don Alessandro Dehò – Poesia al Vangelo del 26 Luglio 2020

Per quando

Per quando la vita è inciampata nelle mie miserie,

ed ha sorriso.

Per quando non si è scandalizzata di me,

per quando qualcuno ha trovato un tesoro sepolto proprio sotto le rughe dei miei giorni,

per quando l’ha trovato per caso e non me l’ha fatto pesare,

per quando l’ha trovato e io non ci credevo.

Per quando chi mi amava non ha smesso di scavare nonostante le mie resistenze,

per quando non c’è stato fatalismo ma l’incontro con un Dio inaspettatamente

comico travestito

da dea fortuna, o destino, o fato. E ridendo ha sfiorato la mia fronte.

Per quando chi mi amava ha deciso di perdere tutto di me,

ma proprio tutto, pur di non perdermi.

Per chi, dopo aver dato al mondo tutti i suoi averi, è riuscito a rimanere solo, e nudo, ed esposto con tutto il suo essere vulnerabile davanti a me.

Per quando chi mi amava ha scelto la scandalosa maturitĂ  della zolla affamata di seme.

Per quando tutto questo è avvenuto proprio a me, e ve lo giuro, è avvenuto.

Per quando io non riuscivo a credere a quel tesoro,

e non riuscivo a credere che era me

ma proprio non potevo negare la gioia negli occhi di chi mi amava, beh, per tutto questo: grazie

è il Regno dei Cieli

è il Vangelo

è qualcosa che mi sembra Dio.

E io non lo so bene se ho fede oppure no ma quando è successo io so che sono stato felice di essere stato partorito al mondo. E credo che anche Dio lo fosse. Come chi trova un tesoro.

Per quando mi ero perso ma la Vita segugio è venuta a cercarmi,

per quando ho lasciato perdere ma la storia è tornata a bussare,

proprio alla porta della mia, della mia storia.

Per quando ho buttato tutto credendo fosse senza valore,

per quando qualcuno ha dimostrato che non potevo essere io a decidere la preziositĂ  di me stesso.

Per quando l’amore si è fatto cocciuto, tormento, assillo.

Per quando qualcuno ha deciso che non c’era nessun altro da cercare ma me, proprio me, ed è successo, ve lo giuro.

Per quando ho avuto rabbia per quella fissazione

e poi paura

e poi vergogna

e poi ho ceduto.

Per quando ho accettato che dentro lo scarto dei miei giorni si annidasse una perla.

E non ho avuto paura di riconoscere che ero io

perché era scritto negli occhi di chi mi cercava.

Per tutto questo: grazie.

A Dio, al Regno, alla Vita. A Qualsiasi Accadimento di cui ancora non conosco nome.


Per quando si vive così come viene, come rete gettata nel mare

per quando tutto si prende e poi si deciderĂ  cosa trattenere

per la vita normale

feriale

per quel suo raccogliere pur di giustificare la rete prima che sia troppo tardi

per la pazienza di chi ha trattenuto il bello e sorridendo non mi ha fatto pesare lo scarto

Per tutto questo, solo, grazie.

 Solo, grazie.

Ora posso sedermi sul bordo del campo, in riva al mare

e da discepolo della vita ringraziare per ciò che è stato

cose nuove e cose antiche

cosa importa? “tutto concorre al bene”

se non si nega la veritĂ ,

se non si ha paura di mostrarsi per quel che si è

di leggersi in occhi altri

poveri martiri bisognosi di un Dio

insopportabile e infaticabile

cercatore di preziosi.


AUTORE: don Alessandro Dehò
FONTE: Sito personale
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