinizio di Amoris laetitia โ seppur sia necessaria unโunitร di dottrina e di prassi, la Chiesa deve tener conto della complessitร e delle sfumature dellโesistenza concreta delle persone, nonchรฉ del pluralismo culturale attualmente in atto e delle sfide sempre nuove che vengono poste alla fede stessa. Essa, perciรฒ, invece di distribuire norme dallโalto o, peggio ancora, condanne e anatemi, dovrร esercitarsi nel contemplare โche esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano. Questo succederร fino a quando lo Spirito ci farร giungere alla veritร completa (cfr Gv 16,13), cioรจ quando ci introdurrร perfettamente nel mistero di Cristo e potremo vedere tutto con il suo sguardoโ (AL, n. 3).
Ai Pastori, perciรฒ, รจ richiesta la capacitร umana e spirituale di entrare nella storia concreta delle persone a loro affidate, camminando con il Popolo di Dio, togliendosi i sandali dinanzi alla terra sacra dellโaltro, e condividendo le speranze e le ferite di ciascuno; nella luce della fede โ afferma Papa Francesco in Evangelii gaudium โ i Sacerdoti devono offrire uno sguardo di vicinanza, che sa โcommuoversi e fermarsi davanti allโaltro, tutte le volte che sia necessarioโ (EG, n. 169), esercitando la prudenza, la pazienza, lโascolto e la comprensione degli altri e, soprattutto, adottando verso di loro una pedagogia graduale che, passo dopo passo, introduca le persone al mistero di Dio e le aiuti a fare scelte libere e responsabili (cfr. EG, n. 171-172).
NellโEsortazione Apostolica Post-Sinodale Amoris laetitia, il Santo Padre chiede soprattutto ai Pastori di superare la tentazione di un accomodamento in una normativa generale; infatti, per quanto occorre e sia necessaria una prassi canonica che stabilisca delle norme, nella vita delle persone esiste โunโinnumerevole varietร di situazioni concreteโ rispetto alle quali โรจ possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolariโ (AL, 300).
Per fare ciรฒ โ afferma Papa Francesco โ โun Pastore non puรฒ sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni โirregolariโ, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle personeโฆIl discernimento deve aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti. Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dioโ. (AL, n. 305).
Parlando alla Comunitร de La Civiltร Cattolica, nel febbraio scorso, Papa Francesco ha affermato che โQuesto nella Chiesa e nel mondo รจ il tempo del discernimento. Il discernimento si realizza sempre alla presenza del Signore, guardando i segni, ascoltando le cose che accadono, il sentire della gente che conosce la via umile della cocciutaggine quotidiana, e specialmente dei poveri. La sapienza del discernimento riscatta la necessaria ambiguitร della vita. Ma bisogna penetrare lโambiguitร , bisogna entrarci, come ha fatto il Signore Gesรน assumendo la nostra carne. Il pensiero rigido non รจ divino perchรฉ Gesรน ha assunto la nostra carne che non รจ rigida se non nel momento della morteโ (Papa Francesco, Incontro con la Comunitร di โLa Civiltร Cattolicaโ, 9 febbraio 2017).
La Ratio, ispirata dal Magistero di Francesco, afferma che il prete รจ lโuomo del discernimento, sia nellโambito della vita personale che in quello dellโazione pastorale.
In riferimento a se stesso, egli dovrร gradualmente diventare โcapace di interpretare la realtร della vita umana alla luce dello Spirito, e cosรฌ scegliere, decidere e agire secondo la volontร divinaโ (RF, n. 43), integrando la propria storia nella vita spirituale e coltivando con disciplina il lavoro sacerdotale, lโascolto della coscienza, il confronto onesto con la propria vita e con le esigenze del ministero, la gestione equilibrata dei programmi e degli impegni, la libertร dai condizionamenti interni ed esterni, e cosรฌ via.
Ovviamente, si tratta di un lavoro che richiede โunโattenta cura della propria interioritร , attraverso la preghiera personale, la direzione spirituale, il contatto quotidiano con la Parola di Dio, la โlettura credenteโ della vita sacerdotale insieme agli altri presbiteri e al Vescovo, e tutti gli strumenti utili a coltivare le virtรน della prudenza e del giudizio. In questo permanente cammino di discernimento, il sacerdote saprร decifrare e comprendere le proprie mozioni, i doni, i bisogni e le fragilitร โ (RF, n. 43), cosรฌ da poter fare in tutto la volontร di Dio.
Nellโambito pastorale, conformati al Cuore di Cristo, i sacerdoti dovranno diventare โesperti nellโarte del discernimento pastorale, cioรจ capaci di un ascolto profondo delle situazioni reali e di un buon giudizio nelle scelte e nelle decisioniโฆ Lo sguardo del Buon Pastore, che cerca, accompagna e guida le sue pecore, lo introdurrร in una visione serena, prudente e compassionevole; egli svolgerร il suo ministero in uno stile di serena accoglienza e di vigile accompagnamento di tutte le situazioni, anche di quelle piรน complesse, mostrando la bellezza e le esigenze della veritร evangelica, senza scadere in ossessioni legaliste e rigoriste. In tal modo, saprร proporre percorsi di fede attraverso piccoli passi, che possono essere meglio apprezzati e accolti.โ (RF, n. 120).
Conclusione
Come si puรฒ ben vedere, la ricchezza del Magistero del Santo Padre sulla figura del Sacerdote e sul ministero sacerdotale รจ tale da non poter essere facilmente sintetizzata e, piรน che definizioni stringenti, esso ci spinge ad approfondire e camminare alla scoperta di quanto il Signore suggerisce al nostro essere Pastori in questo momento storico.
Discepolo, Pastore configurato al Cuore di Cristo e uomo del discernimento, il prete รจ chiamato a essere ancora oggi un โmediatoreโ capace di farsi prossimo, di ascoltare e accompagnare, esercitando lโarte della misericordia e seminando a piene mani la gioia del Vangelo. Ci conceda Maria Santissima di essere e di avere per la Chiesa, Sacerdoti cosรฌ.
