don Marino Gobbin – Commento alle Letture di domenica 14 Luglio 2019

La pratica della legge è alla nostra portata. “È molto vicina a te” (1ª lettura). Basta saper vedere il prossimo: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Vangelo).

PRIMA LETTURA

Il Deuteronomio è una lunga raccomandazione di fedeltà alla legge di Dio.
Il testo di questa domenica spazza via alcune obiezioni contro la pratica della legge:

  • La legge è praticabile dall’uomo. Essa non supera le sue possibilità, “non è troppo alta per te, né troppo lontana da te”.
  • La legge non può essere ignorata: la si ripete (è nella tua bocca) e la si medita (è nel tuo cuore). Gesù rivela che essa ci è vicinissima: nella preoccupazione per il prossimo.

SALMO

Il salmo 18 è una lode alla legge dono di Dio. È continuazione e ulteriore sviluppo della 1ª lettura. La legge diventa preghiera e vita del credente. Risposta di amore.

SECONDA LETTURA

  • Questo brano è un inno liturgico della Chiesa primitiva. A Cristo è dato un ruolo esclusivo, in opposizione ai culti di altri esseri superiori che i destinatari della lettera sembrano conoscere.
  • Cristo ha il primato nell’opera della creazione e nell’opera della salvezza. Egli è l’Alfa e l’Omega (Ap 1,8). Teilhard de Chardin s’è ispirato a questa prospettiva. L’intera creazione vive in un’atmosfera “cristica”: “Tutte le cose sono state create per lui e in vista di lui… e tutte sussistono in lui” (vv. 16-17). Il mondo è sua personale proprietà (Gv 1,11). Cristo è il primogenito, il capo del corpo, cioè della Chiesa. È il primogenito di coloro che risuscitano dai morti (v. 18). Con la risurrezione tutto è compiuto (= compimento totale). La risurrezione di Cristo è un avvenimento cosmico. Dal momento che egli ha riconciliato tutte le cose, l’intera creazione è chiamata a partecipare alla gloria del Risorto.

VANGELO

È la parabola del buon Samaritano che serve a illustrare il più grande comandamento.
Si comincia con una discussione rabbinica. Colui che interroga è condotto a esporre la sua conoscenza della legge (diversamente da Mt e da Mc dove è Gesù che risponde). Lo scriba enuncia la legge dell’Antico Testamento. Dopo di che, solleva una domanda complementare: fino a che punto si applica la legge? Gesù risponde con una parabola e spiega l’insegnamento del Nuovo Testamento.

Un sacerdote e un levita: perché non si fermano?
Il racconto non indica alcuna ragione psicologica. Presenta il fatto e basta. Ci fosse anche un motivo valido per il loro atteggiamento – servizio o urgenza – esso va superato: esiste la legge dell’amore.
Un sacerdote e un levita: perché loro?
Tenendo presenti gli oppositori abituali, si sarebbe pensato a un fariseo, a un dottore della legge, a un sadduceo. Il sacerdote è un notabile (casta sacerdotale). Egli è – almeno all’origine – il custode e l’interprete autorizzato della legge. È il testimone d’una legge che qui non fa più vivere. Per di più ha obblighi e leggi proprie: non ha il diritto di toccare un morto… E se si trattasse d’un moribondo? In ogni caso, sacerdote e levita sono testimoni d’un culto che vale più dell’amore. Videro, ma passarono oltre.

Un Samaritano
Nel Vangelo, il ruolo dei Samaritani (e dei pagani) consiste nel cercare e nel richiedere prima di tutto la verità spirituale. Essi fanno più del sacerdote e del levita. Inoltre la presenza del Samaritano mette in risalto l’apertura universalistica della legge d’amore del prossimo.
“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”
Fin dall’inizio lo scriba s’era messo su un piano di lealtà: desiderava “fare” e non soltanto “sapere” (v. 25). Nessun atteggiamento gnostico.


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

La legge di Dio è interiore

È inutile cercarla ai confini del mondo, come i cercatori dell’irraggiungibile. Essa è “nel tuo cuore” (1ª lettura), cf Ger 31,33: “Io porrò la mia legge nel loro animo e la scriverò nel loro cuore”. La coscienza è già una rivelazione individuale.
La Bibbia precisa ciò che c’è già nel nostro cuore: l’amore di Dio (cf Dt 4,6) e l’amore del prossimo (cf Dt 6,4). Bisogna superare gli egoismi e i settarismi (cf legge di santità: giustizia nelle sentenze: Lv 19,15-19), anche nei riguardi degli stranieri (Lv 19,34). Lo scriba ¬l’ha capito bene (Vangelo). L’Antico Testamento prepara ad accogliere la Buona Novella.
Dio è intimamente vicino. Dialoga con la nostra coscienza. La sua legge è talmente umana che potrà viverla di persona incarnandosi. Un giorno la Parola si farà carne (prologo di Giovanni) e “in Cristo, immagine del Dio invisibile… tutte le cose raggiungeranno la loro pienezza” (cf 2ª lettura). Nostro compito è renderci disponibili a questo compimento di Gesù Cristo nelle occasioni più concrete della nostra vita. La verità sgorgherà dal dialogo, dalla vita con gli altri.

Chi è il mio prossimo?

Gesù rovescia la domanda dello scriba: “Chi ti sembra sia stato il prossimo di quest’uomo?”. In tal modo respinge ogni segregazione (il Samaritano, un eretico e un nemico, s’è dimostrato aperto e accogliente; il sacerdote e il levita, sprezzanti e indifferenti). La carità supera, senza respingerla, ogni solidarietà limitata a un gruppo – si tratti di persone in guerra, in lotta politica, in lotta di classe – che suppone un’opposizione fra buoni e cattivi.
L’amore del prossimo è una generosità che costringe ad essere vicino, che crea dei motivi per farsi vicino, anche quando non ce ne sono, che spinge a fare il primo passo. Come Gesù per la Samaritana, la vedova di Nain, Zaccheo, il paralitico di Cafarnao, la folla della moltiplicazione dei pani.
L’amore del prossimo è veramente un “comandamento nuovo” (Gv 13,34) che vale più di tutti i sacrifici (Mc 12,44). “Portate gli uni i pesi degli altri” (Gal 6,2) perché “chi ama adempie tutta la legge” (Rm 13,8-10), altrimenti il vostro amore non sarà che menzogna (1 Gv 4,20).

Cristo, buon Samaritano

I Giudei per derisione avevano trattato Gesù da Samaritano (Gv 9,48). I Samaritani erano così perversi? Dei dieci lebbrosi soltanto uno, un Samaritano, torna a ringraziare (Lc 17,16). Già in 2 Cr 28,15, ai tempi del re Acaz, i Samaritani si erano comportati coi Giudei vinti in modo caritatevole, così come descrive la parabola. Nel personaggio del Samaritano, purificato da ogni settarismo grazie al Vangelo, i Padri vedranno Cristo, venuto da lontano a farsi carico dell’umanità ferita, della quale s’è reso solidale per amore.
“Non è un uomo di poco conto questo Samaritano; l’uomo che il sacerdote e il levita non avevano soccorso egli l’ha soccorso… Questo Samaritano era in viaggio. “Nessuno è mai salito in cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13). Vedendo mezzo morto quell’uomo che nessuno prima di lui aveva potuto guarire, egli si fa vicino; come a dire che, accettando di soffrire con noi, egli si fa nostro prossimo, e sentendo pietà di noi, si fa nostro vicino. “Gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sopra il suo giumento”. Ascolta come vi ti ha collocato: “Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori” (Is 53,4)… Se dunque ci ha collocati sul suo giumento, l’ha fatto perché non fossimo come il cavallo e il mulo, ma, assumendo il nostro corpo, scomparissero le infermità della nostra carne… “Lo portò a una locanda e si prese cura di lui”: non voleva che la malattia gli impedisse di osservare i precetti ricevuti” (s. Ambrogio, Trattato sul Vangelo di san Luca)”.

Fonte

Tratto da “Omelie per un anno 1 e 2 – Anno C” – a cura di M. Gobbin – LDC

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Letture della
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio
Dt 30,10-1

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
 
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 18 (19)
R. I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.
 
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.
 
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.
 
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

Seconda Lettura

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1,15-20


Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
 
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

Parola di Dio

Vangelo

Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
 
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore

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