Santa Rosalia – La croce e la spada.

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Palermo
Nel buio di una grotta s’intravede una ragazza poco più che adolescente. Distesa sulla roccia nuda, sembra essersi assopita, ma viene svegliata da un mormorio. La ragazza si alza di scatto e all’ingresso del suo rifugio vede stagliarsi il profilo di alcune persone, che scrutano all’interno della grotta in cerca di qualcosa. O meglio, di qualcuno. La ragazza si accorge che stanno cercando proprio lei e va incontro a quelle persone. Alcuni s’inginocchiano, altri provano a baciarle la mano. Ma la ragazza si divincola ed esce dalla grotta a passo svelto, quasi di corsa. Sembra stia fuggendo.

La VO spiega l’avvenimento: “A quattordici anni Rosalia si ritirò sul Monte delle Rose per dedicarsi alla vita eremitica. La sua fama tuttavia si diffuse e la grotta divenne luogo di pellegrinaggio. La giovane donna fu costretta ad andar via e occupò un’altra grotta, stavolta sul Monte Pellegrino, alla ricerca di un rifugio silenzioso”. Rosalia sta correndo in cima al monte, scalza e con abiti logori. Si guarda intorno, vuole accertarsi di essere da sola. In lontananza avvista una grotta, rallenta per riprendere fiato, si avvicina. Un’ultima occhiata alle sue spalle ed entra, lasciandosi tutto alle spalle, compreso quel luogo incontaminato, il Monte Pellegrino, dal quale scopriamo una spettacolare vista della città di Palermo.

BIOGRAFIA
La tradizione narra che al conte Ruggero, mentre osservava il tramonto con sua moglie, apparve una figura celestiale, latrice di un messaggio: “Ruggero, io ti annuncio che nascerà nella casa di Sinibaldo, tuo congiunto, una rosa senza spine”. L’angelo della leggenda stava parlando di Rosalia, che nacque in provincia di Agrigento in anno incerto. Suo padre, il conte Sinibaldo, discendeva da Carlo Magno. Per questo motivo visse in ricchezza presso la corte di re Ruggero, e quando il conte Baldovino lo salvò da un animale selvaggio il re volle ricambiarlo con un dono. Baldovino chiese in sposa Rosalia, ma la ragazza, all’indomani dell’offerta, si presentò alla corte con le trecce tagliate. Era il suo modo per dichiarare che preferiva abbracciare la fede. Ancora giovanissima scelse la vita eremitica, sempre seguita dai pellegrini, che la costrinsero a numerosi spostamenti, fino al Monte Pellegrino. Anche lì, però, fu raggiunta dalla sua stessa fama, che si diffondeva nonostante la lontananza dalla vita pubblica. E furono proprio i pellegrini che trovarono il suo corpo privo di vita, diciotto anni dopo, il 4 settembre 1160.

LE OPERE D’ARTE E LA CITTÀ
In quello stesso luogo sorge oggi il Santuario di Santa Rosalia, che fa un tutt’uno con la grotta in cui morì. La sua struttura è del tutto particolare: nella prima parte c’è la facciata del 1600, addossata alla roccia; segue un vestibolo finemente lavorato e subito dopo una cupola “aperta” sul cielo; per finire, una sontuosa cancellata di ferro che introduce nella grotta carsica. Il culto di Santa Rosalia è particolarmente vivo anche nel cuore di Palermo, dove si trova la celebre Cattedrale. Alla santa è dedicata la cappella meridionale e il suo corpo è venerato in una ricca urna d’argento posta sull’altare della cappella, che sorge in fondo alla navata laterale destra. Il reliquiario custodisce anche un prezioso documento, la sua prima biografia ufficiale, che il padre gesuita Giordano Cascini, testimone oculare del ritrovamento del corpo e della proclamazione della santa quale nuova patrona della città, scrisse in latino nel 1631.

La cappella è decorata sulle pareti da due bassorilievi di Valerio Villareale, espressione del neoclassico palermitano, che mostrano la Santa intenta a fermare il braccio dell’angelo della morte e la prima processione delle reliquie. Sull’altare è posta anche una tela del Velasco.

L’urna è sormontata da un’effigie di Santa Rosalia nell’atto di schiacciare un drago, simbolo della peste e di tutti i mali. Una serie di putti alati che reggono fregi, scudi, rose, conchiglie, volute e riquadri illustrano la vita della vergine palermitana.

A Santa Rosalia sono dedicati anche altri dipinti, tra i quali spiccano le opere di Antoon Van Dyck. Durante il suo soggiorno siciliano, poco dopo il ritrovamento delle reliquie di Rosalia, al celebre artista fiammingo furono commissionate alcune tele. Restano la “Santa Rosalia” conservata a Houston e la straordinaria “Santa Rosalia in gloria” (Metropolitan Museum di New York).

EVENTO STORICO: LA DOMINAZIONE NORMANNA E LA CORTE DI RUGGERO II
A caratterizzare la città di Palermo durante la vita di Rosalia fu la magnificenza di Ruggero II e della sua corte, che la futura santa frequentò in gioventù. Ruggero è considerato il vero fondatore del regno normanno poiché accorpò tutte le conquiste della sua stirpe e rese Palermo la splendida capitale del regno.

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