don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 1 Maggio 2022

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All’inizio c’è il fallimento. I discepoli pescatori hanno faticato una notte intera sulla barca, ma non hanno preso nulla.
Quando comincia ad albeggiare, un uomo sconosciuto li invita ad insistere: ‘Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete’. Gesù invita a credere, che dopo la notte sorgerà ancora una volta l’alba.
E la barca si riempie di pesci.

Il discepolo amato a quel punto riconosce Gesù il Signore. Pietro udito questo si veste e si getta in mare per raggiungerlo. Si veste… Strano no? Non avrebbe dovuto fare il contrario? Pietro, solo poche ore prima, in una notte drammatica rinnegò l’amico per tre volte. Alla fine pianse, nudo davanti all’Amore. Ora ha intuito che dopo ogni notte non può che giungere l’alba, e si riveste di dignità dinanzi alla misericordia che ricrea.

L’Amore rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso (cfr. 2Tm 2, 13).
L’importante nella vita spirituale (nella pratica meditativa ad esempio) non è la fecondità, ma non smettere di pescare. La ‘notte oscura’ è inevitabile, anzi necessaria, come il fallimento e la fatica. Un recipiente può essere colmato solo perché è vuoto. Non siamo in cerca di risultati, perché l’unico successo sarà non gettare la spugna quando tutto parrà inutile e il vero miracolo consisterà nell’insistere ancora e ancora. E se un risultato dovesse giungere, allora sarà un regalo, non il prodotto di uno sforzo.

«Trovano coloro che cercano, pescano coloro che perseverano, si scoprono coloro che gettano le reti della propria attenzione dentro di sé. Se la coscienza non si restringe (la rete vuota), non si potrà espandere più tardi (la rete colma). Ma, vuoti o pieni, la rete, la barca, il lago… sono sempre gli stessi!». (Pablo d’Ors).

Qual che si pesca è dentro di noi, e sarà sempre splendido perché vivo. E sovrabbondante, che è il linguaggio dell’Amore. E soprattutto questo ci nutrirà. Sì, la Vita che ci sfama ci attende dentro di noi. Dobbiamo solo scendere a pescare, nelle notti e nel silenzio.
E attendere il sorgere di una nuova alba.


AUTORE: don Paolo SquizzatoFONTECANALE YOUTUBE