don Gianvito Sanfilippo commenta il Vangelo del 5 giugno 2016

Nella decima domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù, giunto a Nain, venne portato alla tomba di un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova. Vedendola, fu preso da grande compassione e le disse:

“Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà”. 

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

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[ads2]La “Frazione del Pane” è uno dei nomi che i nostri fratelli nella fede utilizzarono, nel primo secolo cristiano, per la celebrazione eucaristica, ma al contempo indica, in tale contesto, un importante gesto liturgico, previo all’assunzione delle Sacre Specie, e fa presente l’amore di Nostro Signore, che non ha esitato a “spezzarsi per noi”. Portando su di sé il castigo per i nostri peccati fino alla morte, infatti, Egli ha rivelato, risorgendo, l’intenzione più autentica del cuore di Dio: la misericordia per chi cade e la benevolenza perfino a chi è ostile o tradisce, in vista di una piena riabilitazione di ogni persona chiamata alla santità. Questa natura divina, che sa soffrire per l’amato, ci viene offerta nell’annuncio della vittoria, in Cristo, del bene umiliato dal male. È il kerigma che si fa carne in noi e, mediante l’Iniziazione cristiana, ci fa Chiesa facendo pure di noi, Corpo e Sangue di Cristo, sue membra. Adorare questa presenza, anche fuori del culto eucaristico, e credere che questo dono si compia realmente in noi, sono atti di fede che possono vivificare, inoltre, coloro che, per diverse circostanze della vita, non fossero in grado di accostarsi ai sacramenti. Alziamo lo sguardo al Salvatore invocando il suo Nome, la sua Carità ci renderà capaci di “spezzarci” per il prossimo e di far brillare la vita eterna che già opera in noi.

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X Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 7,11-17
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 05 – 11 Giugno 2016
  • Tempo Ordinario X, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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