Luigino Bruni – Commento al Vangelo di domenica 5 Settembre 2021

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Gesù si trova in territorio straniero, in terra pagana (Decapoli). E anche fuori Israele continua a fare miracoli. Questa volta incontra un sordomuto, un uomo che non sentiva e con grandi difficoltà nel parlare (qualcuno traduce solo “balbuziente”, ma certamente in una forma grave).

Torna ancora il potere della mano: Gesù è un maestro guaritore che guarisce con la parola, chiamando e invocando, ma guarisce anche con il tocco della mano e qui delle dita. Nella Bibbia l’uso delle mani è ricorrente, soprattutto nei profeti. Nel Nuovo Testamento, anche in seguito all’esempio di Gesù, gli apostoli imporranno le mani, una pratica che diventerà poi centrale nella Chiesa. Un elemento che dice l’importanza del corpo nel modo di guarire di Gesù. La sua umanità è vera anche per l’importanza che ha sempre attribuito al corpo, al tatto, alla mano con la quale prende spesso per mano le persone che guarisce (la suocera di Pietro, la figlia di Giairo).

In questo episodio abbiamo anche il particolare della saliva, che aumenta la corporeità del suo gesto. La saliva era considerata, nell’antichità, particolarmente efficace nella guarigione di occhi (si pensi al miracolo del cieco nato) e orecchie. Marco, riprendendo tradizioni precedenti, enfatizza questo dettaglio, perché non era stravagante per i suoi uditori. I gesti di Gesù sono faccende corporee, sono carne e sangue. Quasi tutte le eresie, di ieri e di oggi, hanno cercato di ridurre o eliminare la centralità del corpo in Gesù e nel cristianesimo. […]

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