Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo del 5 Gennaio 2020

Il Padre ci ha benedetti, e la sua benedizione è Gesù Cristo stesso! In questi giorni ci fermiamo ancora a considerare la sua venuta nel mondo: si è fatto “carne” per poter abitare in mezzo a noi, per poter stare alla pari con noi. Ha voluto immergersi nella nostra situazione per amarci, per farci notare che non siamo mai soli: egli infatti è con noi! A quanti soffrono di solitudine, – e sono molti per vari motivi -, possiamo ripetere questa certezza. Gesù stesso, quando s’è accorto che gli uomini lo lasciavano solo, disse: “Non sono solo, il Padre è con me”! La sicurezza di Gesù diventa nostra: non sono solo, Gesù è con noi!

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”: questo è l’annuncio centrale delle feste natalizie che stiamo vivendo. Gli uomini, pur nella loro somiglianza e pur nel desiderio di comunione, non riescono, non riusciamo ad avvicinarci gli uni gli altri tanto da sentirci fratelli, da sentirci un cuor solo, tanto da fidarci della fedeltà gli uni degli altri. Questo è reso possibile solo da Gesù: quando lui è in noi e in mezzo a noi, allora diventa naturale, quasi scontato che noi ci sentiamo in compagnia, uniti, fratelli, persino amici. È davvero necessario che Gesù, Figlio di Dio, sia uomo come noi. Senza di lui non saremmo in grado di sviluppare pienamente le più belle capacità umane, saremmo vuoti, ci sentiremmo non realizzati, mancanti di ciò che il nostro cuore desidera più ardentemente. È divenuta famosa la frase di S. Agostino: “Il mio cuore non ha pace finché non riposa in te”! Il Natale ci permette questo riposo, perché Gesù è con noi, in noi, in mezzo a noi.

Il presepio è una blanda immagine, troppo povera, per significare la portata dell’evento che celebriamo. È povera, ma utile, perché aiuta la nostra memoria e tutti i nostri sentimenti a tener vivo il ricordo della Presenza vera e santa di Dio, del Dio dell’amore e della pace, in ogni no ambiente. Anche l’albero di Natale, con tutte le luci e strenne che riusciamo ad appendervi, dice molto poco di quanto avviene quando Gesù è accolto. “A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”!

Non siamo già figli di Dio da quando veniamo al mondo? Sì, Dio ci tratta e ci ama come figli, ma, finché non abbiamo il Figlio Gesù al centro del nostro cuore e dei nostri pensieri, nemmeno noi stessi riusciamo ad accorgerci che siamo figli di Dio. Quando Gesù è accolto da noi come nostro Maestro e Signore, allora cominciamo a godere di avere un Padre, di essere figli per Dio, e allora desideriamo pure comportarci in modo da far vedere a tutti qualche aspetto dell’amore del nostro Padre e di quel Figlio che è entrato nella nostra vita: la fedeltà, la misericordia, la generosità, l’amore disinteressato, il perdono, la purezza, la semplicità, la gratuità, l’umiltà.

Io desidero per me, e anche per te, quello che San Paolo auspica e chiede insistentemente nella sua preghiera: “Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui”. Quando ciò avviene nasce e cresce la nostra comunione fraterna, e con questa la nostra gioia e il desiderio di vivere e di morire, di vivere a lungo per collaborare al progetto d’amore di Dio, di morire presto per godere in pienezza la luce del suo volto e la gioia del suo cuore!

Quando ricordi questa Parola: “Venne ad abitare in mezzo a noi”, ti viene il desiderio di vederlo e incontrarlo? Ti viene voglia di godere la sua compagnia? Nasce in te la volontà di rendere la sua ‘abitazione’ visibile, accogliente per lui e accogliente per quanti come te vorrebbero stargli vicino? Fai qualche passo per incontrarlo davvero e non lasciare che questa Parola resti soltanto scritta sulla carta o fissata nella risonanza di qualche canto natalizio?

Ringraziamo il Padre che ha voluto che il suo Verbo pianti la tenda in mezzo a noi. Fa attenzione a come la prima lettura ci fa ammirare la determinazione con cui Dio ha voluto realizzare questa sua decisione: «Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora». Perciò lo lodiamo, lo ringraziamo, lo benediciamo, provando a promettergli di rimanere orientati e attenti al Figlio che ormai è in mezzo a noi per sempre!


Letture della
II Domenica dopo Natale – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La sapienza dio Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

Dal libro del Siràcide
Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Sal 147

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.

Seconda Lettura

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio

Vangelo

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18

[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Parola del Signore

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