don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di Domenica 3 Novembre 2019

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 3 Novembre 2019 – XXXI domenica del Tempo Ordinario, da Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.

Nel Vangelo di questa Domenica (Lc 19, 1-10) Gesù afferma di essere venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

Soltanto Cristo mi sa consegnare a me stesso

Il Vangelo di questa domenica racconta la storia di Zacchèo, ricco capo dei pubblicani; è lecito pensare che questo uomo, incallito nel suo losco potere, sia al di là di ogni speranza di salvezza.

Ma Gesù va proprio a casa di questo ricco malfamato. Perché?

Nella prima lettura si dice che Dio non prova disgusto per niente di ciò che ha creato. La magnanimità di Dio vede qualcosa di prezioso in ogni creatura. Dio conduce la nostra storia – fatta di correzioni e di consolazioni, di tribolazioni e di grazie – come una strategia di salvezza: «Tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano… perché, messa da parte ogni malizia, credano in te».

Il Vangelo dice, infatti, che «il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Se qualcosa non c’è, non ci si preoccupa di cercarla. E quando siamo sicuri che una cosa si trovi in un posto continuiamo a scartabellare, perché pensiamo di trovarla. Luca stesso racconta la parabola della donna che continua a spazzare finché non trova la moneta perduta.

Quando Gesù va a casa di Zacchèo, cerca qualcosa: sta rintracciando un figlio di Abramo, nascosto in questo esattore delle tasse; non pensa che Zacchèo sia un peccatore – come pensa la gente: «È entrato in casa di un peccatore!» –, ma è convinto di essere entrato in casa di un israelita, un figlio di Abramo. E ha ragione.

Gesù sta cercando ciò che ogni evangelizzatore cerca in chi lo ascolta: un figlio di Dio. Gesù è il mercante che cerca la perla preziosa di Matteo 13 e quando la trova dà tutto per averla. Annunziare il Vangelo non significa “mettere in ordine” o “aggiustare” le persone, ma cercare l’opera di Dio che è latente in ogni uomo e trovare così il cuore di chi lo ascolta.

Gesù vede un uomo su un albero e capisce che è una persona pronta a tornare in sé. Zacchèo, infatti, cercando di vedere Gesù, sta inconsapevolmente cercando qualcosa da questo strano maestro che sta passando. Che importanza può avere per lui che un famoso predicatore passi dalle sue parti? Zacchèo cerca qualcosa e Gesù coglie quella porticina aperta e ci entra.

COSA È DENTRO L’UOMO. Quanta inquietudine nel cuore umano! E quante ricerche inutili. Perché nessuno è veramente sé stesso o sente di essere al suo posto fino a quando Cristo non entra nella nostra casa. Diceva san Giovanni Paolo II: «Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!».

Mille volte ci si inganna su di sé. Ma Cristo sa cosa veramente siamo. Lui sa una cosa: che siamo preziosi. Ed è per questo che gli sembra opportuno andare in croce per noi. Ne vale la pena.

La prima lettura dice al Padre: «Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita».

Chi è Zacchèo? Cristo lo sa, appunto. Chi sono io? Cristo lo sa. Solo Cristo mi sa consegnare a me stesso.

Cristo consegna Zacchèo a sé stesso e questo capo dei pubblicani trova il suo cuore e – sorpresa! – è un cuore generoso: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri». E c’è tanta gioia. Ovvio: l’amore è la nostra verità

Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini

Link al video

Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2

 
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
 
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
 
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
 
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
 
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
 
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 144 (145)
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
 
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
 
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
 
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
 

Seconda Lettura

Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 – 2,2

 
Fratelli,  preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
 
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Parola di Dio

Vangelo

Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10

 
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore

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