La croce e la spada. Sant’Ambrogio

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La Milano tardo-antico era la capitale dell’Impero Romano e svolse un importantissimo ruolo politico e culturale, essendo la principale città europea. Al centro delle iniziative dei più influenti imperatori (da Costantino a Teodosio), Milano fu anche baluardo contro le invasioni barbariche.

In questo contesto s’inserì il giovane Ambrogio, che svolse con il mandato imperiale una determinante azione politica mirata a rafforzare le istituzioni.

Ambrogio era nato a Treviri, in Germania, da una nobile famiglia romana della Gens Aurelia. Quando suo padre, governatore delle Gallie e funzionario imperiale, morì improvvisamente, Ambrogio si recò a Roma con la sorella Marcellina e la madre. Proseguì gli studi per la carriera legale ottenendo molti successi come avvocato, finché l’imperatore Valentiniano lo nominò governatore, con residenza a Milano. Rimase in carica per quattro anni, dimostrando di essere al di sopra delle parti e dei partiti, con l’occhio rivolto al bene di tutta la popolazione. Un atteggiamento che gli valse non solo la stima ma addirittura l’affetto sincero dei più poveri.

Ambrogio assunse lo stesso atteggiamento quando fu nominato vescovo. Donò le sue ricchezze ai poveri e le sue terre alla Chiesa, tenendo per sé una piccola parte. Ogni giorno diceva la Messa per i suoi fedeli dedicandosi poi al loro servizio per ascoltarli, consigliarli e difenderli contro i soprusi dei ricchi. Tutti potevano parlargli, in qualsiasi momento. E proprio per i suoi fedeli Ambrogio lavorò, studiò, rischiò la vita, predicò, viaggiò e scrisse libri fino alla fine.

Morì il 4 aprile, all’alba del Sabato Santo, quando correva l’anno 397. Le sue spoglie riposano nella basilica milanese che porta il suo nome, accolte nella cripta che lui stesso volle costruire per ospitare i corpi di San Gervaso e San Protaso.

La Basilica fu edificata tra il 379 e il 386 in una zona di sepoltura dei cristiani martirizzati. Per questo venne chiamata Basilica Martyrum. Da quando vi fu sepolto Sant’Ambrogio cambiò nome, assumendo quello attuale. Oggi la basilica rappresenta non solo un monumento paleocristiano e medioevale, ma anche un punto fondamentale della storia e della cultura milanese. È infatti situata in piazza Sant’Ambrogio, uno dei siti cittadini più significativi dal punto di vista del costume, delle tradizioni e delle leggende ambrosiane.

Nella stessa area sorge l’Università Cattolica del Sacro Cuore. All’interno della struttura si trovano i Chiostri di Sant’Ambrogio, progettati dal Bramante nel 1497 e caratterizzati da una grandiosità d’impianto che verrà imitato per tutto il Cinquecento.

Un importante riferimento a Sant’Ambrogio è presente anche nel Duomo di Milano. L’ultima campata dell’edificio ospita infatti l’Altare di sant’Ambrogio, con la pala secentesca del pittore urbinate Federico Barocci, che raffigura l’imperatore Teodosio inginocchiato di fronte a Sant’Ambrogio, con lo scettro e la corona deposti a terra. L’opera si riferisce alla penitenza che il vescovo di Milano impose all’imperatore per aver ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica. L’episodio, frequentemente rappresentato, era inteso come metafora della subordinazione del potere imperiale a quello papale e conferma l’importanza che Ambrogio ha rivestito non solo al suo tempo ma anche durante i secoli successivi nella storia di Milano.

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