d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 18 Ottobre 2020

Una delle ferite più profonde e distorsive della nostra umanità si è consolidata all’epoca di Galileo. Si è confinato il rapporto con Dio ad un ambito spirituale disincarnato e si sono affidati i discernimenti nelle cose umane a tecniche scientifiche frammentate in campi diversi.

Si è dunque scissa l’umanità della persona che poi nella vita concreta si trova senza riferimenti adeguati e dunque si affida ad un pragmatismo senza luci o a mere emozionalità. Si sarebbe invece nel secolo citato potuto semplicemente riconoscere un discernimento sbagliato nell’attribuire significati direttamente materiali alla Parola di Dio e continuare a crescere sulla via appunto di una maturazione integrale in Gesù nella quale si sarebbe vista ogni cosa in modo sempre nuovo.

Ora questo razionalismo sta mostrando sempre più di portare l’umanità allo svuotamento e al crollo eppure si fatica talora anche nelle gerarchie ecclesiastiche a tornare al vissuto discernimento del cuore nella Luce, che ora la grazia più diffusamente fa intuire scendere serenamente, a misura del graduale, personalissimo, cammino di ciascuno.

Non a caso Maria ha detto a Fatima che il suo cuore immacolato trionferà.


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