don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 24 Maggio 2020

L’evangelista Matteo finisce il suo racconto improvvisamente, con un discorso diretto, senza terminare nemmeno l’episodio. Al lettore resta la curiosità di sapere che cosa è successo in seguito, come hanno reagito gli apostoli; invece non gli viene detto se sono andati o non sono andati.

Il finale è volutamente aperto, perché vuole indicare il passaggio diretto a un’altra storia, quella della Chiesa. Al narratore interessa mostrare l’origine della missione, cioè il punto di partenza della Chiesa. L’elemento decisivo in tutto questo racconto è un “dunque”: «Andate dunque…». Qu esta piccola espressione serve per creare un importante collegamento di causa ed effetto. Gli apostoli “vanno” perché a Gesù è stato dato tutto il potere.

Quell’uomo, condannato a morte come bestemmiatore e impostore, ha ricevuto da Dio tutto il potere. Nella risurrezione Gesù è diventato il Signore dell’universo, proprio lui che era stato scartato: ciò significa che egli aveva davvero ragione! Ora affida agli apostoli la missione di “fare discepoli” tutti i popoli. L’unico maestro resta sempre Gesù; i suoi discepoli sono mandati a tutti i popoli perché tutti possano diventare discepoli, cioè possano anch’essi imparare dal Cristo Signore, perché discepolo è colui che impara.

A loro il Risorto promette di essere il “Dio–con–noi”: gli apostoli infatti hanno riconosciuto la divinità di Gesù proprio nella sua risurrezione. Il Cristo glorioso è davvero l’Emmanuele promesso all’inizio del Vangelo.

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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
CANALE YOUTUBE:
https://www.youtube.com/channel/UC9kj3PYl2Hx9yOaPWxJQozw

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