Luca Rubin – Commento al Vangelo di domenica 5 Gennaio 2020

In questi giorni prima dell’Epifania non ti raccapezzi più se è lunedì, giovedì oppure… ah già è domenica! Giorni molto simili tra loro: vacanze (chi può), mangiate, dolci, parenti, regali… e sì, siamo tutti un po’ stanchi di questo protrarsi del Natale, come una lezione ripetuta più volte, sempre uguale, sempre quella. Anche il vangelo di oggi ci riporta al presepe, almeno sembrerebbe. In realtà questa pagina può essere equiparata all’impostazione del navigatore GPS prima di un viaggio il cui traguardo non ci è noto, e quindi nemmeno il percorso.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

Luogo di partenza. È fondamentale sapere dove ti trovi, per poter ripartire anche dopo un fallimento, per camminare nonostante le ginocchia sbucciate. Se non sai dove sei, non potrai orientarti, e tutte le strade che imboccherai diventeranno dei lacci che ti faranno inciampare, peggiorando la tua situazione. Tutte le strade portano a Roma, è vero, ma è Roma la tua meta? La prima domanda del navigatore è: dove sei? È la stessa domanda di Dio Creatore ad Adamo dopo quella mela (non era una mela, fidati):  il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Solo se conosci e ti orienti in quella terra che calpesti e che vivi potrai trovare la giusta strada.

In questo viaggio partiamo da un luogo molto elevato, altissimo, più alto dell’Everest: “presso Dio”. Digitiamo sul nostro navigatore: la tua posizione = D-i-o. Mi guardi sorpreso e allibito: Dio? Ma sei sicuro?? Il testo dice così, è inequivocabile: il Verbo era presso Dio. Si parte sempre da casa prima di un viaggio importante. Hai preparato le valigie, sistemato tutto, ancora un caffè e due chiacchiere, e poi ciao, io vado. Casa e Dio sono sinonimi, è in casa che fai esperienza di accoglienza, di tepore, è in casa che vivi l’intimità delle relazioni, la familiarità, la vita di tutti i giorni, è in casa che programmi e organizzi un viaggio. Casa dice anche la tua identità, caratterizza la tua storia. Il Verbo non solo era presso Dio, ma “il Verbo era Dio”. Luogo e identità coincidono perfettamente, e scoprendo dove sei scoprirai chi sei.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria.

Ricalcolo del percorso. Qualche volta succede che lungo il tragitto il navigatore dica così, quasi sempre perché ti sei perso o perché ci sono dei lavori che non permettono di transitare per quella strada. Il ricalcolo raccoglie il dato della tua posizione attuale e il dato del tuo traguardo, li mette in relazione e propone un nuovo percorso. Il Verbo è ormai uscito di casa, Lui sa bene dov’è diretto ma tu no, e magari lo perdi di vista. Il punto di partenza rimane -issimo, ma all’estremità opposta: lontanissimo e altissimo diventano vicinissimo e bassissimo; il termine di paragone sei tu: Dio si fa vicinissimo A TE, bassissimo COME TE. Il ricalcolo è veloce perché Dio è vicino a te, guardati bene intorno, guardati bene dentro.

Dio si mette in viaggio per incontrare tutti i tuoi -issimi, dai più grandi e belli ai più piccoli e umilianti. Se ti va prendi carta e penna e scrivi gli -issimi della tua vita, e lascia che Dio li visiti e li faccia suoi. La carne di Dio è la tua stessa carne, ecco perché non può che essere il Vicinissimo, ecco perché non puoi che contemplare la sua gloria, cioè constatare la sua presenza. Quel presepe ci dice proprio questo: io posso essere piccolo e povero, sentirmi inadeguato, non idoneo, fallito (puoi continuare): Dio sarà sempre il Vicinissimo, presente oggi nella tua vita, nel tuo dolore, nella tua inadeguatezza. Capito perché si fa festa a Natale?! Perché Dio non si fa i fatti suoi su una nuvoletta, ma vive il tuo mondo, percorre le tue strade, soffre il tuo dolore, senza sconto alcuno.

Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto.

Quale pienezza, scusa? Un bambino che nasce lontano da casa, al freddo, in una stalla può dirmi solo il suo estremo bisogno, la sua indigenza. Cosa possiamo ricevere da una situazione tanto misera e sconcertante? Il tuo traguardo si trova davanti a te. La voce metallica del navigatore non ammette repliche. Guardati intorno, slaccia la cintura di sicurezza, apri la portiera e scendi. Il tuo viaggio è concluso.

Betlemme e la sua estrema povertà sono lo specchio di chi sei tu: poverissimo, lontanissimo da casa, irregolarissimo, inadeguatissimo.

Betlemme è l’offerta che Dio ti fa, Lui il Vicinissimo, l’innamoratissimo, Lui che fa pazzie per te.

Betlemme è meta del tuo viaggio per scoprire finalmente che tutte le tue miserie sono amate da Dio, per contemplare la sua presenza proprio là dove provi vergogna e imbarazzo.

Betlemme è il nuovo punto di partenza, questa volta viaggiate in due: Dio sale in macchina con te. Per sempre.

A cura di Luca Rubin

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Sono maestro elementare, professione che cerco di vivere in pienezza, non come lavoro ma come vocazione e missione.
In parrocchia sono catechista, referente per i ministranti e accolito: in una parola, cerco di dare una mano! Mi piace molto leggere e scrivere, ascoltare musica classica, country e latina, stare in compagnia di amici. […]


Letture della
II Domenica dopo Natale – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La sapienza dio Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

Dal libro del Siràcide
Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Sal 147

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.

Seconda Lettura

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio

Vangelo

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18

[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Parola del Signore

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