Gilberto Borghi e Sergio Ventura – Commento (domande) alle Letture di domenica 19 Gennaio 2020

In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).

Le domande dell’Agnello

A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura

1^ LETTURA – Il Signore mi ha detto: / «Mio servo tu sei, Israele, / sul quale manifesterò la mia gloria». / Ora ha parlato il Signore, / che mi ha plasmato suo servo dal seno materno / per ricondurre a lui Giacobbe / e a lui riunire Israele / – poiché ero stato onorato dal Signore / e Dio era stato la mia forza – / e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo / per restaurare le tribù di Giacobbe / e ricondurre i superstiti d’Israele. / Io ti renderò luce delle nazioni, / perché porti la mia salvezza / fino all’estremità della terra» (Is 49, 3.5-6).

GILBERTO: «Come si manifesta oggi la gloria del Signore nella sua Chiesa? Riunire, ricondurre e restaurare sono verbi indirizzati alle nazioni o alla Chiesa?».

SERGIO: «Ci ricordiamo che agli occhi di Dio possiamo addirittura essere capaci di riunire un popolo e di illuminare le nazioni? Ci ricordiamo che il vero servizio a Dio è esserne la Gloria, lo splendore?».

SALMO – Ho sperato, ho sperato nel Signore, / ed egli su di me si è chinato, / ha dato ascolto al mio grido. / Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, / una lode al nostro Dio. / Sacrificio e offerta non gradisci, / gli orecchi mi hai aperto, / non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. / Allora ho detto: «Ecco, io vengo». / «Nel rotolo del libro su di me è scritto / di fare la tua volontà: / mio Dio, questo io desidero; / la tua legge è nel mio intimo». / Ho annunciato la tua giustizia / nella grande assemblea; / vedi: non tengo chiuse le labbra, / Signore, tu lo sai (39).

SERGIO: «Crediamo veramente che Dio si inchina su di noi per ascoltare il nostro grido di speranza senza aver bisogno di sacrifici? Ci ricordiamo che tale atteggiamento pastorale è ciò che sostanzia una chiesa in uscita che spinga gli altri ad andare da essa, per poi ascoltare la legge di Dio come scritta nel nostro intimo, e predicarla a tutti gli altri?».

GILBERTO: «Quando Dio si china su di noi abbiamo la capacità di cantare di gioia un canto nuovo? Siamo ancora convinti che sacrifici e “scambi” di offerte siano ciò che Dio ci chiede?».

2^ LETTURA – Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! (1Cor 1,1-3).

GILBERTO: «Invocare il nome del Signore è il “minimun” per poter essere una persona di fede? Essere santi è una nostra conquista frutto di volontà e sforzo?»

SERGIO: «Ci ricordiamo che essere cristiani è una chiamata non meritata? E che l’apostolato è rivolto a chi è stato chiamato da un Altro ad essere cristiano e santo?».

VANGELO – In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» (Gv 1, 29-34).

SERGIO: «Soprattutto quando siamo all’apice del nostro riconoscimento sociale, dunque anche con un certo potere di influenza, riusciamo a ri-conoscere e a testimoniare che c’è un Altro più avanti di noi, più titolato ed ispirato ad agire di noi, perché ‘agnello’ capace di caricarsi anche l’errore altrui?».

GILBERTO: «La traduzione fedele è: Colui che porta su di sé, e perciò porta via, il peccato del mondo. Allora, il modo di Cristo, e anche nostro perciò, di “togliere” il peccato dal mondo è quello di ucciderlo con la forza, di allontanarsene con disprezzo, di assumerlo con pazienza o di bloccarlo con la legge?». 

Fonte: Vinonuovo

A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura


Letture della Domenica
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Colore liturgico: VERDE

Prima Lettura

Ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 49,3.5-6

Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 39 (40)

R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio. R.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo». R.

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». R.

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.

Seconda Lettura

Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1 Cor 1,1-3

Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

Parola di Dio

Vangelo

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore

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