Ciclo di Incontri: Passio 2008 – 20 Febbraio 2008

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SIMON PIETRO E IL CANTO DEL GALLO. Antonio Rosmini e il prezzo
della Verità: per una coscienza critica nella Chiesa e nella società

Con:

  • Mons. Renato Corti (Vescovo di Novara)
  • Don Bruno Maggioni (Docente di Scienze bibliche)
  • Padre Umberto Muratore (Istituto internazionale di studi rosminiani)

Conduce: Maurizio De Paoli (caporedattore centrale di Famiglia Cristiana)

 

SIMON PIETRO E IL CANTO DEL GALLO. Antonio Rosmini e il prezzo
della Verità: per una coscienza critica nella Chiesa e nella società

Con:

  • Mons. Renato Corti (Vescovo di Novara)
  • Don Bruno Maggioni (Docente di Scienze bibliche)
  • Padre Umberto Muratore (Istituto internazionale di studi rosminiani)

Conduce: Maurizio De Paoli (caporedattore centrale di Famiglia Cristiana)

Simon Pietro e il canto del gallo. Antonio Rosmini e il prezzo della Verità

Mons. Renato Corti
Don Bruno Maggioni ,
Padre Umberto Muratore ,

Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. Così disse Gesù a
Simon Pietro, nella notte in cui, tradito e abbandonato dai discepoli,
fu condotto a morte. La Chiesa ha rinnegato e tradito più volte il suo
Signore, nella storia. E come il canto del gallo chiamò san Pietro alla
coscienza del proprio peccato e alla richiesta di perdono, così la voce
di Antonio Rosmini, nell’opera “Le cinque piaghe della Santa Chiesa” ha
richiamato la Chiesa a una profonda revisione del proprio operato. Un
testo scomodo che, quando fu pubblicato, nel 1848, causò molti guai al
Rosmini, e che stimola anche la Chiesa di oggi a un’autocritica
salutare perché sia più autenticamente fedele a Cristo.

Intervista a Mons. Renato Corti

“Pensare” la fede. Questo l’invito di mons. Corti nella lettera
pastorale Rivestitevi di Cristo, che rivolge ai cristiani, chiamati a
vivere la loro fede con maturità perché possa essere umanamente
comunicabile e condivisibile. L’esempio da seguire è quello di Rosmini,
santo perché pensa la fede e la comunica, passando attraverso le
categorie della ragione.

Intervista a Padre Umberto Muratore

Una filosofia “radicata nelle viscere del cristianesimo” è necessaria
contro le derive della ragione di ieri e di oggi. Un compito di “carità
intellettuale” cui la Chiesa è chiamata per illuminare una ragione, che
lasciata a sé stessa, oscilla tra il delirio di onnipotenza del
soggettivismo e il suicidio del nichilismo, e per difendere l’immagine
di uomo, “persona” non riducibile ad isolato “individuo”.

 

Fonte:
La nuova Regaldi – Passio 2008