Gilberto Borghi e Sergio Ventura – Commento (domande) alle Letture di domenica 6 Ottobre 2019

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

Le domande del servo ‘inutile’

A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura

1^ LETTURA – Ab 1,2-3; 2,2-4

SERGIO: «Quanto è difficile mantenere la fede quando la nostra vita è assediata dalla violenza e dall’ingiustizia, e l’intervento del Signore tarda a venire? Quanto è difficile vincere la tentazione di farsi giustizia da soli, rischiando così di soccombere? Quanto è consolante poter protestare con il proprio Dio così francamente?».

GILBERTO: «La preghiera può essere aggressiva, fatta anche di rabbia e esasperazione? Sappiamo usare tutta la gamma delle nostre emozioni quando ci relazioniamo a Dio, in modo che il nostro cuore sia un libro aperto indipendentemente dal nostro pre-giudizio etico su di esso?».

SALMO – 94

GILBERTO: «Cosa significa indurire il cuore? Solo restare aperti alla possibilità di ascoltare la sua parola e di lodarlo? Le nostre rigidità teologiche sono anch’esse testimoni di un cuore indurito? Essere aperti alla conversione delle proprie idee è tentare Dio?».

SERGIO: «Qual è la sottile linea rossa tra la paura che Dio non intervenga e l’indurimento di cuore verso Dio? Abbiamo sperimentato qualche opera di Dio per la quale cantarlo, acclamarlo, rendergli grazie, adorarlo?».

2^LETTURA – 2Tm 1,6-8.13-14

SERGIO: «Ci ricordiamo che se non c’è un adulto che fa da modello al giovane, quest’ultimo non potrà sconfiggere lo spirito di timidezza e ravvivare lo spirito di forza, carità e prudenza?».

GILBERTO: «Ravvivare e custodire, forza e carità vanno in due direzioni diverse?».

VANGELO – Lc 17,5-10

GILBERTO: «Esiste una crescita nella fede, o avere fede è questione di sì o no? Perché servi ‘inutili’? Perché siamo stati nelle regole? Dio in verità ci dice: vieni e mettiti a tavola subito. Ci fidiamo che la crescita della fede ci spinga anche a non vivere solo secondo le regole?».

SERGIO: «Abbiamo il coraggio di chiedere aiuto di fronte ad una nostra incredulità, senza domandare immediatamente una maggiore quantità di fede? Ci ricordiamo quanto sarebbe potente la fede, seppur piccola, se veramente l’avessimo? Ci ricordiamo quanto la mentalità del mero eseguire i comandi (magari religiosi) è propria del servo semplice – dunque non necessario, e non dell’amico libero di Spirito? Quando otteniamo uno ‘spicchio’ di Potere, riusciamo a non trasformarci in padroni indifferenti?».

Fonte: Vinonuovo
A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura

Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4

 
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura

Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14

 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Vangelo

Se aveste fede!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10

 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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