don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo di domenica 12 Gennaio 2020

Giovanni il Battista e Gesù. Due uomini così vicini ma così incredibilmente distanti. Distanti nel modo di concepire l’uomo, il destino, Dio.

Giovanni è intriso di una mentalità apocalittica: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione. La scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco” (Mt 3, 7.10). Per lui la chiave interpretativa dell’uomo è il peccato. L’uomo è – a prescindere – intimamente sbagliato, sporco, ma con sacrifici e penitenze potrebbe guadagnarsi la benevolenza di Dio facendogli – magari – deporre la falce della punizione e della morte. L’idea di fondo è che l’uomo è impuro e ha bisogno di purificazione, e questo potrà accadere solo attraverso un atto di morte (nella Bibbia l’acqua che purifica è sempre simbolo di morte, si pensi all’episodio del diluvio). Non solo, l’idea del Battista è che questa nostra avventura umana in fondo è un tempo inutile, un mero pellegrinaggio ‘in questa valle di lacrime’, in attesa di approdare finalmente nel Regno di Dio: lì comincerà la vita vera. Ecco, Gesù è infinitamente lontano dal vicinissimo Giovanni, di cui ci dicono gli storici pare essere stato per un periodo anche suo discepolo. Per Gesù l’uomo non è sbagliato a prescindere, il peccato non è la sua chiave interpretativa, il suo Dio è il Dio dei vivi e non dei morti, e il Regno di Dio – per chi lo vuole – lo si vive qui ed ora.

Gesù sì entra nella morte – l’acqua – anticipo simbolico della sua salita sulla croce, ma non come atto sacrificale, gesto di penitenza e di purificazione. Ma come ferma decisione di entrare nella vita, quella concreta, quella bella di ogni giorno, in cui divenire sé stesso nella sua diuturna fatica ascensionale. E tutto questo attraverso la modalità dell’amore. Gesù entra in quell’acqua e salirà su una croce consapevole che diverrà pienamente uomo e figlio di Dio nel momento in cui accoglierà la vita così com’è, abbraccerà tutta la vita nella sua pienezza nella modalità dell’amore, della condivisione, della cura per l’altro. Nessun atto sacrificale per la divinità, nessuna purificazione, nessun cammino di conversione per meritarsi il paradiso nella storia del nazareno. Nel momento in cui Gesù si mette dalla parte degli uomini, facendosi battezzare con i peccatori, Dio padre si mette dalla sua parte: ‘questi è il mio figlio amato’. Si diventa figli facendosi fratelli.

Stando ai testi non si dà notizia di un Battista che guarisca gli ammalati, che abbia a cuore i poveri, che distribuisca pane agli affamati… Egli è tutto intento alla sua salvezza, tutto intento al suo Dio, dimenticando però un solo particolare, che ‘la strada più breve per Dio passa per i fratelli’ (Doroteo di Gaza).

Gesù ridà la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, il pane agli affamati, la vita i morti, e il vino – ossia la felicità – alla tavola degli sposi. Solo incarnando uno stile ‘altro’, improntato alla vita buona, il paradiso è sceso sulla terra: «si aprirono per lui i cieli». Il paradiso non sarà il premio dei buoni, ma condizione esistenziale qui ed ora per chi s’impegna a incarnare il bene. Non un futuro che ci spetterà, ma un presente da incarnare. E poi la comparsa dello Spirito santo, la forza creatrice, generatrice, la medesima che ‘aleggiava sulle acque’ all’inizio di tutto, come viene raccontato in Genesi. Sì, per chi ama comincia una vera e propria ri-creazione. Comincia una vita nuova, il cattivo passato viene cancellato, e il compimento del proprio essere si va ad affermare.

Lasciamo Giovanni il Battista e tutti i predicatori di tristezza nel loro ambiente più consono, il deserto, e immergiamoci nella vita, per goderci la bellezza di una creazione e ri-creazione sempre nuova.

Fonte


Letture della Domenica
BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A – Festa
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

Ecco il mio servo di cui mi compiaccio.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 42,1-4.6-7

Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.

Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.

Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.

Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 28 (29)
R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R.

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. R.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. R.

Seconda Lettura

Vita familiare cristiana secondo il comandamento dell’amore.

Dagli Atti degli Apostoli
At 10,34-38

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. 

Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.

Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

Parola di Dio

Vangelo

Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 3,13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.

Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore

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