Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 3 Luglio 2022

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Pace e bene! Questa domenica accogliamo il mandato missionario del Signore, chiedendo allo Spirito Santo che accenda i nostri cuori perché siamo entusiasti discepoli missionari

Oggi, XIV domenica del tempo ordinario, ricordiamo san Tommaso, uno degli apostoli che Gesù ha scelto e inviato per annunciare il regno di cieli. E la Parola di quest’oggi ci parla della missione dei settantadue, inviati da Gesù a due a due per annunziare il Vangelo. È bello essere missionari, e tutti siamo chiamati ad esserlo, ma per essere missionari, per essere inviati ad annunciare la Parola, bisogna prima averla ascoltata! Fatta questa fondamentale premessa, mettiamo in risalto due aspetti del Vangelo di oggi.

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Il Signore manda i suoi non da soli a ma due a due. Un segno che già possiamo mostrare è il segno della comunione. La capacità di sapere stare insieme, pur nella diversità, nasce dal fatto se si è fatta esperienza della risurrezione di Gesù! Tommaso non era presente alla prima apparizione di Gesù Risorto ai discepoli, non era con la comunità. Solo nel momento in cui ritorna in quel cenacolo, insieme con gli altri apostoli, fa esperienza del Signore Risorto. La Parola dunque ci chiama alla comunione. È il Signore che ha fondato la chiesa, è Lui che ha chiamato a stare insieme persone completamente differenti. Non facciamoci dunque illusioni; chi cerca sempre di vivere una fede privata, chi cerca sempre pretesti, chi cerca sempre di trovare motivi per accusare i fratelli e le sorelle di comunità, non ha incontrato il Signore Risorto!

Un altro aspetto che il Vangelo mette in risalto, in questo andare dei discepoli senza portare nulla per il viaggio, forti solo della Parola di Gesù, è quello di non fare preferenze di persone nell’annuncio del Vangelo. Sono chiamati a bussare nelle case, nei cuori di tutte quelle persone che incontreranno lungo il cammino, anche se questo può comportare un rifiuto. Ma la tragedia non è il fatto che i discepoli sperimentino un rifiuto, ma che Gesù non venga accolto. Tanta gente cerca la pace, ma la cosa strana è che quando questa viene annunciata viene spesso rifiutata! «Dire di no a Gesù, al suo amore, alla sua grazia, al suo Vangelo, questo è la vera tragedia. È più tragico rifiutare l’aiuto di Dio che essere nel peccato perché dal peccato con l’aiuto di Dio si esce. Noi abbiamo un potere: vanificare l’opera di Dio rifiutandolo» (d. Fabio Rosini).

La guarigione più profonda che i discepoli sono venuto a portare è la guarigione dell’anima e questa è legata all’accoglienza della Parola di Gesù che loro sono stati chiamati ad annunciare.

«La vera guarigione, è l’arrivo del regno di Dio noi possiamo pensare ad una persona ammalata che poi guarisce e punto. Non è migliorata, non ha incontrato Dio né la verità, semplicemente si è tolta di dosso un problema per poco tempo. Pensiamo invece ad una persona che da una malattia trova Dio, a quante persone è successo! Certo, questo non succede per forza, perché o ci si apre o non ci si apre. Tante volte a delle persone si ci può parlare perché dopo una malattia diventano più ricettive, più disposte alla relazione con Dio» (don Fabio Rosini).

Domandiamoci dunque: tutte le volte che ci facciamo annunciatori di pace, di vita eterna, di guarigione profonda dell’anima, cosa annunciamo, cosa portiamo? Diciamo parole umane o la Parola di Gesù; portiamo noi stessi o portiamo Gesù? E prima ancora domandiamoci se noi abbiamo accolto Gesù nella nostra vita mostrandone i segni: dal saper stare con gli altri, dall’essere portatori di pace, dall’essere portatori della sua Parola, dal mostrare che, nonostante le nostre fragilità, le nostre difficoltà, abbiamo quella pace che solo Gesù può donare! Perché non saremmo di certo credibili nel nostro annuncio di pace se noi per primi questa pace non l’abbiamo ancora accolta!

VERITA’: Vita interiore e sacramenti

Prego per la conversione di chi è lontano dal Signore, a cominciare da chi ho accanto? Credo nella potenza della preghiera?

CARITA’: Testimonianza di vita

Sono un “discepolo missionario”? Mi do da fare per l’evangelizzazione?

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