Gilberto Borghi e Sergio Ventura – Commento (domande) alle Letture di domenica 3 Novembre 2019

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

Le domande…

A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura

1^ LETTURA –  Sap 11,22-12,2

SERGIO: «Quando guardiamo il nostro o l’altrui volto, crediamo veramente che ognuno di noi e degli altri sia voluto e amato, in tutta la sua caducità e fragilità, da un Dio compassionevole? Quando sbagliamo o pecchiamo ci ricordiamo che Dio non odia né prova disgusto, ma corregge lentamente e con indulgenza, a costo di non vedere i peccati e gli errori di noi esseri umani?».

GILBERTO: «Qual è la differenza tra il modo di Dio di correggere chi sbaglia e il modo degli uomini?».

SALMO –144.

GILBERTO: «Ci vuole più forza ad essere misericordiosi verso tutti o ad essere giudici inflessibili?».

SERGIO: «Quando giudichiamo gli altri, ci ricordiamo di quanto Dio sia stato lento all’ira, pietoso, tenero e misericordioso innanzitutto verso noi stessi ogni volta che siamo caduti o abbiamo vacillato? Ci ricordiamo di quanto la mancanza di tale atteggiamento di magnanimità sia la causa prima della mancata benedizione e lode di Dio?».

2^LETTURA – 2Ts 1,11-2,2

SERGIO: «Ci ricordiamo di pregare Dio affinché, come cristiani, ci renda degni di confessare il nostro credo, così da non offuscare il nome stesso di Dio?».

GILBERTO: «Siamo consapevoli che i millenarismi e le visioni catastrofiste non appartengono al cristianesimo?».

VANGELO – Lc 19,1-10

GILBERTO: «Ci ricordiamo che il segno più eloquente di chi viene toccato dalla salvezza è la misericordia gratuita che va ben oltre la giustizia?».

SERGIO: «Quando guardiamo un peccatore, riusciamo ancora a vedere in lui un uomo dall’essenza ancora innocente, pura? Abbiamo il coraggio di mettere oggi davanti a Gesù i nostri limiti, anche a costo di renderci ridicoli agli occhi altrui? Quando svolgiamo lavori che ci arricchiscono perché otteniamo profitti da situazioni di ingiustizia, ci ricordiamo che per essere salvi ‘sarebbe sufficiente’ donare la metà dei nostri beni ai poveri e restituire il quadrupolo di quanto abbiamo lucrato a coloro cui lo abbiamo ‘rubato’?».

Fonte: Vinonuovo
A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura

Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2

 
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
 
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
 
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
 
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
 
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
 
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 144 (145)
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
 
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
 
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
 
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
 

Seconda Lettura

Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 – 2,2

 
Fratelli,  preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
 
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Parola di Dio

Vangelo

Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10

 
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore

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