Giovedì Santo 2009 – Commento al Vangelo

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(Messa in Cena Domini)

È con questa Messa che inizia il Triduo Pasquale perché si fa memoria dell’ultima Cena in cui il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, amando sino alla fine i suoi che erano nel mondo, offrì a Dio Padre il suo Corpo e Sangue sotto le specie del pane e del vino e li diede agli Apostoli in nutrimento e comandò loro e ai loro successori nel sacerdozio di farne l’offerta.

Secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, in questo giorno sono vietate tutte le Messe senza il popolo. I libri liturgici consigliano che la Messa “In Coena Domini”, con la partecipazione piena di tutta la comunità, si celebri sul far della sera. Solennità e intimità per rivivere, insieme a Gesù, le ultime ore della sua vita trascorse con i suoi discepoli e durante le quali il Signore dice e fa le cose più importanti:

  1. istituisce l’Eucarestia (Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue)
  2. e il sacerdozio ministeriale (Fate questo in memoria di me)
  3. mostrando ai dodici come bisogna viverlo (Se Io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri);
  4. lascia il Suo comandamento (Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri)
  5. e il suo testamento (Padre, coloro che mi hai dato siano una cosa sola, come noi e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me).

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Fonte: Comunità cattolica italiana in Ungheria