Dave Hach – Commento al Vangelo del 14 Marzo 2021

Vi è capitato, in questo tempo di quaresima, di leggere direttamente il crocifisso?

A questo proposito, il Vangelo di oggi ci invita a tornare a quella che è stata sempre una grande lettura da parte di tutti i santi. Non avevano bisogno di saper leggere: guardavano il crocifisso, e da quel segno misterioso e orribile traevano, si può dire, tutto. A cominciare dalla loro stessa fede, convinzione, moralità, al loro eroismo, alla loro testimonianza, e di conseguenza alla loro gioia.

Il crocifisso, innalzato e guardato, ci dà tutto: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Dunque, sul crocifisso vediamo il dono straordinario del Padre misericordioso, vediamo uno straordinario amore che non sapremo mai misurare, ma che dobbiamo guardare per capire un poco di più Dio, e per capire meglio il nostro cristianesimo, affinché emerga, diventi una montagna di luce, diventi la verità, letta in questa misura di amore.

Il Padre ci dona, quindi, il suo unico Figlio con un amore sconfinato, e ce lo dona così, perché solo attraverso quelle piaghe aperte, quel sangue versato, quella passione sino al fondo, possiamo nascere, nuovi. Esistevamo già, ma eravamo vecchi per idee, comportamenti quasi tutti sbagliati: il nostro io, il nostro egoismo, il nostro amor proprio, la nostra sensualità, la nostra avarizia. Ebbene eravamo così pur volendo essere diversi, e siamo stati resi tali.

Questa è la lettura che ci permette di vedere in una storia di morte una storia di amore, una storia gloriosa dell’amore umano vissuto da Gesù, che così ha lasciato che leggessimo una volta per tutte l’Amore di Dio.
Lasciamoci dunque portare a questa grande lettura del crocifisso.

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