Vangelo di domenica 5 maggio 2016 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo di domenica 5 maggio 2016 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

RESURREZIONE E VITA

[ads2]Le letture di questa domenica ci propongono tre resurrezioni, due fisiche e una spirituale. Paolo racconta la sua esperienza e dice che l’incontro con Gesù lo ha fatto passare da feroce persecutore della Chiesa a fervente Apostolo. In questo senso possiamo parlare di una rinascita spirituale. Nel racconto della prima lettura e del Vangelo incontriamo due storie analoghe in cui due vedove vivono la tragedia della morte del loro unico figlio. Una donna senza marito era certamente in gravi difficoltà economiche, in quelle condizioni un figlio rappresentava la speranza di una vecchiaia serena, come potrebbe essere oggi la sicurezza di una pensione. Evidentemente la morte del bambino era una tragedia nella tragedia.

Il profeta Elia era in terra straniera per sfuggire alla siccità che lui stesso, per comando di Dio, aveva chiamato su Israele ed era stato accolto in casa di questa vedova. La sua preghiera accorata ottiene la risurrezione del figlio. La donna esprime la sua gratitudine riconoscendo in Elia un profeta autenticamente inviato da Dio. La stessa cosa dicono gli spettatori del miracolo operato da Gesù: un grande profeta è sorto tra noi, e: Dio ha visitato il suo popolo. Ciò che spinge il Maestro a questo meraviglioso gesto di carità è la compassione. Più volte Egli dimostra questa sollecitudine. Domenica lo abbiamo visto nella moltiplicazione dei pani, dove si preoccupava che la gente non venisse meno per la fame. La stessa cosa quando, di fronte alla folla che lo insegue, sente che sono pecore senza pastore e hanno bisogno che Lui se ne prenda cura. Gesù conosce la nostra condizione, sa delle difficoltà che affrontiamo e si fa avanti senza nemmeno bisogno che lo preghiamo.

È un invito alla fiducia. Il comando che il Signore impartisce al ragazzo è: alzati. Non c’è caduta o tragedia dalla quale Lui non possa rialzarci. Egli è la Resurrezione e la Vita. Quindi incontrarlo significa rinnovarsi completamente, come nel caso di Paolo. Di fronte al fallimento, alla sconfitta, al dolore Gesù ci dice: non piangere, fidati di Me, alzati. Quando noi sappiamo mettere nelle sue mani le nostre difficoltà con questo atteggiamento di confidenza, possiamo essere certi di trovare consolazione. L’esempio del Maestro è anche importantissimo. Come Lui anche noi dobbiamo imparare la compassione che spinge ad andare incontro a chi soffre. Senza spaventarci, non è detto che possiamo offrire una soluzione a tutti i problemi, ma, come Elia, possiamo essere portatori della Sua presenza e tramiti della Sua Grazia.

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X Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 7,11-17
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 05 – 11 Giugno 2016
  • Tempo Ordinario X, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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