Santa Margherita da Cortona Religiosa – 22 febbraio

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Calvi_J._A._Estasi_di_santa_MargheritaMargherita da Cortona (Laviano, Perugia, 1247 – Cortona, 22 febbraio 1297) è stata una religiosa italiana, appartenente al Terz’Ordine Francescano. Nel 1728 è stata proclamata santa da papa Benedetto XIII.

Di umili origini, venne battezzata presso l’antica pieve di Pozzuolo Umbro, dove attualmente sorge la chiesa dei Santi Pietro e Paolo: rimase presto orfana di madre e dall’età di diciassette anni visse come concubina con un nobile di Montepulciano, Arsenio (identificato con Raniero del Pecora, dei signori di Valiano), dal quale ebbe anche un figlio.
La coppia passava molto tempo in una residenza di caccia nelle colline al confine tra Umbria e Toscana, appartenente al feudo valianese dei Del Pecora. Ancora oggi, in questo castello, si trova una cappella ricavata dall’antica entrata del castello dedicata alla santa, che visse in quelle stanze nel XIII secolo.
Nel 1273 Arsenio, durante una battuta di caccia in una delle sue proprietà di Petrignano del Lago, venne aggredito e assassinato da un gruppo di briganti: Margherita, secondo la leggenda, seguì a piedi il cane di Arsenio dalla sua residenza presso Valiano fino in località Giorgi, presso un piccolo boschetto, dove trovò il corpo dell’amante; vicino alla quercia secolare dove si colloca l’accaduto, è sorta una chiesetta in onore della Santa e della cosiddetta “Quercia del Pentimento”.
Scacciata col figlio dai famigliari dell’amante, rifiutata dal padre e dalla sua nuova moglie, si pentì della sua vita e si convertì. Si avvicinò ai francescani di Cortona, in particolare ai frati Giovanni da Castiglione e Giunta Bevegnati, suoi direttori spirituali e poi biografi: affidò la cura del figlio ai frati minori di Arezzo, e nel 1277 divenne terziaria francescana, dedicandosi esclusivamente alla preghiera ed alle opere di carità.
La sua spiritualità pone attenzione particolare alla Passione di Cristo, in linea con quanto vissero Francesco d’Assisi, Angela da Foligno e più tardi Camilla da Varano. Margherita, infatti, visse numerose crisi mistiche e visioni.
Diede vita ad una congregazione di terziarie, dette le Poverelle; fondò nel 1278 un ospedale presso la chiesa di San Basilio e formò la Confraternita di Santa Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati.
Donna mistica, ma anche di azione, coraggiosa, ricercata per consiglio, fu attenta alla vita pubblica e, nelle contese tra guelfi e ghibellini, fu operatrice di pace presso i feudi di Montepulciano.

Onorata come beata sin dalla morte, Innocenzo X ne approvò il culto il 17 marzo 1653, ma fu canonizzata soltanto il 16 maggio 1728 da Benedetto XIII con l’appellativo di Nova Magdalena.
Il Martirologio Romano fissa per la sua memoria liturgica la data del 22 febbraio.
La biografia redatta dal suo confessore frà Giunta Bevegnati (in AA. SS., mense Februarii, die 22), con i racconti delle numerose estasi e visioni di Margherita, ha contribuito a renderla una delle sante più popolari dell’Italia centrale.
Il suo corpo è conservato a Cortona, nella basilica a lei intitolata, in un’urna collocata sopra l’altare maggiore, bordata da una cornice in lamina d’argento sbalzata e cesellata e pasta vitrea.
Presso la frazione Giorgi di Petrignano, nel luogo della tragedia e decisione di conversione (il cosiddetto Pentimento) vi è una pieve ed una quercia tuttora in vita ai cui piedi ella pregò, considerata sacra ed intangibile. Nell’estate 1972, per il settimo centenario dell’evento ci sono state grandi celebrazioni nel Castiglionese con ostensione delle sue spoglie.

Nell’arte, è spesso raffigurata col saio francescano ed il velo bianco, in compagnia di un angelo consolatore (Traversi) o in estasi davanti al Cristo (Lanfranco): è sempre accompagnata dal cane che le fece scoprire il cadavere dell’amante (Benefial).
Alla figura di Margherita da Cortona è ispirato il film storico del 1950 che porta appunto il suo nome – Margherita da Cortona, diretto da Mario Bonnard.
Sulla medesima religiosa, Licinio Refice compose un’opera lirica in un prologo e tre atti intitolata anch’essa Margherita da Cortona.

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