Servizio della Parola – Breve commento alle letture del 11 Luglio 2021

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La Parola che ci chiama all’annuncio.Ripetendo le parole del profeta Amos, ciascuno di noi può sentirsi chiamato e inviato dal Signore ad annunciare la sua Parola, affinché ciascuno possa partecipare della salvezza donata da Gesù e testimoniata dai primi discepoli, compimento del «mistero» d’amore del Padre.

La Parola che ci chiama all’annuncio.

L’apostolato cristiano è un dono e una missione che si ricevono dal Signore risorto, come lui, il Figlio, l’ha ricevuto dal Padre.

Amasia, sacerdote compiacente, dice al profeta Amos, che le sue parole feriscono il re (prima lettura) e lo invita a non profetizzare più.

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Amos risponde di essere un profeta chiamato da Dio, per portare la sua Parola «per il suo popolo».

Paolo nella preghiera della Lettera agli Efesini (seconda lettura), presenta il progetto salvifico di Dio: quello di renderci suoi figli adottivi fin dall’eternità «in Cristo», aiutando a scoprirlo e benedirlo come Padre, certi di avere lo Spirito come garanzia di vita.

Gesù (vangelo) manda gli apostoli in missione, a due a due, a predicare che le persone si convertano, con il potere di scacciare i demoni e di guarire i malati.

I Dodici vanno con coraggio perché è Gesù a mandarli con la medesima autorità e missione efficace del Padre, con le parole e le opere messianiche del Vangelo di Dio.

Fonte: Servizio della Parola nr. 527/2021 – Prezzo di copertina: Euro 10,00